Definizione
L'osteoporosi è una patologia seria,
in genere un po’ sottovalutata, determinata da un progressivo processo di
demineralizzazione della struttura scheletrica.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità la
definisce come” una malattia caratterizzata da ridotta densità
della massa ossea e alterazione microstrutturale del tessuto osseo,
responsabili di una incrementata fragilità dello stesso e di un conseguente
aumento del rischio di fratture”.
Esistono differenti classificazioni dell’osteoporosi, quella di maggior utilità pratica la distingue in:
Esistono differenti classificazioni dell’osteoporosi, quella di maggior utilità pratica la distingue in:
·
osteoporosi
primaria , che non è associata a
malattia particolari e può essere considerata quasi parafisiologica. A sua
volta può suddividersi in osteoporosi primaria
post-menopausale (o di tipo I), osteoporosi primaria senile (o involutiva o di tipo II)
·
osteoporosi
secondaria che si associa a malattie
(ad esempioiperparatiroidismo, ipertiroidismo, diabete) o a trattamenti
farmacologici (lunghe terapie cortisoniche) che ne causano la comparsa.
Infatti un processo di rarefazione ossea inevitabilmente si accompagna
all'invecchiamento e molti individui, superati i 45-50 anni, mostrano un certo
grado di osteoporosi. Le donne vengono colpite più precocemente, forse a causa
degli squilibri ormonali che accompagnano la menopausa.
Fattori favorenti sono le scorrette abitudini di vita quali il tabagismo,
l’alcolismo e la sedentarietà.
Le
cause
Le principali cause dell'osteoporosi
sono le perdite di calcio e di sali minerali e l’alterazione della matrice che
fa da collante delle diverse componenti minerali.
È opportuno fare una premessa su come
funziona il tessuto osseo. Esso è oggetto, durante la vita, di un continuo
rimodellamento, cioè il tessuto osseo è una struttura soggetta a processi continui
di distruzione-formazione prodotti da due tipi di cellule: gli osteoclasti, che
distruggono l’osso ormai invecchiato, e gli osteoblasti, che ricostruiscono
quello nuovo.
Questo processo è ciclico. In situazione
di normalità, nei soggetti giovani prevale la formazione di materiale osseo,
nell'adulto, fino ai 40-45 anni, i fenomeni distruttivi e ricostruttivi si
bilanciano ; dopo i 45 anni circa, i processi distruttivi prevalgono su quelli
ricostruttivi e ciò dà inizio alla demineralizzazione ossea.
Sintomatologia ed epidemiologia
Sintomatologia ed epidemiologia
L'osteoporosi è una malattia che non
manifesta sintomi per lunghi periodi di tempo; alcuni individui, pur essendone
affetti dall’età matura non manifestano alcun disturbo. Quando, però, la
diminuzione della densità ossea è molto marcata si può manifestare una
sintomatologia dolorosa diffusa e persistente e possono comparire deformità
ossee.
Proprio per la mancanza di sintomi per
lungo tempo, la diagnosi e la terapia vengono differite fino a quando non si
manifesta la complicanza più classica: la frattura ossea.
Le parti più coinvolte dal processo
osteoporotico possono inoltre andare incontro a fratture, sia spontanee sia
causate da traumi anche lievi. Le localizzazioni più frequenti delle fratture
correlate all’osteoporosi sono: la colonna vertebrale, il collo del femore e il
polso.
Alcuni dati epidemiologici:La prevalenza
di questa patologia nella popolazione femminile italiana è tra il 20 e il 30 %,
quindi circa 1 donna ogni 4. Il 15% dei maschi italiani, di età superiore ai 60
anni, sono osteoporotici. Nella popolazione femminile italiana, a 40 anni, 1
soggetto ogni 10 presenta osteoporosi, a 60 anni, 1 soggetto ogni 3 e, a 70
anni, 1 soggetto ogni 2.
