domenica 29 giugno 2025

BAMBINI AL SOLE


Dermatologi e Pediatri della WHAD&P fanno chiarezza sulla fotoprotezione pediatrica e presentano le Linee di indirizzo per un approccio globale, con gli stili di vita da seguire ei filtri da usare, per garantire efficacia e sicurezza. Che l'esposizione alla luce solare abbia effetti benefici sulla salute di grandi e piccini è un dato di fatto: la produzione della vitamina D da parte della pelle stimolata da raggi UV ne è solo un esempio. Tuttavia, è altrettanto vero che esporsi al sole senza fotoprotezione in orari inappropriati può provocare non pochi danni che, nel caso dei bambini, si ripercuotono anche sulla salute in età adulta. Per questo, la World Health Academy of Dermatology and Pediatrics (WHAD&P), grazie al contributo di un panel di esperti dermatologi e pediatri internazionali, ha deciso di realizzare le
Linee di Indirizzo sulla Fotoprotezione Pediatrica ”, un documento che, sulla base delle più recenti evidenze scientifiche, presenta un approccio globale, con gli stili di vita da seguire ei filtri da usare, per garantire efficacia e sicurezza. La radiazione ultravioletta è responsabile non solo di potenziali danni cutanei acuti, quali l'ustione solare e le fotodermatiti, ma anche e soprattutto di danni a lungo termine, come l'insorgenza di tumori cutanei e il photoaging. Il melanoma cutaneo, in particolare, sembra più facilmente correlato alle esposizioni intense e intermittenti che spesso causano ustioni solari, soprattutto a quelle avvenute nell'età pediatrica. I bambini, infatti, sono più suscettibili sia alle scottature solari, che ai danni a lungo termine, poiché le loro difese naturali sono meno efficienti, la pelle è più sottile e la melanina meno rappresentata.

lunedì 16 giugno 2025

PFAS NEI PRODOTTI AD USO QUOTIDIANO

 


Un'inchiesta condotta da Altroconsumo
, insieme a otto associazioni di consumatori internazionali, ha rivelato che il 30% di 229 prodotti di uso quotidiano contiene PFAS, e il 21% presenta PFAS non conformi con la normativa UE attuale o in vigore dal 2026. Altroconsumo chiede misure urgenti a livello europeo per la tutela dei consumatori. Con il termine PFAS si fa riferimento a circa 10mila sostanze chimiche utilizzate per rendere i prodotti idrorepellenti, antiaderenti, antimacchia. Definiti "inquinanti eterni", perché si accumulano nell'ambiente, sono pericolosi anche per la salute, poiché possono compromettere la fertilità, il sistema immunitario ed endocrino, favorendo disturbi metabolici e aumentare il rischio di tumori . Presenti in imballaggi tramite, utensili da cucina e tessuti, si accumulano nell'organismo acqua, cibo, polvere e contatto diretto. Alcune di queste molecole, come il PFOA ei PFOS, sono state vietate o limitate, a livello internazionale proprio per la loro pericolosità, ma altre continuano ad essere utilizzate. L'analisi ha coinvolto diverse categorie di prodotti, tra cui tessili per cucina, arredamento, articoli per la cura della persona e materiali a contatto con alimenti.

sabato 7 giugno 2025

Cereali a colazione per i bimbi, nutrono davvero?

 

 


Il valore nutrizionale dei cereali per la prima colazione destinati ai più piccoli, è messo in dubbio da un'analisi di 1200 prodotti lanciati sul mercato dal 2010 al 2023 che ha rivelato aumento di grassi, sodio e zuccheri, oltre a una diminuzione di proteine e fibre.  Pubblicata su Jama Network Open, l'analisi è stata diretta da Shuoli Zhao della University of Kentucky. I cereali per bambini contengono alti livelli di zuccheri aggiunti, con una singola porzione che supera il 45% del limite giornaliero raccomandato dall'American Heart Association per i bambini.   Per capire le tendenze nella composizione dei cereali i ricercatori hanno analizzato 1200 cereali per la prima colazione per i bambini.

 È emerso che per molti prodotti a cambiare è stato il packaging, mentre le nuove formulazioni nutrizionali sono state le meno frequenti. Tuttavia si è visto che in media il contenuto totale di grassi per porzione è aumentato del 33,6%, passando da 1,13 grammi nel 2010 a 1,51 nel 2023. Il contenuto di sodio ha evidenziato un aumento del 32,1% durante il periodo di studio (da 156 milligrammi a 206,1). I carboidrati totali hanno mostrato un andamento relativamente stabile passando da 27,32 grammi a 28,45 nel 2023.

martedì 15 aprile 2025

I Probiotici diminuiscono la durata della febbre nei bambini colpiti da infezioni delle alte vie respiratorie

 


Le infezioni delle vie respiratorie superiori (URTI) sono molto diffuse nella popolazione pediatrica e rappresentano circa il 90% delle infezioni respiratorie totali in tutto il mondo; è comune che un bambino abbia da 5 a 8 episodi all'anno, soprattutto nei primi 5 anni di vita. Queste condizioni sono la ragione principale per cui si richiede una consulenza con un medico di base, con un tasso di ricovero ospedaliero superiore all'1%. Le URTI sono scatenate da diversi agenti infettivi, principalmente virus respiratori. I sintomi solitamente raggiungono il picco in 3-5 giorni, si risolvono entro 14 giorni e includono congestione e secrezione nasale, mal di gola, arrossamento o secrezione dagli occhi, tosse, raucedine, irritabilità, diminuzione dell'appetito, disturbi del sonno e febbre. La febbre, in particolare, è una caratteristica comune nei pazienti affetti da URTI, con un impatto sostanziale sul benessere del bambino e sulle attività fisiche e scolastiche. Inoltre, è una potenziale fonte di preoccupazione sia per i medici che per gli operatori sanitari ed è associata a un uso aumentato, e talvolta inappropriato, di antibiotici. Attualmente, non esiste un trattamento di routine basato sull'evidenza per le URTI. L'uso di antipiretici riduce transitoriamente la temperatura corporea ma non ha alcun effetto sulla durata complessiva della febbre. Gli antibiotici sono efficaci solo in un numero limitato di URTI. Negli ultimi decenni, la somministrazione di probiotici è emersa come un nuovo potenziale approccio alla gestione delle malattie infettive.

mercoledì 26 marzo 2025

BASTANO POCHI GIORNI DI CIBO SPAZZATURA…..

