La Redazione del Blog augura a tutti i suoi lettori Buon Natale e felice Anno Nuovo.
Le pubblicazioni riprenderanno a Gennaio 2019
lunedì 24 dicembre 2018
domenica 16 dicembre 2018
INFEZIONI RESPIRATORIE RECIDIVANTI
Le mucose delle vie respiratorie, istologicamente parlando, sono
di tipo respiratorio e con il potenziamento del tessuto linfatico,
costituiscono la prima barriera difensiva che oppone il bambino ai vari e
numerosi agenti infettivi .Le mucose del tratto respiratorio, ad ogni episodio
infettivo, sono coinvolte nella loro globalità, anche se il processo
infiammatorio sembra talvolta localizzarsi alle tonsille o all’orecchio o
scendere, per via retrograda, dal naso ai bronchi. Nel primo anno di vita per
tal motivo non si fa distinzione tra infezioni “alte e basse” mentre dal
secondo anno di vita si parla di forme infettive delle vie aeree superiori od
inferiori.
Considerazioni generali e Sistema Immunitario
Fino all’età di 7-8 anni i bambini sono in fase d’acquisizione
immunitaria, soffrendo di una deficienza immunitaria relativa e fisiologica,
responsabile delle frequenti recidive infettive poiché l’assetto immunitario
non è ancora in grado di creare una barriera difensiva efficace ed adeguata
allo stimolo offensivo infettivo, che è, all’opposto, veramente forte.
Ed è proprio questa discrepanza una causa, meglio una concausa determinante, che giustifica il frequente ammalarsi e le continue recidive nell’ambito delle infezioni ORL in età pediatrica.Le varie recidive, quantificate in 6-8 episodi l’anno, sono caratterizzate da malattie infettive, causate essenzialmente e prevalentemente da contagio di tipo virale (70-80% dei casi). Possiamo quindi considerare queste infezioni come malattie di “adattamento”. Il bambino infatti incontra i patogeni e si ammala perché, come si è detto, non ha difese adeguate, perché non conosce immunologicamente parlando il ceppo infettante verso il quale non ha quindi potuto sviluppare quell’ acquisizione immunitaria, con la quale rispondere all’aggressione con adeguate e specifiche armi immunitarie. Ciò avviene via via, nei passi della crescita, nella palestra delle varie malattie.. finché progressivamente ogni “bimbo” acquisisce un tono difensivo che sempre più lo difenderà. Un aspetto importante è dato dalla ristrettezza dell’apparato rinofaringeo, detto altrimenti carrefour che, insieme alla orizzontalità e beanza degli orifizi tubarici, facilita il ristagno delle secrezioni e l’intasamento dell’orecchio medio. Inoltre si associa l’ipertrofia del tessuto linfatico con adenoidi e tonsille palatine grosse, che si trasformano in vere e proprie dighe ostruenti. L’altro fattore da considerare è dato dal fatto che oltre il 20- 25% dei bambini in età superiore ai 6 anni ha uno o più test allergici positivi!
Ed è proprio questa discrepanza una causa, meglio una concausa determinante, che giustifica il frequente ammalarsi e le continue recidive nell’ambito delle infezioni ORL in età pediatrica.Le varie recidive, quantificate in 6-8 episodi l’anno, sono caratterizzate da malattie infettive, causate essenzialmente e prevalentemente da contagio di tipo virale (70-80% dei casi). Possiamo quindi considerare queste infezioni come malattie di “adattamento”. Il bambino infatti incontra i patogeni e si ammala perché, come si è detto, non ha difese adeguate, perché non conosce immunologicamente parlando il ceppo infettante verso il quale non ha quindi potuto sviluppare quell’ acquisizione immunitaria, con la quale rispondere all’aggressione con adeguate e specifiche armi immunitarie. Ciò avviene via via, nei passi della crescita, nella palestra delle varie malattie.. finché progressivamente ogni “bimbo” acquisisce un tono difensivo che sempre più lo difenderà. Un aspetto importante è dato dalla ristrettezza dell’apparato rinofaringeo, detto altrimenti carrefour che, insieme alla orizzontalità e beanza degli orifizi tubarici, facilita il ristagno delle secrezioni e l’intasamento dell’orecchio medio. Inoltre si associa l’ipertrofia del tessuto linfatico con adenoidi e tonsille palatine grosse, che si trasformano in vere e proprie dighe ostruenti. L’altro fattore da considerare è dato dal fatto che oltre il 20- 25% dei bambini in età superiore ai 6 anni ha uno o più test allergici positivi!
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domenica 9 dicembre 2018
MEDICINALI OMEOPATICI UTILI NELLE FARINGOTONSILLITI (seconda parte)
Apis mellifica
Utile quando la faringe e l'ugola mostrano edema accentuato
di colore rosa acceso.
L’ugola può apparire come un sacchetto pieno d’acqua. Il
malato lamenta dolori pungenti e
brucianti che migliorano con il freddo locale (acqua, cubetto di ghiaccio in
bocca, applicazioni esterne…), mentre sono peggiorati dal caldo (bevande…).
Assenza di sete. Può esserci febbre
30 CH 4 granuli per 2-3 volte al giorno
Belladonna
La gola e le tonsille sono color rosso vivo, brillante. Può
esserci un'ipertrofia tonsillare. Il paziente ha un dolore intenso a deglutire,
soprattutto i liquidi, che a volte percepisce irradiato alle orecchie
Il malato avverte un particolare senso di secchezza alla
gola
Spesso febbre alta.
