lunedì 28 aprile 2008

...Anche le piante pensano

Secondo recenti ricerche condotte da studiosi di Neurobiologia Vegetale le piante sembrano possedere una qualche forma di intelligenza che consente loro non solo di pensare e comunicare, ma anche di risolvere problemi legati soprattutto alla salvaguardia del loro territorio e alla loro incolumità. Stefano Mancuso, professore di fisiologia delle specie arboree all' Università di Firenze, è responsabile del Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale (Linv), il primo laboratorio al mondo specializzato nello studio dell' "intelligenza verde": merito dei ricercatori del Linv è l’individuazione di una regione dell’apice radicale, chiamata zona di transizione, che sembra possedere tutti i requisiti per essere considerata una zona simil-neurale. In questa intervista il prof. Stefano Mancuso sottolinea come tali studi possano avere varie applicazioni pratiche : “ Dalla comprensione su come funzionano veramente le piante a ricadute in campi apparentemente distanti come, per esempio, nella robotica con la costruzione dei primi robot ispirati al mondo vegetale, i cosiddetti “plantoidi” su cui stiamo lavorando. Ma il risultato più importante sarebbe far crescere nelle persone la consapevolezza che le piante sono esseri viventi estremamente complessi da cui dipende la vita sulla Terra. Si stima che noi conosciamo soltanto il 5-10 % delle specie vegetali presenti sul pianeta e da queste traiamo il 95% di tutti i principi medicinali utilizzati dall’uomo. Ogni anno migliaia di specie di cui non sappiamo assolutamente nulla si estinguono, portando con se chissà quali regali per l’umanità che non conosceremo mai. Spesso paragono il mondo delle piante a un enorme regalo fatto all’uomo, che noi gettiamo via senza nemmeno averlo scartato. Ecco, forse sapere che le piante ragionano, sentono, comunicano potrà farcele sentire più vicine e magari proteggerle con più efficacia”.
Per chi volesse approfondire l’argomento si suggerisce la lettura del libro “Communication in Plants– Neural aspects of plant life” (Baluska, Mancuso e Volkmann, ed.Springer 2006)
Enrica Campanini

sabato 26 aprile 2008

Uso delle Medicine non convenzionali nei bambini con diabete di tipo 1 in Germania


Questo abstract di un lavoro pubblicato su PEDIATRIC DIABETES il 5/3/2008 e riportato su PUBMED, realizzato in 4 centri di cura per il diabete di tipo 1 in Germania, evidenzia, da un punto di vista epidemiologico, la prevalenza, l’efficacia, le motivazioni ed altri parametri, sull’uso di terapie non convenzionali in pazienti difficili come sono i bambini affetti da questa patologia.


USO DELLE MEDICINE COMPLEMENTARI ED ALTERNATIVE (CAM) NEI BAMBINI CON DIABETE MELLITO TIPO 1: PREVALENZA, MODALITA’ D’USO E COSTI.

Dannemann k. et al…

Ospedale per bambini e adolescenti dell’università di Lipsia –Germania-

PRESUPPOSTI: L’uso di medicine complementari ed alternative (CAM) è andato aumentando negli adulti e nei bambini. Gli studi sulle CAM nel diabete hanno riguardato essenzialmente la popolazione adulta, mentre nei bambini con diabete di tipo 1 l’uso delle CAM non è stato ben studiato.

OBIETTIVI: Questo studio evidenzia la prevalenza, le motivazioni dei genitori, l’efficacia rilevata, i costi e l’informazione sull’uso delle CAM. Inoltre sono state indagate le variabili associate all’uso delle CAM relativamente al soggetto prescrittore (care-giver).

METODI: Un questionario anonimo da compilarsi autonomamente è stato somministrato ai genitori dei bambini affetti da diabete tipo1 in 4 centri di cura per il diabete pediatrico in Germania ( Lipsia, Berlino, Stoccarda, Bonn.)

RISULTATI: 228 (65,9%) su 346 famiglie hanno completato l’indagine. L’età media dei pazienti diabetici era 11,9 +/- 3,8 anni . 42 (18,4%) hanno utilizzato una o più tipi di CAM; le più frequenti sono state l’omeopatia (14,5%), vitamine e minerali (13,7%), modificazioni dietetiche (12,9%), aloe vera (7,3%), cinnamono (5,6%). Gli utenti di CAM avevano un reddito familiare significativamente più alto ed un grado di istruzione elevata (P<0,05)>

CONCLUSIONI: L’uso delle CAM nei bambini con diabete di tipo1 è meno comune di quello documentato per gli adulti. I genitori che fanno uso delle CAM non mettono in discussione la necessità dell’uso dell’insulina. Laddove le CAM vengono utilizzate, il miglioramento dello stato di salute e della qualità di vita sono le motivazioni più importanti per l’uso di queste terapie.


Il testo originale in inglese è possibile trovarlo su PUBMED.

