lunedì 26 ottobre 2009

GLI ANTIBIOTICI PROTEGGONO DALLE RECIDIVE DI OTITE ?




In uno studio prospettico effettuato in collaborazione con 53 ambulatori di medicina generale olandese sono stati valutati gli effetti a lungo termine dell’antibioticoterapia nell’otite media in età pediatrica. L’osservazione ha coinvolto 240 bambini di età compresa tra sei mesi e due anni affetti da otite media acuta trattati con amoxicillina (40mg/Kg die in tre dosi) oppure con placebo (ovvero nessuna terapia).
L’obbiettivo dello studio, iniziato nel febbraio 1996 e terminato nel 2000, era indagare la frequenza di recidive, ricoveri e interventi chirurgici otorinolaringoiatrici.
I risultati finali hanno mostrato che la frequenza di ricomparsa di otite media acuta era inaspettatamente più alta nei bambini trattati con amoxicillina(63%) che nel gruppo di controllo, mentre non si erano modificati il numero di ricoveri e degli interventi otorinolaringoiatrici.
Da ciò si è dimostrato, per la prima volta, che il ricorso alla terapia antibiotica in caso di otite media nel bambino potrebbe avere a lungo termine un effetto sfavorevole favorendo le ricadute.
La spiegazione di questo fenomeno sembrerebbe da riferire alla comparsa, forse per selezione, di ceppi resistenti o alla compromissione delle difese naturali.
Un motivo in più per ridurre il ricorso agli antibiotici nella terapia dell’otite media acuta in età pediatrica.
(Bezakova N. Damoiseaux R, et al. Recurrence up to 3.5 years after antibiotic treatment of acute otitis media in very young Dutch children: survey of trial participant. Brit Med J 2009:339:b2525)
Elena Bosi, pediatra, Milano

mercoledì 21 ottobre 2009

Evidence based Complementary and Alternative Medecine


Non è facile, per aggiornarsi, muoversi nei meandri della letteratura medica e più che mai nella letteratura relativa alle terapia complementari. Esistono varie riviste dedicate a specifiche discipline, ad esempio Homeopathy, ma sempre più utili a mio parere possono essere quelle riviste che abbracciano l'intero ambito delle CAM selezionando i migliori studi e le migliori evidenze sperimentali. Sotto questo punto di vista ECAM (evidence-based complementary and alternative medecine) rappresenta una delle migliori scelte essendo dotata del più alto impact factor tra le riviste del settore. Tra l'altro il sito della rivista mette online gratuitamente gran parte degli articoli.

Amedeo Galassi

martedì 13 ottobre 2009

Prescrizioni poco appropriate nei bambini


IN ITALIA IL 61% DEI BAMBINI IN UN ANNO RICEVE UN FARMACO

E' quanto emerge da uno studio condotto dall'Istituto Mario Negri sulle terapie prescritte ambulatoriamente nell'anno 2006 a 923.353 bambini sotto i 14 anni in 22ASL.
Tutte le terapie appartenevano alla classe A(rimborsate dal Servizio sanitario nazionale).
Il 61% dei bambini ha ricevuto almeno un farmaco nel 2006, il 78%all'età di tre anni,il 58% tra i 4 e i sette anni e il 43% tra i sette e i tredici anni.
Antibiotici(52%) e antiasmatici(26%) coprivano l'80%delle prescrizioni.
Il farmaco più usato in assoluto era la combinazione di amoxicillina più acido clavulanico(24% della popolazione), seguito dal beclometasone (che era il più prescritto sotto l'anno di età).
Il 32%dei bambini trattati riceveva almeno due farmaci e il 16% tre o più farmaci.

CONCLUSIONE:
In Italia lo studio delle terapie in età pediatrica ha mostrato una maggiore tendenza,rispetto ad altri paesi occidentali, alla prescrizione di farmaci ed in particolare all'uso dell'associazione di amoxicillina più acido clavulanico invece della sola amoxicillina.
Anche gli antiasmatici sembrano piu' usati di quanto ci si attenderebbe dall'incidenza di asma in Italia.

Clavenna A,Berti A, et al. Drug utilisation profile in the Italian paediatric population.
Eur J Pediatr 2009;168:173-80.

Elena Bosi,Pediatra
Milano

mercoledì 7 ottobre 2009

IL PAESE DELLA PANDEMIA


L'influenza H1N1 è ormai il tormentone della stagione autunno, inverno 2009.
Gli allarmismi sono all'ordine del giorno, così come il consiglio di
vaccinare a tappeto dalla gravidanza ai 65 anni e oltre...
Riportiamo un resoconto confortante perchè anche le notizie positive abbiano il loro spazio.




