domenica 9 settembre 2018

IL MAGNESIO E LA SINDROME SPASMOFILICA




Alcune note cliniche sulla spamofilia

La spasmofilia, malgrado sia una sindrome mal definibile sul piano clinico-biologico e non da tutti riconosciuta, rappresenta una patologia sempre più frequente e sempre più studiata, caratterizzata da una sintomatologia proteiforme prevalentemente di tipo funzionale.
Gli studi realizzati negli ultimi decenni hanno fornito gli elementi per correlarla definitivamente allo stress, all’ipereccitabilità neuro-muscolare e all’alterazione del metabolismo di alcuni ioni. Oggi infatti potremmo definirla come:

una sindrome caratterizzata essenzialmente da un insieme di sintomi funzionali legati ad ipereccitabilità neuro-muscolare indotta dalla fatica e dallo stress, attraverso l’alterazione del metabolismo di alcuni ioni, in particolare del magnesio”

Anche se molti sintomi che la caratterizzano appartengono alla sfera comportamentale, il meccanismo sintomatologico è di tipo fisio-patologico e non solo psicologico, elemento che la differenzia nettamente dalle nevrosi come è stato affermato per primo da M. Klotz. Questa condizione morbosa è, in effetti, legata ad un insieme di fattori, alcuni correlati ai modelli di vita e all’ambiente, altri alla predisposizione individuale sia sul piano fisiologico sia sul piano psicologico.
Accanto alla concezione più primitiva della spasmofilia che la considera come la semplice conseguenza di una carenza di magnesio e di calcio, possiamo collocare una visione più complessa ed articolata , riassunta dallo schema seguente.


affaticamento                                                                        alterazioni ioniche primitive
                                                                                               di tipo nutrizionale


stress               soggetto sano              reazione adrenergica              alterazioni       spasmofilia
                                                                                               ioniche secondarie
                                                                                                                                 
                                                                                                                     
conflitti                                                                                  ipereccitabilità fisiologica
                                                                                  

