venerdì 27 dicembre 2024

AUGURI DI BUONE FESTE

 LA REDAZIONE 

AUGURA  AI SUOI LETTORI  BUONE FESTE 



mercoledì 11 dicembre 2024

Congresso Usa: il Covid forse scaturito da un laboratorio di Wuhan. Nessun dato scientifico per giustificare distanziamento e mascherine a tutta la popolazione

 


Il Covid-19 probabilmente avrebbe avuto origine in un laboratorio di Wuhan, in Cina. A dirlo è una sottocommissione del Congresso, dopo aver concluso un'indagine durata due anni sulla pandemia di coronavirus. Non solo: secondo il rapporto finale di 520 pagine, il distanziamento sociale e l'uso delle mascherine non sarebbero supportati da dati scientifici.  A sostegno della teoria della "fuga da laboratorio", avanzata anche da alcuni studi, la sottocommissione mette nero su bianco di aver appreso che il virus presenterebbe una caratteristica biologica non riscontrabile in natura e che i dati hanno mostrato che tutti i casi di Covid-19 deriverebbero da un'unica introduzione nell'uomo. “Secondo quasi tutti i parametri della scienza, se ci fossero prove di un'origine naturale sarebbero già emerse” si legge nel rapporto. Inoltre, il principale laboratorio di ricerca sulla SARS in Cina si trova a Wuhan, “che ha una storia di ricerca a livelli di biosicurezza inadeguati”, e i ricercatori del laboratorio “si sarebbero ammalati di un virus simile nell'autunno 2019, mesi prima che il Covid-19 fosse scoperto per la prima volta”. Il rapporto ha rilevato anche che l'allontanamento sociale “non sarebbe stato basato sulla scienza”. Nel corso di una testimonianza a porte chiuse, l'immunologo statunitense Anthony Fauci - molto criticato per la gestione della pandemia di coronavirus da parte del governo - avrebbe affermato che la linea guida “sarebbe apparsa così, senza una vera giustificazione”, si legge nel rapporto. La sottocommissione, poi, non ha trovato “alcuna prova conclusiva” che l'uso di mascherine abbia protetto gli americani dal Covid-19. Secondo il rapporto, come conseguenza delle misure adottate per gestire la pandemia, la disoccupazione sarebbe salita alle stelle e i bambini avrebbero “perso decenni di progressi accademici”.

I cinque argomenti più forti a favore della teoria della "fuga di laboratorio" includono:

sabato 30 novembre 2024

Oltre 400mila con l'influenza(anzi diciamo meglio simil- influenzale) in 7 giorni, verso i 2 milioni

 


Nell'ultima settimana monitorata, dall'11 al 17 novembre, i casi stimati di SINDROME SIMIL INFLUENZALE rapportati all'intera popolazione italiana, sono stati circa 418.000, per un totale di circa 1.792.000 casi a partire dall'inizio del monitoraggio che potrebbero avere gia' raggiunto in questi giorni i due milioni di casi, in lieve aumento ma sotto i livelli della passata stagione.   Lo afferma l'ultimo bollettino della sorveglianza RespiVirNet, appena pubblicato, secondo cui l'incidenza delle sindromi simil-influenzali (ILI) è in lieve aumento rispetto alla settimana precedente con un livello pari a 7,1 casi per mille assistiti (6,5 nella settimana precedente) e minore di quello osservato nella scorsa stagione (8,2 nella settimana 2023-4).  Maggiormente colpiti i bambini sotto i cinque anni di età con un'incidenza pari a 15,9 casi per mille assistiti (13,7 nella settimana precedente). In metà delle Regioni/PPAA italiane il livello dell'incidenza è sopra la soglia basale.  Durante la prima settimana di sorveglianza virologica per la stagione 2024/2025, si registra una limitata circolazione dei virus influenzali

