lunedì 24 dicembre 2018

AUGURI DI BUONE FESTE

La Redazione del Blog augura a tutti i suoi lettori Buon Natale e felice Anno Nuovo.
Le pubblicazioni riprenderanno a Gennaio 2019

domenica 16 dicembre 2018

INFEZIONI RESPIRATORIE RECIDIVANTI


Le mucose delle vie respiratorie, istologicamente parlando, sono di tipo respiratorio e con il potenziamento del tessuto linfatico, costituiscono la prima barriera difensiva che oppone il bambino ai vari e numerosi agenti infettivi .Le mucose del tratto respiratorio, ad ogni episodio infettivo, sono coinvolte nella loro globalità, anche se il processo infiammatorio sembra talvolta localizzarsi alle tonsille o all’orecchio o scendere, per via retrograda, dal naso ai bronchi. Nel primo anno di vita per tal motivo non si fa distinzione tra infezioni “alte e basse” mentre dal secondo anno di vita si parla di forme infettive delle vie aeree superiori od inferiori.
Considerazioni generali e Sistema Immunitario
Fino all’età di 7-8 anni i bambini sono in fase d’acquisizione immunitaria, soffrendo di una deficienza immunitaria relativa e fisiologica, responsabile delle frequenti recidive infettive poiché l’assetto immunitario non è ancora in grado di creare una barriera difensiva efficace ed adeguata allo stimolo offensivo infettivo, che è, all’opposto, veramente forte.
Ed è proprio questa discrepanza una causa, meglio una concausa determinante, che giustifica il frequente ammalarsi e le continue recidive nell’ambito delle infezioni ORL in età pediatrica.Le varie recidive, quantificate in 6-8 episodi l’anno, sono caratterizzate da malattie infettive, causate essenzialmente e prevalentemente da contagio di tipo virale (70-80% dei casi). Possiamo quindi considerare queste infezioni come malattie di “adattamento”. Il bambino infatti incontra i patogeni e si ammala perché, come si è detto, non ha difese adeguate, perché non conosce immunologicamente parlando il ceppo infettante verso il quale non ha quindi potuto sviluppare quell’ acquisizione immunitaria, con la quale rispondere all’aggressione con adeguate e specifiche armi immunitarie. Ciò avviene via via, nei passi della crescita, nella palestra delle varie malattie.. finché progressivamente ogni “bimbo” acquisisce un tono difensivo che sempre più lo difenderà. Un aspetto importante è dato dalla ristrettezza dell’apparato rinofaringeo, detto altrimenti carrefour che, insieme alla orizzontalità e beanza degli orifizi tubarici, facilita il ristagno delle secrezioni e l’intasamento dell’orecchio medio. Inoltre si associa l’ipertrofia del tessuto linfatico con adenoidi e tonsille palatine grosse, che si trasformano in vere e proprie dighe ostruenti. L’altro fattore da considerare è dato dal fatto che oltre il 20- 25% dei bambini in età superiore ai 6 anni ha uno o più test allergici positivi!

domenica 9 dicembre 2018

MEDICINALI OMEOPATICI UTILI NELLE FARINGOTONSILLITI (seconda parte)



Apis mellifica
Utile quando la faringe e l'ugola mostrano edema accentuato di colore rosa acceso.
L’ugola può apparire come un sacchetto pieno d’acqua. Il malato lamenta  dolori pungenti e brucianti che migliorano con il freddo locale (acqua, cubetto di ghiaccio in bocca, applicazioni esterne…), mentre sono peggiorati dal caldo (bevande…).
Assenza di sete. Può esserci febbre
30 CH 4 granuli per 2-3 volte al giorno

Belladonna
La gola e le tonsille sono color rosso vivo, brillante. Può esserci un'ipertrofia tonsillare. Il paziente ha un dolore intenso a deglutire, soprattutto i liquidi, che a volte percepisce irradiato alle orecchie
Il malato avverte un particolare senso di secchezza alla gola
Spesso febbre alta.
9-30 CH 4 granuli per 2-3 volte al giorno

Hepar sulfur
Questo rimedio è particolarmente utile quando il paziente avverte molto dolore: alla gola, alla trachea, ai linfonodi.
Faringotonsillite con infiammazione e tendenza alla suppurazione (all'ispezione della gola si possono vedere dei puntini bianchi dette comunemente placche.) Adenopatie molto dolorosa
Alitosi.

domenica 2 dicembre 2018

Faringotonsillite (prima parte)


La faringotonsillite, comunemente detta mal di gola, è una patologia molto frequente, soprattutto in età pediatrica. Da uno studio statistico del 1998 su 10.015 casi di faringotonsilliti acute, si evidenzia come questa affezione interessi prevalentemente la fascia di età che va da 1 a 12 anni. Il periodo invernale è quello di maggior incidenza, grazie  al fatto che le temperature rigide costringono i bambini a soggiornare per più tempo in luoghi chiusi, dove il contagio avviene più facilmente.
E' molto importante sapere che ben il 70 % delle forme di faringotonsillite non trae alcun giovamento dalla terapia antibiotica. Questa infatti è la percentuale delle forme di mal di gola dovuta a cause virali (che l'antibiotico non cura) o a fattori eterogenei non infettivi quali fumo, allergia, inquinamento atmosferico ed eccessiva secchezza dell'aria.
Solo il 30 % delle faringotonsilliti è ad eziologia batterica.