Secondo tale teoria l’affaticamento fisico, lo stress, i conflitti agiscono sul soggetto sano inducendo la secrezione di adrenalina e noradrenalina, che producono una ipereccitabilità fisiologica ed un aumento dell’eliminazione renale di magnesio, che sommandosi ad eventuali alterazioni ioniche preesistenti, di tipo nutrizionale, del  magnesio, del calcio e del potassio determinano il quadro finale della spasmofilia.
Talora la spasmofilia può assumere un andamento evolutivo. Quando l’affaticamento aumenta e le possibilità reattive del sistema adrenergico sono state superate, l’ipereccitabilità tende ad esaurirsi e il quadro clinico si modifica. Si manifesta allora un viraggio dalla spasmofilia intesa come stato reattivo verso un quadro morboso molto simile alle sindromi depressive reattive e molti spasmofilici anziani, mal trattati o con sfondo nevrotico di difficile trattamento, evolvono verso la comparsa della depressione.
Nelle prime descrizioni la sindrome spasmofilica veniva individuata dalla seguente tetrade sintomatologica:
¨      astenia soprattutto mattutina
¨      ansia
¨      dolori muscolari
¨      ipereccitabilità neuro-muscolare.
Successivamente il corteo sintomatologico è andato arricchendosi di numerosi altri elementi quali:
·         Disturbi dell’apparato respiratorio (sensazione di costrizione laringea con o senza disfonia, oppressione toracica, dispnea sospirosa)
·         Disturbi dell’apparato cardiovascolare (tachicardia, extrasistolia, precordialgie, sintomi vasomotori)
·         Disturbi dell’apparato digerente (alternanza di stipsi e diarrea, discinesie biliari)
·         Dolori osteo-articolari e muscolo tendinei
·         Disturbi trofici delle unghie e dei capelli
·         Cefalea, vertigine, lipotimia
I segni neuro-muscolari sono però i più importanti e frequenti; spesso permettono di porre la diagnosi:
§  Contratture, crampi e cloni
§  Fascicolazioni palpebrali
§  Parestesie soprattutto delle estremità
§  Iperriflessia osteo-tendinea
§  Tetania
Dal punto di vista psicologico è possibile tracciare un profilo approssimativo del soggetto spasmofilico il quale, in genere, presenta emotività  con reazioni eccessive nei confronti dell’ambiente, neurosi d’ansia,  talora neurosi fobico-ossessiva e , infine, come abbiamo già visto, depressione con apatia e insonnia.
Esistono diverse forme cliniche. In particolare ricordiamo la crisi acuta di tetania e la spasmofilia latente caratterizzata da una moltitudine di sintomi che diventano evocatori per il loro raggruppamento e la loro natura funzionale.
La diagnosi è completata dal rilievo di alcuni segni clinici patognomonici:
ü  il segno di Chvostek (contrazione del labbro superiore quando si percuote con un martelletto il nervo facciale tra l’apofisi zigomatica e la commisura labiale)
ü  il segno di Trousseau, meno frequente ma molto evocatore (atteggiamento della mano che si osserva nelle crisi acute, con le dita contratte e semiflesse sul carpo, serrate le une contro le altre, come a formare un cono).
Alcuni rilievi strumentali rivestono grande importanza.
Le alterazioni elettromiografiche, ad esempio sono presenti nel 90% delle femmine e nel 75-80% dei maschi. Questi segni elettromiografici sono rapidamente soppressi dalle benzodiazepine (una iniezione di Diazepam può farli scomparire totalmente) ed in minor misura, sono sensibili, ai beta-bloccanti.
La presenza di depressione si accompagna ad assenza delle alterazioni elettromiografiche e questo fenomeno testimonia l’aspetto evolutivo della sindrome spasmofilica, la sua continuità con le variazioni del tono dell’umore e il legame tra la patologia funzionale , l’ambiente e la personalità. 
In circa il 50% dei soggetti con sindrome spasmofilica si manifestano anche  variazioni delle concentrazioni di quattro cationi: calcio, magnesio, potassio e sodio.
E’ frequente la riduzione della concentrazione intraeritrocitaria di magnesio, mentre i valori plasmatici di questo ione  sono incostanti, spesso normali; l’ipokaliemia è più costante. La calciuria è in genere importante con o senza ipocalcemia.
La spasmofilia può quindi interessare tutto  l’organismo o diversi apparati, ma la sintomatologia presenta sempre un denominatore comune: il carattere funzionale dei disturbi qualsiasi distretto sia interessato. Secondo una casistica di 1800 soggetti (circa 1300 di sesso femminile e 500 di sesso maschile), raccolta da M.Duc, la frequenza dei sintomi nella sindrome spasmofilica è la seguente:


SINTOMI
PERCENTUALE
astenia
89%
ansia
72%
segno di Chvostek
70%
cefalea
69%
disturbi del sonno
68%
parestesie
64%
dolori paravertebrali
62%
extrasistoli
61%
algore delle estremità
60&
vertigini
56%
astenia mattutina
54%
freddolosità
52%
parestesie faringee
49%
dolori toracici
48%
crampi
47%
dispepsia
46%
oppressione toracica
46%
depressione
43%
anoressia
41%
vampate
39%
dimagrimento
34%
stipsi
30%
tetania tipica
18%
crisi di panico
18%
lipotimia
15%
tetania atipica
12%
fobie
12%
diarrea
7%

Alcuni fattori esogeni favoriscono lo scompenso dell’equilibrio del paziente e la comparsa della sindrome spasmofilica.
§  La crescita troppo rapida negli adolescenti
§  Gli anticoncezionali orali e la gravidanza
§  Il malassorbimento intestinale (vedi l’uso prolungato di lassativi e la disbiosi intestinale)
§  I trattamenti prolungati con diuretici e corticosteroidi
§  Le infezioni recidivanti
§  L’abuso di alcolici
§  La deprivazione di sonno
§  I problemi esistenziali
§   
§  Edoardo FelisiMedico esperto in Omeopatia- Docente di Medicinali Omeopatici e di Probiotici alla Facoltà di Farmacia dell’Università degli Studi di Pavia

( segue seconda parte : terapia della spasmofilia)

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