domenica 10 novembre 2024

DOVE RICAVARE OMEGA 3


Non esiste il concetto di "carenza" per gli omega-3 e i livelli non sono misurabili. Infatti non esistono per questo nutriente test standardizzati e validati, né livelli di riferimento affidabili, al contrario di quanto vale invece per altri nutrienti come la vitamina B12, la vitamina D, il ferro, ecc. Secondo l'Istituto Nazionale della Salute statunitense: non sono noti i livelli di concentrazione di DHA e EPA al di sotto dei quali risultano danneggiate funzionalità come ad esempio quella visiva, neurale, o del sistema immunitario; carenze di acidi grassi essenziali in individui sani sono virtualmente non esistenti negli USA. Pur non esistendo il concetto di carenza, l'assunzione di omega-3 è importante, in quanto questi acidi grassi sono antinfiammatori, sono importanti per la salute delle membrane cellulari del nostro organismo e servono a prevenire alcune malattie degenerative: malattie cardiovascolari, alcuni tipi di tumore, malattie coronariche, malattie neurodegenerative come l’Alzheimer. Per ottenere i benefici degli omega-3 è sufficiente assumere 2 porzioni al giorno di cibi ricchi di omega-3, dove una porzione è, a scelta:

  • un cucchiaino di olio di lino da frigo (5 g);
  • 10 grammi di semi di lino macinati;
  • 15 grammi di semi di chia macinati;
  • 30 g di noci (6 noci).

mercoledì 23 ottobre 2024

Covid, come il lockdown ha agito sulla salute mentale dei giovani

 


La chiusura forzata in casa, quel lungo lockdown che ha costretto tutti quasi agli arresti domiciliari, ha inciso negativamente sulla salute mentale dei più giovani (e non solo, anche sui polmoniGli studi permettono una comprensione più completa degli effetti fisici, sociali e culturali che possono avere questi episodi, soprattutto sugli adolescenti che, tra l'altro, sono stati spinti verso il fumo. Secondo la University of Washington di Seattle Covid e lockdown hanno fatto invecchiare il cervello dei ragazzi accelerando il processo di maturazione del cervello degli adolescenti che sarebbe 'invecchiato' di 4,2 anni nelle femmine e di 1,4 anni nei maschi. "L'adolescenza è un periodo di radicali cambiamenti nello sviluppo emotivo, comportamentale e sociale", spiegano i ricercatori. Una situazione delicata che può avere effetti gravi per i più giovani. Gli effetti sulla salute mentale della popolazione sono stati chiari fin da subito. I sondaggi del 2020 hanno registrato un aumento del livello di ansia e depressione sia nei giovani che negli adulti. I Centers for Disease Control and Prevention, principale organismo di controllo della sanità mentale degli Stati uniti, hanno registrato un livello di stress molto elevato e un livello di  ansia e stress inversamente proporzionale all'aumento dell'età. I giovani, quindi, risultavano subire maggiormente l'impatto della pandemia e le sue conseguenze. Una delle domande poste riguardava una presa in considerazione seria del suicidio negli ultimi 30 giorni. Più di un intervistato su dieci ha detto sì e il 25,5% dei giovani adulti intervistati, tra i 18 ei 24 anni, ha risposto sì.

domenica 6 ottobre 2024

I genitori possono ridurre la dipendenza...

 


Prima sperimentazione clinica in Australia dei trattamenti per una nuova dipendenza sempre più diffusa tra i più giovani: la dipendenza dagli schermi di telefoni cellulari e computer. L'hanno condotta la Screens and Gaming Disorder Clinic e l'Università Macquarie di Sydney e i risultati indicano che i genitori possono avere successo nel ridurre l'impatto di tale dipendenza sul benessere dei figli regolando e limitando l'accesso ai loro dispositivi, piuttosto che sequestrandoli. I ricercatori hanno dato istruzioni a 689 coppie di genitori per cinque strategie: fissare limiti alla rete wifi di casa; limiti ai dati mobili; disconnettere il wifi all'ora di andare a letto; negoziare limiti di accesso ai dispositivi e stabilire conseguenze come limiti di accesso per violazione delle regole.

domenica 22 settembre 2024

Stop smartphone sotto i 14 anni e social sotto i 16


"Ogni tecnologia ha il suo giusto tempo
". E' la premessa con cui un gruppo di pedagogisti, psicoterapeuti, neurobiologi, neuropsichiatri infantili e altri esperti si è fatto promotore di una petizione per ottenere lo "stop a smartphone e social" per i ragazzi sotto una certa età. Un appello lanciato nelle scorse ore che - a metà mattina dell'11 settembre - ha superato il traguardo delle 5mila firme.