Diagnosi
La diagnosi si avvale soprattutto della
mineralometria ossea computerizzata (MOC) che esprime la densità dell’osso
sottoforma di BMD che viene confrontato con quello medio di una popolazione
giovane valutandone la deviazione standard (T score):
·
T score da 0 a -1 normale
·
T score da -1 a -2,5 osteopenia
(riduzione della densità ossea senza osteoporosi)
·
T score > 2,5 osteoporosi
Molto utili per completare la diagnosi e
la prognosi gli esami ematologici e delle urine per valutare i processi di
riassorbimento e sintesi dell’osso (fostatasi alcalina, idrossiprolina, telopeptide
terminale del collagene, osteocalcina, PTH, CA, P, Mg nel siero e nelle urine,
VitD3).
Prevenzione
e terapia
La prevenzione dell’osteoporosi e delle
sue complicanze si basa soprattutto su corretti modelli di vita nelle diverse
età:
o
assicurare un
adeguato apporto alimentare di Ca (negli individui tra 50 e 80 anni: 1500 mg al
dì), P, Mg e Vit. D.
o svolgere regolare attività fisica
o evitare abitudini voluttuarie dannose (tabagismo,
alcoolismo)
o
ridurre il
rischio di cadute soprattutto negli anziani.
La terapia dell’osteoporosi si basa
quindi in primis sulla somministrazione di Ca Mg e Vit D nei soggetti che ne
sono carenti e non riescono a reintegrarli con la dieta.
Dal punto di vista farmacologico
esistono diverse opzioni. Possiamo dividere i farmaci in tre categorie: gli inibitori del riassorbimento, gli stimolanti della formazione ossea e quelli ad azione
eterogenea.
Tra gli inibitori del riassorbimento i
più conosciuti sono i bifosfonati e gli estrogeni. Il bifosfonati, di cui il
più utilizzato è l’alendronato, hanno come importante effetto collaterale la
gastrite e l’esofagite da reflusso. Gli estrogeni hanno perso interesse da
quando è risultata chiara la loro azione favorente sul seno. Si considerano
inibitori del riassorbimento anche la calcitonina (ormai caduta in disuso) e lo
stesso calcio.
Recentemente sta prendendo piede
l’utilizzo di una classe di , i SERM (Selective Estrogen Rececptor Moaulators),
che sono stati dapprima utilizzati nella terapia dei tumori del seno
ormono-sensibili. I più noti sono il tamoxifene (che può però favorire il cancro dell’endometrio) e il raloxifene
Sono, invece, considerati stimolatori
della formazione dell’osso il paratormone (PTH) e i floruri.
Nel gruppo dei farmaci o integratori ad
azione eterogenea sono inclusi la vit D ed uno dei più recenti farmaci
acquisiti nella terapia dell’osteoporosi: il ranelato di Stronzio.
La
prevenzione e la terapia integrate dell’osteoporosi
Altrettanto numerose sono le possibilità
che offrono le terapie complementari che
possono essere utilizzate in associazione ai farmaci citati
precedentemente o come prima scelta nelle forme di osteoporosi iniziale o moderata.
Dal punto di vista omeopatico rivestono
grande importanza le calcaree, carbonica,
phosphorica e sulfurica per la
loro azione sul metabolismo dell’osso e per il loro carattere costituzionale.
La Calcarea
carbonica 15 CH trova indicazione nei soggetti osteoporotici brevilinei,
robusti , in sovrappeso, tendenzialmente freddolosi, i quali presentano
facilmente malattie metaboliche ed ipertensione con arteriosclerosi. Posologia:
5 granuli, 1 volta al dì, 3 volte alla settimana, a cicli di 3 mesi, 3 volte
all’anno.
La Calcarea
phosphorica 15 CH è indicata nei soggetti osteoporotici longilinei, esili,
tendenzialmente freddolosi, che presentano facilmente artrosi delle piccole
articolazioni e facilità alle patologie delle prime vie aeree, del sistema
venoso e con fenomeni di demineralizzazione frequente. Posologia come quella
della Calcarea carbonica.
