mercoledì 30 giugno 2010

I primi batteri nei bimbi dipendono dalla tecnica del parto


Roma, 22 giu. (Adnkronos Salute) - I batteri che 'ospitiamo' dipendono dal modo in cui siamo venuti al mondo. Lo hanno scoperto i ricercatori dell'Università di Porto Rico e dell'Università del Colorado a Boulder, due istituti venezuelani. In pratica, la tecnica del parto influisce sui tipi di microbi presenti nell'organismo del piccolo fin dalla sua nascita, cosa che ha importanti riflessi sulla salute nel corso dello sviluppo.I ricercatori spiegano su 'Pnas' che i bebè nati con parto naturale presentano comunità batteriche che somigliano a quelle presenti nel tratto vaginale materno, mentre i piccini venuti alla luce con il cesareo sono portatori di comuni microrganismi della pelle. Secondo i ricercatori, molte delle diverse comunità microbiche che vivono nel nostro organismo possono contribuire a proteggere l'uomo contro varie malattie. Ebbene, questo studio può contribuire a tracciare le comunità batteriche presenti nei bimbi e risalire ai loro effetti per la salute, spiega Maria Dominguez-Bello dell'Università di Porto Rico.
"Quotivadis" 23giugno 2010
Elena Bosi, pediatra Milano

domenica 20 giugno 2010

Studio italiano, cresce fra giovani 'febbre' da Internet




Roma, 11 giu. (Adnkronos Salute) - Cresce tra i ragazzi un disturbo dei nostri tempi: la dipendenza da Internet, uno strumento prezioso che può trasformarsi in un 'nemico' per la nostra salute. Una ricerca senese, effettuata dalla Psichiatria Universitaria del policlinico Santa Maria alle Scotte, ha infatti dimostrato che il disturbo è in forte aumento, soprattutto tra i giovanissimi. "Su 402 studenti di Siena, di età compresa tra 14 e 18 anni - spiega Andrea Fagiolini, direttore della struttura senese - abbiamo osservato che più di 20 ragazzi presentano le caratteristiche tipiche del disturbo e, una percentuale non trascurabile dei rimanenti manifesta comportamenti potenzialmente a rischio". Diverse le caratteristiche di questa forma di dipendenza da chat e social network: "Accesso ad internet sempre più frequente, aumento del tempo passato sul web e relativi disagi nell'ambito relazionale e familiare per la mancanza di tempo da dedicare ad altro", afferma Fagiolini. E ancora. "Perdita del sonno, stanchezza eccessiva che si ripercuote su studio e lavoro, alterazioni dell'umore", aggiunge l'esperto. Il disturbo è ancora poco conosciuto ma la comunità scientifica sta concentrando i suoi studi sul fenomeno. "Vogliamo attivare a Siena - sottolinea Fagiolini - veri e propri percorsi di disintossicazione nei quali si riorganizzi la giornata tipo dell'internet-addicted". "Uno dei pilastri del nostro intervento - spiega l'esperto - sarà un percorso psicoterapico ma il programma prevederà anche una serie di altre attività aggiuntive che mirino a tenere queste persone lontano dal computer per periodi sempre più lunghi e a far riscoprire loro che i piaceri, i rapporti e i compiti della vita reale. Rapporti più faticosi e meno immediati di quelli della vita virtuale, ma non per questo meno belli, duraturi e gratificanti".Internet ha cambiato e sta cambiando anche il modo di comunicare.
Tratto da "Quotivadis" info@univadis.it
Lunedì 14 giugno 2010

Elena Bosi, pediatra Milano

mercoledì 16 giugno 2010

Bmj accusa Oms, poca chiarezza su pandemia


Un articolo pubblicato dal British Medical Journal punta il dito contro l'Organizzazione mondiale della sanità sul tema della pandemia da virus A/H1N1. Secondo gli autori, i consulenti che nel 2004 hanno redatto la linee guida dell'Oms, in cui si consiglia ai Governi di fare scorta di farmaci in caso di pandemia influenzale, erano stati precedentemente pagati, per altri lavori, da alcune aziende farmaceutiche produttrici dei medicinali in questione. Gli autori dell'inchiesta fanno notare che «l'Oms non ha reso pubblici questi conflitti d'interesse, né è chiaro se ne abbia privatamente informato i Governi, molti dei quali hanno poi seguito i consigli contenuti nelle linee guida». Il durissimo report sottolinea che, «a questa mancanza di trasparenza, si aggiunge l'esistenza di un comitato d'emergenza segreto che ha fornito consulenze al direttore generale dell'Oms, Margaret Chan, sulla dichiarazione di pandemia influenzale. E i nomi dei 16 membri di questo panel sono noti solo alle persone che lavorano all'interno dell'Oms: in questo modo, i loro possibili conflitti d'interesse rimangono sconosciuti». E aggiungono che «nonostante ripetute richieste, l'Oms ha rifiutato di fornire qualsiasi informazione sui conflitti d'interesse». Gli autori ricordano inoltre che «alcuni Paesi, come la Polonia, si sono rifiutati di acquistare vaccini e antivirali in grandi quantità quando l'Oms dichiarò la pandemia. Ma altri, come la Francia e la Gran Bretagna, si ritrovano oggi con ingenti scorte non utilizzate di questi prodotti e con contratti da rivedere con le aziende farmaceutiche».
Tratto da
"DoctorNews" e-news@doctornews.it
7 giugno2010
Elena Bosi, pediatra Milano

