«Sì a
modifiche al decreto ma quest'ultimo non va snaturato perché è teso a prevenire
emergenze, l'elenco delle vaccinazioni è stato fatto dalle autorità sanitarie e
scientifiche e le modifiche vanno bene solo se avvalorate dalle autorità
sanitarie». Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin rassicura
le società di pediatria e la FIMMG dopo che emergerebbero segnali di
ammorbidimento del decreto legge sui vaccini alle soglie della conversione in
legge. In Senato sono arrivati 285 emendamenti e ieri i media hanno parlato di
un possibile compromesso tra il ministro e quelle frange della maggioranza che
ritengono ragionevole discutere in particolari casi l'obbligo vaccinale. Nel
mirino le sanzioni, che sono economiche, non penali, come ha ricordato la
Ministra: diminuirebbe il rischio di perdere la patria potestà per il genitore
che non vaccina il figlio, e la sanzione per le famiglie che iscrivono i figli
a scuola dell'obbligo ma non li vaccinano potrebbe scendere ben sotto gli
attuali 7500 euro.
Questi segnali hanno suscitato preoccupazioni. La Società di Pediatria ha
rilanciato per una tredicesima vaccinazione obbligatoria, l'anti-pneumococcica (!!!);
il segretario FIMMG Silvestro Scotti ha ammonito che sarebbe
uno "sbaglio enorme" eliminare alcuni vaccini dal decreto. Una terza
previsione attribuita al governo nella nuova stesura del decreto è quella che
più fa pensare: ove tra qualche anno si raggiungesse una copertura del 95% o
superiore per tutte le 12 vaccinazioni rese obbligatorie, per singole patologie
l'obbligo potrebbe essere messo in discussione previo ok del mondo della
ricerca, con un iter ancora da definire.
Intanto, l'iter del decreto in Senato prevede un ulteriore passaggio in
Commissione Bilancio, la stessa da dove giungono critiche circostanziate alla
relazione tecnica del governo che non prevedeva oneri aggiuntivi dalla messa su
strada del decreto. Per la Commissione, la relazione tecnica di accompagnamento
scritta dal Governo non terrebbe fin qui conto di almeno cinque punti dolenti:
primo, non sono stati fatti i conti se le dosi di vaccino per raggiungere la
copertura del 95% per le quattro classi vaccinali individuate dal 2001 ad oggi
siano approvvigionabili senza ulteriori costi per lo stato; secondo, non sono
stati calcolati gli aggravi retributivi in termini di straordinari per le
segreterie delle scuole che dovranno gestire i rapporti con le famiglie quando
entro il 10 luglio chiederanno i certificati vaccinali per riscontrarli, e per
il personale dei Servizi di Igiene Asl, medico, infermieristico ed
amministrativo chiamato a vaccinare chi ancora non lo aveva fatto. Non sono
state fatte previsioni di alcun genere sugli indennizzi che chiederanno le famiglie
a seguito di danni permanenti -pur da ipotizzare - a seguito di effetti avversi
delle vaccinazioni obbligatorie. Non è stato inserito l'aggravio costituito
dall'incremento dei minori stranieri non accompagnati, i giovani immigrati
saliti da 5489 del 2015 a 7546 del 2016 e ancora in crescita che dovranno fare
tutte le vaccinazioni previste per le rispettive classi di età. Non è stato
previsto il costo della formazione dei docenti che dovranno fare educazione
sanitaria nelle scuole: l'aver contemplato 22 allievi-docenti per classe
(quindi gruppi di 22 scuole) fa pensare a spostamenti degli insegnanti di
piccoli comuni che andranno comunque retribuiti.
Un'attenzione particolare è dedicata alle vaccinazioni che si dovranno
fare: i nati delle coorti 2001-04 e 2005-11devono effettuare tetano polio
epatite B e difterite più pertosse e haemophylus B, più morbillo parotite
rosolia; per i nati dal 2012 si aggiunge l'antimeningococco C; per i nati dal
2017 si aggiungono antimeningococco B e antivaricella, con copertura minima del
95%. Tuttavia il Piano nazionale vaccini e il decreto Lea per quest'anno
prevedevano una copertura del 60% sulle due patologie, e l'anno prossimo del
75%: l'aggravio potrebbe essere colmato dai risparmi ottenuti con il calo
previsto del prezzo dei vaccini.
Tratto da Doctor News 23 giugno 2017
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