Lanciata sulla piattafoma 'Change.org', la petizione chiede "al Governo italiano di impegnarsi per far sì che nessuno dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze possa possedere uno smartphone personale prima dei 14 anni e che non si possa avere un profilo sui social media prima dei 16.

Aiutiamo le nuove generazioni", chiedono i firmatari dell'appello promosso dal Centro psicopedagogico per l'educazione e la gestione dei conflitti (Cpp). Le prime sigle sono quelle del pedagogista Daniele Novara, direttore del Cpp, e del medico e psicoterapeuta Alberto Pellai. Seguono le firme di 24 esperti e di diversi esponenti di Unita (Unione nazionale interpreti teatro e audiovisivo), tra cui molti attori, da Stefano Accorsi a Luca Zingaretti.

"Se è vero che spesso le tecnologie migliorano la qualità della vita, questo non accade quando si parla di educazione nella prima infanzia e nella scuola primaria - avvertono i promotori della petizione - I bambini e le bambine che utilizzano strumenti tecnologici e interagiscono con gli schermi subiscono due danni: uno diretto, legato alla dipendenza", e l'altro "indiretto, perché l'interazione con gli schermi impedisce di vivere nella vita reale le esperienze fondamentali per un corretto allenamento alla vita. E' ormai chiaro che prima dei 14 anni avere uno smartphone personale possa essere molto dannoso così come aprire, prima dei 16 anni, un proprio profilo personale sui social media".

Gli esperti precisano che non si tratta di "una presa di posizione anti-tecnologica", ma dell'accoglimento "di ciò che le neuroscienze hanno ormai dimostrato: ci sono aree del cervello, fondamentali per l'apprendimento cognitivo, che non si sviluppano pienamente se il minore porta nel digitale attività ed esperienze che dovrebbe invece vivere nel mondo reale. Simili comportamenti in età prescolare portano ad alterazioni della materia bianca in quelle aree cerebrali fondamentali per sostenere l'apprendimento della letto-scrittura".

mercoledì 11 settembre 2024

Antibiotici nelle infezioni respiratorie?

 


L'attenzione dell'OMS per la diagnosi corretta e la scelta del corretto approccio terapeutico è volta a garantire la qualità di vita del paziente e ottimizzare le risorse sanitarie.

L'uso di antibiotici in pazienti con infezioni delle vie respiratorie non ha avuto alcun impatto significativo sulla gravità o sulla durata della tosse, anche in presenza di un'infezione batterica . Questa è la conclusione tratta da uno studio prospettico condotto dal professor Merenstein e colleghi negli Stati Uniti su persone che hanno cercato cure primarie o di primo soccorso per le infezioni delle basse vie respiratorie (ALRTI). Dallo studio, pubblicato nel 2024, condotto da Merenstein e altri ricercatori, della Scuola di Medicina dell'Universitaria di Georgetown, si evince che anche se le infezioni del tratto respiratorio inferiore tendono ad essere potenzialmente più pericolose, poiché circa il 3-5% dei pazienti è affetto da polmonite, i medici continuano a somministrare antibiotici, senza avere nessuna prova che si tratti di un'infezione batterica. Tale approccio è motivato dal fatto che non tutti hanno un facile accesso ad una prima visita che include una diagnosi per immagini, pertanto in questa fase non è possibile avere un'evidenza che attesta la presenza di un'infezione batterica . Inoltre per curare la tosse, sono gli stessi pazienti che si aspettano la prescrizione di un antibiotico anche se i farmaci di base, utili ad alleviare i sintomi, portano nella maggior parte dei casi ad una risoluzione delle infezioni.

