domenica 29 maggio 2011

Dimezzare una pillola: elevata percentuale di errore

Il Journal of Advanced Nursing ha pubblicato uno studio effettuato da ricercatori dell’università belga di Ghent secondo i quali il dimezzare una compressa porta ad un’elevata percentuale di errori. Le conseguenze possono essere gravi soprattutto quando si tratta di patologie tipo morbo di Parkinson, malattie cardiovascolari ecc in cui l’esattezza della posologia è fondamentale e la differenza fra dose tossica e dose esatta è minima.
Gli AA hanno convocato cinque volontari ed hanno chiesto loro di dimezzare otto pastiglie di varie dimensioni utilizzando tre metodi diversi: un paio di forbici, un dispositivo professionale ed un coltello da cucina.

mercoledì 25 maggio 2011

Zanzare: guerra all’ultimo sangue

Per gli abitanti in Italia la presenza delle zanzare costituisce solo un fastidioso problema privo di rischi che comunque non va sottovalutato, soprattutto per quegli individui che hanno una cute particolarmente sensibile alle punture d’insetto. Inoltre spesso il prurito è tale da determinare un grattamento irrefrenabile e soprattutto, nei bambini, lesioni tali da provocare,per sovrainfezione, impetigine.
Le zanzare sono glicofaghe ossia si nutrono di nettare e melata. Le femmine,a parte qualche specie, diventano ematofaghe quando necessitano di un maggiore apporto proteico per completare la maturazione delle uova.

domenica 22 maggio 2011

Oms, ogni anno in Ue 25 mila morti da infezioni resistenti a farmaci

Europei sempre più indifesi contro i super batteri. Cresce, infatti, la resistenza delle infezioni agli antibiotici, legata al cattivo uso . Ogni anno nell'Unione europea oltre 25.000 persone muoiono di infezioni batteriche resistenti, la maggior parte delle quali contratte in ospedale. E'  nell'area più vasta dei 53 Paesi della Regione europea dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che comprende 53 Paesi, il numero totale dei decessi è sconosciuto per mancanza di dati, "ma la situazione è verosimilmente più seria".

venerdì 20 maggio 2011

Benefici del Cranberry nella batteriuria

E’ stata attuata una particolare ricerca sull’uso di Cranberry (mirtillo rosso di palude: Vaccinium macrocarpon) su paziemti che erano stati sottoposti a enterocistoplastica successiva a cistectomia.
Da tempo i vantaggi del Cramberry sulle vie urinarie sono stati ampiamenti studiati e documentat.Gli AA di questa ricerca hanno voluto approfondire l’argomento per valutare quanto il mirtillo rosso di palude potesse intervenire diminuendo il numero di infezioni delle vie urinarie su pazienti che avevano subito ileocistoplasica.
Le batteriurie infatti sono fra le complicanze più frequenti dei sopracitati interventi chirugici

lunedì 16 maggio 2011

Broccoli fanno bene ai polmoni


Roma, 15 apr. (Adnkronos Salute) - Broccoli protettivi per i polmoni. Queste verdure, infatti, possono essere di aiuto ai grandi fumatori o in chi soffre di broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco). Lo suggerisce uno studio preclinico, realizzato dall'equipe di Shyam Biswal, dell'università Johns Hopkins (Usa) e pubblicato su Science Translational Medicine. I broccoli, secondo la nuova ricerca, proteggono i polmoni, grazie al sulforafano, la stessa sostanza che ne fa un alimento 'terapeutico' anticancro come già noto da tempo. Questo elemento, infatti, è capace di ripristinare la fagocitosi dei batteri (ovvero la capacità di inglobare nel loro citoplasma particelle estranee e di distruggerle) per i macrofagi degli alveoli polmonari. In questo modo vengono favorite le risposte immunitarie naturali. Gli scienziati americani hanno dimostrato l'azione positiva del sulforafano sia su pazienti affetti da Bpco sia sui topi. Un test clinico di fase 2, sponsorizzato dal National Institutes of Health (NIH), sta ora valutando gli effetti di un'integrazione della sostanza, per via orale, in pazienti con Bpco.
"Quotivadis" info@univadis.it 18/04/2011


