sabato 29 novembre 2008

Bif-online

Si chiama Bif-online il nuovo sito del Bollettino d’informazione sui farmaci: si tratta di un servizio dell'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) per i professionisti della Sanità che usano il Web per il proprio lavoro.
Questo sito è nato con l’obiettivo di offrire un luogo virtuale per la crescita professionale degli operatori sanitari e per una lettura critica delle informazioni su nuove evidenze di farmaci e strategie terapeutiche.
Il Bif-online vuole offrire, infatti, uno spazio accreditato di approfondimento per una pratica clinica meditata e critica. Semplice nella grafica e facile nella navigazione, raccoglie interviste, commenti, notizie e report dai congressi nazionali e internazionali. Gli iscritti, inoltre, ricevono periodicamente informazioni aggiornate e affidabili tramite la newsletter del sito. Il servizio è gratuito.
Enrica Campanini, medico, Firenze

venerdì 28 novembre 2008

La salute è uguale per tutti

Curare gli indigenti, soprattutto i bambini, è un dovere deontologico per tutti i medici, ma è un imperativo etico per un paese civile.Non cancelliamo con un decreto un diritto costituzionale ….

" Chi di questi ti sembra stato il prossimo di colui che fu ferito dai briganti ?"Quello rispose "chi ha avuto compassione e si è preso cura di lui" ed Egli disse "va e fa anche tu lo stesso" (Vangelo secondo Luca)


I Pediatri di libera scelta aderenti alla FIMP ( Federazione Italiana Medici Pediatri ) operanti nel SSN hanno promosso un appello per tentare di fermare la proposta della Lega di abolire le cure primarie ed essenziali agli immigrati sprovvisti di permesso di soggiorno.
Per firmare, basta cliccare su questo indirizzo

FIRMATE E DIFFONDETE!


Enrica Campanini, medico, Firenze

lunedì 24 novembre 2008

Vaccinazioni pediatriche


E ' stata presentata la seconda edizione del libro “Le vaccinazioni pediatriche”, Edizioni Salus Infirmorum, scritto da Roberto Gava, medico tossicologo e omeopata.
Il tema è quotidianamente alla ribalta.
Se da un lato dobbiamo riconoscere che gravi malattie sono state debellate proprio grazie a queste pratiche, pensiamo alla poliomielite, al vaiolo, alla difterite, al tetano, d'altra parte attualmente si assiste, nelle società industrializzate, ad un fiorire di nuove vaccinazioni di cui la protezione, la durata e gli effetti a lungo termine sono ancora da valutare.
Nel libro si affronta l'argomento in modo molto approfondito e ciò può rappresentare un'opportunità per medici, operatori sanitari e genitori che desiderano un'informazione completa spesso difficile da ottenere.

Elena Bosi pediatra

giovedì 20 novembre 2008

PSICOFARMACI E BAMBINI

“GIU’ LE MANI DAI BAMBINI®”
CAMPAGNA NAZIONALE PER LA DIFESA
DEL DIRITTO ALLA SALUTE DEI BAMBINI
WWW.GIULEMANIDAIBAMBINI.ORG
Primo e più rappresentativo consorzio italiano per la farmacovigilanza in età pediatrica,
è composto da oltre 200 tra enti ed associazioni. Oltre 260.000 addetti ai lavori del settore salute hanno
sottoscritto - direttamente o tramite i propri organismi di rappresentanza - le nostre tesi scientifiche
Comitato “GiùleManidaiBambini®” ONLUS – www.giulemanidaibambini.org
Casella Postale 589 – 10121 Torino Centro
Media Relation: 337/415305 – portavoce@giulemanidaibambini.org - fax: 011/19711233