9-30 CH 4 granuli per 2-3 volte al giorno
Hepar sulfur
Questo rimedio è particolarmente utile quando il paziente
avverte molto dolore: alla gola, alla trachea, ai linfonodi.
Faringotonsillite con infiammazione e tendenza alla suppurazione
(all'ispezione della gola si possono vedere dei puntini bianchi dette
comunemente placche.) Adenopatie molto dolorosa
Alitosi.
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domenica 2 dicembre 2018
Faringotonsillite (prima parte)
La faringotonsillite, comunemente detta mal di gola, è una patologia molto frequente, soprattutto in età pediatrica. Da uno studio statistico del 1998 su 10.015 casi di faringotonsilliti acute, si evidenzia come questa affezione interessi prevalentemente la fascia di età che va da 1 a 12 anni. Il periodo invernale è quello di maggior incidenza, grazie al fatto che le temperature rigide costringono i bambini a soggiornare per più tempo in luoghi chiusi, dove il contagio avviene più facilmente.
E' molto importante sapere che ben il 70 % delle forme di faringotonsillite non trae alcun giovamento dalla terapia antibiotica. Questa infatti è la percentuale delle forme di mal di gola dovuta a cause virali (che l'antibiotico non cura) o a fattori eterogenei non infettivi quali fumo, allergia, inquinamento atmosferico ed eccessiva secchezza dell'aria.
Solo il 30 % delle faringotonsilliti è ad eziologia batterica.
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martedì 27 novembre 2018
PSICOLOGIA FAI DA TE
“Ok Goolge, ho
l’ansia” “Ok, ecco cosa ho trovato: Ansia. L’ansia è un disturbo psichico…”
“Ehi Siri, sono
depresso” “Ti capisco, sono qui per aiutarti.”
Certo, siamo ancora molto lontani da un’intelligenza
artificiale capace di sostituire l’uomo ma non credo ci vorrà molto perché Ehi Siri o Ok Google sapranno darci risposte più complesse e all’apparenza più
soddisfacenti anche rispetto alla cura dei nostri malesseri. In fondo il dottor
Google è già da tempo una realtà, come sanno bene medici e psicologi:
attualmente l’1% (milioni al giorno) delle ricerche su Google sono relative a
sintomi e malesseri. E nella gran parte dei casi, se si fa un’attenta ricerca,
le diagnosi sono anche piuttosto corrette e attendibili. La questione si
complica quando si tratta di rimedi terapeutici. Il web è pieno di rimedi fai
da te, anche per quello che riguarda i malesseri di tipo psicologico – in senso
lato. Così come sono tanti i manuali, cartacei o online, di auto aiuto.
Certamente molti libri di psicologia fai
da te danno utili indicazioni su come gestire momenti emotivamente
difficili o situazioni complicate tra marito e moglie, genitori e figli.
Bisogna stare molto attenti, però, al fatto che siano scritti da professionisti
e non pseudo tali, che abbiano riferimenti e basi scientifiche, che non siano
frutto del delirio di qualche “santone” di turno. Ma la questione è che, come
facilmente possiamo intuire, i libri devono essere per forza generali e non
possono arrivare in nessun modo a riconoscere la causa profonda e personale di ciascun
malessere.
lunedì 19 novembre 2018
Prevenzione Autunnale :Omeopatia (terza parte)
Anemone pulsatilla è una erba delle Ranuncolacee.
La sua azione si evidenzia sulle mucose respiratorie , digestive , genitale
, venoso e sul comportamento generale.
Il tipo sensibile è un soggetto con estrema variabilità dell’umore, avido di
affetto , di carattere dolce e timido. Caratteristico è il desiderio di gelati
(mal tollerati)e l'assenza di sete.
Il medicinale è utile nelle infiammazioni respiratorie caratterizzate da
catarro a livello delle mucose con secrezioni giallastre non irritanti: riniti
acute e croniche , bronchiti in fase catarrali.
Altre indicazioni sono le affezioni cutanee: orticaria , rash cutanei
morbilliformi, geloni .
Come rimedio di fondo sarà prescritto ad alta diluizione ( a
discrezione del medico ) 15-30CH in granuli o gocce da uno o più volte alla
settimana.
Nelle rinofaringiti ricorrenti o nelle bronchiti in fase catarrale
3-5 granuli al giorno alla 9 CH /15CH(attenzione alle basse diluizioni
poiché favoriscono la fluidificazione del catarro )
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sabato 10 novembre 2018
PREVENZIONE AUTUNNALE : OMEOPATIA(seconda parte )
Baryta Carbonica
E’ il carbonato di bario, la sua azione si manifesta principalmente sul
sistema linfoghiandolare , sulla crescita, nutrizione e sul sistema
cardiovascolare.
I soggetti sensibili possono essere bambini molto lenti e timidi con
difficolta nella memoria , nell’apprendimento o con ritardo nelle
acquisizioni psicomotorie o anziani con arteriosclerosi e ipertensione.
L’aggravamento avviene con il freddo umido e con l’umidità.
Il medicinale è utile nell’ipertrofia cronica delle tonsille e
nelle infiammazioni suppurative delle prime vie (faringe e
tonsille)ricorrenti , oltre che nei ritardi dello sviluppo fisico e
intellettuale .
Come rimedio di fondo sarà prescritto ad alta diluizione ( a
discrezione del medico ) 15-30CH in granuli o gocce da uno o più volte alla
settimana.