Mario Dileo.

giovedì 24 aprile 2008

Derivati di Artemisia Annua nel trattamento della malaria da P.Falciparum

Questo articolo, gratuitamente disponibile online sul sito del NEJM, puntualizza, conl'ausilio di un caso clinico lo stato dell'arte sull'uso dei derivati dell'Artemisia nel trattamento della Malaria da P.falciparum.
I derivati dell'Artemisia, utilizzati nella Medicina tradizionale cinese come trattamento della malaria sono i più importante dei nuovi farmaci antimalarici. Al momento le raccomandazioni degli organismi internazionali già consigliano l'uso di questi farmaci nel trattamento della malattia (non complicata) spesso però in associazione con la Meflochina per evitare recrudescenze legate alla rapidià di azione dell'artemisia e della sua breve emivita.
Molto interessante, anche se specialistico, questo report del WHO sull'uso dell'Artemisina nella Malaria in gravidanza.

mercoledì 23 aprile 2008

L’efficacia delle campagne di screening

Ancora sul tema dell’attendibilità dei dati sui quali si fonda il paradigma della moderna medicina e del raffronto della Medicina Basata sulle Evidenze con la medicina omeopatica (per definizione in grossa difficoltà quando è chiamata a “dimostrare” secondo i canoni della scientificità la propria efficacia).
Invito alla lettura di un interessante saggio (“L’amara medicina” di Roberto Volpi, Edizioni Mondadori Febbraio 2008) nel quale l’autore, ben lungi dal formulare ipotesi o valutazioni sulla medicina omeopatica, analizza a fondo i temi della medicina preventiva, con particolare riferimento alle grandi campagne di screening. Sono veramente efficaci le dispendiose campagne preventive messe in atto dal Servizio Sanitario Nazionale?
L’attenta analisi di Volpi evidenzia come nonostante più della metà degli accertamenti diagnostici e delle visite siano effettuati su persone del tutto sane, la speranza di vita degli italiani sia cresciuta molto di più quando la sanità preventiva non esisteva.
Ciononostante, il sistema sanitario pubblico continua ad investire ingenti risorse in queste campagne e il mondo scientifico a supportarle con interventi talvolta non strettamente attinenti ai canoni della scientificità, dell’efficacia e della trasparenza.
Nel rimarcare come queste valutazioni non possano essere interpretate come rappresentative della totalità delle campagne preventive (che anzi in molti casi hanno ampiamente mostrato la propria efficacia), rimane la perplessità sulla facilità con la quale alle volte sia possibile ottenere la validazione scientifica e il via libero politico su iniziative scarsamente supportate da prove di efficacia.
Analoga apertura non è riscontrabile (e aggiungerei “per fortuna”) nei confronti delle pratiche mediche “non convenzionali” (tra le quali l’omeopatia) per le quali si esige opportunamente il massimo rigore scientifico.
A fronte però della difficoltà intrinseca nel metodo omeopatico di standardizzarsi sui comuni criteri di scientificità, potrebbe essere opportuno chiedersi se non esista la possibilità di contemplare ulteriori differenti vie di validazione. Tutto comunque e sempre ricercando il massimo rigore scientifico.

G. Di Leone

martedì 22 aprile 2008

Il sito internet dell'Omeopatia Universitaria Francese

Per chi ama navigare in internet segnalo il sito web dell’Omeopatia Universitaria Francese (Homéopathie Universitaire Française). In questo sito viene proposta “la scoperta dell’omeopatia, la sua storia, i suoi concetti, le realtà scientifiche, economiche e sociali, i reperi concernenti la ricerca fondamentale o clinica, i siti di informazione.” Sono segnalate le sedi universitarie francesi dove l’omeopatia viene insegnata (Besancon, Bobigny, Bordeaux, Lille, Limoges, Lyon, Marseille, Poitiers, ma anche, sempre a livello universitario, Partenaires esteri ). Vengono segnalati i link di varie associazioni culturali, fra le quali l'ANHFM (Association Nationale pour le développement de la recherche et de l'enseignement de l'Homéopathie en Faculté de Médecine) e il Collège Français d'Homéopathie (CFH ). E’ possibile inoltre conoscere il calendario di numerose iniziative formative e tanto altro ancora.