COMUNICATO STAMPA 15/11/08
CENSURA ALL’INFORMAZIONE AL GASLINI DI GENOVA:
LA MULTINAZIONALE ELI LILLY SUPPORTA UN CONVEGNO
PRO-PSICOFARMACO NELLA STRUTTURA PUBBLICA.
Genova – Si è svolto oggi nell’Aula Magna dell’Ospedale Gaslini di Genova un convegno
organizzato per informare la comunità medico-pediatrica sul delicato tema dei problemi di
comportamento dei minori. Informazione a senso unico – denuncia il comitato nazionale di
farmacovigilanza pediatrica Giù le Mani dai Bambini® – con censura preventiva di ogni
punto di vista distonico rispetto a quello propagandato nel corso del convegno, ovvero
che i problemi di comportamento dei minori sono una malattia e vanno curati – perché no – con
uno psicofarmaco. Il convegno, ancorché ospitato in una struttura pubblica come il
Gaslini, era finanziato dalla Eli Lilly, multinazionale dei farmaco che produce uno dei
redditizi psicofarmaci dei quali si è parlato nel seminario. La direzione dell’Ospedale
Gaslini, che è una struttura nota e seria, dovrebbe interrogarsi circa l’opportunità di
ospitare in futuro un’informazione così a senso unico.
Nonostante la comunità accademica non sia assolutamente concorde circa l’opportunità di somministrare psicofarmaci ai bambini non vi è stata alcuna disponibilità al confronto e alla discussione che è stata malamente impedita.
In particolare il dott. Amnon Cohen, che presiedeva l’evento, ha dato davvero un pessimo
esempio. Luca Toselli, giornalista, era presente tra il pubblico in sala il giorno prima ad un seminario di segno esattamente opposto, organizzato a Savona per riflettere sui rischi di ipermedicalizzaizone dei minori: “A Savona, il Dott. Amnon
Cohen ha preso in mano il microfono sbraitando ad alta voce e zittendo il moderatore che
poneva domande ‘scomode’, poi ha insistito per fare lui le conclusioni dell’evento anche
se non era neppure tra i relatori.. Anche la sua collega Dott. sa Barbara Fulva Bobba, dell’ASL, ha tenuto una relazione non breve a favore della tesi dell’iperattività come malattia. Le tesi ‘pro-farmaco hanno occupato più di metà del convegno savonese, gli organizzatori hanno dato ampia visibilità a queste tesi, sconcerta che invece a Genova non sia accaduto l’opposto, che non si sia minimamente lasciato spazio a chi richiede maggior prudenza ed attenzione”.
A Paolo Bottaro, cameraman inviato dal gruppo “Amici di Beppe Grillo”, che aveva chiesto di
poter riprendere parti del convegno al Gaslini, è stato impedito di usare la telecamera per
non meglio precisati ‘motivi di privacy’. “E’ davvero incommentabile l’atteggiamento del
dott. Cohen e dei Suoi colleghi – dice Luca Poma, giornalista e portavoce del Comitato “Giù
le Mani dai Bambini” - non capisco quale privacy si possa invocare in un evento aperto alla
cittadinanza, ospitato da una struttura pubblica. Il dott. Cohen il giorno prima a Savona aveva
invitato tutti a partecipare, parlando dell’evento del Gaslini come di un evento aperto a chiunque
ed a qualunque sensibilità: non è stato per niente così, tanto che al dott. Cohen è pervenuta
anche una breve ‘lettera aperta’ da leggere ai pediatri presenti per stimolare il dibattito e
rappresentare in qualche modo il punto di vista di quella parte di comunità scientifica che non
ritiene corretto somministrare psicofarmaci ai bambini, ma la lettera è stata censurata dal
tavolo di presidenza e non letta ai presenti. Ma cosa ancor più grave della censura, è che
una struttura pubblica ospiti un evento che tratta di tematiche così delicate finanziato da
una casa farmaceutica che fa il suo business proprio sugli psicofarmaci oggetto di
discussione. Ritengo che le Istituzioni debbano interessarsi all’accaduto: faremo presentare
delle interrogazioni nelle sedi più opportune, se del caso anche in Parlamento, qualora il
Comune non dovesse garantire una risposta adeguata”. Interviene da Roma sull’accaduto
Emilia Costa, 1° Cattedra di Psichiatria dell’Università di Roma “La Sapienza” e Primario
di Psicofarmacologia al Policlinico Umberto I°: “Sono sbigottita per quanto è accaduto oggi
al Gaslini: un convegno a senso unico, senza contraddittorio, con cameraman ai quali
viene impedito di fare il proprio lavoro, persone del pubblico interdette a far domande,
lettere aperte ai convenuti censurate e non lette. Mi pare uno dei peggiori esempi del
provincialismo italiano. Sono stata all’Università di Stanford nella stessa stanza a parlare con
due Premi Nobel: chiunque poteva entrare e farci domande, perché la scienza è a
disposizione di tutti. Gli accademici seri non hanno mai nessun problema a mettersi in
discussione, solo le menti piccole hanno paura del confronto. Forse la scienza che è andata in scena oggi al Gaslini non è al
servizio dei pazienti, ma al servizio di altri interessi”.
Per media relations: 337/415305 – portavoce@giulemanidaibambini.org

