giovedì 29 maggio 2008

Valutazione sulla affidabilità di un repertorio

Nuovo repertorio, nuove considerazioni

Rutten Al. Et al.

Commissie methode en validering VHAN( Dutch association of homeopathic physicians –The Netherlands-)

Pubblicato su :Homepathy: the journal of the faculthy of homeopathy

Riportato su PUBMED 2008-JAN-

I criteri per l’inserimento dei medicinali nelle rubriche repertoriali sono poco chiari ed in parte scorretti . Un nuovo repertorio dovrebbe essere basato su criteri chiari ed obiettivi. Una valutazione retrospettiva e prospettica dei medicinali e dei sintomi effettuata dalla “Dutch Committee for Methods and Validation” fornisce un’indicazione sulla validità dei repertori esistenti.

La fiducia nell’esperienza di un esperto è la causa di parte delle lacune dei repertori. Tale esperienza è fortemente influenzata dal caso. Altre cause sono la valutazione assoluta, piuttosto che relativa, dei sintomi e la mancanza di un confronto tra popolazione curata con il medicinale e la restante popolazione. In molti casi è necessaria una migliore definizione dei sintomi. Un protocollo chiaro ed una ricerca prospettica potrebbero permettere di superare molte delle deficienze del repertorio. La statistica fornisce criteri più oggettivi, ma non è stato ancora raggiunto un consenso su come trattare i probabili risultati delle nostre valutazioni.


Questo abstract, di un lavoro scritto da omeopati di lingua olandese, facenti parte di una commissione costituita allo scopo di valutare la validità dei repertori già esistenti, è stato pubblicato su PUBMED nel gennaio 2008. L’articolo non è molto chiaro, ma mi è sembrato interessante proporlo alla vostra attenzione per poter stimolare un dibattito sul nostro blog riguardo l’utilizzo dei repertori e l’affidabilità dei sintomi. Il testo integrale, purtroppo non è accessibile, cosa abbastanza abituale per i lavori pubblicati su riviste omeopatiche e riportate con abstract su PUBMED ( fatto riprovevole giacchè quello che si produce in campo omeopatico dovrebbe essere messo a disposizione almeno di tutti gli addetti ai lavori). La commissione è abbastanza critica sui repertori e ne dà un giudizio complessivamente negativo. La mia considerazione, da omeopata che ha una frequentazione molto limitata dei repertori avendo una formazione pluralista, è che la critica dei repertori è fine a se stessa in quanto essi rispecchiano, in maniera più o meno ordinata, quello che viene riportato sulle materie mediche. Perciò non pensate che quando si scrive di “poca chiarezza, obiettività, di mancanza di confronto, migliore definizione dei sintomi”, non si fa altro che dubitare di quelle materie mediche di cui i repertori sono l’espressione? Ma altri interrogativi vorrei proporvi: quale significato dare da un punto di vista omeopatico al concetto di affidabilità dei sintomi? La distinzione in sintomi tossicologici, patogenetici e clinici può avere un collegamento con l’affidabilità? Vi sono materie mediche che distinguono i sintomi in tossicologici, patogenetici e clinici? Vi è una relazione tra il grado dei sintomi repertoriali e affidabilità?

Mario Dileo

mercoledì 28 maggio 2008

La città che fa dimagrire

"In Italia nel 1980 era obeso 1 bambino su 10. Oggi, invece, i chili di troppo riguardano 1 su 4 e in alcune regioni addirittura 1 su 3. Un dato allarmante, dal momento che la maggior parte di questi piccoli obesi è a rischio diabete. L'attenzione a corretti stili di vita è stata sottolineata dal vicepresidente mondiale dell'International Diabetes Federation, Massimo Massi Benedetti. "Bisogna concentrarsi sui bambini - spiega - per far sì che le nuove generazioni abbiano stili di vita che in prospettiva evitino lo sviluppo del diabete. Ma non solo. Sono necessarie politiche globali di intervento, non solo in campo sanitario, ma anche nella scuola e nell'urbanistica". Infatti non è sufficiente una sola programmazione dietetica ma è necessario un discorso piu’ ampio che coinvolga l’intera popolazioneA sostenere questa tesi è anche Philip James,docente della London School of Hygiene e presidente del comitato internazionale contro l’obesità.Occorre un rimedio più radicale,inventare,anzi,realizzare, un nuovo modello di città (e di società)fatta apposta per dimagrire e tenerci in forma.Città a misura di “piede”,con ampi marciapiedi,molte piste ciclabili,parchi curati,piazze e zone pedonali con servizi,scuole,negozi,supermercati ,facilmente raggiungibili a piedi,in bici,con i mezzi pubblici.La nostra società,sostengono gli esperti è fortemente obesogenica.Non pianifica solo tutto attorno all’automobile,ma alla sedentarietà,alla comodità,allo sforzo fisico minimo o nullo.
Il lavoro oggi è soprattutto sedentario,il tempo libero consiste in gran parte nel guardare la TV o navigare su internet,per i bimbi giocare alla Playstation,ascensori e scale mobili collaborano al moto immobile e tutta una serie di apparecchi domestici che vanno dal telecomando allo spazzolino elettrico,al cellulare in tasca, evitano i più piccoli sforzi.Ecco dove nasce l’idea delle Slim City,riportare il nostro corpo ad una maggiore attività motoria.
Qualcuno ci sta già pensando,ad Oslo,capitale della Norvegia,l’ambiente è strutturato per scoraggiare l’uso dell’auto e incoraggiare le camminate e l’uso della bicicletta,così come in Olanda e Danimarca la pianificazione urbanistica comprende maggiore attività fisica nella vita quotidiana dei suoi abitanti e ciò corrisponde ad un minor tasso di obesità nella popolazione .
(tratto da La Repubblica 19/2/2008)
Elena Bosi, medico, Milano