martedì 27 novembre 2018

PSICOLOGIA FAI DA TE


“Ok Goolge, ho l’ansia” “Ok, ecco cosa ho trovato: Ansia. L’ansia è un disturbo psichico…”
“Ehi Siri, sono depresso” “Ti capisco, sono qui per aiutarti.”
Certo, siamo ancora molto lontani da un’intelligenza artificiale capace di sostituire l’uomo ma non credo ci vorrà molto perché Ehi Siri o Ok Google sapranno darci risposte più complesse e all’apparenza più soddisfacenti anche rispetto alla cura dei nostri malesseri. In fondo il dottor Google è già da tempo una realtà, come sanno bene medici e psicologi: attualmente l’1% (milioni al giorno) delle ricerche su Google sono relative a sintomi e malesseri. E nella gran parte dei casi, se si fa un’attenta ricerca, le diagnosi sono anche piuttosto corrette e attendibili. La questione si complica quando si tratta di rimedi terapeutici. Il web è pieno di rimedi fai da te, anche per quello che riguarda i malesseri di tipo psicologico – in senso lato. Così come sono tanti i manuali, cartacei o online, di auto aiuto. Certamente molti libri di psicologia fai da te danno utili indicazioni su come gestire momenti emotivamente difficili o situazioni complicate tra marito e moglie, genitori e figli. Bisogna stare molto attenti, però, al fatto che siano scritti da professionisti e non pseudo tali, che abbiano riferimenti e basi scientifiche, che non siano frutto del delirio di qualche “santone” di turno. Ma la questione è che, come facilmente possiamo intuire, i libri devono essere per forza generali e non possono arrivare in nessun modo a riconoscere la causa profonda e personale di ciascun malessere.

lunedì 19 novembre 2018

Prevenzione Autunnale :Omeopatia (terza parte)


Anemone pulsatilla è una erba delle Ranuncolacee.
La sua azione si evidenzia sulle mucose respiratorie , digestive , genitale , venoso e sul comportamento generale.
Il tipo sensibile è un soggetto con estrema variabilità dell’umore, avido di affetto , di carattere dolce e timido. Caratteristico è il desiderio di gelati (mal tollerati)e l'assenza di sete.
Il medicinale è utile nelle infiammazioni respiratorie caratterizzate da catarro a livello delle mucose con secrezioni giallastre non irritanti: riniti acute e croniche , bronchiti in fase catarrali.
Altre indicazioni sono le affezioni cutanee: orticaria , rash cutanei morbilliformi, geloni .
Come rimedio di fondo sarà prescritto  ad alta diluizione ( a discrezione del medico ) 15-30CH in granuli o gocce da uno o più volte alla settimana.
Nelle rinofaringiti ricorrenti  o nelle bronchiti in fase catarrale 3-5 granuli al giorno alla 9  CH /15CH(attenzione alle basse diluizioni poiché favoriscono la fluidificazione del catarro )

sabato 10 novembre 2018

PREVENZIONE AUTUNNALE : OMEOPATIA(seconda parte )




Baryta Carbonica

E’ il carbonato di bario, la sua azione si manifesta principalmente sul sistema linfoghiandolare , sulla crescita, nutrizione e sul sistema cardiovascolare.
I soggetti sensibili possono essere  bambini molto lenti e timidi con difficolta nella memoria , nell’apprendimento o con  ritardo nelle acquisizioni psicomotorie o  anziani con arteriosclerosi e ipertensione.
L’aggravamento avviene con il freddo umido e con l’umidità.
Il medicinale è utile nell’ipertrofia   cronica delle tonsille e nelle  infiammazioni suppurative delle prime vie (faringe e tonsille)ricorrenti , oltre che nei ritardi dello sviluppo fisico e intellettuale .
Come rimedio di fondo sarà prescritto  ad alta diluizione ( a discrezione del medico ) 15-30CH in granuli o gocce da uno o più volte alla settimana.
Nelle ipertrofie delle  tonsille e angine ripetute 3-5 granuli al giorno alla 9  CH /15CH .


Sulfur Jodatum

E’ ioduro di zolfo .
La sua azione si manifesta sulla pelle, mucose respiratorie , linfonodi e sul metabolismo generale (ghiandola tiroidea)
Il soggetto sensibile è un bambino o un adolescente magro e longilineo che soffre di infezioni recidivanti delle vie aeree superiori, allergie respiratorie , infiammazione dei  linfonodi con  aumento  di volume , malattie cutanee (acne papulosa giovanile ).
Il medicinale è utile nelle rinofaringiti e angine recidivanti , nelle allergie respiratorie , nell’acne papulosa giovanile ma anche nelle convalescenza da malattie infettive.
Come rimedio di fondo sarà prescritto  ad alta diluizione ( a discrezione del medico ) 15-30CH in granuli o gocce da uno o più volte alla settimana.
Nelle angine ripetute o nelle riniti infettive o allergiche 3-5 granuli al giorno alla 9  CH /15CH

domenica 4 novembre 2018

Prevenzione Autunnale : OMEOPATIA (prima parte )