sabato 7 settembre 2024

Quali olii utilizzare per la cottura del cibo

 


Sappiamo  che l’olio si altera quando lo riscaldiamo e che questa alterazione può anche dare origine a sostanze tossiche. Pertanto, è molto importante scegliere l’olio più adatto ad ogni tipo di cottura per ridurre al minimo le perdite dei suoi preziosi componenti e non creare danni all’organismo.

Non dimentichiamo infatti che i componenti più preziosi degli oli vegetali sono gli acidi grassi monoinsaturi e più ancora gli acidi grassi polinsaturi omega-3, perché gli omega-6 li introduciamo già molto abbondantemente con il cibo attuale e sono acidi grassi che tendono a facilitare le infiammazioni, mentre gli omega-3 sono antinfiammatori. Parlando di oli adatti alla cottura bisogna comunque fare prima di tutto una premessa sul loro “punto di fumo”. Per “punto di fumo” si intende la temperatura alla quale un grasso alimentare (olio vegetale o grasso animale) inizia a ossidarsi, a rilasciare un fumo visibile e a produrre sostanze nocive (come l’acroleina, che è tossica per il fegato e gastrolesiva, ma è ritenuta anche cancerogena). Pertanto, per la cottura o friggitura del cibo è fondamentale scegliere un olio vegetale che abbia un alto punto di fumo e ovviamente fare in modo di non superarlo.

martedì 6 agosto 2024

BUONE VACANZE

 


LA REDAZIONE AUGURA AI SUOI LETTORI 

BUONE VACANZE 

mercoledì 10 luglio 2024

LE EMOZIONI: UN TERRENO INESPLORATO

 


Arrossire per la vergogna, sentire le farfalle nello stomaco o ribollire dalla rabbia. Ecco alcune delle frasi più comuni che tutti, almeno una volta nella vita, hanno pronunciato nel tentativo di trasformare le proprie emozioni in parole. Emozioni che, inevitabilmente, si ripercuotono sul corpo. E che queste sensazioni siano anche ‘fisiche’ non è soltanto una percezione individuale: è un dato di fatto che, ora, ha anche un fondamento scientifico. A dimostrarlo uno studio dell’università di Milano-Bicocca, pubblicato su ‘iScience‘: “Le emozioni hanno una ‘natura corporea’, al punto tale che provarle ‘accende’ il cervello come toccare qualcosa o compiere un movimento – spiegano gli autori della ricerca – . Le emozioni attivano regioni corticali che tipicamente rispondono a esperienze tattili e motorie”.

venerdì 7 giugno 2024

La vitamina D potrebbe aumentare la resistenza al cancro

 


La vitamina D potrebbe offrire in futuro una marcia in più contro i tumori, rinforzando la risposta immunitaria al cancro. Lo suggerisce uno studio pubblicato sulla rivista Science, condotto presso il Francis Crick Institute di Londra, the National Cancer Institute (NCI) del National Institutes of Health (NIH) in Usa e l'università danese di Aalborg. I ricercatori hanno scoperto che i topi di laboratorio alimentati con una dieta ricca di vitamina D avevano una migliore resistenza immunitaria ai tumori trapiantati sperimentalmente nel loro corpo e rispondevano meglio al trattamento con immunoterapia. Inoltre, il team ha scoperto che la vitamina D agisce nell'intestino, favorendo un batterio chiamato Bacteroides fragilis.
Secondo i ricercatori, è questo microrganismo a conferire ai topi una migliore immunità al cancro. Studi precedenti hanno proposto un legame tra carenza di vitamina D e rischio di cancro nell'uomo, anche se le prove non sono state risolutive. Per indagare ulteriormente, i ricercatori hanno analizzato un set di dati provenienti da 1,5 milioni di persone in Danimarca, che ha evidenziato un legame tra livelli più bassi di vitamina D e un rischio più elevato di cancro.  Un'analisi separata di una popolazione di pazienti oncologici ha anche suggerito che le persone con livelli più alti di vitamina D hanno chance maggiori di rispondere bene ai trattamenti immunoterapici contro il cancro.