Elena Bosi, pediatra Milano

giovedì 12 maggio 2011

Utilizzo di fitoterapici in bambini con ADHD

E’stato condotto,per quattro mesi, uno studio interessante su 120 bambini con Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD).
Si è trattato di un lavoro seguito da ricercatori israeliani che hanno voluto testare l’efficacia di un composto fitoterapico a base di Poeoniae alba, Vithania somnifera, Centenella asiatica, Spirulina platensis, Bacopa monieri, Melissa officinalis e altro nel migliorare attenzione, impulsività e sfera cognitiva in bambini con ADHD.
Lo studio clinico, randomizzato, in doppio cieco controllato verso placebo ha preso in considerazione bambini con nuova diagnosi di ADHD secondo i criteri DSM-IV.
I bambini sono stati assegnati random al trattamento fitoterapico (n80) e a quello di controllo con placebo (n40). Essi sono stati sottoposti, prima e dopo il trattamento,a prova delle variabili di attenzione (TOVA): punteggio complessivo e 4 sottoscale.
I 4 mesi di studio sono stati completati da 73 pazienti nel gruppo di trattamento (91%) e 19 nel gruppo di controllo (48%).
I risultati ottenuti hanno messo in evidenza un miglioramento statisticamente significativo nel gruppo con fitoterapico sia riguardo al punteggio complessivo TOVA sia riguardo alle 4 sottoscale mentre nel gruppo di controllo non è stato evidenziato alcun miglioramento.
Il trattamento con fitoterapici è stato accettato e sopportato senza sintomi collaterali negativi ed ha migliorato il controllo degli impulsi,la sfera cognitiva e l’attenzione. Da questo studio si può sperare in una promettente possibilità terapeutica nei bambini con ADHD.

Katz M et al A coumpound herbal preparation (CHP) in the treatment of children with ADHD. A randomized controlled trial. J Atten Disord 2010, 14: 3, 281-91.

Paola Nannei Viganò, pediatra Milano


lunedì 9 maggio 2011

Potenzialità del magnesio nelle vampate di calore in donne con tumore al seno

E’ stato preso in considerazione da un gruppo di ricercatori (USA) l’utilizzo di magnesio in pazienti con tumore al seno e che presentavano vampate di calore (VdC).
Lo studio, condotto per quattro settimane, ha incluso donne con almeno 14 VdC a settimana (400mg di ossido di magnesio con un massimo di 800mg se necessario). Sono state esaminate 29 pazienti di età media 53,5 anni. Fra esse 8 erano in trattamento con tamoxifene, 9 con inibitori dell’aromatasi e 12 con antidepressivi; 25 hanno completato il trattamento e 17 hanno aumentato il
il dosaggio con magnesio. Dopo il trattamento la frequenza settimanale delle VdC si è ridotta da 52,2 (errore standard-ES-13,7) a 27.7 (ES 5.7), una diminuzione del 41,4% (p=0.002).
E’ stato valutato il punteggio relativo alle VdC (come definito sopra) ed esso è risultato diminuito da 109,8 (ES 40.9) a 47,8 /ES 13,8) con una riduzione del 50.4% (p=0.004).
Fra le 25 pazienti che hanno completato lo studio 14 (56%) hanno presentato una riduzione maggiore del 50% della scala sulle VdC e 19 (765) di oltre il 25%. Inoltre è stata registrata, in generale. una diminuzione sensibile del disagio, della spossatezza e del sudore.
Gli effetti collaterali, considerati lievi, si sono manifestati in due donne, che hanno sospeso il trattamento, una per cefalea l’altra per nausea, mentre altre due hanno presentato diarrea di grado 1.
La compliance è stata ottima e molte pazienti hanno protratto il trattamento anche dopo la fine dello studio.
In conclusione la somministrazione del magnesio è stata ben tollerata e sembra avere avuto risultati positivi in oltre il 50% delle pazienti considerate.

