martedì 28 gennaio 2020

Coronavirus : Consigli utili per prevenire l’infezione


Come è noto, i coronavirus sono virus respiratori che possono causare malattie lievi e moderate, compresi molti comuni raffreddori. Alcuni coronavirus animali, però, hanno fatto un salto di specie, trasmettendosi anche all’uomo e causando gravi malattie.
Dopo la SARS nel 2002 (~8.100 casi e quasi il 10% di morti) e la MERS del 2012 (~2.500 casi e 35% di morti), nel dicembre 2019 un terzo coronavirus è emerso da riserve animali innescando questa minacciosa epidemia, anche se per ora con letalità minore: un po’ meno del 3% dei malati. Gli infettati però sembrano più di quanto accertato, anche perché infezioni lievi o asintomatiche possono non essere rilevate.
 L’Istituto Superiore di Sanità ha diffuso un Vademecum, in cui ricorda in modo opportuno che le infezioni da coronavirus comuni danno in genere sintomi alle vie respiratorie superiori a guarigione spontanea. Tuttavia si può ridurre il rischio di infezione, proteggendo se stessi e gli altri, con alcuni accorgimenti. A quelli elencati suggerirei qualche contributo migliorativo. Un rilievo minore riguarda il consiglio di “evitare… le bevande non imbottigliate”. Meglio specificare che la raccomandazione vale per paesi con condizioni igieniche carenti. In Italia il problema non dovrebbe sussistere, e l’ISS non intendeva certo dare un assist al consumo di acque imbottigliate in plastica (di cui l’Italia è il secondo consumatore al mondo dopo l’Arabia Saudita!). Non c’è dubbio che in Italia l’acqua potabile d’acquedotto sia di norma la soluzione più economica, sicura per la salute e la migliore per l’ambiente.
Un rilievo maggiore riguarda il primo consiglio: “lavarsi spesso le mani con acqua e sapone per almeno 20 secondi…”. Il problema sono i rubinetti. Supponiamo che ad es. un ragazzino a scuola o un adulto in una comunità lavorativa siano portatori di un’infezione a trasmissione respiratoria od orofecale. Spesso, almeno prima di andare in mensa, seguono il consiglio delle istituzioni sanitarie e si lavano le mani, a maggior ragione dopo aver soffiato il naso o usato la toilette.
Aprendo il rubinetto, vi depositano i propri germi. Dopo 20 secondi di diligente lavaggio con sapone e risciacquo lo chiudono, riprendendosi i propri germi. Ma soprattutto li lasciano a disposizione di chi vi accede subito dopo, che per paradosso può raccogliere l’infezione proprio attuando una misura “preventiva”.
Questa catena dell’infezione si può interrompere con dispositivi di erogazione d’acqua non manuali, in modo ben più efficace delle “ripetute disinfezioni di oggetti e superfici che possono essere state contaminate” (nello specifico i rubinetti). Alcuni di questi dispositivi, applicati in prima installazione del lavandino, possono risultare anche più economici dei rubinetti… Tali provvedimenti dovrebbero essere doverosi nelle collettività…» (Donzelli A. Quali controlli sugli alimentaristi? Sapere 1979;817:84-89). Dopo 41 anni l’allarme per una possibile epidemia potrebbe essere l’occasione per diffondere questa misura di buon senso, almeno per le nuove installazioni.
Tra l’altro, la presenza nelle scuole di almeno alcuni di questi dispositivi (e di erogatori di sapone al posto delle saponette) sarebbe utile anche per tutelare meglio 
eventuali soggetti immunocompromessi, che potrebbero accedere in sicurezza ai servizi.
Un altro importante miglioramento riguarda il consiglio finale: “È possibile alleviare i sintomi assumendo farmaci per i dolori muscolari, articolari e la febbre”, che non corregge una credenza errata diffusa. Nel ricordare che non esiste un vaccino (per questa come per la stragrande maggioranza delle malattie infettive) e che contro i virus, compreso ovviamente il coronavirus, gli antibiotici non servono e sono di regola dannosi, non si coglie l’occasione per ricordare che
invece la febbre è uno dei più efficaci meccanismi di difesa dell’organismo contro le infezioni!
È una reazione comune a tutti gli uomini e agli animali superiori, che la selezione naturale ha mantenuto nel corso di milioni di anni di evoluzione proprio per il suo valore. Infatti un aumento di temperatura da 37° a 38°C può ridurre la moltiplicazione dei virus di oltre il 90%, e per la maggior parte di loro un ulteriore aumento arresta del tutto la moltiplicazione.
Temperature di oltre 39°C che durino abbastanza a lungo bloccano anche i virus più virulenti
.
La febbre, con poche eccezioni, facilita la guarigione anche nelle infezioni da batteri, perché esalta l’efficienza di tutti i componenti del sistema immunitario.
 Il paziente informato e che riesce a sopportarla senza troppi problemi dovrebbe valorizzare il ruolo difensivo naturale della febbre. In assenza di specifiche prove differenti, non c’è motivo di privarsi del suo aiuto anche per infezioni da coronavirus. Oltretutto la soppressione della febbre con antipiretici/antinfiammatori facilita la trasmissione di comuni infezioni: ad es. vi è chi ha calcolato che 
nell’influenza stagionale gli antipiretici possono aumentare del 5% i casi di malattia e le morti nella popolazione.
Tante altre misure concrete ed efficaci per ridurre la mortalità da infezioni i  non sono valorizzate dalle informazioni correnti.
 Infine, l’occasione può essere utile (alla salute e all’ambiente) per invitare a ridurre i consumi di carne, a partire da quella proveniente da allevamenti intensivi, magari partendo dal sostegno alla campagna in atto in 24 paesi europei per metter fine all’era delle gabbie (End the Cage Age) negli allevamenti animali, che – oltre a sofferenze indicibili – possono creare condizioni favorevoli a epidemie con salti di specie.
Da lettera al Direttore Quotidiano Sanità 27/01/2020
 
