domenica 15 febbraio 2015

domenica 8 febbraio 2015

La via dell’abbraccio: i nostri bambini nei primi anni di vita.

La via dell’abbraccio: i nostri bambini nei primi anni di vita.
Eccoci, cari lettori, al punto di partenza del nostro viaggio. E da dove partire se non dalla nascita? Capita spesso di pensare alla nascita come ad un evento talmente naturale e quasi ovvio -in fondo, è ad sempre che si nasce così- che ci si dimentica della sua caratteristica più importante. È forse l’evento più sconvolgente della nostra vita. Immaginate di essere all’improvviso, proprio mentre state leggendo queste righe, catapultati fuori dalla vostra stanza e di trovarvi non nel corridoio di casa vostra ma su Marte: niente ossigeno, una gravità che vi fa sembrare di pesare meno della metà (un sogno per tanti di noi!), una temperatura mai sentita prima. È perfino difficile da immaginare! Eppure ogni bambino vive questa esperienza all’inizio della sua vita. È un passaggio “dall’acqua all’aria”, nel vero senso della parola. Il bambino abituato a nuotare dentro la sua mamma, al sicuro, al caldo, con confini precisi e con quel ritmo di sottofondo tanto confortante, si trova in poco tempo in un posto che non è il suo. Prima la sensazione dell’aria sulla pelle, poi i suoni, le voci, la luce e i colori tutti nuovi e, infine, la cosa più sconvolgente: si trova senza il cordone ombelicale che gli ha fornito sangue, alimento e ossigeno tenendolo in vita fino a quel momento. Possiamo immaginare quale senso di smarrimento deve attraversare il suo piccolo corpicino, dalla tesa ai piedi, ammesso che si renda bene conto dove inizi la sua testa e dove finiscano i suoi piedi!

domenica 1 febbraio 2015

La via dell’abbraccio: una strada da percorrere insieme ai nostri figli, di tutte le età. (parte prima )

“Ecco, prendi te per esempio. Tu sei unico” spiegò la mamma “e anche io sono unica, ma se ti abbraccio non sei più solo e nemmeno io sono più sola.”
“Allora abbracciami” disse Ben stringendosi a lei.
La mamma lo tenne stretto a sé. Sentiva il cuore di Ben che batteva. Anche Ben sentiva il cuore della mamma e l’abbracciò forte.
“Adesso non sono solo” pensò mentre l’abbracciava, “adesso non sono solo. Adesso non sono solo.”
“Vedi” gli sussurrò la mamma, “proprio per questo hanno inventato l’abbraccio.”
(da L’abbraccio, di David Grossman, Mondadori)

Chi di noi non ha mai sperimentato la potenza di un abbraccio? Chi non si è mai abbandonato tra le braccia di qualcuno –mamma, papà, amico o partner che sia? Chi non ha mai sperato che l’altro prima o poi si accorgesse del nostro bisogno di essere tenuti tra le braccia?
Vorrei, dalle pagine di questo blog, farvi percorrere una strada che mi piace chiamare “la via dell’abbraccio”: sarà un modo sia per ricordare quanto ci hanno fatto bene gli abbracci nella nostra vita, sia per pensare a quanto bene possano fare i nostri abbracci alle persone a noi care, in modo particolare ai nostri figli. In questa “via” ci fermeremo a guadare come, nei vari momenti della crescita dei nostri figli, il contatto fisico -pur nella necessaria varietà di stile- aiuti noi e loro a stare bene, a sentirci ben voluti. Volutamente non saranno, le mie, parole tecniche o indicazioni rigide di comportamenti giusti o sbagliati da tenere: quando ci si muove nel campo degli affetti, dello stare insieme all’altro, quello che dobbiamo ricercare è la naturalezza, la reciprocità e non la “cosa giusta da fare” che qualche tecnico del mestiere ci suggerisce. Certo, non tutto va bene, soprattutto quando abbiamo a che fare con i bambini, ma mi piacerebbe aprire un dialogo con voi lettori, più che darvi indicazioni asettiche e fuori dalla vostra vita reale. Mi limiterò, ma già è molto, a proporvi spunti di riflessione e di azione che vi permetteranno di stare insieme ai vostri figli in modo soddisfacente, per entrambi.