martedì 27 maggio 2008

UN SERVIZIO SOCIALMENTE UTILE PER IL SOCCORSO ALLA PERSONA

Dalla Protezione Civile giunge un consiglio che può essere molto utile per il soccorso alle persone.

Molto spesso, in occasione di incidenti stradali o altre situazioni di emergenza, i feriti hanno con loro un telefono portatile, ma gli operatori del soccorso non sanno chi contattare tra la lista interminabile dei numeri salvati nella rubrica.

Pertanto è stata lanciata l'idea che ciascuno metta, nella lista dei suoi contatti, sotto l’acronimo internazionale ICE (In Case of Emergency) il numero della persona da chiamare in caso di necessità. Qualora vi fossero più persone da contattare si può utilizzare l’acronimo seguito da un numero ICE1, ICE2, ICE3, etc....

Sarà facile per gli operatori del soccorso (ambulanze, polizia, pompieri) contattare le persone indicate.

L’iniziativa è promossa dai volontari del soccorso di Roma www.rnsroma.it .

Francesco Laganà, Medico, Reggio Calabria

giovedì 22 maggio 2008

...Non solo birra!

Uno studio clinico crossover e in doppio cieco ha indagato la capacità attribuita ai polifenoli (HBP) del luppolo (Humulus lupulus) di sopprimere la ricrescita della placca dentaria in vivo. Studi in vitro avevano infatti segnalato effetti inibitori su streptococchi cariogeni.
Sono stati reclutati 29 volontari maschi sani ai quali è stata rimossa la placca dentaria e che hanno rinunciato a qualsiasi igiene orale per 3 giorni, ad eccezione del risciacquo con un colluttorio contenente 0,1% di HBP o un placebo. I risultati hanno dimostrato che la quantità media di placca valutata tramite PHPs (Patient Hygien Performance score) era significativamente minore nei pazienti che avevano utilizzato il colluttorio contenente HBP rispetto al placebo
(p <0,001).
Enrica Campanini, medico, Firenze

mercoledì 21 maggio 2008

I benefici dell’olio extravergine di oliva

L’olio d'oliva extravergine(EVOO), ad alto contenuto di composti fenolici con proprietà antiossidanti, potrebbe essere in parte responsabile della minore incidenza e mortalità per cancro e malattie cardiovascolari (CVD) nella regione del Mediterraneo. E’ stato eseguito uno studio volto ad indagare il danno ossidativo del DNA in soggetti sani che consumano olio extravergine di oliva caratterizzato da diverse concentrazioni di fenoli naturali. Lo studio (randomizzato cross-over), condotto con un numero ristretto di donne in post-menopausa (10), ha utilizzato olio di oliva extravergine ad alta concentrazione in fenoli (592 mg di fenoli / kg) e a basso concentrazione (147 mg / kg). Le pazienti sono state invitate a sostituire tutti i tipi di grassi e oli abitualmente consumati con olio extravergine di oliva per 8 settimane. Il danno ossidativo del DNA è stato misurato con il Comet essay su linfociti del sangue periferico (il Comet essay è considerato un metodo sensibile e rapido per l'individuazione del danno al DNA che si può verificare in svariate circostanze). Campioni di urina (24 h) sono stati raccolti per misurare l'escrezione dei fenoli presenti nell’olio d'oliva. La media delle quattro misurazioni relative al danno ossidativo del DNA durante il trattamento con olio ad alta concentrazioni in fenoli è stata del 30% inferiore alla media ottenuta con il trattamento che ha utilizzato olio a bassa concentrazione (p = 0,02). L’ escrezione urinaria di idrossitirosolo e del suo metabolita (homovanillyl alcol) sono risultati significativamente aumentati nei soggetti ad alto consumo di EVOO ricco in fenoli. Nonostante la piccola dimensione del campione, il presente studio ha mostrato una riduzione dei danni al DNA con il consumo di un EVOO ricco in fenoli, in particolare idrossitirosolo.
Lo studio è stato condotto presso il Centro per lo Studio e la Prevenzione Oncologica (CSPO) di Firenze (Molecular and Nutritional Epidemiology Unit -Scientific Institute of Tuscany, Florence, Italy.)
Enrica Campanini