Dott. Alberto Donzelli 
Specialista in Igiene e Medicina Preventiva, Comitato scientifico della Fondazione Allineare Sanità e Salute




giovedì 23 gennaio 2020

OMEOPATIA E ANTIBIOTICO RESISTENZA


Il problema dell'antibiotico resistenza (AR), da diverso tempo all'attenzione della classe medica e delle Istituzioni Sanitarie a livello internazionale, ha assunto negli ultimi anni particolare rilevanza: il sistema di sorveglianza Global Antimicrobial Surveillance System (GLASS), allertato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nell'ottobre 2015, segnala un'emergenza crescente di batteri che non rispondono agli antimicrobici utilizzati per debellarli. Alcune esperienze hanno messo in evidenza che l'uso delle Medicine Complementari (MC) nell'ambito di setting terapeutici improntati al modello della Medicina Integrata è in grado di consentire una riduzione di prescrizione di terapia convenzionale e anche di antibiotici, con ricadute positive per il problema dell'antibiotico resistenza: Van der Werf et al. hanno dimostrato come presso i medici di Medicina Generale che nel Regno Unito utilizzano le CAM in associazione alla medicina ufficiale si registra una riduzione del 22% della prescrizione di antibiotici.

domenica 12 gennaio 2020

Vaccinazione contro lo Pneumococco : Infezioni da ceppi emergenti




La vaccinazione antipneumococcica, introdotta in molti paesi da una ventina d’anni, ha portato a una significativa diminuzione dei casi di infezione invasiva da pneumococco (IPD) dovuta ai ceppi contenuti nei vaccini che in successione sono stati somministrati (PCV7, PCV10, PCV13). Peraltro, in diversi paesi d’Europa è stato recentemente segnalato un aumento significativo di casi di infezioni dovuto a ceppi di pneumococco di rimpiazzo( ovvero non presenti nella vaccinazione) emersi dopo le campagne vaccinali (Laghani SN, et al. Lancet Infect Dis 2018;18(4):441-51; Ouldali N, et al. Lancet Infect Dis 2018;18(9):983-91). Tra gli altri studi, una metanalisi appena pubblicata (Koelman DLH, et al. Resurgence of pneumococcal  meningitis in Europe and Northern America. Clin Microbal Infect 2019 Mai 14 (Epub ahead of print) documenta il preoccupante aumento dei casi di meningite pneumococcica dovuti ai ceppi di rimpiazzo emersi, sia in America che in Europa, dopo le campagne vaccinali PCV7, PCV10, PCV13.