lunedì 22 giugno 2009

VACCINI:SE LA PANDEMIA DIVENTA BUSINESS


Due storie per capire come sta la salute del mondo.
La prima riguarda i vaccini. Alla fine del secondo millennio l'industria dei vaccini entra in crisi. I produttori da 26 che erano nel 1970 crollano a 7 nel 2004. In America da 5 si riducono a 2.
Grazie alle vaccinazioni l'Occidente ha eliminato tutte le malattie più pericolose. Ci sarebbero i paesi del cosiddetto terzo Mondo, ovvero i ¾ del mondo, in teoria un bell'affare ...Ma questi paesi non hanno soldi e allora le Case Farmaceutiche si buttano su nuovi e più redditizi prodotti....
A salvare l'industria dei vaccini è la globalizzazione. Degli uomini e delle merci. Che favorisce le nuove pandemie. Prima la Sars (800 morti su 8400 contagiati), poi l'Aviaria (421 casi denunciati con 257 vittime più 300milioni di volatili...) e infine la Peste Suina o H1N1.
Totale? Le vendite dei vaccini hanno ripreso a crescere con tassi del 10/15% annuo. I cinque principali produttori hanno aumentato le loro vendite del 33% rispetto al 2006.
Non si riescono ad immaginare gli incassi qualora la Peste Suina riuscisse a diventare una pandemia seria da 1,4 milioni di morti (l'influenza annuale ne produce solo 500mila...) .

La seconda storia riguarda proprio la Peste Suina, per la quale le due Big Pharma Glaxo e Roche propongono due antinfluenzali (Relenza e Tamiflu) che paiono – sottolineo paiono – avere effetti di contenimento – sottolineo solo contenimento.
Nel 1976 scoppiò a Fort Dix, in Usa, la madre di tutte le influenze suine.
13 furono i soldati contagiati. Uno morì. Temendo l'epidemia, il governo fece vaccinare 40 milioni di americani, spendendo centinaia di milioni di dollari. Il morbo però non si mosse da Fort Dix. E nessun altro morì. Furono invece molto più gravi i danni da vaccino, come la Sindrome di Guillain Barrè che ha come principale effetto la paralisi. Casa Bianca e case farmaceutiche dovettero risarcire le vittime con 93 milioni di dollari.

(tratto da E. Livini, Virus Spa, vaccini: se la pandemia diventa un business, in “La Repubblica”, lunedì 25maggio 2009).

Elena Bosi pediatra

mercoledì 17 giugno 2009

PERCHÉ I GENITORI NASCONDONO L’USO DELLE CAM?

Presso l’Istituto dei tumori di Milano è stato condotto un interessante studio circa l’utilizzo delle CAM in bambini affetti da patologie neoplastiche, pubblicato da Clerici CA et. Al. sul Pediatric blood & cancer (Giugno 2009) con il titolo “Complementary and alternative medical therapies used by children with cancer treated at an Italian pediatric oncology unit" (Pediatr Blood Cancer. 2009 Jun 2.) .Questo studio osservazionale è stato condotto distribuendo 145 questionari a genitori di bambini ricoverati presso l’Istituto Tumori di Milano per patologie neoplastiche. Dai 97 questionari compilati (67%) è emerso che il 12,4% dei bambini facevano uso di almeno un tipo di CAM e che l’omeopatia era quella maggiormente utilizzata. L’83% dei genitori riferiva effetti benefici in conseguenza dell’utilizzo di CAM. La principale ragione per il ricorso a queste terapie era la riduzione degli effetti iatrogeni delle terapie convenzionali.
Le CAM erano utilizzate non in sostituzione ma in aggiunta ai trattamenti convenzionali. In quasi tutti i casi gli oncologi non erano informati sul loro utilizzo, determinando in tale maniera il rischio di una possibile interazione con un trattamento farmacologico non adeguatamente conosciuto.
La domanda (alla quale ciascuno troverà le proprie risposte) è: perché? Per quale ragione il trattamento non convenzionale viene tenuto nascosto da parte di genitori di bambini affetti da patologie così gravi e, quindi,desiderosi di ogni possibile supporto terapeutico e psicologico?
G. Di Leone – Medico - Bari

giovedì 11 giugno 2009

Proposta di lettura: "Complementary and alternative therapy for epilepsy"


Complementary and Alternative Therapies for Epilepsy
Orrin Devinsky (Editor)
Demos ed. New York

Imbattersi in questo libro può in primo momento far pensare di avere di fronte uno dei tanti libri “new age” dal contenuto scientifico imbarazzante o nullo. Ci si accorge invece che i tre autori sono tre autorevoli neurologici statunitensi che hanno voluto indagare con rigore metodologico encomiabile le evidenze dei vari trattamento non convenzionali nella gestione dei vari aspetti dell'epilessia. Senza quindi mai mettere in discussione il trattamento convenzionale vengono esaminate le varie possibilità che le medicine non convenzionali possono avere nella gestione ad esempio dello stress, del sonno ed altro nel paziente epilettico. La prefazione inoltre finisce con un vero e proprio piccolo manifesto di medicina integrata:
“..speriamo che questo libro avvicini le CAM e i medici che curano l'epilessia per fornire una prospettiva di salute più ampia a questi pazienti”.

Amedeo Galassi, Medico, Roma

mercoledì 10 giugno 2009

Firenze,Domenica 14 giugno: 5 seminario del "Corso base in Fitoterapia"

Domenica 14 giugno si terrà a Firenze l'ultimo seminario del"Corso base in Fitoterapia" organizzato da AMICO (http://www.amicomeopatia/).
Direttore: Enrica Campanini

Orario: 9.00-13.00 e 14.00-18.00
Sede: c/o Confesercenti, Piazza Pier Vettori, Firenze

sabato 6 giugno 2009

Milano, Domenica 7 giugno: 5 seminario del "Corso base in Fitoterapia"

Domenica 7 giugno si terrà a Milano l'ultimo seminario del
"Corso base in Fitoterapia" organizzato da AMICO (http://www.amicomeopatia/).
Direttore: Enrica Campanini

Orario: 9.00-13.00 e 14.00-18.00
Sede: Milano, Istituto Don Bosco - Via Tonale 19

mercoledì 3 giugno 2009

Nutrizione ed invecchiamento della popolazione: la vitamina D ed il suo ruolo per la salute delle ossa.

La nutrizione e l'invecchiamento hanno rappresentato una priorità nel Quinto Programma Quadro dell'Unione Europea che ha finanziato dieci progetti di ricerca in quest’area: fra questi vi è il progetto OPTIFORD
La finalità del gruppo di ricerca OPTIFORD, formato da ricercatori di 5 paesi europei, è quello di migliorare la disponibilità di vitamina D in grandi gruppi della popolazione europea, come quello degli anziani. Il loro obiettivo è di ridurre l’osteoporosi attraverso un migliore apporto di vitamina D nella dieta. Il progetto sta studiando se l’arricchimento del pane con la vitamina D sia una strategia realizzabile, al fine di rimediare all’insufficiente apporto di vitamina D in grandi gruppi della popolazione in Europa (per esempio gli anziani) e di determinare a quale livello tale arricchimento dovrebbe essere portato. Un esito importante è quello di rafforzare le basi scientifiche per le raccomandazioni sulla vitamina D come nutriente. I risultati preliminari indicano che questo potrebbe essere fattibile.(Tratto da Eufic)
Enrica Campanini, medico, Firenze