venerdì 11 giugno 2010

ANCORA UNA VOLTA UN ATTACCO ALL’OMEOPATIA

Con regolarità sconcertante, anche questo anno prima dell’estate arriva l’ormai consueta polemica contro l’omeopatia (qui). Ancora una volta a farsene carico sono i medici inglesi, che pure ospitano nella propria Nazione uno degli ospedali omeopatici più famosi e riconosciuti (il National Hospital for Homeopathy).
La British Medical Association ha approvato una mozione con la quale viene chiesta l’esclusione dei medicinali omeopatici dal Nhs, il Servizio sanitario nazionale, motivando questa richiesta con la presunta mancata dimostrazione di efficacia di questi medicinali. Al di là delle considerazioni sulla periodicità sistematica con la quale si perpetuano questi attacchi (con un’alternanza quasi scientifica con analoghi attacchi di parte della comunità medica italiana), rimangono due considerazioni, più volte rimarcate da questo blog:
1. In Italia operano attualmente circa 20.000 medici esperti in Medicina complementare (circa 10.000 sono omeopati) e secondo gli ultimi dati Istat (2005) sono 7,9 milioni gli italiani che fanno ricorso alle medicine non convenzionali (13,6% della popolazione). In considerazione dell’ampia diffusione di medici e di pazienti che ricorrono a queste terapie, sarebbe doveroso avviare un’ampia sperimentazione che consenta di stroncare definitivamente o, al contrario, di confermare l’efficacia di questo approccio terapeutico. È noto però che la sperimentazione si basa sulla disponibilità di risorse e che, a maggior ragione in periodi di crisi economica quali quello attualmente affrontato, è piuttosto improbabile che si rendano disponibili i fondi necessari (tanto più se consideriamo che la ricerca italiana si basa ormai, in larghissima misura, sui fondi resi disponibili dalle case farmaceutiche che certo non avrebbero interesse a finanziare studi scientifici in omeopatia).
2. Di contro, anche il mondo delle medicine complementari dovrebbe fare un maggior sforzo per cercare di allinearsi ai canoni di scientificità attualmente accettati. Continuare a mantenere un atteggiamento di distacco e di sufficienza certo non contribuisce a mantenere sereni gli animi e sicuramente non favorisce quel confronto indispensabile per il raggiungimento dell’unico obiettivo veramente condiviso da tutti: il benessere del paziente.
G. Di Leone – Medico - Bari

venerdì 4 giugno 2010

PER I BIMBI ITALIANI TANTA TV E POCA VERDURA


Tra i bambini italiani che frequentano l'asilo, uno su cinque è in soprappeso o addirittura obeso. È il risultato di un'indagine svolta dal progetto europeo Periscope (Pilot european regional interventions for smart childhood obesity prevention in early age) che ha coinvolto 1200 bambini italiani, polacchi e danesi di età compresa tra i 3 e i 6 anni. Il dato più significativo riguarda l'alimentazione: rispetto ai loro piccoli coetanei stranieri, i bimbi italiani non consumano verdura cruda (27,5%) né cotta (40%). I danesi, invece, seguono un regime alimentare molto equilibrato: il 70% del campione si ciba di frutta almeno una volta al giorno e il 65% di verdura, da una a più volte al giorno. Gli italiani sono anche i bambini che si muovono meno: uno su due, a quanto riferiscono i genitori, non gioca mai all'aperto, a differenza dei bimbi danesi e polacchi che, nonostante vivano in paesi con un clima sicuramente meno mite del nostro, nel 99% dei casi sono abituati a passare tanto tempo in aree verdi attrezzate. Evidenze negative anche per quanto riguarda lo sport: mentre un bimbo danese su due svolge un'attività sportiva, i piccoli italiani sono molto più inattivi, e soltanto uno su cinque viene avviato sin da piccolo a questa pratica. L'ultimo risultato interessante dello studio si concentra sulle ore quotidiane passate davanti al televisore: il 13,2% dei bimbi italiani rimane seduto davanti allo schermo per più di due ore, contro il 12,2% dei polacchi e solo il 3% dei danesi. I valori cambiano durante il fine settimana: 41% per i polacchi, seguiti dal 25% degli italiani e dal 22,7% dei danesi.

Tratto da
"Nutrizione33" 7/05/2010

Elena Bosi, pediatra Milano

martedì 1 giugno 2010

Un nuovo arrivo:Trattato di Agopuntura e Medicina Cinese

E’ stato da poco pubblicato il quinto volume della collana Trattato di Agopuntura e Medicina Cinese (CEA edizioni) dedicato alla Farmacologia Cinese. Questo testo è la sintesi del lavoro effettuato sulla farmacologia cinese dal dottor Lucio Sotte (medico esperto in Agopuntura e Medicina Tradizionale Cinese), con la collaborazione di altri autori, dalla fine degli Anni 80 ad oggi. Si completa in questa maniera il contenuto degli altri volumi dedicati ai Principi della Medicina Cinese (I vol.), alla Semeiotica Cinese (II vol.) all’Agopuntura Cinese (III vol.) ed al Massaggio Cinese (IV vol.).
Si tratta di un testo completo che, dopo una breve introduzione storica, presenta per la prima volta al mondo medico italiano in maniera completa sia i principi della farmacologia cinese che i principali rimedi e le ricette più importanti, soffermandosi soprattutto su quelle maggiormente utilizzate.
Scrive Lucio Sotte: “
Nel corso degli ultimi venticinque anni la farmacologia cinese è finalmente approdata in Italia:ciò è avvenuto per l’impegno profuso da molti colleghi medici che si sono appassionati allo studio, alla didattica e alla pratica clinica di questa disciplina. L’edizione di questo volume permetterà certamente ai medici italiani che vorranno interessarsi di farmacologia cinese di avere a disposizione uno strumento fondamentale per poter intraprendere il lungo percorso della sua acquisizione.”
Per il prossimo autunno è prevista la pubblicazione del VI volume dedicato alla
Dietetica Cinese.
Enrica Campanini, medico, Firenze