Enrica Campanini

lunedì 21 aprile 2008

Los Quinchos

Il Progetto Los Quinchos, fondato nel 1991 in Nicaragua dall'italiana Zelinda Roccia,accoglie bambini e bambine abbandonati e maltrattati. È sostenuto dai Comitati italiani dell’Adda, di Bolzano, Brescia, Cagliari, Firenze e Trento. Il Nicaragua, Paese tra i più poveri del Centroamerica, con gli indici più alti di natalità e mortalità, ha circa 5 milioni di abitanti. Più della metà è costituita da minori di 18 anni e sono 350.000 i bambini di strada, prevalentemente concentrati a Managua. Il loro numero è in continuo incremento. Fuggiti da situazioni di estrema povertà e violenza, i bambini di strada sono sempre affamati, non frequentano la scuola e non hanno mai avuto affetto né giocattoli. Provenienti da tutto il Paese fino ai mercati della capitale, Managua, sopravvivono svolgendo i lavori più pesanti, lustrando scarpe, lavando auto, vendendo acqua. Sottoposti a violenze e spesso a torture, riuniti in piccole bande aggressive e contrapposte, trascorrono la notte sotto i banchi o per terra, inalano vapori di colla e altre micidiali droghe e usano anche il coltello o il bastone per difendersi ed assalire. L’Asociación Los Quinchos è una struttura articolata e dinamica, diretta da Zelinda Roccia, che si avvale dell’opera di circa quaranta tra educatori ed educatrici, psicologi, maestri artigiani, assistenti, amministrativi, tutti nicaraguensi. Si può sostenere l’Asociación con contributi di qualsiasi entità ai Comitati italiani, impegnati con i propri volontari a diffondere la conoscenza del Progetto e nella diffusione della cultura della Pace e della Solidarietà tra i popoli. Adottando a distanza un bambino, si riceverà la sua fotografia e sue notizie almeno una volta l’anno. Gli si potrà scrivere e inviare piccoli doni molto attesi e graditi, contribuendo con affetto alla sua educazione, offrendo così anche un sostegno continuativo ed efficace ai Progetti.

Enrica Campanini

sabato 19 aprile 2008

REAZIONI AVVERSE AI PRODOTTI MEDICINALI NATURALI IN ITALIA

Vorrei porre all’attenzione di tutti voi questo abstract di un lavoro pubblicato su “Pharmacoepidemiology drug safety” del 10/3/2008 e riportato su Pub Med.
Questo studio è stato estrapolato su dati di reazioni avverse denunciate dall’Aprile del 2002 al Marzo del 2007 provocate da farmaci “naturali”. Sono cinque anni di rilevazioni!!. Le denunce sono state in Italia in totale 233!! Pochine, mi sembra. Vi invito però a leggere con attenzione le conclusioni del lavoro….. in attesa di vostre riflessioni.

SORVEGLIANZA SULLE SOSPETTE REAZIONI AVVERSE AI PRODOTTI MEDICINALI NATURALI IN ITALIA – Mennitti-Ippolito F., Mazzanti G., Santuccio C., Moro P., Calapai G., Firenzuoli F., Valeri A., Raschetti R.
Centro Nazionale di Epidemiologia Istituto Nazionale di Sanità, Roma -ITALIA-

Obiettivo: I prodotti medicinali naturali sono pubblicizzati come farmaci ugualmente o più efficaci dei farmaci convenzionali e meno tossici di questi. Tuttavia è noto che alcuni medicinali naturali, in particolare alcuni fitoterapici, presentano reazioni avverse. Il sistema italiano di farmacovigilanza, responsabile dell’agenzia italiana dei farmaci, raccoglie le denunce spontanee solo per i farmaci registrati. La consapevolezza della necessità di una sorveglianza sulla sicurezza dei prodotti medicinali naturali ha fatto sì che si realizzasse in Italia un sistema di registrazione delle sospette reazioni avverse. Tale sistema è stato realizzato dall’ Istituto Nazionale di Sanità.
Metodi: Un modulo ad hoc per la denuncia può essere scaricato da diversi siti web istituzionali. Le denunce spontanee di sospette reazioni avverse sono inviate all’ Istituto Nazionale di Sanità e sono valutate da un gruppo multidisciplinare di esperti.
Risultati: Da Aprile del 2002 a Marzo del 2007 sono state raccolte 233 denunce spontanee di sospette reazioni avverse ai prodotti medicinali naturali. La gran parte di sospette reazioni avverse erano gravi; l’ospedalizzazione è stata necessaria nel 35% dei casi; nel 6% sono state riferite reazioni avverse con pericolo di vita e sono stati registrati 2 eventi fatali. Circa il 50% delle reazioni avverse riguardavano l’apparato gastrointestinale, la cute o il sistema nervoso. In larga parte erano coinvolti i fitoterapici. 21 denunce erano associate all’assunzione di 27 preparati omeopatici, nella maggior parte dei casi prodotti omeopatici complessi. 14 denunce riguardavano sospette reazioni a prodotti contenenti Propoli.
Conclusioni: La sicurezza e l’efficacia delle medicine naturali non sono state studiate in maniera approfondita. E’ importante migliorare la comunicazione con il pubblico per ciò che concerne la sicurezza. L’incoraggiamento delle denunce spontanee può contribuire a migliorare la consapevolezza del personale sanitario e dei pazienti circa il rapporto danno/beneficio di questi rimedi.