 


Una recente pubblicazione su Nature Metabolism ha rivelato qualcosa di sorprendente: bastano appena cinque giorni di alimentazione ipercalorica per alterare il funzionamento del nostro cervello, con effetti che persistono ben oltre il periodo della dieta stessa. Lo studio, condotto su 29 uomini giovani con peso normale, ha dimostrato che una breve abbuffata di cibo spazzatura può modificare il modo in cui il cervello risponde all’insulina, l’ormone chiave nella regolazione dello zucchero nel sangue, anche senza causare un aumento di peso. I ricercatori hanno diviso i partecipanti, tutti maschi di età compresa tra 19 e 27 anni, in due gruppi. Un gruppo di controllo ha mantenuto la propria dieta abituale, mentre un gruppo sperimentale ha consumato 1.500 calorie extra al giorno per cinque giorni, principalmente sotto forma di snack ultra-processati ricchi di zuccheri e grassi.

Per valutare gli effetti sul cervello, gli scienziati hanno utilizzato una combinazione innovativa di tecniche. Hanno somministrato insulina per via intranasale (INI), utilizzato la risonanza magnetica funzionale (fMRI) e misurato il flusso sanguigno cerebrale come indicatore dell’attività neurale. Queste misurazioni sono state effettuate in tre momenti distinti: prima dell’inizio della dieta, subito dopo i cinque giorni di dieta ipercalorica, e una settimana dopo il ritorno all’alimentazione normale. I risultati sono stati sorprendenti: cambiamenti cerebrali senza aumento di peso

domenica 9 marzo 2025

OMEOPATIA IN AGRICOLTURA

 

 


I trattamenti omeopatici in agricoltura stanno suscitando sempre maggiore interesse e attirano investimenti soprattutto in America Latina dove sono condotti gli studi più numerosi. L’interesse è in crescita anche in Europa e in Italia e sta coinvolgendo non solo l’agronomo ma anche l’omeopata medico o veterinario, nonché l’utente omeopatico.

Osservare l’effetto del farmaco omeopatico nel mondo vegetale potrebbe arricchire e consolidare la conoscenza e la dimestichezza con i rimedi omeopatici che sono spesso usati inappropriatamente.

L’uso di una potenza alta (200CH) a scopo preventivo, appare innovativo in quanto gli studi agromeopatici utilizzano in genere potenze in genere basse. Nel 2023 è stato realizzato uno studio pilota in un orto di un medico omeopata di Empoli. Visti i risultati incoraggianti è stato esteso a tre aree agricole nell’estate scorsa. La documentazione di riferimento proviene dalle pubblicazioni degli agronomi Niurka Meneses e Nuria Cuch che a Siviglia durante il congresso della LHMI hanno tenuto un simposio di agromeopatia, e da Radko Tichavsky con le relative indicazioni del Prof. Francesco Di Lorenzo. A differenza del trattamento convenzionale, l’Agromeopatia non solo si propone di curare le patologie delle piante o di eliminare i parassiti, ma si pratica in modo sistemico coinvolgendo tutte le componenti possibili dell’azienda, nell’ottica di una prevenzione primaria. Il suolo, il clima, gli eventi atmosferici, gli insetti, i batteri, i funghi, i virus, gli altri vegetali, gli animali, l’uomo, sono considerati coinvolti e interattivi. In ambito bioagricolo, molte aziende non seguono più l’approccio definibile come antropocentrico, ma quello più coerente sistemico, quale risulta essere quello Agroecologico  sue attitudini come la Biodinamica e l’Agromeopatia.

mercoledì 19 febbraio 2025

Come sentono gli odori i neonati


I neonati al primo mese di vita hanno un cervello già capace di elaborare le informazioni olfattive scatenate dalla percezione di odori piacevoli, come il profumo di fragola, e odori sgradevoli, come quello della benzina. Lo hanno scoperto i ricercatori del National Institute on Drug Abuse statunitense, con uno studio, pubblicato sulla rivista JNeurosci, che accende un faro sulle primissime fasi di sviluppo del senso dell'olfatto. La capacità di percepire gli odori permette di attuare comportamenti adattativi molto importanti, come ad esempio l'alimentazione, ma non è ancora del tutto chiaro come questa abilità si sviluppi nelle primissime fasi della vita. Per colmare tale lacuna, i ricercatori hanno usato la risonanza magnetica funzionale in modo da studiare l'attività cerebrale di neonati al primo mese di vita mentre venivano esposti a odori piacevoli (come il profumo di fragola o banana) oppure sgradevoli (come quello  di sudore o benzina). I dati raccolti dimostrano che gli odori accendono regioni del cervello fortemente legate al senso dell'olfatto così come pure il talamo, una struttura del sistema nervoso centrale che è molto importante per elaborare le informazioni sensoriali in generale.