Nelle ipertrofie delle tonsille e angine ripetute 3-5 granuli al
giorno alla 9 CH /15CH .
Sulfur Jodatum
E’ ioduro di zolfo .
La sua azione si manifesta sulla pelle, mucose respiratorie , linfonodi e
sul metabolismo generale (ghiandola tiroidea)
Il soggetto sensibile è un bambino o un adolescente magro e longilineo che
soffre di infezioni recidivanti delle vie aeree superiori, allergie
respiratorie , infiammazione dei linfonodi con aumento di
volume , malattie cutanee (acne papulosa giovanile ).
Il medicinale è utile nelle rinofaringiti e angine recidivanti , nelle
allergie respiratorie , nell’acne papulosa giovanile ma anche nelle
convalescenza da malattie infettive.
Come rimedio di fondo sarà prescritto ad alta diluizione ( a
discrezione del medico ) 15-30CH in granuli o gocce da uno o più volte alla
settimana.
Nelle angine ripetute o nelle riniti infettive o allergiche 3-5 granuli al
giorno alla 9 CH /15CH
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domenica 4 novembre 2018
Prevenzione Autunnale : OMEOPATIA (prima parte )
Nelle Medicine Complementari un
posto importante nella prevenzione delle sindromi influenzali e parainfluenzali
è rappresentato dall’Omeopatia. Solitamente in questo
periodo i programmi di prevenzione sono già stati stabiliti ed ogni individuo
dovrebbe seguire sino dal mese di settembre un proprio schema.
Settembre è infatti il periodo migliore per iniziare una terapia che protegga
in modo completo dalle patologie invernali.
In omeopatia i medicinali
vengono utilizzati frequentemente non solo nella terapia delle patologie acute
e croniche, ma anche nella prevenzione delle varie malattie stagionali. Parlare
di prevenzione in termini generici in omeopatia, è riduttivo. Infatti
nell’ambito di questa tecnica terapeutica, si cerca di stabilire, per ogni
singolo individuo dopo un’attenta visita medica, il medicinale di fondo ossia quello che copre la totalità del quadro morboso del
paziente e il suo terreno individuale. Ci limiteremo ad elencare i Medicinali Omeopatici di fondo di uso più
frequente.
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domenica 28 ottobre 2018
Prevenzione autunnale: Fitoterapia
Fitoterapia: principi generali
La fitoterapia è un metodo terapeutico basato sulla somministrazione di
piante o parti di esse ( radici, foglie,fusti ecc ).
L’uso di piante medicinali ha radici antiche , gli assiro-babilonesi , gli
egizi , i greci e i romani ne conoscevano l’uso.
In realtà la fitoterapia moderna ha esordio nel XIII secolo con la
nascita delle prime Università ( Scuola medica Salernitana ) e progredisce
attraverso gli anni ottenendo risultati notevoli sia in campo
scientifico con studi e ricerche , sia in campo medico nella cura di
patologie varie. Con il progresso della scienza e della tecnica vengono isolati
i principi attivi delle piante medicinali (glucosidi, tannini, alcaloidi, oli
essenziali, principi amari) e indagati i meccanismi di azione sia come
principio singolo sia all’interno della totalità di una pianta. Da ciò è stato
messo in evidenza che una pianta usata nella sua totalità determina effetti
diversi da quelli ottenuti con l’utilizzo del suo solo principio attivo.
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domenica 21 ottobre 2018
Prevenzione autunnale ; gemmoterapia
Gemmoterapia: principi generali
La gemmoterapia è un metodo terapeutico, che utilizza parti fresche di
piante allo stato embrionale: giovani getti, giovani radici, gemme ecc. I
principi attivi di tali tessuti sono estratti mediante macerazione a freddo in
un particolare solvente (acqua, alcool, glicerina).
Negli anni 50 il medico francese Paul Henry iniziò i primi studi e le
sperimentazioni sui gemmo derivati partendo dal presupposto che le piante, nel
loro primo sviluppo possiedano sostanze con peculiari caratteristiche sia per
quantità sia per qualità. In seguito altri medici francesi approfondirono
l’argomento. E’ stato così messo in evidenza che i principi attivi, presenti in
grande quantità nei tessuti embrionali vegetali, spesso sono rilevabili solo in
tracce nelle varie parti delle piante a sviluppo completo . Le parti vegetali
dei gemmoderivati sono raccolte nel loro tempo balsamico che, in genere,
corrisponde all’inizio della primavera. Esse vengono poi sottoposte, allo
stato fresco, a pulitura, triturazione, determinazione del grado di umidità ed
infine a macerazione. I gemmoderivati possono essere utilizzati in
diversi ambiti.
domenica 14 ottobre 2018
ALLERGIE AUTUNNALI
Non solo la primavera o l’estate sono foriere
di problemi allergici, perché anche in autunno si può osservare una
riaccensione di sintomi respiratori dovuti alla presenza di acari e di muffe.
Gli
acari della polvere sono minuscoli parassiti, invisibili a occhio
nudo, le cui secrezioni, inalate da persone sensibilizzate, sono in grado di
provocare disturbi agli occhi, al naso e ai bronchi. Gli acari sono sempre
presenti nell’ambiente domestico, dunque sono responsabili di sintomi perenni, ma
aumentano nelle stagioni umide così come nei primi periodi di accensione del
riscaldamento, perché la presenza di maggiori movimenti convettivi nelle nostre
abitazioni comporta un aumento della circolazione della polvere e degli acari
in essa contenuti. In questi periodi dunque si può osservare una maggiore
comparsa e intensità dei disturbi.