lunedì 19 maggio 2008

Piante e ambiente

“Amare e proteggere le piante oggi significa soprattutto tutelare il territorio in cui essi vivono, per permettergli di riprodursi e svilupparsi. Secondo la lista delle 50 piante più a rischio di estinzione nelle isole mediterranee, pubblicata di recente dalla IUCN (Unione Mondiale della Conservazione), l'Italia rischia di perdere la Silene vellutata delle Eolie, la Centaurea gymnocarpa dell'isola di Capraia, nove specie presenti in Sicilia tra cui l'Abete dei Nebrodi, la Zelkova sicula, la Calendula martittima, la Viola di Ucria, cinque specie presenti in Sardegna, l'Aquilegia barbaricina, l'Aquilegia nuragica, Lamyropsis microcephala, la Polygala. L'analisi della IUCN richiama l'attenzione sui danni prodotti dall'agricoltura intensiva, dall'urbanizzazione e dal turismo di massa sugli habitat naturali, ma anche dall'aumento demografico, dal riscaldamento globale e dall'invasione di piante aliene che ha portato all'estinzione o vicino all'estinzione molte specie endemiche. La ricerca presentata dalla IUCN pone l'accento sulla necessità di prediligere la conservazione in situ a programmi di coltivazione e reintroduzione, che spesso sono complicati e dispendiosi. In Italia un esempio di programma di conservazione di una specie vegetale a rischio di estinzione è stato messo in atto dal Ministero dell'Ambiente a tutela delle praterie di Posidonia, una pianta acquatica endemica del Mediterraneo, che si sviluppa in estese praterie sottomarine, produce ossigeno e sostanze organiche, fornisce riparo a numerose specie acquatiche, attenua l'erosione del mare lungo le coste. La Posidonia è minacciata dalla competizione con alghe invasive alloctone, dalla cementificazione delle coste, dall'aumento dell'inquinamento, dalla pesca "a strascico".”
Per ulteriori notizie clicca qui
Enrica Campanini

domenica 18 maggio 2008

CICAP: contro l'Omeopatia


Il CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle affermazione sul Paranormale)
nasce con lodevoli finalità, promuove infatti un'indagine scientifica e critica nei confronti del "cosiddetto" paranormale. Questo parte del suo manifesto:
" E' nato nel 1989 per iniziativa di Piero Angela e di un gruppo di studiosi, tra cui Silvio Garattini, Margherita Hack, Giuliano Toraldo di Francia, Tullio Regge e Aldo Visalberghi, oggi Garanti scientifici del CICAP, e dei premi Nobel Daniel Bovet (oggi scomparso), Rita Levi Montalcini e Carlo Rubbia, da subito membri onorari del Comitato.
Giornali settimanali, radio e televisioni dedicano ampio spazio a presunti fenomeni paranormali, a guaritori, ad astrologi, a pratiche mediche cosiddette alternative, trattando tutto ciò in modo acritico, senza alcun criterio di controllo; anzi cercando, il più delle volte, l'avvenimento sensazionale che permetta di alzare l'indice di vendita o di ascolto. Noi riteniamo che ciò sia profondamente diseducativo e contribuisca non solo a incoraggiare la già diffusa tendenza all'irrazionalità , ma anche a dare credibilità a individui che traggono profitto da questa situazione. Portiamo, dunque, avanti un'opera d'informazione ed educazione rispetto a questi temi, per favorire la diffusione di una cultura e di una mentalità aperta e critica e del metodo razionale e scientifico nell'analisi e nella soluzione di problemi. Sollecitiamo un'attenzione e un impegno particolari verso i nostri obiettivi da parte di scienziati, intellettuali e di tutti coloro che, come gli insegnanti, stimolano e influenzano la vita culturale del Paese."
Poteva mancare con queste premesse uno spazio dedicato all'omeopatia ? E in questo spazio la disamina di articoli scientifici, puntualmente smontati ? Il tutto senza contraddittorio ? Ovviamente no. Vi invito a leggere il link per una idea più completa e soprattutto considerare quanto richiesto all'inizio della pagina cioè la segnalazione di iniziative scientifiche, corsi, analisi critica.