Il lavoro in originale in inglese si può trovare su Pub Med.
Mario Dileo.

venerdì 18 aprile 2008

Conoscere e usare PubMed

La più importante e nota fonte di ricerca bibliografica in campo biomedico è PubMed che rappresenta sicuramente lo strumento necessario ed indispensabile per la ricerca di letteratura scientifica. È una interfaccia web sviluppata dalla National Library of Medicine (USA) che permette all'utente di utilizzare (con libero accesso) un vero e proprio sistema di ricerca bibliografica specializzato, ampio ed esaustivo. Uno dei principali pericoli della ricerca on line è rappresentato, però, dall’overload dell’informazione, e cioè la pletora di dati che questo tipo di ricerca ci mette a disposizione. Se i quesiti che ci interessano non vengono formulati correttamente, le risposte saranno così tante da essere di fatto male utilizzabili. Un quesito troppo generico comporta, inoltre, che le informazioni ottenute oltre che numerose siano altrettanto generiche: articoli importantissimi si mescoleranno così a “pubblicazioni zavorra” e la selezione può risultare molto ardua. Il libro "Conoscere e usare PubMed"(1), pubblicato da Salvatore Corrao (Professore Associato, Dirigente Medico, Responsabile del Laboratorio di Epidemiologia Clinica, Biostatistica e Gestione della Conoscenza, Dipartimento Biomedico di Medicina Interna e Specialistica, Università degli Studi di Palermo), illustra con un linguaggio semplice come utilizzare al meglio PubMed oltre che spiegare e suggerire manovre operative. Il libro si presenta in tre capitoli: L‘universo dell’informazione medica; PubMed:nozioni di base; PubMed: utilizzo avanzato. La "evidence based medicine" ci ha insegnato quanto sia importante considerare l'affidabilità della fonte e il rigore metodologico intrinseco all'informazione scientifica che leggiamo. Saper usare correttamente PubMed rappresenta sicuramente il modo migliore per "accedere nell'archivio di internet dell'informazione biomedica e percorrerne le stringhe di ricerca senza rischi di sviamenti e distorsioni" (S.Soriani,2008).
(1)Corrao S., Conoscere e usare PubMed, Pensiero Scientifico Editore, Roma, 2007

Enrica Campanini

L'angolo del Pediatra: Autismo in aumento, nel mondo colpito 1 bimbo ogni 160


Sono in costante aumento i casi di autismo nel mondo: oggi infatti un bambino su 160 soffre di Disturbo generalizzato dello sviluppo con una incidenza maggiore in Giappone. Ma il problema fa sentire il suo peso anche in Italia, tanto che molte famiglie colpite dalla malattia finiscono col disgregarsi. Questo il quadro, tutt'altro che roseo, delineato a Roma durante la presentazione del progetto 'Aut non out - Ci sono anch'io', voluto dall'associazione 'Habitat per l'autismo' in collaborazione con il Comune di Roma.

Le statistiche di molti studi americani dimostrano che nel prossimo decennio l'autismo e i disturbi pervasivi dello sviluppo diventeranno un'emergenza sociale ed economica di prim’ordine. Circa l'80% delle persone con questo disturbo presenta anche una condizione di ritardo mentale, e almeno il 50% non sviluppa alcuna forma di linguaggio. Spesso sono correlate altre patologie, come l'epilessia. Il problema riguarda da vicino anche l'Italia, basti pensare che solo a Roma e provincia è stimata la presenza di circa 8.400 piccoli con autismo”

La malattia ,di cui non si conosce l’origine è caratterizzata da un progressivo isolamento del bambino fino ad una totale perdita di contatto con la realtà.

Sappiamo però che questo problema era molto raro prima degli anni 80,ed è stato messo, da alcuni ricercatori, in relazione con alcune pratiche vaccinali ,in particolare il vaccino antimorbillo (soprattutto se associato a vaccino antiparotite e antirosolia.(Madsen K.M.:New Engl J Med 2002; Goldman G.S.: J.Am.Phys.Surg.2004).

E’ molto probabile che in realtà la malattia sia di origine multifattoriale ed il vaccino possa essere uno dei fattori scatenanti .(in Italia il vaccino antimorbillo parotite rosolia è consigliato a tutti i bambini di 12-13 mesi, anche nella stessa seduta della vaccinazione esavalente, e dopo cinque anni, in occasione del richiamo del vaccino trivalente difterite-tetano-pertosse).

Elena Bosi

martedì 15 aprile 2008

Linee guida per una sana alimentazione italiana

Negli ultimi decenni Istituzioni pubbliche e Organismi scientifici hanno dato vita, nei principali Paesi del mondo, a Linee guida o Direttive alimentari. E nella stessa direzione si sono mosse le principali Agenzie internazionali che si occupano di alimentazione e salute. In Italia, fin dal 1986 INRAN - Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione si è fatto carico di tale iniziativa e, con la collaborazione di numerosi rappresentanti della comunità scientifica nazionale, ha predisposto e successivamente diffuso le prime “Linee guida per una sana alimentazione italiana”. Il motivo per il quale le Linee guida vengono compilate e diffuse in milioni di copie è proprio quello di fornire al consumatore una serie di semplici informazioni e indicazioni per mangiare meglio e con gusto, nel rispetto delle tradizioni alimentari del nostro Paese, proteggendo contemporaneamente la propria salute. Qui è possibile scaricare le Linee guida.
Enrica Campanini