Nelle  Medicine Complementari un posto importante nella prevenzione delle sindromi influenzali e parainfluenzali è rappresentato dall’Omeopatia. Solitamente  in questo periodo i programmi di prevenzione sono già stati stabiliti ed ogni individuo dovrebbe  seguire sino dal mese di settembre un proprio schema. Settembre è infatti il periodo migliore per iniziare una terapia che protegga in modo completo dalle patologie invernali.
In omeopatia i medicinali vengono utilizzati frequentemente non solo nella terapia delle patologie acute e croniche, ma anche nella prevenzione delle varie malattie stagionali. Parlare di prevenzione in termini generici in omeopatia, è riduttivo. Infatti nell’ambito di questa tecnica terapeutica, si cerca di stabilire, per ogni singolo individuo dopo un’attenta visita medica, il medicinale  di fondo ossia quello  che copre la totalità del quadro morboso del paziente e il suo terreno individuale. Ci limiteremo ad elencare i Medicinali Omeopatici di fondo di uso più frequente.

domenica 28 ottobre 2018

Prevenzione autunnale: Fitoterapia


Fitoterapia: principi generali
La fitoterapia è un metodo terapeutico basato sulla somministrazione di piante o parti di esse ( radici, foglie,fusti ecc ).
L’uso di piante medicinali ha radici antiche , gli assiro-babilonesi , gli egizi , i greci e i romani ne conoscevano l’uso.
In realtà la fitoterapia moderna  ha esordio nel XIII secolo con la nascita delle prime Università ( Scuola medica Salernitana ) e progredisce  attraverso gli anni ottenendo risultati notevoli sia in campo scientifico  con studi e ricerche , sia in campo medico nella cura di patologie varie. Con il progresso della scienza e della tecnica vengono isolati i principi attivi delle piante medicinali (glucosidi, tannini, alcaloidi, oli essenziali, principi amari) e indagati i meccanismi  di azione sia come principio singolo sia all’interno della totalità di una pianta. Da ciò è stato messo in evidenza che una pianta usata nella sua totalità determina effetti diversi da quelli ottenuti con l’utilizzo del suo solo principio attivo.

domenica 21 ottobre 2018

Prevenzione autunnale ; gemmoterapia


Gemmoterapia: principi generali
La gemmoterapia è un metodo terapeutico, che utilizza parti fresche di piante allo stato embrionale: giovani getti, giovani radici, gemme ecc. I principi attivi di tali tessuti sono estratti mediante macerazione a freddo in un particolare solvente (acqua, alcool, glicerina).
Negli anni 50 il medico francese Paul Henry iniziò i primi studi e le sperimentazioni sui gemmo derivati partendo dal presupposto che le piante, nel loro primo sviluppo possiedano sostanze con peculiari caratteristiche sia per quantità sia per qualità. In seguito altri medici francesi approfondirono l’argomento. E’ stato così messo in evidenza che i principi attivi, presenti in grande quantità nei tessuti embrionali vegetali, spesso sono rilevabili solo in tracce nelle varie parti delle piante a sviluppo completo . Le parti vegetali dei gemmoderivati sono raccolte nel loro tempo balsamico che, in  genere, corrisponde all’inizio della primavera.  Esse vengono poi sottoposte, allo stato fresco, a pulitura, triturazione, determinazione del grado di umidità ed infine a macerazione. I gemmoderivati possono essere  utilizzati in diversi ambiti.

domenica 14 ottobre 2018

ALLERGIE AUTUNNALI




Non solo la primavera o l’estate sono foriere di problemi allergici, perché anche in autunno si può osservare una riaccensione di sintomi respiratori dovuti alla presenza di acari e di muffe.
Gli acari della polvere sono minuscoli parassiti, invisibili a occhio nudo, le cui secrezioni, inalate da persone sensibilizzate, sono in grado di provocare disturbi agli occhi, al naso e ai bronchi. Gli acari sono sempre presenti nell’ambiente domestico, dunque sono responsabili di sintomi perenni, ma aumentano nelle stagioni umide così come nei primi periodi di accensione del riscaldamento, perché la presenza di maggiori movimenti convettivi nelle nostre abitazioni comporta un aumento della circolazione della polvere e degli acari in essa contenuti. In questi periodi dunque si può osservare una maggiore comparsa e intensità dei disturbi.

domenica 7 ottobre 2018

Challenge autolesive, cosa spinge i nostri ragazzi a farsi male per gioco?




È di qualche settimana fa la notizia di un ragazzo morto a causa di una “sfida” che lo vedeva coinvolto con altri coetanei online. Si chiamano “challenge” e hanno lo scopo di mettersi in qualche modo alla prova, testimoniare con video o foto di aver superato una sfida per poi postare tutto online. Sono frequenti le notizie di sfide autolesive diffuse online in cui il “gioco” consiste nel farsi del male, nel ferire il proprio corpo e nei modi più disparati. Purtroppo in alcuni casi tutto questo porta alla morte, ma sarebbe sbagliato pensarle come a dei modi per togliersi la vita. Gli studi, soprattutto nel campo psicoanalitico, ci dicono che è certo che chi si ferisce lo fa per un motivo che ha poco o nulla a che fare con l’idea di togliersi la vita. I motivi sono profondi, riguardano il rapporto con il proprio corpo, con gli aspetti inconsci della persona.

domenica 30 settembre 2018

Fluoro si o no ?