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domenica 7 ottobre 2018
Challenge autolesive, cosa spinge i nostri ragazzi a farsi male per gioco?
È di qualche settimana fa la notizia di un ragazzo morto a
causa di una “sfida” che lo vedeva coinvolto con altri coetanei online. Si
chiamano “challenge” e hanno lo scopo di mettersi in qualche modo alla prova,
testimoniare con video o foto di aver superato una sfida per poi postare tutto
online. Sono frequenti le notizie di sfide autolesive diffuse online in cui il
“gioco” consiste nel farsi del male, nel ferire il proprio corpo e nei modi più
disparati. Purtroppo in alcuni casi tutto questo porta alla morte, ma sarebbe
sbagliato pensarle come a dei modi per togliersi la vita. Gli studi,
soprattutto nel campo psicoanalitico, ci dicono che è certo che chi si ferisce
lo fa per un motivo che ha poco o nulla a che fare con l’idea di togliersi la
vita. I motivi sono profondi, riguardano il rapporto con il proprio corpo, con
gli aspetti inconsci della persona.
domenica 30 settembre 2018
Fluoro si o no ?
I pareri sono stati
spesso diversi: c’era chi raccomandava di cominciare in gravidanza e andare
avanti con la somministrazione di fluoro per diversi anni (almeno 3), chi
sosteneva che fosse sufficiente somministrare il fluoro dalla nascita e chi invece
riteneva che non ci fosse nessuna prova che questo supplemento di fluoro
evitasse davvero la carie.
Oggi abbiamo un
documento ufficiale: la nuova versione della “Linea guida nazionale per la
promozione della salute orale” pubblicata dal Ministero della Salute
(potete scaricare il documento dal nostro sito cliccando qui), in cui si dice
chiaramente che:
- non c’è alcuna prova che
la somministrazione di fluoro in gravidanza protegga dalla carie i denti del
nascituro;
- non c’è nessuna prova che assumere un supplemento di fluoro dei primi anni di vita protegga dalla carie;
- ci sono prove concrete che lavarsi i denti fin dall’eruzione dei primi dentini da latte con un dentifricio arricchito di fluoro riduce l’incidenza della carie.
- non c’è nessuna prova che assumere un supplemento di fluoro dei primi anni di vita protegga dalla carie;
- ci sono prove concrete che lavarsi i denti fin dall’eruzione dei primi dentini da latte con un dentifricio arricchito di fluoro riduce l’incidenza della carie.
Ma quale
dentifricio, e quanto?
La marca non ha
importanza, la quantità giusta è questa: “sporcare” appena di dentifricio la
superficie dello spazzolino fino a tre anni; dopo ne basta mettere un po’: una
pallina grande come un pisello.
E allora stop
alle goccioline e alle pasticchine e avanti con dentifricio e spazzolino;
senza dimenticare che per avere denti sani e belli per tutta la vita bisogna evitare
(o almeno limitare) zucchero, dolci e caramelle.
Tratto da : Un Pediatra
Per Amico.
Bimestrale per i
genitori Marzo 2015
lunedì 24 settembre 2018
Sindromi correlate alla Spasmofilia(terza parte)
Talune
sindromi presentano raggruppamenti sintomatologici che le mettono in
correlazione alla spasmofilia, con la quale condividono anche alcuni aspetti
patogenetici e fisiopatologici. Abbiamo già parlato della disbiosi intestinale , tratteremo ora la
sindrome premestruale, che spesso si manifesta in associazione alla spasmofilia
o si pone in diagnosi differenziale con
essa.
La sindrome premestruale è un’evenienza
piuttosto frequente nella popolazione spasmofilica femminile perché è anch’essa
sostenuta, almeno in parte, dalla carenza di magnesio, ed è corretta, per quanto
concerna la dismenorrea, dall’assunzione di questo ione.
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domenica 16 settembre 2018
Terapia della Spasmofilia(seconda parte )
Questa situazione peculiare fa
sì che la terapia è in parte individualizzata ed approntata su misura per ogni
paziente, in relazione alla sua particolare situazione clinica, ma il cardine
fondamentale rimane la correzione della
carenza di magnesio senza la quale viene a mancare il razionale su cui poi
impiantare la terapia individuale.
L’omeopatia offre un buon
numero di medicamenti che possono trovare indicazione nel trattamento della
spasmofilia perché essa presenta una vasta gamma di quadri clinici che ben si
prestano ad una terapia di terreno individualizzata, mirata a risolvere lo
squilibrio psicosomatico che caratterizza il paziente spasmofilico.
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domenica 9 settembre 2018
IL MAGNESIO E LA SINDROME SPASMOFILICA
La spasmofilia, malgrado sia una sindrome mal definibile
sul piano clinico-biologico e non da tutti riconosciuta, rappresenta una
patologia sempre più frequente e sempre più studiata, caratterizzata da una
sintomatologia proteiforme prevalentemente di tipo funzionale.
Gli studi realizzati negli ultimi decenni hanno
fornito gli elementi per correlarla definitivamente allo stress,
all’ipereccitabilità neuro-muscolare e all’alterazione del metabolismo di
alcuni ioni. Oggi infatti potremmo definirla come:
“una sindrome
caratterizzata essenzialmente da un insieme di sintomi funzionali legati ad
ipereccitabilità neuro-muscolare indotta dalla fatica e dallo stress,
attraverso l’alterazione del metabolismo di alcuni ioni, in particolare del
magnesio”
Anche se molti sintomi che la caratterizzano appartengono
alla sfera comportamentale, il meccanismo sintomatologico è di tipo
fisio-patologico e non solo psicologico, elemento che la differenzia nettamente
dalle nevrosi come è stato affermato per primo da M. Klotz. Questa condizione
morbosa è, in effetti, legata ad un insieme di fattori, alcuni correlati ai
modelli di vita e all’ambiente, altri alla predisposizione individuale sia sul piano
fisiologico sia sul piano psicologico.
