martedì 27 novembre 2018

PSICOLOGIA FAI DA TE


“Ok Goolge, ho l’ansia” “Ok, ecco cosa ho trovato: Ansia. L’ansia è un disturbo psichico…”
“Ehi Siri, sono depresso” “Ti capisco, sono qui per aiutarti.”
Certo, siamo ancora molto lontani da un’intelligenza artificiale capace di sostituire l’uomo ma non credo ci vorrà molto perché Ehi Siri o Ok Google sapranno darci risposte più complesse e all’apparenza più soddisfacenti anche rispetto alla cura dei nostri malesseri. In fondo il dottor Google è già da tempo una realtà, come sanno bene medici e psicologi: attualmente l’1% (milioni al giorno) delle ricerche su Google sono relative a sintomi e malesseri. E nella gran parte dei casi, se si fa un’attenta ricerca, le diagnosi sono anche piuttosto corrette e attendibili. La questione si complica quando si tratta di rimedi terapeutici. Il web è pieno di rimedi fai da te, anche per quello che riguarda i malesseri di tipo psicologico – in senso lato. Così come sono tanti i manuali, cartacei o online, di auto aiuto. Certamente molti libri di psicologia fai da te danno utili indicazioni su come gestire momenti emotivamente difficili o situazioni complicate tra marito e moglie, genitori e figli. Bisogna stare molto attenti, però, al fatto che siano scritti da professionisti e non pseudo tali, che abbiano riferimenti e basi scientifiche, che non siano frutto del delirio di qualche “santone” di turno. Ma la questione è che, come facilmente possiamo intuire, i libri devono essere per forza generali e non possono arrivare in nessun modo a riconoscere la causa profonda e personale di ciascun malessere.
Ed è invece proprio nella personalizzazione e nella definizione delle cause che si basa una cura davvero efficace. Il rischio che corriamo affidandoci alla psicologia fai da te non è per niente banale: sottovalutare il problema psicologico, pensando che l’intervento a tu per tu con lo specialista sia sostituibile. Senza voler demonizzare i manuali di auto aiuto, credo sia necessaria una profonda riflessione in merito alla nostra salute e al benessere psicologico in particolare. Perché tendiamo a sottovalutare il nostro malessere psicologico correlandolo a cause che lo sminuiscono (succede a tutti; ma sì, siamo stati tutti un po’ depressi nella vita; forza tirati su, quanti problemi che ti crei da solo!)? Cosa ci spinge a rinunciare al contatto umano per sostituirlo con un libro? Perché preferiamo fare da noi piuttosto che affidarci agli altri, anche quando si tratta di questioni evidentemente troppo grandi per essere affrontate da soli? Non voglio dare risposte e nemmeno cercarle, perché sarebbero tutte generali e generiche, credo che ognuno possa trovare le proprie. Forse però è il caso di cominciare a cambiare la nostra mentalità rispetto ai disturbi emotivi e psicologici: diamo valore ai segnali che la nostra mente ci manda sotto forma di sintomi, chiediamo aiuto e consiglio a chi è esperto, prendiamoci cura delle nostre emozioni e della nostra mente e… proviamo a fidarci degli altri. Curarsi da soli non è possibile, soprattutto nell’ambito psicologico. Stare da soli non è “conveniente”, perlomeno sul piano relazionale. Chi fa da se, fa per tre? Direi proprio di no, almeno in psicologia. Chi fa con te, fa per tre: ecco, questo suona meglio.

Dott.Marco Bernardi
Psicologo, Psicoterapeuta 
Milano

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