VIRUS A, il paese della pandemia
a scuola colpiti 23 alunni su 44
FIRENZE

Ventitrè bambini malati di nuova influenza su 44.
La prima scuola italiana a fare seriamente i conti con il virus H1N1 si trova nella frazione di un paese in provincia di Arezzo, Ortignano Raggialo.
Durante la settimana che sta finendo oltre la metà dei bambini iscritti alla elementare è rimasta a casa.
La malattia è stata piuttosto blanda, con tre giorni di febbre non alta(37,5-38) dolori e mal di testa, e le autorità scolastiche hanno deciso che non c'era bisogno di chiudere le classi. Così, anche se con meno alunni, le lezioni sono proseguite senza problemi, mentre tutto il paese è stato coinvolto nella gestione della pandemia.
Quando è arrivata la prima segnalazione di caso sospetto, quello di un bambino rientrato da una vacanza, l'ufficio d'igiene della Asl ha contattato famiglie e pediatri.
Sono stati fatti tre tamponi a bambini risultati tutti colpiti dalla Nuova influenza.
“Quegli esami ci sono bastati per dire che tutti i piccoli della scuola erano stati colpiti dallo stesso virus-dice il capo della prevenzione della Asl Gabriella Bidini - Non c'è stato bisogno di altri approfondimenti, si tratta di una scuola piccola in un paese piccolo.
Il virus si sta diffondendo nella nostra provincia, nelle ultime 24 ore ci sono arrivate una quindicina di segnalazioni di casi sospetti dai pediatri della zona di quel paese, il Casentino.
La scuola italiana ad oggi maggiormente colpita dall'H1N1 si trova nella frazione di San Piero in Frassino, 800 abitanti in tutto.
Il sindaco racconta un paese che ha reagito bene alla pandemia”genitori e insegnanti sono stati molto bravi. Si sono informati e non hanno stressato i bambini per l'emergenza, anzi li hanno coinvolti come in un gioco”.
Parole rassicuranti arrivano dal padre di due bambini che si sono ammalati:”Non ci sono stati problemi. E' una banalissima influenza, anzi:meno virulenta di altre. I bambini sono stati a casa e ora tutto è a posto.
L'hanno affrontata benissimo”.


Tratto da La Repubblica, domenica 27 settembre 2009


Elena Bosi, pediatra, Milano

sabato 3 ottobre 2009

Le Società scientifiche e il conflitto di interessi


L’Associazione Medici per l'Ambiente ISDE Italia, affiliata a ISDE - International Society of Doctors for the Environment, nel luglio di questo anno ha organizzato una giornata di studio dal titolo “Cancerogenesi transgenerazionale. Il conflitto d’interessi”.
Trascurando, non certo per mancanza di interesse, il primo tema, mi sembra particolarmente attuale la discussione relativa alla gestione del conflitto di interessi da parte delle Società Scientifiche.
Di particolare significato appare il “Manifesto contro il conflitto” allegato alla brochure dell’evento organizzato dall’ISDE Italia, pubblicato nella sua versione inglese (“Conflicts of interest. How could disclosure of interests work better in medicine, epidemiology and public health?” - Douglas L. Weed. Fonte: Journal of Epidemiology and Community Health 2009;63:601-602) e nella sua traduzione italiana oltre che sul sito dell’Associazione anche su quello di AMICO (http://www.amicomeopatia.it/info/MANIFESTO%20CONTRO%20IL%20CONFLITTO%20D'INTERESSE.PDF) .

"Di fatto" denuncia David Wosfy, docente di medicina dell'Università della California, "il peso dell'industria sull'attività delle società scientifiche è variabile ma sempre molto significativo". E in realtà sappiamo bene quanto l’attività di una Società scientifica sia vincolata dall’esiguità delle risorse disponibili e come peraltro la stessa ricerca scientifica sia condizionata dagli investimenti dell’industria farmaceutica.
Nel manifesto si afferma correttamente che impedire il conflitto di interesse non significa demonizzare ogni forma di rapporto con l'industria, purché rimanga fermo il principio che le società scientifiche hanno il dovere di presentare ai loro soci le migliori prove scientifiche in relazione a trattamenti e procedure. Queste società devono pertanto stabilire preventivamente la loro agenda e le loro priorità e rimanere aderenti a queste, indipendentemente dai richiami delle sirene aziendali.
Invito ad una lettura attenta del manifesto contro il conflitto di interessi in quanto ricco di stimoli che non potranno che essere sviluppati attraverso un opportuno dibattito.

G. Di Leone – Medico - Bari