Accanto alla concezione più primitiva della spasmofilia
che la considera come la semplice conseguenza di una carenza di magnesio e di
calcio, possiamo collocare una visione più complessa ed articolata , riassunta
dallo schema seguente.
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martedì 4 settembre 2018
VERDURA SEMPLICE CON GRANDI VIRTU’
C'è
una verdura molto umile che previene i tumori ... è la cipolla. Ma attenzione, perché deve
essere trattata con cura (vedi sotto).
Le cipolle sono ricche di composti
antitumorali tra cui organosolfuri, quercetina, antocianidine … Le cipolle sono
inoltre una buona fonte di fibre e
vitamina C. Studi osservazionali [1] hanno dimostrato che le persone che
mangiano molte cipolle (e tutte le verdure della stessa famiglia) hanno un
rischio più basso di:
–
Tumore al
fegato, esofago e colon
–
Tumore al rene
–
Tumore alla laringe
–
Tumore al seno, ovarico, all‘endometrio e alla
prostata,
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mercoledì 1 agosto 2018
domenica 29 luglio 2018
Fibre dietetiche, prebiotici e microbiota intestinale
E’ ormai acclarato che
il crocevia che regola la salute del nostro organismo è costituito
dall’ecosistema intestinale, in cui gioca un ruolo importante il microbiota,
cioè l’insieme delle comunità microbiche che popolano l’intestino: batteri,
miceti, virus, protozoi ed elminti.
In questi ultimi anni
sono aumentati in misura vertiginosa i lavori scientifici che stanno facendo
luce sul ruolo del microbiota, soprattutto le interazioni che avvengono con la
parete intestinale, il sistema immunitario e il sistema nervoso intestinale
chiamato anche secondo cervello.
E’ noto che l’alterazione
dell’equilibrio fra le varie comunità del microbiota, chiamata disbiosi,
comporta la perdita di molte delle funzioni che esso svolge nell’ambito del
rapporto di simbiosi con l’organismo ospite, con importanti danni per
quest’ultimo, quali la mancata sintesi di enzimi, vitamine, l’eliminazione di
tossici, il controllo della proliferazione delle specie microbiche patogene…
Una delle possibilità
per correggere la disbiosi e ripristinare un corretto equilibrio del microbiota
è l’uso di specie batteriche probiotiche, cioè di quelle specie, che possiamo
definire ”amiche” che aiutano a recuperare un buon equilibrio e una buona funzionalità
del microbiota intestinale. Fonti di probiotici sono la dieta e gli integratori
alimentari.
Non ci soffermeremo in
questo articolo sui probiotici, ormai noti ai più, ma piuttosto su altri
strumenti che ci permettono di prevenire le alterazioni dell’equilibrio del
microbiota intestinale e che fanno parte della dieta, come le fibre dietetiche
e i prebiotici.
Vi sono importanti
interazioni tra dieta, microbiota e transito gastro-intestinale, perché la
dieta può produrre variazioni della composizione del microbiota intestinale e
la motilità gastrointestinale è fortemente condizionata dal cibo e dal
microbiota stesso. I corretti rapporti
tra nutrienti e microbiota garantiscono la salute globale dell’organismo
attraverso la digestione dei carboidrati , la fermentazione degli zuccheri e la
produzione di gas.
Fibre dietetiche
Il termine fibra
dietetica (FD) risale al 1953, ma già Galeno, più di un secolo a. C.,
distingueva tra il pane bianco che rallenta il transito intestinale e quello
nero che facilita l’evacuazione delle feci.
L’importanza delle
fibre dietetiche viene messa in evidenza negli anni sessanta da più autori,
Burkitt, Painter, Walker e Trowell che osservarono come alcune malattie, comuni
nei paesi del mondo occidentale, fossero rare in Africa dove il consumo di
carboidrati non raffinati, ricchi di fibre, era molto più abbondante.
Esistono attualmente
più definizioni di FD, proposte dalle diverse Società Scientifiche, che
possiamo riassumere così:
“carboidrati, costituiti
da catene di zuccheri semplici, che possono essere costituite da migliaia di
unità (polimeri) o da poche unità (oligomeri). Gli zuccheri semplici che più
frequentemente compongono le FD sono il glucosio, il galattosio, il mannosio,
l’arabinosio, lo xilosio.
Alcune FD sono
composte da migliaia di molecole di un solo tipo di zucchero semplice, come la
cellulosa e il glucano, che contengono sono glucosio, altre come il galattomannano
ne contengono due tipi che si alternano, galattosio e mannosio. Altre FD
importanti e molto comuni in natura sono le pectine presenti in molti frutti e
le lignine che hanno una struttura tridimensionale.
Tutte le FD resistono
alla digestione dei nostri enzimi dell’intestino tenue e, quindi arrivano nel
colon ancora intatte a disposizione della flora intestinale residente che
possiede gli enzimi necessari a digerirle e successivamente a fermentarle.
E’ molto importante
dal punto di vista clinico e pratico distinguere le fibre solubili da quelle insolubili.