mercoledì 29 maggio 2024

Boom di casi di Streptococco tra i bambini

 


Lo Streptococco ha rialzato la testa a fine pandemia, ai danni soprattutto dei bambini più piccoli, che si sono ammalati di più nel 2023, probabilmente a causa di un debito immunitario legato proprio alle protezioni usate durante il covid: infatti uno studio condotto all'Università Cattolica - IRCSS Fondazione Policlinico Gemelli e pubblicato su Lancet Microbe ha fotografato la situazione del 2023, con tanti piccoli a letto con febbre alta e tonsille gonfie, con le farmacie prese d'assalto per i test diagnostici, con un'incidenza tornata rapidamente ai livelli del periodo pre-pandemico. Nella casistica del pronto soccorso pediatrico del Gemelli, infatti, nel 2023 è risultato positivo allo streptococco il 13-16% di tutti i campioni esaminati. In particolare a circolare di più è stato l'immunotipo M1, il più grave e virulento. Lo studio si basa sui dati raccolti tra 2018 e 2023: i ricercatori hanno analizzato l'incidenza dell'infezione da Streptococcus pyogenes (GAS), attraverso l'osservatorio privilegiato del Pronto Soccorso pediatrico, diretto da Antonio Chiaretti. In tutto sono stati raccolti e esaminati oltre 1.800 campioni da tamponi faringo-tonsillari di bambini giunti in pronto soccorso con sintomi influenzali. "Tra 2020 e 2022 - spiega Maurizio Sanguinetti, ordinario di Microbiologia alla Cattolica, direttore del Dipartimento Scienze di Laboratorio e infettivologiche, che ha coordinato lo studio insieme a Chiaretti - abbiamo osservato una significativa riduzione di infezioni da Streptococco, sia in termini di quantità dei campioni pervenuti (per un ridotto accesso), sia una significativa riduzione percentuale dei positivi. Le misure di protezione non farmacologiche, come la mascherina in quegli anni hanno ridotto il contatto con il microrganismo e l'infezione".   Tuttavia il batterio ha poi potuto rialzare la guardia, colpendo soprattutto i più piccoli. "Il sospetto è che i bambini - spiega Sanguinetti - essendo stati protetti in modo importante durante il Covid, non abbiano sviluppato la normale immunità parzialmente protettiva. "Il contatto coi microrganismi - sottolinea Sanguinetti - è fondamentale per 'allenare' il sistema immunitario a rispondere alle infezioni. L'ipotesi è dunque che il ridotto contatto con questo microrganismo, abbia determinato nei bambini più piccoli un 'debito immunologico' impedendo loro di sviluppare una protezione, anche parziale e questo ha comportato un aumento dei casi.

sabato 27 aprile 2024

SCARSA CONCENTRAZIONE ?

 


Secondo un gruppo di neuroscienziati, è la prova di un cervello impegnato in più attività. La scarsa concentrazione non indica mancanza di intelligenza: è piuttosto la prova di un cervello impegnato in più attività. A rivelarlo uno studio condotto dai neuroscienziati del Carney Institute for Brain Science della Brown University, pubblicato su Nature Human Behaviour. La ricerca illustra come le parti del cervello debbano cooperare per concentrarsi ad elaborare informazioni importanti, filtrando al contempo le distrazioni. Se si immagina un ristorante affollato, con il rumore di piatti, la musica che suona, persone che parlano a voce alta l’una sull’altra, è sorprendente che qualcuno, in un ambiente del genere, riesca a concentrarsi a sufficienza per sostenere una conversazione. Lo studio fornisce alcune delle informazioni più dettagliate sui meccanismi cerebrali che aiutano le persone a prestare attenzione in un ambiente ricco di distrazioni e su ciò che accade quando invece non riescono a concentrarsi. Prove precedenti hanno stabilito che le persone quando si concentrano, possono valorizzare le informazioni rilevanti, escludendo allo stesso tempo le distrazioni.