I pareri sono stati spesso diversi: c’era chi raccomandava di cominciare in gravidanza e andare avanti con la somministrazione di fluoro per diversi anni (almeno 3), chi sosteneva che fosse sufficiente somministrare il fluoro dalla nascita e chi invece riteneva che non ci fosse nessuna prova che questo supplemento di fluoro evitasse davvero la carie.
Oggi abbiamo un documento ufficiale: la nuova versione della “Linea guida nazionale per la promozione della salute orale” pubblicata dal Ministero della Salute (potete scaricare il documento dal nostro sito cliccando qui), in cui si dice chiaramente che:
- non c’è alcuna prova che la somministrazione di fluoro in gravidanza protegga dalla carie i denti del nascituro;

- non c’è nessuna prova che assumere un supplemento di fluoro dei primi anni di vita protegga dalla carie;

- ci sono prove concrete che lavarsi i denti fin dall’eruzione dei primi dentini da latte con un dentifricio arricchito di fluoro riduce l’incidenza della carie.

 
Ma quale dentifricio, e quanto?
La marca non ha importanza, la quantità giusta è questa: “sporcare” appena di dentifricio la superficie dello spazzolino fino a tre anni; dopo ne basta mettere un po’: una pallina grande come un pisello.
E allora stop alle goccioline e alle pasticchine e avanti con dentifricio e spazzolino; senza dimenticare che per avere denti sani e belli per tutta la vita bisogna evitare (o almeno limitare) zucchero, dolci e caramelle.
  
Tratto da : Un Pediatra Per Amico.
 Bimestrale per i genitori  Marzo 2015

lunedì 24 settembre 2018

Sindromi correlate alla Spasmofilia(terza parte)




La sindrome premestruale
Talune sindromi presentano raggruppamenti sintomatologici che le mettono in correlazione alla spasmofilia, con la quale condividono anche alcuni aspetti patogenetici e fisiopatologici. Abbiamo già parlato della disbiosi intestinale , tratteremo ora  la sindrome premestruale, che spesso si manifesta in associazione alla spasmofilia o si pone in  diagnosi differenziale con essa.
 La sindrome premestruale è un’evenienza piuttosto frequente nella popolazione spasmofilica femminile perché è anch’essa sostenuta, almeno in parte, dalla carenza di magnesio, ed è corretta, per quanto concerna la dismenorrea, dall’assunzione di questo ione.

domenica 16 settembre 2018

Terapia della Spasmofilia(seconda parte )





La spasmofilia è una sindrome costituita da quadri clinici complessi e proteiformi, la cui sintomatologia si presenta in raggruppamenti caratteristici ma diversificati nei vari pazienti. I vari quadri sintomatologici hanno però un substrato fisiopatologico che rappresenta un minimo comune denominatore: l’alterazione del metabolismo ionico, che condiziona fortemente la terapia.
Questa situazione peculiare fa sì che la terapia è in parte individualizzata ed approntata su misura per ogni paziente, in relazione alla sua particolare situazione clinica, ma il cardine fondamentale rimane la correzione della carenza di magnesio senza la quale viene a mancare il razionale su cui poi impiantare la terapia individuale.
L’omeopatia offre un buon numero di medicamenti che possono trovare indicazione nel trattamento della spasmofilia perché essa presenta una vasta gamma di quadri clinici che ben si prestano ad una terapia di terreno individualizzata, mirata a risolvere lo squilibrio psicosomatico che caratterizza il paziente spasmofilico.

domenica 9 settembre 2018

IL MAGNESIO E LA SINDROME SPASMOFILICA




Alcune note cliniche sulla spamofilia

La spasmofilia, malgrado sia una sindrome mal definibile sul piano clinico-biologico e non da tutti riconosciuta, rappresenta una patologia sempre più frequente e sempre più studiata, caratterizzata da una sintomatologia proteiforme prevalentemente di tipo funzionale.
Gli studi realizzati negli ultimi decenni hanno fornito gli elementi per correlarla definitivamente allo stress, all’ipereccitabilità neuro-muscolare e all’alterazione del metabolismo di alcuni ioni. Oggi infatti potremmo definirla come:

una sindrome caratterizzata essenzialmente da un insieme di sintomi funzionali legati ad ipereccitabilità neuro-muscolare indotta dalla fatica e dallo stress, attraverso l’alterazione del metabolismo di alcuni ioni, in particolare del magnesio”

Anche se molti sintomi che la caratterizzano appartengono alla sfera comportamentale, il meccanismo sintomatologico è di tipo fisio-patologico e non solo psicologico, elemento che la differenzia nettamente dalle nevrosi come è stato affermato per primo da M. Klotz. Questa condizione morbosa è, in effetti, legata ad un insieme di fattori, alcuni correlati ai modelli di vita e all’ambiente, altri alla predisposizione individuale sia sul piano fisiologico sia sul piano psicologico.
Accanto alla concezione più primitiva della spasmofilia che la considera come la semplice conseguenza di una carenza di magnesio e di calcio, possiamo collocare una visione più complessa ed articolata , riassunta dallo schema seguente.

martedì 4 settembre 2018

VERDURA SEMPLICE CON GRANDI VIRTU’