Le fibre solubili hanno una notevole
affinità per l’acqua a contatto della quale formano una sostanza gelatinosa che
aderisce facilmente alle pareti intestinali; è fermentabile e ha proprietà
chelanti interferendo con l’assorbimento di zuccheri e grassi. Tale composto
gelatinoso e vischioso rallenta lo svuotamento gastrico e intestinale. Alle
fibre solubili appartengono le pectine, le gomme, le mucillagini, l’amido
resistente, i galatto e glucomammani. Sono contenute in alimenti come legumi,
mela, agrumi, pera, frutta in generale, avena,
carote e patate.
Le fibre insolubili hanno la capacità di
trattenere notevoli quantità di acqua con aumento del volume fecale e della
pastosità delle feci; aumentano la peristalsi e diminuiscono l’assorbimento di
diversi nutrienti. Appartengono a questa categoria la cellulosa, il chitosano,
il beta-glucano, le lignine, il fruttano. Sono contenute nei cereali integrali,
nelle verdure, nei legumi, nelle carote e nelle patate.
Come è evidente molti
cibi, vedi carote e patate, contengono FD di entrambi i tipi.
Prebiotici
Si definisce prebiosi
la capacità dei carboidrati fermentabili di causare cambiamenti del microbiota
intestinale che favoriscono l’organismo ospite.
Esistono diverse
definizioni di prebiotici di cui possiamo tentare una sintesi:
“Ingredienti del cibo
che giungono indigeriti al colon, dove vengono selettivamente fermentati
determinando delle variazioni dell’attività e della composizione del microbiota
intestinale con beneficio dell’ospite”.
I prebiotici si
trovano in natura in alcuni cibi quali cipolle, aglio, carciofi, asparagi,
cicoria, avena, fagioli, soia e in molti integratori alimentari.
Prebiotici e fibre
dietetiche sono spesso ritenuti simili e quindi sono considerati
intercambiabili. Questa concezione è sbagliata perché in realtà essi non sono
simili.
I composti che hanno
uno spiccato effetto prebiotico benefico sul microbiota e, indirettamente,
sull’organismo ospite sono gli oligosaccaridi (carboidrati a catena corta) non
digeribili.
Disaccaridi –
Lattulosio e Lactitolo – sintetizzati dal lattosio
Oligosaccaridi-
Fruttoligosaccaridi (FOS), ricavati da legumi, vegetali, cereali
Oligosaccaridi di
soia
Xilo-oligosaccaridi
di origine vegetale
Galattoligosaccaridi
(GOS) sintetizzati dal lattosio
Polisaccaridi- Inulina
– estratta da legumi, cicoria, cereali
I prebiotici stimolano
la fermentazione da parte di batteri specifici, mentre le fibre dietetiche possono
essere fermentate o meno, in modo aspecifico, in funzione della loro
solubilità.
La fermentazione dei
prebiotici produce acidi grassi a catena corta e favorisce la crescita di
batteri simbiotici, particolarmente utili nel colon, quali i Lattobacilli e i
Bifidobatteri che contrastano la crescita di specie patogene che producono, a
loro volta sostanze tossiche, come l’ammoniaca, le nitrosamine, l’acido
solfidrico che danneggiano la barriera intestinale.
Appare quindi evidente
come una dieta ricca sostanze prebiotiche offra numerosi vantaggi, in
particolare:
·
Stabilizzazione
del microbiota
·
Miglioramento
della funzione intestinale e dell’assorbimento di minerali, in particolare, di
calcio
·
Miglioramento
della funzione della barriera intestinale e dell’attività immunitaria
·
Riduzione
del rischio di malattie infiammatorie intestinali, di malattie metaboliche, di diabete
di tipo 2 e obesità, di cancro del colon.
Quanto sopra esposto
deve, quindi, far riflettere su quanto sia necessario seguire una dieta con un contenuto
corretto di sostanze prebiotiche per favorire un buon equilibrio e una adeguata
funzionalità del microbiota intestinale per poterne trarre tutti i potenziali
vantaggi.
Dott. Edoardo Felisi
Master Prodotti Nutraceutici
Dipartimento di Scienze del Farmaco –
Università di Pavia
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venerdì 13 luglio 2018
COME USARE I MEDICINALI OMEOPATICI NELLE MALATTIE ACUTE
Vogliamo dare alcune indicazioni per chi utilizza l’Omeopatia
Pluralista , ovvero più medicinali
omeopatici, se la situazione lo richiede , nella giornata (come nello Studio
Dott.Bosi)
Salvo diverse indicazioni da parte del proprio omeopata, è possibile mantenere la cura preventiva di base , se questo consisteva in prodotti fitogemmoterapici (Ribes,Rosa Canina ecc.), isopatici (Sanum ), oligoterapici (Manganese, Rame ecc.) . Il Rimedio Omeopatico di fondo, solitamente consigliato una volta alla settimana può essere mantenuto.
Salvo diverse indicazioni da parte del proprio omeopata, è possibile mantenere la cura preventiva di base , se questo consisteva in prodotti fitogemmoterapici (Ribes,Rosa Canina ecc.), isopatici (Sanum ), oligoterapici (Manganese, Rame ecc.) . Il Rimedio Omeopatico di fondo, solitamente consigliato una volta alla settimana può essere mantenuto.
Il medicinale omeopatico consigliato per contenere la febbre
(Belladonna 9CH/15 CH , Aconitum ecc.) può essere assunto anche se è necessario
utizzare il farmaco antifebbre (paracetamolo, sconsigliato ibuprofene) distanziando almeno
mezz’ora i due .