venerdì 16 maggio 2008

Variare i colori di frutta e verdura

Per usufruire dei benefici di frutta e verdura le linee guida per una sana alimentazione italiana e le raccomandazioni del Ministero della Salute consigliano di mantenere un consumo di frutta verdura e ortaggi a livello della “tradizione mediterranea”, quindi di portare i consumi di frutta e verdura ad almeno 5 porzioni al giorno. In ogni alimento vegetale sono presenti uno o più fitocomposti che ne determinano anche la colorazione. Ciò ha permesso alla scienza dell’alimentazione di raggruppare frutta e verdura in 5 gruppi.
1.Bianco (quercetina e composti solforati): aglio, cavolfiore, cipolla, finocchio, funghi, porro, sedano; mela, pera). 2.Verde (carotenoidi e glicosinolati): asparago, agretti, basilico, bietola, broccolo, carciofo, cavolo, cetriolo, cicoria, cime di rapa, indivia, lattuga, prezzemolo, spinaci, zucchine; olive, kiwi. 3.Rosso (antocianine, licopene):anguria, arancia rossa, fragola, ciliegia; barbabietola rossa, pomodoro, rapa rossa. 4.Giallo (flavonoidi e caroteni): albicocca, arancia, kaki, limone, mandarino, melone, nespola, pesca, pompelmo; carota, peperone, zucca . 5.Blu-viola (antocianine e caroteni): frutti di bosco, fico, prugna, uva nera; melanzana, radicchio.
Pellati R., Rassegna: Functional foods:nuove ricerche sulla composizione degli alimenti . M.D., annoXV, numero 15-30 aprile 2008, pp.31-35. L’articolo può essere letto qui.
Enrica Campanini

L'angolo del Pediatra: Vaccinare contro il Papillomavirus


Da qualche settimana l’argomento più gettonato dalle mamme di adolescenti è sicuramente il vaccino contro il Papilloma Virus.

Il tema è tanto interessante e dibattuto che i pareri sono discordanti, senza una reale comprensione dei meccanismi di protezione, della loro durata o dei possibili effetti collaterali.

Consigliamo per approfondire e decidere consapevolmente il libro di recente edizione(Salus Infirmorum)

Gli autori: Dr Roberto Gava,specialista in farmacologia e tossicologia e il Dr .Eugenio Serravalle specialista in pediatria,sono due esperti in materia di vaccinazioni pediatriche.

In esso vengono illustrate le perplessità sul reale rapporto rischio/beneficio di questo vaccino.

Infatti l’infezione da HPV è comune, ma il rischio di sviluppare un carcinoma è eccezionale, richiede decenni e può essere evidenziato precocemente da periodici e innocui Pap-test che in ogni caso devono essere eseguiti anche nei vaccinati, perché il vaccino copre solo contro 2 dei 15 ceppi ad alto rischio tumorale.

Ulteriori dubbi sono legati alla mancanza di informazioni corrette ed esaustive sui reali effetti indesiderati di questa vaccinazione e stanno diventando sempre più numerose le segnalazioni di gravi danni da vaccino.
Non vi sono ancora a tutt’oggi dati precisi sulla durata della protezione e sulla reale capacità di prevenire veramente non le lesioni precancerose ma il carcinoma del collo dell’utero.

Infine non si sa come si modificheranno i numerosi tipi di HPV in risposta allo stimolo vaccinale: gli altri tipi virali non coperti dal vaccino diventeranno ancora più cancerogeni?

Scopo di questa pubblicazione è fornire un’informazione aggiornata sui vantaggi e sui limiti di questa vaccinazione, in modo che ognuno possa trovarsi nella condizione più corretta per esprimere, con un maggior grado di scienza e coscienza, il suo consenso .


Elena Bosi

mercoledì 14 maggio 2008

COSA C'ENTRA L’OMEOPATIA?