Elena Bosi pediatra

martedì 18 novembre 2008

ANTIBIOTICI,SI MA CON CAUTELA


ANTIBIOTICORESISTENZA



Nel settimanale del Ministero del lavoro,salute e politiche sociali compare questa segnalazione su un problema sempre piu' grave legato all'uso inappropriato di farmaci antibiotici.
Ciò ci colpisce particolarmente in quanto sostenitori dell'omeopatia,che, ben prescritta, permette di ottimizzare le terapie convenzionali.

"Lo sviluppo dell’antibioticoresistenza in Italia e in tutti i Paesi europei, legato all’incremento e all’uso inappropriato degli antibiotici, costituisce un problema di particolare rilievo per la tutela della salute dei cittadini tanto da spingere istituzioni internazionali come l’Oms e l'Ecdc a lanciare l’allarme e a indire la Giornata europea per gli antibiotici il 18 novembre". Lo ha detto il Sottogreterario alla Salute Ferruccio Fazio introducendo la presentazione della Campagna “Antibiotici si, ma con cautela” realizzata dall'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e dall'Istituto superiore di sanità (Iss) in accordo con il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali con l’obiettivo di informare i cittadini dell’importanza di ricorrere agli antibiotici solo quando necessario e dietro prescrizione del medico che ne accerti l’effettiva utilità e di non interrompere mai la terapia prima dei tempi indicati dal medico o, comunque, solo dietro sua indicazione.
Al fine di raggiungere la popolazione generale, la Campagna prevede l’utilizzo di diversi strumenti di comunicazione, illustrati dal direttore generale dell'Aifa Guido Rasi, tra cui spazi sulla stampa quotidiana nazionale e locale, su periodici, femminili e testate web. Inoltre i messaggi saranno diffusi anche attraverso spot radiofonici, pubblicità dinamica urbana sugli autobus, spot cinematografici e attraverso il sito web della Campagna. Infine, i cittadini potranno avere risposte a quesiti sull’impiego corretto degli antibiotici attraverso il numero verde AIFA 800-571661.
L’azione di sensibilizzazione della popolazione generale, soprattutto in quelle regioni dove il consumo di antibiotici è più elevato, è necessaria poiché alcuni germi patogeni, come sottolineato dal Presidente dell'Iss Enrico Garaci,  importanti hanno già sviluppato livelli di antibioticoresistenza che arrivano anche al 90% e alcuni ceppi (tra cui il Micobatterio della tubercolosi) sono divenuti resistenti a tutti i 100 antibiotici disponibili tanto che in un futuro prossimo si comincia a temere di non poter disporre più di alcun farmaco per combattere le infezioni. Fattore determinante nello sviluppo dell’antibioticoresistenza è l’incremento dei consumi.
 