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domenica 8 luglio 2018
Circolare sui vaccini : basterà un'autocerticificazione
domenica 1 luglio 2018
La febbre alta non sempre è segno di infezione grave
Come ben sappiamo la febbre è un sintomo estremamente
frequente in età pediatrica e, nonostante nella maggior parte dei casi essa si
associ ad un’infezione virale, la vera sfida è riconoscere i pazienti febbrili
a rischio di un’infezione batterica severa (SBI). Segnaliamo pertanto questa
interessante metanalisi che si propone di analizzare quanto il rischio di SBI
possa essere predetto dai livelli di temperatura raggiunti. Le conclusioni
dello studio sono che solo nei piccoli neonati e lattanti di età inferiore a 3
mesi di vita una temperatura corporea >40° aumenta in maniera significativa
il rischio di SBI (OR 6,3 95% CI 4,44-8,95), mentre tale predittività è molto
debole nelle età successive.
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domenica 24 giugno 2018
E' TEMPO DI GIOCARE
Con le vacanze estive arrivano i tempi forse più complicati
dell’anno nella gestione dei figli: ai giorni di vacanza dei bambini non ne
corrispondono altrettanti per i genitori e questo porta ad un inevitabile surplus
di dispendio di energie. Gli oratori estivi, i centri comunali, i vari campus e
la presenza dei nonni aiutano a livello concreto, ma potrebbero portare i
genitori a conclusioni fuorvianti: visto che i nostri figli giocano tutto il
giorno, probabilmente non avranno bisogno di giocare anche con noi. Sbagliato!
I bambini hanno bisogno e desiderano fortemente di giocare con i propri
genitori. Si, proprio con quei genitori lì, magari non troppo creativi, magari
stanchi e con poco tempo, magari insicuri e stressati ma pur sempre i loro
genitori.
In una interessante ricerca di Pepita Onlus (http://www.pepita.it)
che ha portato alla realizzazione di una campagna di sensibilizzazione ideata
da Fanpage dal titolo #tempodigiocare (https://www.facebook.com/fanpage.it/videos/2217622168259445/)
emergono dati molto interessanti. Su un campione di 507 bambini tra
i 5 e gli 11 anni,
il 46% ha risposto di giocare durante la settimana (dal lunedì al venerdì) da 1
a 2 ore, contro un 32% che gioca meno di 1 ora. Il dato cresce nel fine
settimana quando i bambini giocano per il 41% oltre 3 ore e per il 32% da
2 a 3. Una o due ore di gioco alla settimana, a volte anche meno…
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domenica 17 giugno 2018
Le infezioni pneumococciche hanno cambiato espressione
È noto che con l’introduzione del vaccino coniugato
anti-pneumococcico (PCV7 nel 2002, sostituito dal PCV13 nel 2010) l’incidenza della malattia
pneumococcica invasiva (IPD) è diminuita, e di qui la necessità di ricoveri
ospedalieri per tale patologia. Il presente studio, condotto dal Centro di
Ricerca Epidemiologica sulle infezioni da S.
pneumoniae di Calgary (CASPER), conferma tale dato: dai risultati dello
studio emerge infatti che dopo l’introduzione del vaccino l’incidenza di IPD
nella popolazione pediatrica si è ridotta da 17 casi/100.000/anno negli anni
2000/2001 a 4 casi/100.000 anno nel 2015, con uno spostamento in avanti
dell’età media di presentazione (2 anni nell’era pre-vaccinale, 3,9 anni
nell’era post-vaccinale). A fronte di questo emerge però una maggiore incidenza
di malattie pneumococcciche invasive (cioè gravi) associata ad infezioni focali
severe quali meningite, polmonite, empiema, peritonite (44,6% dell’era
pre-vaccinale, 64% e 61,4% dopo l’introduzione rispettivamente del PCV7 e del
PCV13) rispetto a quelle con sola batteriemia
domenica 10 giugno 2018
LATTE DI MUCCA PERCHE' NO ?
Questa domanda me la
sento rivolgere sempre più frequentemente dai genitori che con stupore
ricevono come primo consiglio dietetico la limitazione
nel consumo dei prodotti a base di latte
di mucca .
Riporto ai miei lettori questo articolo comparso su una rivista
on line “Santé
Nature Innovation” nel
luglio 2013 con questo titolo “ 10
minutes pour convaincre des dangers des produits laitiers” (10 minuti
per convincere dei pericoli dei latticini).
“Vi sono molte persone convinte che l’uso dei latticini sia
fondamentale per le loro ossa. Non è facile far cambiare abitudini da un giorno
all’altro a persone che consumano il latte da 35 anni o più.
1 LE RACCOMANDAZIONI SONO DISCUTIBILI
Le raccomandazioni ufficiali sono di consumare almeno 3 prodotti
a base di latte nella giornata e ciò è stabilito da un comitato di esperti
della salute. Questo comitato è composto da una trentina di persone di cui
almeno 19 sono direttamente affiliate a industrie casearie (Danone, Nestle’
ecc.)Non c’è alcuna trasparenza, pertanto le raccomandazioni non hanno
alcun credito.