Ore 8,00. Sono in macchina nel traffico cittadino e ascolto il radiogiornale di una nota emittente privata a copertura nazionale. Mi colpisce un flash quando lo speaker dice: “Medico omeopata sospende la terapia insulina e la paziente muore”. Lo sviluppo della notizia è molto breve e sintetico e non aggiunge elementi significativi. Rimane il titolo: “MEDICO OMEOPATA SOSPENDE L’INSULINA E LA PAZIENTE MUORE”. Mi fermo e compro il giornale. Emerge qualche ulteriore utile elemento: non si ha certezza che la responsabile di questa insensata sospensione dell’insulina (tale Marjorie Randolph, anziana americana residente a Milano ma con studio anche a Udine) fosse veramente un medico, e comunque nell’ipotesi che la presunta dottoressa avesse tutti i titoli necessari sarà sicuramente compito della magistratura verificare eventuali responsabilità sul piano penale, civile e deontologico. Non scordandomi di rimarcare il dramma vissuto dalla famiglia (e ovviamente dalla diretta interessata) per una giovanissima vita inopinatamente e assurdamente stroncata, riecheggia, fra le tante, una domanda: cosa c'entra l’omeopatia? Qualora le responsabilità fossero realmente accertate, ci troveremmo di fronte a un tragico caso di esercizio abusivo di professione medica o, in alternativa, di malasanità in senso stretto. Che il medico (o presunto tale) fosse “omeopata” incide molto poco nella vicenda. E sottolineo tra l’altro come sembrerebbe che la dottoressa in questione (o presunta tale), nell’interrompere la terapia insulinica abbia prescritto unicamente una terapia a base di vitamine di tipo C ed E ad altissimo dosaggio (omeopatia?).
Come sempre si tende a fare molta confusione sulla cosiddetta “medicina alternativa” e sull’omeopatia in generale, e si va alla ricerca del titolo scandalistico dimenticandosi della vera essenza dei fatti, o “ignorando” ciò di cui si parla.
Confesso di essermi leggermente rasserenato solo dopo avere letto il commento del presidente dell’Ordine dei Medici di Udine, Luigi Conte, pubblicato il 14 maggio su Repubblica: "Se si dovesse accertare che si tratta di un medico, dovrà rispondere in sede civile, penale e deontologico di una mancanza gravissima per la quale saranno adottati provvedimenti severissimi. Nessun medico omeopata si assumerebbe la responsabilità di sottrarre un paziente a un trattamento sperimentato e indispensabile come l'insulina, per sostituirla con una terapia vitaminica".

G. Di Leone

Piante medicinali e dipendenza nicotinica

Questo articoloStudio osservazionale sull'uso di un integratore amino-fitoterapico nella cessazione dell'abitudine tabagica” (Tinghino B et al., Tabaccologia 2003;3:18-22) può rappresentare uno spunto interessante per lo studio e la ricerca. Ecco l’abstract:
Introduzione. Diverse molecole di origine vegetale sono potenzialmente utili per ridurre l'intensità dei sintomi astinenziali correlati alla disassuefazione da fumo o per contrastare gli effetti dannosi che il tabacco esercita sull'organismo. Si tratta di sostanze ad azione indiretta,che da sole non possono essere validate col significato di terapia specifica nella dipendenza nicotinica, ma che possono utilmente intervenire con funzione complementare avendo un effetto ansiolitico, digestivo, antiossidante ed epatoprotettore (Escholtzia californica, Valeriana, Biancospino, Melissa, Camomilla, Passiflora, Tiglio ; Carciofo, Tarassaco, Bardana, Betulla, Cardo Mariano, Genziana; Vite rossa, Rusco)
Materiale e metodi. Le osservazioni qui riferite si riferiscono ad un campione di 80 soggetti, di cui 65 trattati con un integratore amino-fitoterapico e 15 non trattati.
Risultati. Tra il gruppo di soggetti trattati si è osservata una tendenza, non significativa, ad una più alta percentuale di disassuefazione testata ad un mese dalla fine del trattamento (84,6% vs 73,3%), ed in particolare un indice di soddisfazione (autovalutato) elevato per quel che riguarda l'efficacia sul piano ansiolitico (100%), sul tono dell'umore (98%), nonché sul "buon funzionamento" dell'intestino (98%)
Conclusioni. La scarsa numerosità del campione indica tuttavia la necessità di studi più ampi.