Medicina di iniziativa e Medicina di attesa

Il Prof. Gavino Maciocco del Dipartimento di Sanità Pubblica dell'Università degli Studi di Firenze affronta il tema della medicina di iniziativa contrapposta alla medicina di attesa nella pubblicazione "Dal paradigma dell'attesa a quello dell'iniziativa. La strada per costruire il secondo pilastro della sanità"(Ann. Ig. 2007; 19: 551-557). Di seguito il summary del lavoro.
"Il paradigma dell'attesa è quello tipico delle malattie acute: attesa di un evento su cui intervenire, su cui mobilitarsi per risolvere il problema. L'attesa è il paradigma classico del modello bio-medico di sanità, quello su cui da sempre si fonda la formazione universitaria, e non deve stupire che sia il paradigma dominante anche nell'ambito della medicina territoriale e delle cure primarie. La medicina di iniziativa è quella che meglio si adatta alla gestione delle cure primarie in generale e delle malattie croniche in particolare (comprese le malattie mentali e l'assistenza ai soggetti tossicodipendenti), dove l'assistenza è per la gran parte "estensiva" e caratterizzata dalla presa in carico a lungo termine, dove il valore aggiunto dei processi di cura è rappresentato dalla capacità di presidiare la continuità delle cure e dalla qualità delle relazioni che si stabiliscono tra servizio e utenti, tra terapeuta e paziente. Un quadro delle esperienze internazionali."

Massimo Tilli

lunedì 14 aprile 2008

Lessico pratico omiopatico del dottor Biagio Tripi(1850)

Scrive A.Lodispoto che il dottor Biagio Tripi fu “Presidente dell’Accademia Omiopatica di Palermo. Segretario perpetuo della Commissione Centrale di Vaccinazione di Sicilia. Primo medico de’ catarrosi nell’Ospedale Militare di Palermo, Medico istruttore degli allievi omeopatici. Fu iniziato all’omeopatia dal Mure il quale dice che Tripi prestava servizio al Dispensario Omeopatico a Palermo per sei ore al giorno. Nel 1850 soggiornò a Parigi e studiò le diversità tra piante officinali coltivate e piante officinali non coltivate, per uso omeopatico, e ne fece una vasta raccolta che portò con sè in Italia [....]. Nell’elenco del Pompili del 1864 figura già defunto.”(1)
Il dottor Tripi pubblicò: Lessico pratico omiopatico, Palermo 1850; Statistica dei militari attaccati dal cholera in Palermo nell'anno 1854, e trattati omiopaticamente, Palermo 1854; Corso degli studj omiopatici, Palermo 1854. Il volumetto Lessico pratico omiopatico è composto da tre parti: parte prima, Farmaco-dinamia omiopatica ; parte seconda, Colpo d’occhio patogenetico; parte terza, Indicazioni cliniche. Ecco un breve stralcio tratto dal libro che può essere integralmente consultato in questo link .
Pulsatilla nigricans.- Hahenemann non fu l’ultimo fra i medici tutti, allopatici ed omiopatici, a fare rilevare gli effetti medicinali di questa tenue pianta. Sono piene di fatti strepitosi le pagine dei Giornali omiopatici. La pulsatilla si può dire il rimedio per eccellenza delle malattie delle donne; sembra avere molta affinità con l’utero e con tutti gli organi che vi hanno strettissimo rapporto. La irregolarità, o la sopressione dei mestrui, i disturbi durante la gravidanza, le convulsioni, l’isteria, i dolori di testa, delle mole, il vomito, l’aborto, l’emorragia, i tumori delle mammelle, l’allattamento non regolare, ec., sono appunto quegli incomodi in cui a meraviglia ha sempre corrisposto pulsatilla.[...] Checchè ne sia, egli certo, dietro gli insegnamenti di Hahenemann, che questa sostanza è uno dei grandi rimedi non solo per attaccare gli accidenti che soprattutto vessano il sesso femminile, ma serva ancora a prevenire tutte le conseguenze che avranno luogo dopo essersi bagnati i piedi, dopo una mortificazione o uno spavento, dopo un lauto pranzo di carne porcina, o abuso divino. La pulsatilla poi attacca una buona parte di malattie che aggravano la sera, o la notte [...]”
(1) Lodispoto A.., Storia dell’omeopatia in Italia, Edizioni Mediterranee, Roma

Enrica Campanini

domenica 13 aprile 2008

Le cinquantamillesimali (LM)

"Durante la sua vita Hahnneman aveva sviluppato una tecnica medica mirante
ad una cura più rapida, dolce, sicura e durevole senza essere nociva per il
paziente..."
Un prezioso studio che coniuga elementi storici,tecniche di preparazione,
note posologiche e terapeutiche, allo scopo di chiarire una fra le più
misconosciute problematiche omeopatiche: le cinquantamillesimali(LM).
Marino Pascalicchio in questo lavoro riesce a chiarire e a stimolarci
all'uso delle LM con la sua solita precisione e competenza.
Qui il link.
Dott. Mario Dileo

