Al Ministro Speranza le richieste in
linea con un piano in cinque punti :
Rafforzare i servizi territoriali e potenziare il trattamento
precoce dei pazienti affetti da Covid-19, "anche con terapie off
label, alcune delle quali peraltro già autorizzate dall'Aifa". Sono i
contenuti di una lettera aperta di un gruppo di 100 mila medici su Facebook
pienamente condivisa da parte della Federazione nazionale degli Ordini dei
Medici (Fnomceo). Oltre alla richiesta di tamponi e dispositivi di
protezione per il personale sanitario, nella lettera si chiede inoltre
"di poter mettere a frutto le esperienze cliniche, senza ostacoli
burocratici nel prescrivere farmaci, tamponi, Rx e/o Tc, ecografia
polmonare anche a domicilio, emogasanalisi, tutte cose che vanno a
supportare la clinica, ma che non la sostituiscono"."Condivido
totalmente il contenuto della lettera aperta inviata dai colleghi e li
ringrazio per le loro sollecitazioni", scrive in una nota il presidente
della Fnomceo Filippo Anelli, commentando la lettera indirizzata alla stessa
Federazione, al ministro della Salute Roberto Speranza, ai
presidenti delle Regione e delle Federazioni regionali degli Ordini
dei Medici.
E anche dal ministro della Salute arriva l'appoggio alla richiesta
dei camici bianchi. "Molti dei temi avanzati si inseriscono nella
strategia in 5 punti che stiamo portando avanti, dalla necessità di garantire
dispositivi di protezione individuale al personale sanitario alla
realizzazione di Covid-Hospital per consentire alle altre strutture di
operare in sicurezza, dalla App per il tracciamento all'indagine di
sieroprevalenza", ha detto il ministro Speranza."Ritengo anche cruciale il tema del territorio e le squadre speciali
USCA, citate nella lettera, sono uno degli strumenti che abbiamo già messo
in campo. Ministero della Salute ed Aifa stanno lavorando a pieno regime
- ha detto il ministro - anche per individuare le diagnostiche e le terapie
più efficaci e portarle "a domicilio" è sicuramente una delle
strade da percorrere". I 100.000 medici dicono nella lettera che, dopo
due mesi di scambio di informazioni sulla Covid-19, sono giunti alla
conclusione che "i pazienti vanno trattati il più presto possibile sul
territorio, prima che si instauri la malattia vera e propria, ossia la
polmonite interstiziale bilaterale, che quasi sempre porta il paziente in
rianimazione". "Molti dei temi sollevati dall'intervento dei
colleghi sono stati da noi affrontati", osserva Anelli.
"In primo luogo - rileva - il tema della sicurezza e la richiesta di
assicurare ad ogni sanitario i dispositivi di protezione individuale, l'esecuzione
dei tamponi a tutti gli operatori sanitari, la richiesta e il sostegno all'Aifa
per la decisione di utilizzare a domicilio l'idrossiclorochina e degli
antivirali ". Per il presidente della Fnomceo "è necessario
ricomporre la frattura tra chi amministra e i professionisti della salute,
figlia della mancata adozione di misure di sicurezza sul posto di lavoro. Lo
snodo principale è assicurare cure ai malati di Covid-19 sul territorio e a
domicilio per ridurre per quanto possibile i ricoveri". E' inoltre
necessario,conclude Anelli, "riorganizzare gli ospedali perché riprendano le
cure rivolte ai malati non Covid-19, assicurando a tutti sicurezza e
protezione. Abbiamo bisogno di ospedali sicuri. La sicurezza per gli
operatori è un diritto costituzionale e non una concessione".
Tratto da Dottnet 20 /04/2020
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