Enrica Campanini

lunedì 12 maggio 2008

Effetti di due preparati omeopatici sulla produzione di citochine

Questo abstract di un lavoro pubblicato sul “Journal of alternative and complementary medicine New-York” nel Maggio 2007, è interessante perché valuta l’azione di due preparazioni omeopatiche sulla produzione delle interleuchine, sostanze sulle quali, in campo allopatico, stanno moltiplicandosi lavori e studi clinici. Le interleuchine intervengono nella modulazione dei processi infiammatori sia in senso pro che anti-infiammatorio e gli studi che vengono effettuati riguardano vari sistemi e apparati: dal respiratorio (asma, bpco) al gastrointestinale (rettocolite,m.Chron), dalle malattie autoimmuni (artrite reumatoide etc.), al diabete e all’obesità. Non sono ancora chiari i meccanismi che regolano la produzione di queste sostanze nelle varie malattie e se, attraverso le stesse interleuchine, si possa determinare l’aggravamento di una patologia rispetto ad un’altra (vedi asma e obesità). Questo studio appare estremamente suggestivo in quanto dimostra che i farmaci omeopatici influenzano la produzione di queste sostanze. Peccato non essere riusciti ad accedere al lavoro integrale per conoscere la composizione dei due preparati e capire meglio a quali diluizioni si fa riferimento quando nell’abstract si parla di alte e basse dosi.
INDAGINE SULLA PRODUZIONE DI CITOCHINE IN COLTURE DI LEUCOCITI UMANI A CONTATTO CON DUE PREPARAZIONI OMEOPATICHE IMMUNOMODULANTI. Ramachandran C. et al.Istituto di ricerca, Ospedale dei bambini di Miami, Miami Florida-USA
PRESUPPOSTI: L’efficacia dei farmaci omeopatici per difendere la salute dell’uomo e per curare malattie è stata esaminata in numerosi trials clinici. Tuttavia sono scarsi gli studi preclinici che riguardano gli effetti dei preparati omeopatici sui meccanismi cellulari che vengono attivati da essi.
MATERIALI e METODI: In questo studio sono stati valutati, in colture di leucociti umani normali in vitro, gli effetti di due prodotti omeopatici: “Phase 6” (per la stimolazione del sistema di difesa aspecifica) e “Flu Terminator” (per l’influenza e le infezioni virali) (da Be Well Homepathics Inc. Miami Fl.) , preparati omeopatici messi a punto per lo scopo del lavoro.
RISULTATI: Sia il “Phase 6” che il “Flu Terminator” hanno stimolato la produzione di citochine pro e anti-infiammatorie dai leucociti umani, sebbene le dosi più alte spesso producevano una risposta più debole, rispetto alle dosi più basse. L’utilizzo del solvente (etanolo al 20%) non ha elicitato alcuna sintesi di citochine.
CONCLUSIONI: I risultati dello studio in vitro hanno mostrato che le concentrazioni infinitesimali delle sostanze contenute nei prodotti “Phase 6” e “Flu Terminator” sono capaci di elicitare una risposta immune da parte dei leucociti umani.
La versione originale dell’abstract si può trovare su PUBMED

Mario Dileo e Mara Simone

giovedì 8 maggio 2008

Energia pulita e antiossidanti dai fondi del caffè

Un procedimento innovativo, messo a punto da Roberto Lavecchia e Antonio Zuorro del Dipartimento di Ingegneria Chimica dell'Università di Roma La Sapienza, apre nuove prospettive per lo sfruttamento in senso ecologico dei residui di caffè, un rifiuto organico ad alto impatto ambientale prodotto nelle case e dalle industrie. La valorizzazione di questi sottoprodotti ne potrebbe permettere un impiego favorevole all'ambiente ed economicamente vantaggioso.
I due ricercatori della Sapienza sono riusciti infatti a recuperare oltre il 95 per cento dei polifenoli presenti nella sostanza esausta. Il residuo solido che rimane dopo l’estrazione dei polifenoli si è rivelato inoltre un ottimo materiale per la rimozione dei metalli pesanti, utilizzabile per esempio per depurare acque contaminate da piombo, cadmio o da altre specie metalliche nocive. In alternativa, tenuto conto che il potere calorifico dei residui di estrazione del caffè è molto alto, addirittura superiore a quello del legno di migliore qualità, questo potrebbe essere sfruttato sotto forma di pellets o bricchette per alimentare stufe, caldaie o caminetti. Qui è possibile leggere l’articolo.
Enrica Campanini

mercoledì 7 maggio 2008

L'angolo del Pediatra: quando nascono le bugie ?