Ministerosalute.it - 11 novembre 2008

Elena Bosi pediatra

lunedì 17 novembre 2008

Wham, bam, thank you CAM


Nel mese di settembre 2007 è stato pubblicato sul British Medical Journal (BMJ) un interessante e, direi anche, divertente articolo dal titolo “Wham, bam, thank you CAM” nel quale D. Kamerow analizza, con un certo sconcerto, la diffusione delle CAM negli Stati Uniti e si domanda il perché di questa diffusione.
Continuando nel percorso già intrapreso su questo stesso blog in relazione all’utilizzo di queste medicine in giro per il mondo, l’autore ci consente di scoprire che più di un terzo degli americani dichiarano di avere fatto ricorso ad una CAM nei precedenti 12 mesi, e che il loro utilizzo è in costante aumento. Le principali CAM utilizzate sono i prodotti naturali (supplementi alimentari, medicine a base di erbe, e così via), meditazione, chiropratica e massaggi. I sintomi più frequentemente trattati con le CAM includono quelli muscoloscheletrici, respiratori e psicologici. Segnala Kamerow come si tratti di un florido business, in quanto gli americani spendono ogni anno in queste terapie almeno $ 50bn (€ 36bn), coperti in buona percentuale dal sistema assicurativo sanitario americano. Ciononostante da un terzo alla metà di quella somma è direttamente a carico dei pazienti, rappresentando più di quanto normalmente gli americani paghino per l’ospedalizzazione.
Nonostante ciò, gli americani sono poco disposti a parlare con i propri medici curanti del loro utilizzo delle CAM. Solo dal 30 al 50% dei pazienti, infatti, ne “confessano” l’utilizzo e chiedono consigli ai propri dottori, ritenendola una notizia per loro poco importante. Gli stessi medici curanti, peraltro, raramente si informano se i propri pazienti ne facciano uso e comunque dichiarano che avrebbero necessità di acquisire maggiori informazioni su questi approcci terapeutici.
Kamerow si domanda come mai a fronte di dati così significativi, e a fronte anche degli studi commissionati dalla US Agency for Healthcare Research and Quality e dal UK’s National Institute for Health and Clinical Excellence (NICE) siano ancora così scarse le informazioni disponibili sulla reale efficacia delle CAM. Parte delle risposte a questo quesito è da ricercarsi nell’elevato numero e nell’eterogeneità delle CAM, oltre che nella carenza di studi condotti con criteri scientificamente rigorosi.
Conclude l’autore: “I critici affermano che le CAM non meritino un posto a tavola – che sufficiente tempo sia passato e siano state effettuate abbastanza ricerche per dimostrare se qualcuno di questi approcci sia reale ed efficace. Loro dicono che il fatto che le indiscutibili descrizioni di successi siano poche indica soltanto che questi trattamenti siano placebo e che i loro effetti siano mascherati come medicina. E se ancora così tanta gente le utilizza e sembra ottenerne benefici, rappresenta una vergogna da rifiutare.
Io penso che un razionale approccio sia, in primo luogo, che il medico chieda ai propri pazienti quale trattamento non-tradizionale stia utilizzando, sia per le patologie di cui il medico sia a conoscenza e stia già trattando sia per altre di cui non abbia notizia. Ciò almeno con lo scopo di discutere e ricercare possibili interazioni avverse. In secondo luogo, i medici dovrebbero esaminare onestamente i trattamenti sintomatici complementari con le CAM – per i dolori cronici, le allergie, ecc. – in modo che le loro basi scientifiche possano essere investigate e comprese dai pazienti e dagli stessi medici, se possibile. In terzo luogo, in caso di trattamenti alternativi per patologie gravi o pericolose per la vita come le neoplasie, i medici dovrebbero accertare le evidenze scientifiche relative ai trattamenti e cercare di comprendere le aspettative dei pazienti”.

G. Di Leone – Medico - Bari

giovedì 6 novembre 2008

L’utilizzo delle CAM in gravidanza

Sono ormai frequenti gli studi pubblicati su riviste scientifiche convenzionali che mirano ad esaminare la diffusione dell’utilizzo delle CAM nelle varie branche specialistiche e le ragioni di tale diffusione. Ho in precedenza già segnalato diversi lavori che perseguono questo obiettivo, e ormai con frequenza sempre maggiore gli autori concludono invitando il personale sanitario ad approfondire le conoscenze relative a questi approcci terapeutici.
Ad analoghe conclusioni giunge il lavoro pubblicato in agosto 2008 da Skouteris H. & al. sulla rivista The Australian & New Zealand journal of obstetrics & gynaecology, dal titolo “Use of complementary and alternative medicines by a sample of Australian women during pregnancy” (Qui).
Gli autori partono dalla considerazione che l’utilizzo delle CAM è in costante crescita in Australia, e che le donne sembrano essere maggiormente coinvolte degli uomini. Ponendosi pertanto come obiettivo lo studio dell’utilizzo di queste metodiche terapeutiche durante il periodo della gravidanza (analizzando le CAM più frequentemente utilizzate, i sintomi e/o le patologie che inducono al loro ricorso e la percezione sulla loro efficacia), gli autori hanno valutato i risultati di un questionario autosomministrato in un campione di 320 donne durante la fine del secondo/l’inizio del terzo trimestre di gestazione.
Il 73% delle donne ha dichiarato di avere utilizzato almeno un tipo di terapia complementare durante le prime otto settimane di gravidanza. Circa un terzo delle donne intervistate ha dichiarato di avere fatto ricorso alle CAM per alleviare uno specifico sintomo fisico e il 95,7% di queste ha manifestato un miglioramento dei disturbi. Un quarto delle donne intervistate ha inoltre dichiarato di prevedere il ricorso a una terapia alternativa per la preparazione al parto.
La medicina convenzionale continua ad interrogarsi sulle ragioni che inducono i pazienti a rivolgersi alle CAM, e, in maniera più o meno diretta, raccolgono testimonianze sull’efficacia (o, quanto meno, sulla percezione di efficacia) di queste terapie.
Quando cadranno le ultime barriere e inizieremo a ragionare sulle possibili utili integrazioni dei differenti approcci terapeutici?