Ricerca realizzata da associati a: Department of Internal Medicine Residency Program, Virginia Commonwealth University Health System, Richmond, VA, USA. Park H e al. A pilot phase II trial of magnesium supplement to reduce menopausal hot flashes in breast cancer patients. Support Care Cancer 2011 (ePub)


Paola Nannei Viganò, pediatra Milano

giovedì 5 maggio 2011

Funghi e gas prime cause intossicazioni bimbi

Roma, 3 mag. (Adnkronos Salute) - Funghi e monossido di carbonio prime cause di intossicazione fra i bimbi italiani. A puntare il dito su queste insidie, ancora sottovalutate, sono gli esperti intervenuti nei giorni scorsi al convegno nazionale 'Ischia pediatria e neonatologia'. All'incontro - organizzato da Giuseppe Parisi direttore della Unità operativa di pediatria dell'ospedale 'Anna Rizzoli' di Lacco Ameno (Napoli) - si è svolta una consensus conference della Società italiana di medicina di emergenza e urgenza in pediatria sulle intossicazioni da monossido di carbonio."Oggi le due principali forme di intossicazioni nel bambino sono provocate da funghi e da monossido di carbonio. Ricordo - ha spiegato il presidente della Società, Ganni Messi, primario dell'Ospedale pediatrico Burlo-Garofolo di Trieste - che le intossicazioni si originano soprattutto dalle cucine, per una fuoriuscita di gas quando il vento, o l'acqua che esce dal contenitore, spegne la fiamma. Altra intossicazione viene dalle stufe a kerosene o dagli scaldabagni"."In media ogni anno si contano 6.000 casi l'anno in tutte le fasce d'età, con 124 morti. E i bimbi, più sono piccoli, più sono a rischio", dice all'Adnkronos Salute Italo Farnetani, pediatra di Milano e autore del libro 'Da 0 a 3 anni' (Mondadori). Questo perché "il metabolismo accelerato dei bimbi moltiplica i danni. Inoltre il monossido di carbonio si stratifica in basso, e dunque il bambino, essendo più piccolo rispetto a un adulto, finisce per respirarlo tutto". Cosa fare allora? "E' bene - raccomanda Farnetani - non sottovalutare i pericoli e tenere d'occhio costantemente le pentole sul fuoco". Quanto ai funghi, "nonostante tutto, le intossicazioni sono ancora molto diffuse nel nostro Paese. Ecco perché - dice il pediatra - suggerirei di non farli mangiare al bambino: non si tratta di un alimento indispensabile per una dieta sana, e dunque in questo caso, nonostante secondo alcune linee guida gli champignon sarebbero consentiti - conclude - privilegerei l'aspetto della sicurezza". Niente porcini raccolti nei boschi, dunque, per il piccolo di casa, "per evitare ogni possibile pericolo".

Mercoledi 4 maggio ’11 "Quotivadis" info@univadis.it

Elena Bosi, pediatra Milano


lunedì 2 maggio 2011

Effetto degli antistaminici sul peso corporeo.

Partendo dall’osservazione epidemiologica che l’obesità sta raggiungendo livelli allarmanti nella popolazione e che vi sono alcuni farmaci che sembrano avere come effetto indesiderato l’aumento di peso, è stato condotto uno studio al Dipartimento di Psichiatria dell’Università statunitense di Yale per valutare se vi sia associazione tra assunzione di antistaminici ed obesità.
Sono stati selezionati 268 soggetti che hanno utilizzato un antistaminico confrontati con una popolazione di controllo di 599 soggetti omogenei per sesso ed età.
Rispetto alla popolazione di controllo si è visto che la prescrizione di antistaminici si associava significativamente a un peso e a un indice di massa corporea maggiori e a valori superiori di insulinemia e di circonferenza vita – fianchi .
L’assunzione di antistaminici aumentava il rischio di prendere peso in entrambi i sessi.
(Ratliff j.Barber J. et al. Association of prescription H1antihistamine use with obesity:results from the National Health and Nutrition Examination Survey: Obesity 2010;18:2398-400 )
Elena Bosi, pediatra Milano