2 L’UOMO E’ LA SOLA SPECIE CHE CONSUMA LATTE DI UN’ALTRA SPECIE
IN ETA’ ADULTA
La specie umana è sopravissuta e si è evoluta durante 7 milioni
di anni senza alcun prodotto a base di latte, nutrendosi di latte materno
unicamente nel periodo infantile. Sugli scheletri degli uomini preistorici, non
si trova traccia alcuna delle malattie ossee oggi conosciute. I prodotti
caseari sono apparsi nella nostra storia all’incirca 10000 anni fa,
evento che , nella scala evolutiva è da considerare abbastanza recente.
Il risultato di questi milioni di anni di evoluzione senza latte ? 75% della
popolazione mondiale è intollerante ai latticini in età adulta .
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domenica 3 giugno 2018
Depressione e Rhodiola Rosea
La Rhodiola rosea (R. rosea) è usata nella medicina tradizionale
del Nord Europa e specialmente in Russia come rimedio per migliorare la
performance lavorativa, per trattare la fatica, la debolezza e l’impotenza,
nonché come droga adattogena ovvero in
grado di aumentare la resistenza allo
stress fisico e mentale. Ancora oggi in Siberia si usa regalare un bouquet di
radici dorate, come viene soprannominata la droga della pianta, al momento del
matrimonio come augurio di fertilità.
Gli autori di questa review prendono in considerazione tutte le
pubblicazioni sull’attività antidepressiva della R. rosea a ottobre 2015
presenti su medline e sulle librerie russe; infatti, dato l’uso tradizionale
della pianta, numerosi studi clinici sono stati condotti in Russia.
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venerdì 25 maggio 2018
Frutta e verdura fresca meglio di creme
Il
segreto per una pelle più giovane dopo i 50 anni non è custodito in una crema
contenuta in un barattolo, ma in una
dieta ricca di frutta e verdura fresca con l’aggiunta di pesce. Pare tuttavia
che questi effetti positivi si mostrino
solo sulle donne poiché, rispetto
all’altro sesso, hanno una pelle più sottile e con meno densità di collagene e
quindi più soggetta alle tante odiate rughe.
Secondo la ricerca, condotta dell’Erasmus Medical
Centre di Rotterdam e pubblicata sul Journal of the American Academy of Dermatology, le
donne che consumano con regolarità questi alimenti, ricchi di vitamine e
flavonoidi che proteggono dall’invecchiamento e stimolano la produzione di
collagene, hanno meno segni del tempo dopo i 50 anni.
domenica 20 maggio 2018
Disturbi dell'apprendimento in aumento, colpiti 250.000 studenti
Il 2,9% della popolazione studentesca
dell'anno scolastico 2016-2017 ha Disturbi specifici dell'apprendimento
(Dsa). Alunne e alunni delle scuole italiane di ogni ordine e grado
con Dsa sono complessivamente 254.614, stando ai dati pubblicati dal Miur sul
suo sito. Il disturbo mediamente più diffuso è la dislessia (42,5%), anche se più disturbi possono coesistere in
una stessa persona. Seguono la disortografia (20,8%), la discalculia (19,3%) e
la disgrafia (17,4%). Il cervello di un bambino dislessico è diverso da
quello dei bambini che riescono a leggere normalmente, ma questo non vuol dire
avere una malattia. Lo stesso vale per gli alunni con disgrafia, disortografia,
discalculia : l'importante è arrivare a una diagnosi veloce, che si può già fare tra la fine della seconda
elementare e la terza, e fornire ai bambini gli strumenti che portano a
una riorganizzazione del cervello.
domenica 13 maggio 2018
ASMA
L’asma è una patologia
infiammatoria cronica multifattoriale delle vie aeree caratterizzata da:
·
episodi
ricorrenti di dispnea (difficoltà a respirare, sibili, tosse e senso di
costrizione toracica;
·
ostruzione
bronchiale (di solito reversibile spontaneamente o dopo trattamento
farmacologico);
·
iperreattività
bronchiale;
·
infiltrazione
di cellule infiammatorie, rilascio di mediatori e rimodellamento strutturale delle vie aeree.
In Italia si sta
assistendo a un costante aumento delle persone affette da tale patologia, in
particolare in età pediatrica. Attualmente si calcola che circa il 5-10% dei
bambini è colpito da tale sintomatologia. Il 30% dei pazienti presenta i
sintomi attorno ad un anno di età, mentre l’80-90% dei bambini è sintomatico
prima dei 4-5 anni di età.
I motivi di tale aumento
non sono a tutt’oggi completamente noti, anche se molti studiosi concordano
nell’affermare che l’inquinamento, la riduzione delle malattie infettive e l’elevato numero di viaggi, con esposizione
ad allergeni sconosciuti, possano avere un ruolo di primaria importanza.
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domenica 6 maggio 2018
Fitogemmoterapia nell’allergia primaverile(terza parte)
Nella cura della rinocongiuntivite allergica è di notevole aiuto
l’utilizzo di gemmoderivati :
Ribes nigrum
Il Ribes nigrum appartiene alla Famiglia delle Sassifragacee.
E’ un arbusto spontaneo tipico del centro
Europa e dell’Asia settentrionale .
Numerose sono le sue proprietà , antinfiammatorie, energetiche e
antiallergiche. Si utilizza sia nella formulazione in Tintura Madre (in
particolare nelle patologie reumatiche ) che sotto forma di Gemmoderivato
(azione antiallergica, energetica , antinfiammatoria)
L’azione antiallergica è legata alle proprietà antistaminiche e di
stimolo sulla corteccia surrenale.
La sua somministrazione
infatti aumenta la concentrazione di cortisolo nel sangue, senza tuttavia
determinare gli effetti collaterali dei corticosteroidi.
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