 Tratto da NEUROLOGIA REDAZIONE DOTTNET | 12/03/2024

martedì 9 aprile 2024

Autismo: quanti sono in Italia?

 


Comportamenti ripetitivi, difficoltà ad avere relazioni sociali, parlare in modo anomalo o non parlare affatto: sono solo alcuni dei modi in cui si manifestano i disturbi dello spettro autistico, che in Italia colpiscono un bambino su 77 nella fascia d'età compresa fra 7 e 9 anni. Molto poco si sa sulle possibili cause e molto c'è da fare sui fronti della ricerca e della diagnosi precoce. A sollevare l'attenzione sul problema è la Giornata mondiale della consapevolezza sull'autismo istituita nel 2007 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite e che si celebra il 2 aprile. Per l'occasione, i monumenti di molte città si sono illuminati di blu. A Roma le luci blu si sono accese nella fontana dei Dioscuri a piazza del Quirinale e sulle facciate di Palazzo Madama, Palazzo Montecitorio e del Palazzo H sede del Coni.     Le stime più recenti diffuse dal ministero della Salute indicano che i maschi sono 4,4 volte più colpiti rispetto alle femmine e che sono inoltre circa 500mila le famiglie nelle quali è presente almeno una persona con disturbi dello spettro autistico. Tra le cause, più ricerche hanno indicato delle componenti genetiche, ma molto c'è ancora da comprendere.

mercoledì 27 marzo 2024

Funghi Intestinali e Comunicazione Intestino-Cervello

 


Nel vasto panorama della ricerca sul microbiota intestinale, aspetto particolare  che ha catturato l’attenzione degli studiosi è il ruolo dei funghi intestinali nella comunicazione bidirezionale tra l’intestino e il cervello. Questo sistema intricato, noto come l’asse intestino-cervello, è fondamentale per la salute generale e può essere influenzato in modi sorprendenti dai funghi residenti nell’intestino. Ricerche preliminari suggeriscono che alcuni funghi, come Saccharomyces cerevisiae e Candida albicans, potrebbero sintetizzare neurotrasmettitori che hanno un impatto sulla funzione cerebrale. Un esempio è la norepinefrina, una molecola coinvolta nella regolazione dell’umore e dello stress. La fermentazione del lievito, presente in funghi come S. cerevisiae, può anche produrre acidi grassi a catena corta che, trasportati attraverso il flusso sanguigno, possono raggiungere il cervello influenzando diversi processi, tra cui l’appetito e i cicli sonno-veglia. Allo stesso tempo, alcuni neurotrasmettitori prodotti dall’ospite possono influenzare l’equilibrio dei funghi intestinali, creando un intricato sistema di interazioni reciproche tra cervello e micobioma. La modulazione del sistema immunitario intestinale da parte dei funghi ha conseguenze che si estendono ben oltre l’intestino. S. cerevisiae e C. albicans contribuiscono al corretto sviluppo dell’equilibrio  immunitario, ma in alcune condizioni, si può verificare un’attivazione eccessiva di componenti immunitari antifungini. Questo fenomeno è stato osservato in pazienti con malattie infiammatorie intestinali come la malattia di Crohn. È interessante notare che le interazioni tra il micobioma intestinale e il sistema immunitario possono avere impatti su organi al di fuori dell’intestino. Ad esempio, la composizione alterata del micobioma intestinale è stata collegata alla gravità della malattia allergica delle vie aeree. Il rapporto simbiotico tra funghi e batteri nell’intestino riveste un ruolo fondamentale nella modulazione dell’asse intestino-cervello.