sabato 12 aprile 2008

Consenso Informato

Il problema medico legale del consenso informato per quanto riguarda la pratica delle medicine non convenzionali è molto sentito dalla classe medica e di impatto mediatico rilevante.Secondo gli esperti di medicina legale, bioetica, deontologia ecc. anche per il medico che pratica l’omeopatia o altra medicina non convenzionale tutto quanto attiene al consenso informato è da ricondurre alla generalità dell’atto medico. Credo possa giovare richiamare l’attenzione su alcune considerazioni e segnalare quanto approfondito dalla U.O. Medicina Legale della ASL 10 di Firenze (Direttore Dott.ssa Lucia Malavolti) e poi sintetizzato in “pillole di medicina legale” consultabili sul sito della ASL 10 Firenze.
Al medico omeopata quasi sempre si rivolge chi ha già scelto una metodica terapeutica alternativa quindi sulla natura non convenzionale dell’intervento c’è già un consenso implicito. Nella comune pratica clinica il consenso può essere ritenuto implicito. La pratica omeopatica non rientra fra quegli interventi comportanti rischio o che richiedano espressamente per legge un consenso informato esplicito e documentato. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge (art 32 della Costituzione)
Il consenso
Per consenso si intende l’adesione volontaria dell’ammalato alle cure proposte previa informazione circa i costi e i benefici del trattamento sanitario.
Il consenso per essere valido deve essere:
- Personale
- Esplicito
- Specifico
- Consapevole

Il consenso può essere revocato in qualsiasi momento. Il consenso al trattamento sanitario è subordinato all’informazione da parte del medico (Consenso informato).

L’informazione deve essere:
- Veritiera
- Completa
- Compresa

Si deve informare in merito a:
1. Le condizioni cliniche e la necessità del trattamento
2. La tipologia del trattamento
3. Gli scopi e le modalità d’esecuzione del trattamento
4. Le possibilità di successo e d’insuccesso
5. I rischi e le complicazioni generiche e specifiche del trattamento
6. Le possibili alternative all’intervento proposto
7. I rischi effettivi che il paziente corre qualora non si sottoponga al trattamento
8. La possibilità che si renda necessario apportare modifiche al tipo di trattamento concordato, per il presentarsi di condizioni patologiche o di situazioni inaspettate, durante o dopo l’intervento
Il medico deve far comprendere al paziente quelle scelte che possono maggiormente far coincidere le sue propensioni con la concreta possibilità di curarsi, poiché il dovere morale del medico di curare coincide col rispetto della persona.

Le domande del paziente alle quali il medico deve rispondere sono:
- In che cosa consiste il trattamento che sto per ricevere?
- Quali benefici mi apporterà e con quali rischi?
- Quali conseguenze avrà per la qualità della mia vita?
- Esistono trattamenti alternativi?

Il rapporto medico paziente è fondato:
1. sul principio di beneficialità a favore del paziente, dell’atto medico ispirato da scienza e coscienza
2. sulla volontà non delegabile del paziente che, adeguatamente informato, deve poter decidere
sugli atti diagnostici e terapeutici da eseguire sul proprio corpo

Massimo Tilli

mercoledì 9 aprile 2008

Piante da salvare

Il Botanic Gardens Conservation International, la più grande organizzazione mondiale che cura il coordinamento delle attività di salvaguardia delle piante in pericolo d'estinzione ha pubblicato il risultato di un’indagine durata un anno sulla situazione delle piante medicinali nel mondo. Lo studio, basato sulle informazioni provenienti dai giardini botanici di 120 paesi e condotto dalla dott. Belinda Hawkin, denuncia che sarebbero 15.000 le specie di piante medicinali minacciate e che per 400 di esse, nel giro di dieci anni, esiste un reale rischio di estinzione. La causa sarebbe da attribuire all'eccessiva raccolta nonché alla deforestazione. "La minaccia di estinzione delle piante medicinali non è sempre una delle principali preoccupazioni dell'opinione pubblica. Purtroppo se la scomparsa precipitosa di queste specie non viene contrastata il futuro della assistenza sanitaria, a livello mondiale, potrebbe essere destabilizzato". E’ bene ricordare, infatti che il 50% dei farmaci usati oggi derivano dal mondo vegetale e che il contributo delle piante medicinali alla ricerca scientifica potrebbe essere messo seriamente a rischio. L'allarme, dunque, non riguarda solo ambientalisti e sostenitori delle medicine complementari, ma tutti noi indistintamente. Nel sito del Botanic Gardens Conservation International è possibile approfondire l’argomento.
Enrica Campanini

martedì 8 aprile 2008

Farmaci da banco: usarli con cautela ?


Questo interessante articolo pubblicato nell'ultimo numero del BMJ riprende con vigore il problema della medicalizzazione eccessiva di tante patologie, dei problemi legati all'uso spesso inappropriato di tanti farmaci facilmente disponibili nelle farmacie come farmaci da banco e dall'abuso dell'"autodiagnosi".
Pur contenendo riferimenti a legislazioni del mondo anglosassone è comunque un articolo su cui è utile riflettere anche nell'ottica di una maggiore disponibiltà di trattamenti non convenzionali in farmacia anch'essi doverosamente legati alla prescrizione e all'atto medico della diagnosi.

domenica 6 aprile 2008

VACCINAZIONE ANTI-HPV: È VERAMENTE EFFICACE?