G. Di Leone – Medico - Bari

martedì 4 novembre 2008

....L'OMEOPATIA NON E' SOLO UN PLACEBO

E' appena stato pubblicato su La Repubblica on line il seguente articolo che vi segnaliamo:
" Washington, 13:04 : SALUTE: STUDIO, L'OMEOPATIA NON E' SOLO UN PLACEBO. Un duro colpo ai piu' scettici. Due nuovi studi hanno dimostrato che l'omeopatia non e' solo un placebo, a differenza di quanto hanno sostenuto diversi scienziati e, in particolare, uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista "The Lancet". Il dibattito si e' acceso nel 2005 quando la rivista americana ha pubblicato un editoriale dal titolo "La fine dell'omeopatia", sottolineando l'inefficacia di questo tipo di trattamento con trial di confronto con la medicina convenzionale. La notizia ha fatto il giro del mondo, rimbalzando su tutti i media. Le conclusioni dell'editoriale hanno fatto riferimento a sei studi clinici di medicina convenzionale e 8 studi di omeopatia, ma non e' mai stata rivelata l'identita' dei trial. La nuova revisione, pubblicata sulla rivista Journal of Clinical Epidemiology e condotta da un gruppo di ricercatori dell'Universita' di Berna, ha concluso che: tutti i trial di "maggiore qualita'" hanno dato risultati a favore dell'omeopatia; se alcuni trial hanno dimostrato che l'omeopatia funziona in alcuni casi, e in altri non da' alcun risultato, significa che non c'e' effetto placebo; infine ci sono troppi dubbi sulla chiarezza degli studi analizzati. In pratica, ci sono "evidenze deboli di un effetto specifico dei rimedi omeopatici, ma ci sono forti elementi di prova sugli effetti specifici degli interventi convenzionali". Ma, secondo i ricercatori, questo non significa che bisogna interpretare queste conclusioni come "la fine dell'omeopatia" in quanto solo placebo. Al contrario, ma le conclusioni dello studio dimostrerebbero che l'omeopatia funziona, anche se lievemente, in alcuni casi."

domenica 2 novembre 2008

Affezioni respiratorie e medicina integrata


Le infezioni acute delle vie respiratorie colpiscono milioni di persone sia adulte che in età pediatrica e sono un problema sanitario di grande rilevanza soprattutto nella stagione di maggior incidenza.
Tra gli strumenti terapeutici sono da considerare anche le opportunità messe a disposizione dalla medicina integrata a disposizione dei medici e dei farmacisti.
Questi argomenti sono stati affrontati al primo seminario del corso di perfezionamento: “omeopatia e terapie complementari: dal medicinale al malato”, tenutosi a Mestre il 26 ottobre scorso.
I docenti, Enrico Dall’Anese e Alessandro Targhetta, hanno messo in evidenza le opportunità terapeutiche nelle diverse patologie supportate dalla presentazione di casi clinici.
La metodologia didattica e la praticità dei contenuti sono stati molto apprezzati dalla folta platea di farmacisti e medici.
I successivi 3 seminari tratteranno in modo monotematico le affezioni gastroenterologiche, le manifestazione allergiche e le affezioni cutanee.

Helene Calogeropoulou, Farmacista, Milano
Etichetta, Eventi A.M.I.C.O., notizie