mercoledì 6 marzo 2024

Possibili effetti sulla salute mentale da farmaco per asma

 


Il procuratore generale dello Stato di New York, Letitia James, ha invitato la Food and Drug Administration statunitense a "intraprendere azioni urgenti per affrontare i potenziali pericoli del farmaco per l'asma e l'allergia montekulast". Il farmaco, segnala James, "è stato collegato a comportamenti dannosi e a problemi di salute mentale tra i bambini". Il medicinale è stato associato a diversi disturbi, compresi "aggressività, depressione e persino suicidio", aggiunge il procuratore.     Montekulast è sul mercato da quasi un trentennio. Già nel 2020, l'Fda era intervenuta suggerendo indicazioni più restrittive al suo uso come conseguenza della segnalazione di effetti collaterali. Tuttavia, secondo il procuratore generale, "le segnalazioni di eventi avversi tragici sulla salute mentale dei pazienti pediatrici restano numerose". Da qui la richiesta all'Fda di valutare se il profilo rischi benefici del farmaco negli under 18 è effettivamente favorevole e di inviare una comunicazione a medici e farmacisti per prendere in considerazione anche l'uso di altri farmaci per l'asma e la rinite allergica negli under 18.

mercoledì 21 febbraio 2024

Cosa fare per contrastare l’uso dei cibi ultra-processati


Il consumo di cibi ultra-processati (CUP) è in rapido aumento in tutto il mondo da 2-3 decenni.  In alcuni paesi (USA, UK) rappresenta già oltre il 50% della dieta, in altri, tra cui l’Italia, si avvia a superare questo limite in pochi anni. Ciò è accompagnato da un aumento dell’incidenza di molte malattie non trasmissibili (obesità, diabete, malattie cardio e cerebro-vascolari, depressione, ecc.) e della mortalità precoce. Le prove scientifiche tendono a classificare come causale (in realtà multi-causale) l’associazione tra CUP e danni alla salute individuale e collettiva. Sia il consumo di CUP, sia i conseguenti danni per la salute, sono distribuiti in modo diseguale, con prevalenze più elevate nelle classi sociali più svantaggiate. Infine, è molto probabile che i CUP causino dipendenza, associata all’alto contenuto di alcuni zuccheri, grassi e additivi. Dal punto di vista clinico, se si vuole ridurre il consumo di CUP e mitigarne le conseguenze dannose, bisognerebbe adottare gli stessi principi che si usano per le dipendenze da altre sostanze (tabacco, alcol, ecc.). Dal punto di vista sociale e politico, sono necessari interventi urgenti per:

1) incentivare, anche economicamente, e non solo con educazione per una dieta sana, il consumo di cibi poco o per nulla processati, frutta, verdura, legumi e noci d’albero in primis

 2) regolare, se non proibire, tutte le forme di marketing dei CUP( in particolare nei canali dedicati ai bambini)

3) imporne una riformulazione, riducendo o proibendo gli ingredienti che creano dipendenza

 4)escludere la lobby e la presenza di rappresentanti dell’industria, e di esperti con conflitti di interessi, dai gruppi e dalle commissioni che sviluppano leggi, regolamenti e linee guida. Il tutto usando una lente di equità per proteggere soprattutto le famiglie meno abbienti.

 

domenica 28 gennaio 2024

COME PROTEGGERE IL CERVELLO DALL’INVECCHIAMENTO

 


Negli ultimi decenni si è diffusa la tendenza a consumare sempre più frequentemente alimenti ultraprocessati o UPF (in inglese Ultra Processed Food). Questa tendenza non riguarda solo gli adulti ma coinvolge anche bambini e adolescenti, che sempre più spesso consumano merende e pasti a base di prodotti confezionati. Secondo diversi studi questa tendenza si traduce in un maggiore rischio a sviluppare diverse patologie metaboliche, ma soprattutto in un invecchiamento precoce del cervello, causando un prematuro declino cognitivo. La classificazione di alimenti ultraprocessati deriva da uno studio del professor Carlos Monteiro di San Paolo, che insieme ai suoi collaboratori ha coniato il metodo Nova. Questo metodo determina la classificazione degli alimenti in 4 gruppi in base al grado di trasformazione.