In molte Regioni italiane e ormai partita la campagna di vaccinazione anti papilloma virus (HPV), offerta gratuitamente alle ragazze di 12 anni. Questa vaccinazione offre una copertura contro due dei 13 ceppi virali associati al cancro del collo dell’utero (i ceppi 16 e 18), responsabili peraltro del 70% circa dei casi di questa neoplasia.
Sono da più parti state sollevate perplessità circa l’opportunità e l’efficacia di questa vaccinazione. Al riguardo, l’Agenzia governativa svedese per la valutazione medica (SBU) ha recentemente raccomandato al Consiglio Nazionale per la Salute e Previdenza di rivalutare i risultati degli studi utilizzati a supporto della decisione di avviare la campagna vaccinale.
A fronte, infatti, della previsione che la vaccinazione generalizzata con i virus HPV 16 e 18 potrebbe prevenire lo sviluppo di metà dei casi di cancro del collo dell’utero, la ridotta durata della copertura vaccinale (sperimentata per solo 5 anni), gli elevatissimi costi per una campagna vaccinale così vasta (circa 75 milioni l’anno) e l’errata percezione pubblica dei vantaggi di questa vaccinazione (non si tratta di un vaccino “contro” il cancro del collo dell’utero ma per prevenire l’infezione di due ceppi di HPV) consiglierebbero un’ulteriore attenta valutazione.
Queste considerazioni, riaprono inoltre l’annoso dibattito sull’opportunità delle campagne vaccinali “in genere”. Non sembra il caso di sostenere quanti negano “a priori” l’opportunità di ricercare una copertura vaccinale. Esistono in letteratura ampie dimostrazioni dell’efficacia sociale di campagne vaccinali su larga scala, e non si può negare l’effetto positivo di questi interventi sulla durata media della vita sulla popolazione generale. Occorre però vigilare molto attentamente sull’attendibilità degli studi allegati a supporto dei vantaggi di questi interventi preventivi, allo scopo anche di eliminare ogni dubbio sulla possibilità che eventuali interessi di tipo commerciale prevalgano sull’effettiva utilità di queste campagne vaccinali.
Il testo originale, tradotto in inglese, del rapporto dell’Agenzia governativa svedese per la valutazione medica (SBU) è scaricabile da questo sito

G. Di Leone

sabato 5 aprile 2008

Donne in Medicina: Margaret Lucy Tyler (1857-1943)

Nella rivista La critica – Giornale di Medicina Omiopatica Scientifica e Chirurgia, Anno II, N°5, settembre-ottobre 1911, fondata e diretta dai dottori Attilio Mattòli e Dandolo Mattòli, e stampata a Firenze, si legge nella sezione Miscellanea questo articoletto:
Gli studenti di Tyler. — Sappiamo che tre studenti di Tyler sono per andare in America per studiare sotto il Dr. Kent. Uno di questi è il Dr. Jessie Murray, che ha già fatto il Corso Honyman-Gillespie in Inghilterra, gli altri sono convertiti più recentemente [...]. La Dottoressa Margaret Tyler, di Londra, è una convertita nell’Omiopatia, che esercita con grande convinzione e successo. Cominciò la sua carriera omiopatica praticando quella Omiopatia che il Dr. Kent ha bollato col nome di “bastarda”, perchè non seguiva gli insegnamenti del Grande Maestro. Fortunatamente la Dottoressa Tyler si accorse che gli insuccessi non erano nell’Omiopatia, ma nella cattiva applicazione di essa, e quindi ebbe la convinzione che l’errore era in Lei e non nella Dottrina. Non so ora in qual modo e per influenza di chi si mise ad uno studio più severo dell’Organon di Hahnemann e della filosofia omiopatica di Kent. Però so con certezza, perché ho con Lei esaminato e prescritto a molte centinaia di pazienti al “London Homeopathic Hospital”, che è una valente e pura Omiopatica ed il successo continuo le allieta la vita. Suo padre, il fu Sir Tyler, ha dato due anni fa 250000 lire per l’ingrandimento dell’Ospedale Omiopatico di Londra, che io ho potuto in quest’anno ammirare più grande e più bello: secondo il parere di moltissimi dirò che è il più bell’Ospedale di Londra. E la Dottoressa Tyler è così convinta che il successo dell’Omiopatia risiede nel modo con cui la Scienza è compresa e l’arte applicata, che ha destinato un fondo annuale di molte migliaia di lire per potere inviare ogni anno a sue spese tre Dottori in America per studiare la Pura Omiopatia sotto la guida del Dr. Kent — D. M.”

Margaret Lucy Tyler (1857-1943) fu una figura chiave nell’omeopatia inglese all'inizio del ventesimo secolo. Laureata presso le Università di Edinburgh e di Bruxelles, esercitò per oltre quarant’anni presso il Royal London Homoeopathic Hospital. La sua specialità era la cura dei bambini ritardati. Collaborò strettamente con J.H. Clarke e fu una “protetta” di Kent anche se non studiò mai con lui. Usò parte del patrimonio lasciatole dal padre, sir Henry Tyler, per costituire un fondo (sir Henry James Tyler Scholarship ) da utilizzare come borsa di studio per inviare a Chicago giovani medici in modo che potessero studiare con kent. Scrisse il libro Homoeopathic Drug Pictures, che fu pubblicato per la prima volta nel 1942 e fu redattrice per undici anni di The Correspondence Course on Homoeopathy rivolto a chi non poteva assistere alle conferenze presso la Faculty of Homoeopathy. Morì ad 86 anni.