C'è una verdura molto umile che previene i tumori  ... è la cipolla. Ma attenzione, perché deve essere trattata con cura (vedi sotto).
            Le cipolle sono ricche di composti antitumorali tra cui organosolfuri, quercetina, antocianidine … Le cipolle sono inoltre  una buona fonte di fibre e vitamina C. Studi osservazionali [1] hanno dimostrato che le persone che mangiano molte cipolle (e tutte le verdure della stessa famiglia) hanno un rischio più basso di:
    Tumore  al fegato, esofago e colon
    Tumore al rene
    Tumore  alla laringe
    Tumore al seno, ovarico, all‘endometrio e alla prostata,

mercoledì 1 agosto 2018

BUONE VACANZE

Auguri di Buone Vacanze  a tutti i lettori .
Arrivederci  a Settembre

La Redazione


domenica 29 luglio 2018

Fibre dietetiche, prebiotici e microbiota intestinale


E’ ormai acclarato che il crocevia che regola la salute del nostro organismo è costituito dall’ecosistema intestinale, in cui gioca un ruolo importante il microbiota, cioè l’insieme delle comunità microbiche che popolano l’intestino: batteri, miceti, virus, protozoi ed elminti.
In questi ultimi anni sono aumentati in misura vertiginosa i lavori scientifici che stanno facendo luce sul ruolo del microbiota, soprattutto le interazioni che avvengono con la parete intestinale, il sistema immunitario e il sistema nervoso intestinale chiamato anche secondo cervello.
E’ noto che l’alterazione dell’equilibrio fra le varie comunità del microbiota, chiamata disbiosi, comporta la perdita di molte delle funzioni che esso svolge nell’ambito del rapporto di simbiosi con l’organismo ospite, con importanti danni per quest’ultimo, quali la mancata sintesi di enzimi, vitamine, l’eliminazione di tossici, il controllo della proliferazione delle specie microbiche patogene…
Una delle possibilità per correggere la disbiosi e ripristinare un corretto equilibrio del microbiota è l’uso di specie batteriche probiotiche, cioè di quelle specie, che possiamo definire ”amiche” che aiutano a recuperare un buon equilibrio e una buona funzionalità del microbiota intestinale. Fonti di probiotici sono la dieta e gli integratori alimentari.
Non ci soffermeremo in questo articolo sui probiotici, ormai noti ai più, ma piuttosto su altri strumenti che ci permettono di prevenire le alterazioni dell’equilibrio del microbiota intestinale e che fanno parte della dieta, come le fibre dietetiche e i prebiotici.
Vi sono importanti interazioni tra dieta, microbiota e transito gastro-intestinale, perché la dieta può produrre variazioni della composizione del microbiota intestinale e la motilità gastrointestinale è fortemente condizionata dal cibo e dal microbiota stesso. I  corretti rapporti tra nutrienti e microbiota garantiscono la salute globale dell’organismo attraverso la digestione dei carboidrati , la fermentazione degli zuccheri e la produzione di gas.

Fibre dietetiche
Il termine fibra dietetica (FD) risale al 1953, ma già Galeno, più di un secolo a. C., distingueva tra il pane bianco che rallenta il transito intestinale e quello nero che facilita l’evacuazione delle feci.
L’importanza delle fibre dietetiche viene messa in evidenza negli anni sessanta da più autori, Burkitt, Painter, Walker e Trowell che osservarono come alcune malattie, comuni nei paesi del mondo occidentale, fossero rare in Africa dove il consumo di carboidrati non raffinati, ricchi di fibre, era molto più abbondante.
Esistono attualmente più definizioni di FD, proposte dalle diverse Società Scientifiche, che possiamo riassumere così:
“carboidrati, costituiti da catene di zuccheri semplici, che possono essere costituite da migliaia di unità (polimeri) o da poche unità (oligomeri). Gli zuccheri semplici che più frequentemente compongono le FD sono il glucosio, il galattosio, il mannosio, l’arabinosio, lo xilosio.
Alcune FD sono composte da migliaia di molecole di un solo tipo di zucchero semplice, come la cellulosa e il glucano, che contengono sono glucosio, altre come il galattomannano ne contengono due tipi che si alternano, galattosio e mannosio. Altre FD importanti e molto comuni in natura sono le pectine presenti in molti frutti e le lignine che hanno una struttura tridimensionale.  
Tutte le FD resistono alla digestione dei nostri enzimi dell’intestino tenue e, quindi arrivano nel colon ancora intatte a disposizione della flora intestinale residente che possiede gli enzimi necessari a digerirle e successivamente a fermentarle.
E’ molto importante dal punto di vista clinico e pratico distinguere le fibre solubili da quelle insolubili.
Le fibre solubili hanno una notevole affinità per l’acqua a contatto della quale formano una sostanza gelatinosa che aderisce facilmente alle pareti intestinali; è fermentabile e ha proprietà chelanti interferendo con l’assorbimento di zuccheri e grassi. Tale composto gelatinoso e vischioso rallenta lo svuotamento gastrico e intestinale. Alle fibre solubili appartengono le pectine, le gomme, le mucillagini, l’amido resistente, i galatto e glucomammani. Sono contenute in alimenti come legumi, mela, agrumi, pera, frutta in generale, avena,  carote e patate.
Le fibre insolubili hanno la capacità di trattenere notevoli quantità di acqua con aumento del volume fecale e della pastosità delle feci; aumentano la peristalsi e diminuiscono l’assorbimento di diversi nutrienti. Appartengono a questa categoria la cellulosa, il chitosano, il beta-glucano, le lignine, il fruttano. Sono contenute nei cereali integrali, nelle verdure, nei legumi, nelle carote e nelle patate.
Come è evidente molti cibi, vedi carote e patate, contengono FD di entrambi i tipi.