Gruppo 1: alimenti non trasformati o minimamente trasformati. A questo gruppo appartengono alimenti non trasformati, quindi alimenti freschi, oppure minimamente trasformati, quindi sottoposti a trattamenti come refrigerazione, congelamento, essiccazione, conservazione sotto vuoto o fermentazione non alcolica, che ne prolungano la conservazione ma senza l’aggiunta di altri ingredienti. Alcuni esempi sono: frutta, verdura, semi, cereali, uova, latte, yogurt al naturale, legumi, tè, caffè, acqua. 

Gruppo 2: ingredienti culinari. Di questo gruppo fanno parte sostanze che sono ottenute dagli alimenti del gruppo 1 mediante processi quali spremitura, raffinazione, macinazione, per ottenere ingredienti utili nella creazione di piatti. Fanno parte di questa categoria alimenti come pane, aceto, olio, dolci semplici, zuppe, brodi, insalate.

Gruppo 3: alimenti processati. Questo gruppo comprende alimenti del gruppo 1 addizionati con elementi del gruppo 2 e sono solitamente costituiti da 2-3 ingredienti. I processi a cui sono sottoposti gli alimenti hanno lo scopo di prolungare la conservazione e possono essere la cottura o la fermentazione analcolica. Esempi di alimenti trasformati sono: verdure o legumi in scatola, frutta secca zuccherata o salata, pesce in scatola, carne essiccata, formaggi, pane da panetteria, ma anche bevande alcoliche come vino e birra. 

Gruppo 4: alimenti ultraprocessati. A questo gruppo appartengono alimenti che hanno 5 o più ingredienti. Contengono solo in minima parte gli ingredienti del gruppo 1 e contengono additivi, edulcoranti, emulsionanti, addensanti per esaltare o nascondere alcune caratteristiche nel prodotto finale. Sono alimenti prodotti industrialmente e che non possono essere riprodotti in modo casalingo; sono molto palatabili e attirano il consumatore oltre che per il gusto anche perché si tratta di alimenti pronti al consumo. Nella lista degli ingredienti di questi prodotti possiamo trovare: maltodestrine, sciroppo di glucosio/fruttosio, grassi idrogenati. Appartengono a questo gruppo tutti gli alimenti confezionati come barrette, cereali da colazione zuccherati, prodotti dolci confezionati, gelati, salsicce, würstel, salse pronte. 

sabato 13 gennaio 2024

BAMBINI ALL'APERTO...

 


L'arrivo di temperature più rigide non è un problema per i bambini più piccoli che, con le giuste precauzioni, "devono poter fare le loro passeggiate: non è certo una controindicazione farli uscire quando è più freddo fuori. Mi spaventa di più che i piccoli siano tenuti lungamente in un ambiente chiuso, magari con una temperatura che va abbondantemente sopra i 20 gradi, che è una cosa non fisiologica nel periodo invernale". Lo spiega all'Adnkronos Salute Rino Agostiniani, vicepresidente della Società italiana di pediatria (Sip), mentre le previsioni meteo annunciano l'inverno 'vero' in arrivo in Italia nei prossimi giorni. Quindi i piccoli, "coperti bene rispetto al clima, devono poter assolutamente andare fuori all'aria aperta. In questo periodo non ci si ammala perché si è preso un po' freddo, ma perché, nelle forme respiratorie, qualche altro essere umano ci trasmette l'agente infettivo. Vediamo che spesso i genitori hanno questi timori. 'Coprilo altrimenti si ammala', 'tienilo dentro casa per non farlo raffreddare'. Sono frasi che sentiamo spesso rispetto al bambino. Ma non è così che ci si ammala. Il problema è il contagio. Quindi tenerlo a lungo in posti chiusi è più rischioso".