Pare proprio che le bugie nascano quando nascono i bambini ,o perlomeno quando il piccolo inizia a comunicare .
Cosi’ sembra secondo gli studi di Vaseudevi Reddy che nel suo libro “How infants know minds “ di recente pubblicazione ,afferma come gia’ all’eta’ di 8- 9 mesi il bambino impari a conquistarsi le attenzioni con strategie comunicative molto raffinate a volte ingannevoli.
L’osservazione di numerosi bambini ha svelato come la comunicazione non verbale serva ad attirare il genitore per avere affetto e cio’ anche attraverso un pianto spesso simulato,anche a poche settimane di vita.
Questi studi concordano con recenti teorie che hanno rivalutato l’intelligenza dei bambini dei primi mesi di vita,gia’ in grado di adattarsi ad ambienti o situazioni difficili.
Il pediatra omeopata si stupisce spesso di come già dai primi giorni ,il lattante abbia un carattere ben determinato espresso dalle sue modalità di alimentazione ,di sonno e dalla ricerca di contatto fisico con la madre .
Che il bimbo sappia essere tiranno o dittatoriale o ingannatore come la piccola Pulsatilla che sa piangere a comando e sorridere con la lacrima ancora sul visino allorche ‘ viene accontentata nella sua sete inesauribile di affetto,forse noi pediatri omeopati possiamo confermarlo ed anche che cio’ avvenga anche molto presto,addirittura nei primi mesi di vita.
Elena Bosi

martedì 6 maggio 2008

ARNICA M.: POSITIVO TRIAL CLINICO A DOPPIO CIECO

Questo è un abstract di un lavoro pubblicato su Archives of facial plastic surgery (pubblicazione ufficiale dell’American Accademy of facial plastic and reconstructive surgery) e riportato su PUB MED. Lo propongo alla vostra attenzione perché ritengo che pochi rimedi omeopatici possano essere sottoposti positivamente al modello di un trial clinico in doppio cieco come è stato fatto con Arnica montana.Azione dell’Arnica montana omeopatizzata sulle ecchimosi in chirurgia plastica faciale: risultati diun trial clinico randomizzato a doppio cieco, versus placebo. Seeley BM et al. Connecticut Facial Plastic Surgery, Farmington, Conn, USA. (Effect of homeopathic Arnica montana on bruising in face-lifts: results of a randomized, double-blind, placebo-controlled clinical trial. Arch Facial Plast Surg. 2006 Jan-Feb;8(1):54-9. 2006 Jan-Feb;8(1):54-9)
Obiettivi: progettare un modello riproducibile, attraverso l’analisi obiettiva dei cambiamenti di colore della cute e applicare questo modello nella valutazione dell’efficacia dell’Arnica m. omeopatizzata come sostanza anti-ecchimotica utilizzabile nel perioperatorio.
Metodi: 29 pazienti sottoposti a lifting faciale (ritidectomia) in centri di cure terziarie sono stati trattati nel periodo perioperatorio con Arnica m. omeopatizzata o con il placebo in doppio cieco. Le fotografie post-operatorie sono state studiate tramite un nuovo modello di computer che analizzava il cambiamento di colore delle ecchimosi post-operatorie e sono state raccolte valutazioni soggettive delle stesse.
Risultati: non sono state notate differenze soggettive tra il gruppo trattato e il gruppo-controllo, sia dai pazienti che dallo staff professionale. Nessuna differenza oggettiva nella gradazione di colore. I pazienti che avevano ricevuto Arnica m. omeopatizzata avevano un’area più piccola di ecchimosi nei giorni post-operatori 1, 5, 7, e 10. Queste differenze erano statisticamente significative (P<0,05)(solo href="http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16415448?ordinalpos=1&itool=EntrezSystem2.PEntrez.Pubmed.Pubmed_ResultsPanel.Pubmed_RVDocSum">PUB MED
Mario Dileo

Il Contesto

Secondo i dati recenti la spesa sanitaria pubblica italiana compresa quella per i “non autosufficenti” raddoppierà entro il 2050.
Si stima un passaggio dal 6,6% al 13% del PIL.
Il trend di crescita è costante.
Il rapporto spesa sanitaria/PIL è passato dal 5,9% del 2000 al 6,6% del 2004.
Il disavanzo della sanità nel 2004 ha per esempio raggiunto i 4 miliardi di euro.
Deficit a parte il nostro sistema sanitario è in genere considerato in buona salute; non siamo peggiorati dal 2000.
Sono molti gli Italiani che si pagano le cure di tasca propria.
A fronte di un SSN che per esempio sempre nel 2004 ha impegnato la stessa percentuale di risorse del 1991, i cittadini sono stati costretti ad una spesa diretta pari a 24 miliardi di euro.
Negli ultimi 14 anni la spesa sanitaria pubblica rispetto al PIL è rimasta pressochè invariata.
Nel 1991 lo stato spendeva il 6,4% del PIL mentre la spesa complessiva era pari al 7,7%.

Massimo Tilli

lunedì 5 maggio 2008

Stravaganti e bizzarri: ortaggi e frutti....