Prebiotici
Si definisce prebiosi la capacità dei carboidrati fermentabili di causare cambiamenti del microbiota intestinale che favoriscono l’organismo ospite.
Esistono diverse definizioni di prebiotici di cui possiamo tentare una sintesi:
“Ingredienti del cibo che giungono indigeriti al colon, dove vengono selettivamente fermentati determinando delle variazioni dell’attività e della composizione del microbiota intestinale con beneficio dell’ospite”.
I prebiotici si trovano in natura in alcuni cibi quali cipolle, aglio, carciofi, asparagi, cicoria, avena, fagioli, soia e in molti integratori alimentari.
Prebiotici e fibre dietetiche sono spesso ritenuti simili e quindi sono considerati intercambiabili. Questa concezione è sbagliata perché in realtà essi non sono simili.
I composti che hanno uno spiccato effetto prebiotico benefico sul microbiota e, indirettamente, sull’organismo ospite sono gli oligosaccaridi (carboidrati a catena corta) non digeribili.
Disaccaridi – Lattulosio e Lactitolo – sintetizzati dal lattosio
Oligosaccaridi- Fruttoligosaccaridi (FOS), ricavati da legumi, vegetali, cereali
                           Oligosaccaridi di soia
                           Xilo-oligosaccaridi di origine vegetale
                           Galattoligosaccaridi (GOS) sintetizzati dal lattosio
Polisaccaridi- Inulina – estratta da legumi, cicoria, cereali

I prebiotici stimolano la fermentazione da parte di batteri specifici, mentre le fibre dietetiche possono essere fermentate o meno, in modo aspecifico, in funzione della loro solubilità.
La fermentazione dei prebiotici produce acidi grassi a catena corta e favorisce la crescita di batteri simbiotici, particolarmente utili nel colon, quali i Lattobacilli e i Bifidobatteri che contrastano la crescita di specie patogene che producono, a loro volta sostanze tossiche, come l’ammoniaca, le nitrosamine, l’acido solfidrico che danneggiano la barriera intestinale.
Appare quindi evidente come una dieta ricca sostanze prebiotiche offra numerosi vantaggi, in particolare:
·         Stabilizzazione del microbiota
·         Miglioramento della funzione intestinale e dell’assorbimento di minerali, in particolare, di calcio
·         Miglioramento della funzione della barriera intestinale e dell’attività immunitaria
·         Riduzione del rischio di malattie infiammatorie intestinali, di malattie metaboliche, di diabete di tipo 2 e obesità, di cancro del colon.
Quanto sopra esposto deve, quindi, far riflettere su quanto sia necessario seguire una dieta con un contenuto corretto di sostanze prebiotiche per favorire un buon equilibrio e una adeguata funzionalità del microbiota intestinale per poterne trarre tutti i potenziali vantaggi.




Dott. Edoardo Felisi
Master Prodotti Nutraceutici
Dipartimento di Scienze del Farmaco – Università di Pavia

venerdì 13 luglio 2018

COME USARE I MEDICINALI OMEOPATICI NELLE MALATTIE ACUTE


Vogliamo dare alcune indicazioni per chi utilizza l’Omeopatia Pluralista , ovvero più  medicinali omeopatici, se la situazione lo richiede , nella giornata (come nello Studio Dott.Bosi)

Salvo diverse indicazioni da parte del proprio omeopata, è possibile mantenere la cura preventiva di base , se questo consisteva in prodotti fitogemmoterapici (Ribes,Rosa Canina ecc.), isopatici (Sanum ), oligoterapici (Manganese, Rame ecc.) . Il Rimedio  Omeopatico di fondo, solitamente consigliato una volta alla settimana può essere mantenuto.
Il medicinale omeopatico consigliato per contenere la febbre (Belladonna 9CH/15 CH , Aconitum ecc.) può essere assunto anche se è necessario utizzare il farmaco antifebbre (paracetamolo, sconsigliato ibuprofene) distanziando almeno mezz’ora i due .

domenica 8 luglio 2018

Circolare sui vaccini : basterà un'autocerticificazione



Sarà sufficiente un’autocertificazione per iscriversi a scuola. A quanto  apprende Quotidiano Sanità da fonti ministeriali è quello che prevede la nuova circolare congiunta Miur-Salute che sarà presentata domani a Lungotevere Ripa dal Ministro della Salute, Giulia Grillo e dal Ministro dell'Istruzione, Marco Bussetti. La circolare, nei fatti, allenta le maglie della legge Lorenzin sull'obbligo vaccinale in vista della scadenza del 10 luglio, data prevista per dimostrare di essere in regola con le vaccinazioni, per l’iscrizione a scuola (per asili e scuola dell’infanzia, 0-6 anni) e per non incappare nelle multe (per la scuola dell’obbligo, 6-16 anni).

