lunedì 23 aprile 2012

Bronco-pneumopatia cronica ostruttiva: un problema emergente

La bronco-peumopatia cronica ostruttiva (BPCO) costituisce uno dei problemi emergenti della sanità pubblica odierna. Oggigiorno, essa rappresenta la quarta malattia cronica per frequenza e, secondo le stime, è destinata a diventare la quinta causa di morbilità cronica entro il 2020.
Essa è una malattia prevenibile e trattabile, caratterizzata da una limitazione cronica del flusso aereo , da alterazioni polmonari, da rilevanti effetti extrapolmonari e da patologie associate, correlate all'abuso del fumo o all'età avanzata dei pazienti, che danno un diverso contribuito alla qualità e alla gravità del quadro clinico nei singoli pazienti.
I sintomi caratteristici della BPCO sono: 
  • la dispnea (affanno e mancanza di respiro) cronica e progressiva;
  • la tosse ; 
  • l'espettorazione.
Queste ultime due possono precedere di anni la comparsa della limitazione del flusso.
Il fumo di sigaretta costituisce il principale fattore di rischio e la sua eliminazione rappresenta un caposaldo della prevenzione e del controllo della malattia. Altri fattori di rischio sono le polveri e le sostanze chimiche ad uso professionale e l’inquinamento.


Gli obiettivi di un trattamento efficace devono mirare al miglioramento della sintomatologia, al controllo della progressione della malattia, ad un miglior adeguamento all’attività fisica, ad una più alta qualità di vita , ad una prevenzione delle complicanze e delle riacutizzazioni e ad una riduzione della mortalità.


La diagnosi della BPCO si basa principalmente sui sintomi sopra riportati e sulla storia del paziente, ma deve essere sempre supportata dalla spirometria che rappresenta lo strumento più importante per la per valutazione di questa malattia.


L’approccio globale al paziente con BPCO stabile deve essere oggigiorno assolutamente personalizzato sia per la gestione dei sintomi sia per il miglioramento della qualità della vita.
I presidi terapeutici convenzionali (cortisonici e broncodilatatori) e l’omeopatia offrono oggi un ampio ventaglio terapeutico che opportunamente gestito e integrato fornisce gli strumenti necessari per un buon controllo della malattia, la cui evoluzione resta purtroppo ancora caratterizzata dal declino della funzionalità polmonare.
I medicinali della terapia omeopatica sono validati da una centenaria esperienza clinica che indica la capacità di migliorare la qualità di vita e di modificare il terreno del paziente che favorisce l’evoluzione della malattia.

Medicinali omeopatici ad azione sintomatica
Possono essere suddivisi in alcune sottocategorie: i medicinali con espettorazione mucosa difficile, quelli con espettorazione mucosa facile e abbondante, quelli con espettorato purulento, che trovano indicazione nelle riacutizzazioni, e quelli caratterizzati soprattutto da dispnea.

Medicinali con espettorazione difficile
  • Bryonia: tosse secca, con dolore bruciante retrosternale, aggravata dal movimento e verso sera.
  •  Senega:importante secrezione mucosa con spasmo bronchiale significativo.
  • Antimonium tartaricum: tosse con affanno respiratorio, con secrezioni abbondanti ma difficili da espettorare. Lingua con patina bianca. Debolezza, pallore, iniziale insufficienza respiratoria.


Medicinali con espettorazione facile e abbondante
  • Stannum: secrezioni abbondanti e di carattere variabile. Stanchezza con sensazione di “vuoto e di debolezza al torace”. 
  • Pulsatilla: secrezioni mucose fluide e abbondanti con caratteristiche variabili; tosse fastidiosa con sensazione di dolenzia al torace.
I medicinali sintomatici,  che agiscono sulle caratteristiche delle secrezioni, possono essere prescritti a bassa diluizione (5 CH, 5 granuli più volte al dì) per fluidificare oppure a medie diluizioni (9 CH, 5 granuli due volte al dì) per ridurne il volume.

Medicinali con espettorazione purulenta
Il più frequentemente utilizzato è:
  • Hepar sulfur: medicinale indicato nelle riacutizzazioni con espettorato francamente purulento, con tosse accessionale frequente, scatenata dalla minima corrente d’aria. La diluizione più utilizzata è la 30 CH, per ridurre efficacemente il volume della secrezione purulenta.
Nel contesto attuale, l’uso di questo tipo di medicinali è interessante, perché gli antibiotici di uso più comune si stanno dimostrando sempre meno attivi. L’associazione di tali medicinali omeopatici con la terapia antibiotica può rappresentare un mezzo per recuperare una maggior efficacia.

Medicinali della dispnea
  • Arsenicum album: tosse secca, debilitante, con sensazione di bruciore al petto. Affanno respiratorio, soprattutto tra l’1 e le 2 del mattino (in questo caso è presente un espettorato schiumoso). Spesso sono presenti i segni generali del medicinale: astenia, angoscia, paura della morte, agitazione psico-motoria.
  • Kali carbonicum: dispnea quasi subcontinua, aggravata dal decubito, più grave tra le 2 e le 4 del mattino; miglioramento in posizione seduta; espettorato mucoso scarso e denso, con aspetto nummulare alla fine della crisi.
Questi medicinali sono utilizzati soprattutto a medie diluizioni (9-15 CH) per potenziare l’azione dei cortisonici inalanti e ottenere un efficace controllo della dispnea a bassi dosaggi.

Medicinali del "terreno"
Sicuramente, i cosiddetti medicinali di terreno, cioè quelli prescritti prevalentemente sulle caratteristiche generali dei pazienti, rappresentano una importante opportunità terapeutica perché consentono di trattare il quadro clinico nella sua globalità, che comprende non solo la BPCO , ma anche tutti gli aspetti della patologia concomitante così frequenti ed importanti soprattutto nell’anziano.
Non è possibile, in questo contesto, descriverli singolarmente, mi limiterò a segnalare i nomi di quelli che ricorrono più frequentemente nell’uso quotidiano.
  • Pulsatilla
  • Arsenicum album
  • Lycopodium
  • Silicea
  • Causticum
  • Thuya occidentalis
  • Natrum sulfuricum
  • Calcarea carbonica e Calcarea fluorica
  • Tuberculinum aviare
In conclusione, la BPCO è una malattia molto importante per la sua frequenza e per le numerose patologie che vi si associano. I quadri clinici molto complessi, che ne derivano, spesso costringono ad una terapia farmacologica convenzionale piuttosto articolata, talora carica di pesanti effetti collaterali.
L’omeopatia, con la sua vasta gamma di medicinali, offre interessanti opportunità. La più sfruttata è la possibilità di migliorare il controllo della sintomatologia, integrando medicinali specifici della reattività individuale del paziente con i broncodilatatori e i corticosteroidi. Questa integrazione consente di ottenere una maggior efficacia con minori effetti collaterali.


Edoardo Felisi, Specialista in malattie dell’apparato respiratorio
Docente di Medicinali Omeopatici- Facoltà di Farmacia, Università dei Pavia.

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