Nelle prestigiose sedi delle Scuderie medicee e del Museo della Natura Morta nella Villa medicea di Poggio a Caiano (Prato) si svolgerà la mostra "Stravaganti e bizzarri: ortaggi e frutti dipinti da Bartolomeo Bimbi per i Medici " (11 maggio - 20 luglio 2008). La mostra presenta al pubblico per la prima volta, dopo i restauri degli ultimi anni, i dipinti di Bartolomeo Bimbi appartenenti alla Sezione Botanica del Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze, provenienti da un importante nucleo di opere destinate dal granduca Cosimo III de’ Medici, tra la fine del Seicento e gli inizi del Settecento, alla Villa (o Casino) della Topaia, luogo di ritiro e di pace agreste nei pressi della villa medicea della Petraia. I dipinti raffigurano ortaggi e frutti eccezionali o stravaganti per dimensioni e forma: zucche, meloni, cavoli, grappoli d’uva, agrumi, tartufi, che ornavano il salone e le altre sale della Topaia dove si trovavano anche i sontuosi campionari dei frutti e degli agrumi prodotti in Toscana che hanno reso celebre il Bimbi e che sono oggi stabilmente visibili nella villa di Poggio a Caiano. Insieme a queste opere saranno esposte anche altri documenti artistici e scientifici che documentano l’interesse di Cosimo III per la botanica, e soprattutto per i frutti bizzarri o mostruosi, e alcune tavole dall'importantissimo Erbario del botanico granducale Pier Antonio Micheli . Sarà inoltre esposta per la prima volta una significativa selezione dalla collezione di modelli in cera di frutti ed ortaggi, risalenti al tardo Settecento, conservata anch’essa nella Sezione Botanica dell’Università di Firenze. Qui è possibile visionare l’articolo di presentazione della mostra.
Enrica Campanini

Farmaci, pazienti, medici di famiglia, specialisti

La sindrome della catena di S. Antonio colpisce il 20% degli over 65 della penisola, costretti a vagare senza pace tra medici e ospedali e a mischiare fino a 10 farmaci contemporaneamente.
Afflitti da dolori persistenti e da pluripatologia cronica, ogni anno gli anziani vittima di questa sindrome bussano in media alla porta di almeno cinque professionisti: il MMG, lo specialista ambulatoriale, il laboratorio di analisi, un altro specialista ospedaliero e ancora il MMG.
Questo comporta una raffica di prescrizioni tanto che il 40% di loro finisce per assumere cinque farmaci nello stesso tempo e il 12% arriva ad un cocktail di 10 prodotti. (Appropriatezza clinica?)
Si è dimostrato che nei paesi sviluppati (Italia) i pazienti ultra 65 enni (pari nel mondo al 15% della popolazione) consumano un terzo di tutte le prescrizioni mediche.
Uno dei nodi critici nelle ASL per quel che riguarda le attività territoriali è riuscire a far aderire al sistema aziendale i medici di medicina generale (MMG), i pediatri di libera scelta (PLS) ed i medici di continuità assistenziale (MCA). Pur essendosi ridotta infatti in maniera sostanziale la distanza tra il mondo della ASL e quello dei medici convenzionati e pur essendo presenti esperienze eccellenti di partecipazione, è ancora a volte difficile, sul piano culturale e operativo, sentirci fino in fondo protagonisti attivi di uno stesso sistema. Se sul piano culturale non si arriva a sentirci fino in fondo protagonisti attivi di uno stesso sistema tutto si riduce ad una sterile contrattazione sul piano economico che non giova a nessuno. C’è da lavorare in questa direzione come tecnici, organizzatori ma anche sul piano politico.

Massimo Tilli

sabato 3 maggio 2008

Placebo, il peso delle diverse componenti


Anche a costo di sembrare eccessivamente autoreferenziale vorrei citare questo interessante lavoro pubblicato nell'ultimo numero del BMJ e da me già segnalato su Doctorbebop alcuni giorni fa. Nello studio si analizzano le tre differenti componenti dell'effetto placebo (osservazione e valutazione dell paziente, terapia placebo, successivo rapporto medico paziente di supporto) in pazienti affetti da sindrome del colon irritabile allo scopo di valutarne il differente impatto terapeutico.
Il gruppo di pazienti è stato trattato con "agopuntura placebo", cioè senza attenzione ai punti trattati e successivamente sono stati studiati due gruppi, uno dei due con maggiore attenzione al rapporto medico paziente nel corso delle sei settimane di trattamento, l'altro mantenendo un rapporto con il paziente più formale.

La conclusione riporta una netta differenza tra i due gruppi, in favore del gruppo trattato dal medico con supporto psicologico maggiore. Gli autori considerano quindi questa parte del processo terapeutico come la più importante.

Amedeo Galassi