domenica 1 luglio 2018

La febbre alta non sempre è segno di infezione grave


Come ben sappiamo la febbre è un sintomo estremamente frequente in età pediatrica e, nonostante nella maggior parte dei casi essa si associ ad un’infezione virale, la vera sfida è riconoscere i pazienti febbrili a rischio di un’infezione batterica severa (SBI). Segnaliamo pertanto questa interessante metanalisi che si propone di analizzare quanto il rischio di SBI possa essere predetto dai livelli di temperatura raggiunti. Le conclusioni dello studio sono che solo nei piccoli neonati e lattanti di età inferiore a 3 mesi di vita una temperatura corporea >40° aumenta in maniera significativa il rischio di SBI (OR 6,3 95% CI 4,44-8,95), mentre tale predittività è molto debole nelle età successive.

domenica 24 giugno 2018

E' TEMPO DI GIOCARE


Con le vacanze estive arrivano i tempi forse più complicati dell’anno nella gestione dei figli: ai giorni di vacanza dei bambini non ne corrispondono altrettanti per i genitori e questo porta ad un inevitabile surplus di dispendio di energie. Gli oratori estivi, i centri comunali, i vari campus e la presenza dei nonni aiutano a livello concreto, ma potrebbero portare i genitori a conclusioni fuorvianti: visto che i nostri figli giocano tutto il giorno, probabilmente non avranno bisogno di giocare anche con noi. Sbagliato! I bambini hanno bisogno e desiderano fortemente di giocare con i propri genitori. Si, proprio con quei genitori lì, magari non troppo creativi, magari stanchi e con poco tempo, magari insicuri e stressati ma pur sempre i loro genitori.
In una interessante ricerca di Pepita Onlus (http://www.pepita.it) che ha portato alla realizzazione di una campagna di sensibilizzazione ideata da Fanpage dal titolo #tempodigiocare (https://www.facebook.com/fanpage.it/videos/2217622168259445/)  emergono dati molto interessanti. Su un campione di 507 bambini tra i 5 e gli 11 anni, il 46% ha risposto di giocare durante la settimana (dal lunedì al venerdì) da 1 a 2 ore, contro un 32% che gioca meno di 1 ora. Il dato cresce nel fine settimana quando i bambini giocano per il 41% oltre 3 ore e per il 32% da 2 a 3. Una o due ore di gioco alla settimana, a volte anche meno…

domenica 17 giugno 2018

Le infezioni pneumococciche hanno cambiato espressione


È noto che con l’introduzione del vaccino coniugato anti-pneumococcico (PCV7 nel  2002, sostituito dal  PCV13 nel 2010) l’incidenza della malattia pneumococcica invasiva (IPD) è diminuita, e di qui la necessità di ricoveri ospedalieri per tale patologia. Il presente studio, condotto dal Centro di Ricerca Epidemiologica sulle infezioni da S. pneumoniae di Calgary (CASPER), conferma tale dato: dai risultati dello studio emerge infatti che dopo l’introduzione del vaccino l’incidenza di IPD nella popolazione pediatrica si è ridotta da 17 casi/100.000/anno negli anni 2000/2001 a 4 casi/100.000 anno nel 2015, con uno spostamento in avanti dell’età media di presentazione (2 anni nell’era pre-vaccinale, 3,9 anni nell’era post-vaccinale). A fronte di questo emerge però una maggiore incidenza di malattie pneumococcciche invasive (cioè gravi) associata ad infezioni focali severe quali meningite, polmonite, empiema, peritonite (44,6% dell’era pre-vaccinale, 64% e 61,4% dopo l’introduzione rispettivamente del PCV7 e del PCV13) rispetto a quelle con sola batteriemia

domenica 10 giugno 2018

LATTE DI MUCCA PERCHE' NO ?



Questa domanda me  la sento rivolgere sempre più frequentemente dai genitori che con stupore  ricevono  come   primo consiglio dietetico  la limitazione nel consumo dei prodotti a base di latte  di mucca .

Riporto ai miei lettori questo articolo comparso su una rivista on line “Santé Nature Innovation” nel luglio 2013 con questo titolo “ 10 minutes pour convaincre des dangers des produits laitiers” (10 minuti per convincere dei pericoli dei latticini).
Vi sono molte persone convinte che l’uso dei latticini sia fondamentale per le loro ossa. Non è facile far cambiare abitudini da un giorno all’altro a persone che consumano il latte da 35 anni o più.
1 LE RACCOMANDAZIONI SONO  DISCUTIBILI
 Le raccomandazioni ufficiali sono di consumare almeno 3 prodotti a base di latte nella giornata e ciò è stabilito da un comitato di esperti della salute. Questo comitato è composto da una trentina di persone di cui almeno 19 sono direttamente affiliate a industrie casearie (Danone, Nestle’ ecc.)Non c’è alcuna trasparenza, pertanto le raccomandazioni non  hanno alcun credito.
2 L’UOMO E’ LA SOLA SPECIE CHE CONSUMA LATTE DI UN’ALTRA SPECIE IN ETA’ ADULTA
 La specie umana è sopravissuta e si è evoluta durante 7 milioni di anni senza alcun prodotto a base di latte, nutrendosi di latte materno unicamente nel periodo infantile. Sugli scheletri degli uomini preistorici, non si trova traccia alcuna delle malattie ossee oggi conosciute. I prodotti caseari sono apparsi nella nostra storia  all’incirca 10000 anni fa, evento  che , nella scala evolutiva è da considerare abbastanza recente. Il risultato di questi milioni di anni di evoluzione senza latte ? 75% della popolazione mondiale è intollerante ai latticini in età adulta .