Enrica Campanini

giovedì 3 aprile 2008

Policosanoli e ipercolesterolemia

Presso l'Ambulatorio U.O.C. di Medicina Sociale - Azienda Ospedaliera Di Venere - Giovanni XXIII - Bari - Carbonara è stato condotto dal dottor Giuseppe Leone uno studio volto a valutare l'efficacia dei policosanoli, estratti dalla canna da zucchero nel ridurre la colesterolemia totale. I policosanoli oltre ad inibire la biosintesi del colesterolo attraverso una inibizione dell'attività della HMG-CoA-reduttasi, enzima chiave nella trasformazione del mevalonato in squalene, aumentano il numero dei recettori per le LDL determinando una serie di effetti benefici nell'organismo quale la riduzione della colesterolemia totale, la riduzione delle lipoproteine a bassa densità ed infine un aumento del colesterolo HDL. I policosanoli della canna da zucchero sono stati ottimamente tollerati e non hanno dato luogo ad effetti collaterali degni di nota. L'articolo può essere letto qui.

mercoledì 2 aprile 2008

Piante medicinali e Sindrome dell'Intestino Irritabile

Presso la School of Chinese Medicine -University of Hong Kong - è stata realizzata una revisione sistematica della letteratura esistente nelle banche dati digitalizzate (1) al fine di valutare l’efficacia terapeutica delle piante medicinali e la loro sicurezza nel trattamento della Sindrome dell’Intestino Irritabile (IBS). Sono stati selezionati 22 studi (randomized controlled trials) che rispondevano ai criteri di inclusione: quattro di questi studi sono risultati di buona qualità, mentre gli altri 18 studi sono stati considerati di scarsa qualità. Su un totale di 1279 pazienti, sono stati registrati 15 eventi avversi in 47 persone. Non sono stati riportate comunque reazioni avverse serie o anomalie nei test di laboratorio. L'incidenza degli eventi avversi è risultata bassa (2.97%). Le piante medicinali, tipiche della Medicina Tradizionale Cinese e impiegate in diverse formulazioni, individualizzate o standardizzate, hanno dimostrato di poter arrecare un beneficio terapeutico nel trattamento dell’IBS. Gli autori auspicano uno sviluppo della ricerca, in particolare tramite studi clinici rigorosi che siano in grado di delineare la reale efficacia e sicurezza delle piante medicinali nel trattamento dell’IBS. Il test integrale del report può essere visionato sul sito della rivista che lo ha pubblicato (World J Gastroenterolog)
(1)Shi J, Tong Y, Shen JG, Li HX. Effectiveness and safety of herbal medicines in the treatment of irritable bowel syndrome: A systematic review. World J Gastroenterol 2008 January;14(3):454-462

Enrica Campanini

martedì 1 aprile 2008

Pillole di Materia Medica


Studiare la Materia Medica è spesso un passo che può demotivare l'aspirante omeopata, sia per l'oggettiva difficoltà sia perchè non sempre i testi riescono a mettere a fuoco gli elementi caratterizzanti di un rimedio. Questo blog inizia da oggi la pubblicazione di una serie di "schede" riassuntive dei rimedi, ad opera del Dott. Giuseppe Tagliente a cui va il ringraziamento di tutti noi per l'impegno con cui ha saputo concretizzare in breve tempo un progetto culturale in perfetto equilibrio tra semplicità, praticità e rigore metodologico.
La scheda che allego è relativa ad Aconitum, ed è un piccolo esempio del lavoro svolto.

ACONITUM
1. Persona robusta, sana, vigorosa di temperamento, viva, veloce e ottimista.
2. Tensione emotiva, mentale e fisica, iperestesia dei sensi.
3. Attacco di febbri steniche caratterizzate da ansia intensa, con predizione e paura
della morte, costante agitazione e continuo movimento; polso rapido, pieno; pelle calda secca e grande sete; intolleranza al caldo e ad essere coperti.
4. Malattie da esposizione ai venti secchi, freddi e correnti d’aria, da traspirazione
soppressa, emozioni mentali: tipo spavento, lesioni, shock,operazioni chirurgiche e caldo intenso.
5. Dolori intensi e insopportabili; ferite, tagli, lacerazioni spesso associati fra loro.
6. Torpori locali o formicolii, parestesie.
7. Disturbi improvvisi dei sensi, specialmente della vista.

8. Improvvise affezioni spasmodiche nei bambini, tipo croup.

9. Emorragie di sangue rosso vivo brillante quando è presente a forma di ansia mentale

10. Modalità: <> > aria fresca; dolori alle articolazioni; > riposo <>