La Calcarea
Sulfurica 15 CH è prescritta nei soggetti normolinei, ancora tonici,
tendenzialmente calorosi, con patologie metaboliche e reazioni
simil-allergiche. Stessa posologia.
Molto interessante è l’uso sintomatico
della Calcarea fluorica perché i
suoi costituenti rientrano nella composizione dell’osso, anche se i
risultati più significativi si ottengono
nei soggetti con struttura ossea asimmetrica, iperlassità dei legamenti e delle
capsule articolari. Posologia: 7 CH, 5 granuli tutti i giorni, 1 volta al dì, a
cicli di 2 mesi con pausa di un mese.
Da non dimenticare Silicea 30 CH per la sua indicazione nei fenomeni di demineralizzazione,
soprattutto nei soggetti esili, freddolosi, particolarmente inclini alle
flogosi delle prime vie aeree. Posologia: 30 CH, 5 granuli, 1 volta al dì, 3
volte alla settimana, spesso in associazione a Calcarea phosphorica o fluorica.
Anche la fitoterapia offre delle
importanti opportunità. Il medicinale remineralizzante per eccellenza è la
tintura madre di Equisetum arvensis
o erba cavallina, ricca di ac silicico, potassio, flavonoidi. Ha indicazione
anche nelle infezioni delle vie urinarie e nella calcolosi renale. Posologia:
30 gocce, 2 volte al dì. Talora viene associato alla tintura madre di Foenum graecum o Trigonella, ricca di
oli essenziali, che ha azione anabolizzante (30 gocce, 2 volte al dì).
Anche la gemmoterapia offre due
medicinali interessanti nella terapia integrata dell’osteoporosi: Abies pectinata e Rubus fructicosus. Il primo particolarmente indicato nella
demineralizzazione dell’adolescente (25 gocce, 2 volte al dì) e il secondo
nell’osteoporosi senile con sintomatologia dolorosa.
Infine hanno avuto successo, negli
ultimi anni, gli isoflavoni di soia, salvia e trifoglio rosso che hanno
un’azione inibitrice sul riassorbimento osseo e che spesso vengono utilizzati
al posto degli estrogeni perché non presentano gli effetti collaterali di
questi ultimi.
Concludendo, oggigiorno esiste la
possibilità di impostare delle efficaci terapie integrate ben individualizzate
in funzione delle necessità e delle caratteristiche di ogni singolo paziente
sofferente di osteoporosi. In genere è possibile scegliere una calcarea
costituzionale da associare alla Silicea o alla Calcarea fluorica, al
fito-gemmoterapico più opportuno e alla integrazione con calcio e vit. D. I
farmaci convenzionali possono potenziare la terapia nei casi più gravi o in
quelli che non rispondono significativamente alle terapie complementari.
Edoardo Felisi
Medico Omeopata
Docente di Medicinali omeopatici
Facoltà di Farmacia-Università degli
Studi di Pavia
4 commenti:
La corretta prevenzione?
Ciao, ho trovato questo test, molto interessante, misura il tuo grado di conoscenza sulla prevenzione all'ostoporosi e ti consiglia in caso cosa sbagli e cosa fare! http://goo.gl/v3d0bo
Ho 64 anni, non avevo mai fatto una moc, dietro consiglio del medico di famiglia mi sono convinta e l'ho fatta.Risultato :T SCORE 3.4 Osteoporosi.Mi hanno consigliato le iniezioni "Prolia" che non ho preso in considerazione perchè i gravi effetti collaterali mi spaventano,un altro medico mi ha prescritto fosavance e natecal ma ho notato che in quanto a effetti collaterali non scherzano neanche questi.Cosa fare? Faccio presente che soffro di gastrite e colite.
Ciao
Ciao mi chiamo Melissa 36 anni ..163 cm 70 kg .. nasco con Sindrome di Morris.. ho una demineralizzazione ossea ..una cara amica chirurgia mi ha consigliato Silicea 30 ch ( 5 granuli a settimana) aggiungo anche la calcarea?? Quale tipo? Grazie di ♡
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