domenica 3 giugno 2018

Depressione e Rhodiola Rosea

La Rhodiola rosea (R. rosea) è usata nella medicina tradizionale del Nord Europa e specialmente in Russia come rimedio per migliorare la performance lavorativa, per trattare la fatica, la debolezza e l’impotenza, nonché come droga adattogena  ovvero in grado di  aumentare la resistenza allo stress fisico e mentale. Ancora oggi in Siberia si usa regalare un bouquet di radici dorate, come viene soprannominata la droga della pianta, al momento del matrimonio come augurio di fertilità.
Gli autori di questa review prendono in considerazione tutte le pubblicazioni sull’attività antidepressiva della R. rosea a ottobre 2015 presenti su medline e sulle librerie russe; infatti, dato l’uso tradizionale della pianta, numerosi studi clinici sono stati condotti in Russia.

venerdì 25 maggio 2018

Frutta e verdura fresca meglio di creme

Il segreto per una pelle più giovane dopo i 50 anni non è custodito in una crema contenuta in un  barattolo, ma in una dieta ricca di frutta e verdura fresca con l’aggiunta di pesce. Pare tuttavia che  questi effetti positivi  si mostrino  solo sulle donne poiché,  rispetto all’altro sesso, hanno una pelle più sottile e con meno densità di collagene e quindi più soggetta alle tante odiate rughe.
Secondo la ricerca, condotta dell’Erasmus Medical Centre di Rotterdam e pubblicata sul Journal of the American Academy of Dermatology, le donne che consumano con regolarità questi alimenti, ricchi di vitamine e flavonoidi che proteggono dall’invecchiamento e stimolano la produzione di collagene, hanno meno segni del tempo dopo i 50 anni.

domenica 20 maggio 2018

Disturbi dell'apprendimento in aumento, colpiti 250.000 studenti

Il 2,9% della popolazione studentesca dell'anno scolastico 2016-2017 ha Disturbi specifici dell'apprendimento (Dsa). Alunne e alunni delle scuole italiane di ogni ordine e grado con Dsa sono complessivamente 254.614, stando ai dati pubblicati dal Miur sul suo sito. Il disturbo mediamente più diffuso è la dislessia (42,5%), anche se più disturbi possono coesistere in una stessa persona. Seguono la disortografia (20,8%), la discalculia (19,3%) e la disgrafia (17,4%). Il cervello di un bambino dislessico è diverso da quello dei bambini che riescono a leggere normalmente, ma questo non vuol dire avere una malattia. Lo stesso vale per gli alunni con disgrafia, disortografia, discalculia : l'importante è arrivare a una diagnosi veloce, che si può già fare tra la fine della seconda elementare e la terza, e fornire ai bambini gli strumenti che portano a una riorganizzazione del cervello. 

domenica 13 maggio 2018

ASMA

L’asma è una patologia infiammatoria cronica multifattoriale delle vie aeree caratterizzata da:
·         episodi ricorrenti di dispnea (difficoltà a respirare, sibili, tosse e senso di costrizione toracica;
·         ostruzione bronchiale (di solito reversibile spontaneamente o dopo trattamento farmacologico);
·         iperreattività bronchiale;
·         infiltrazione di cellule infiammatorie, rilascio di mediatori e  rimodellamento strutturale delle vie aeree.
In Italia si sta assistendo a un costante aumento delle persone affette da tale patologia, in particolare in età pediatrica. Attualmente si calcola che circa il 5-10% dei bambini è colpito da tale sintomatologia. Il 30% dei pazienti presenta i sintomi attorno ad un anno di età, mentre l’80-90% dei bambini è sintomatico prima dei 4-5 anni di età.
I motivi di tale aumento non sono a tutt’oggi completamente noti, anche se molti studiosi concordano nell’affermare che l’inquinamento, la riduzione delle malattie infettive  e l’elevato numero di viaggi, con esposizione ad allergeni sconosciuti, possano avere un ruolo di primaria importanza.

domenica 6 maggio 2018

Fitogemmoterapia nell’allergia primaverile(terza parte)


Nella cura della rinocongiuntivite allergica è di notevole aiuto l’utilizzo di gemmoderivati  :

Ribes nigrum

Il Ribes nigrum  appartiene alla Famiglia delle Sassifragacee.
 E’ un arbusto spontaneo tipico del centro Europa e dell’Asia settentrionale  . Numerose sono le sue proprietà , antinfiammatorie, energetiche e antiallergiche. Si utilizza sia nella formulazione in Tintura Madre (in particolare nelle patologie reumatiche ) che sotto forma di Gemmoderivato (azione antiallergica, energetica , antinfiammatoria)
L’azione  antiallergica  è legata alle proprietà antistaminiche e di stimolo sulla corteccia surrenale.
La sua somministrazione infatti aumenta la concentrazione di cortisolo nel sangue, senza tuttavia determinare gli effetti collaterali dei corticosteroidi.