mercoledì 21 ottobre 2020

IL DIBATTITO CONTINUA : SCONFESSATO LO STUDIO AUSTRALIANO CHE VOLEVA DISTRUGGERE L 'OMEOPATIA

 


L’omeopatia continua a generare dibattito nel mondo della scienza e non solo. “Chi l’attacca spesso sostiene che non esistono studi scientifici a sostegno della sua plausibilità e che, tutt’al più, le si può attribuire un effetto placebo. Ma pochi vanno oltre e altrettanto pochi sanno che alcuni studi ‘detrattori’ di questa pratica, primo fra tutti il Rapporto australiano del National Health and Medical Research Council (NHMRC), sono stati smontati, che il Ceo dello stesso NHMRC ha fatto un passo indietro, e che ora si attende – purtroppo da 4 anni rispetto ai soliti 6-18 mesi necessari – il pronunciamento di un tribunale, l’Ombudsman del Commonwealth australiano, che sta indagando sulla correttezza del report”.

domenica 11 ottobre 2020

Covid : il governo semplifichi la burocrazia e riprenda la sperimentazione per la cura con il plasma

 


"Sulla cura del plasma la ricerca italiana rischia di sprecare un'occasione"
. Lo ha detto Francesco Menichetti, direttore dell'Unità di Malattie Infettive all'Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana e investigatore principale per la cura con plasma iperimmune, intervenendo a "Effetto Giorno" su Radio 24. La battuta d'arresto subita dalla sperimentazione nazionale denominata Tsunami secondo Menichetti è da attribuirsi a "una mancata semplificazione delle procedure che hanno determinati ritardi burocratici e amministrativi indegni perché per firmare un contratto con Aifa e Iss ogni singola azienda ospedaliera deve seguire una procedura diversa".   Il medico, interpellato dall'ANSA, spiega l'impasse con dei dati: "Al protocollo hanno aderito 76 centri - afferma - ma finora ne sono stati attivati solo 15 e di questi soltanto otto hanno arruolato pazienti: sette in Toscana e il Niguarda a Milano.

giovedì 1 ottobre 2020

I CORTISONICI AUMENTANO IL RISCHIO DI INFEZIONI

 


I cortisonici sono associati ad un aumentato rischio di infezione, persino a dosi molto piccole. A mettere in guardia nei confronti di un utilizzo troppo disinvolto di questi farmaci, il cui basso dosaggio è considerato sicuro e ampiamente prescritto, è uno studio osservazionale pubblicato su Annals of Internal Medicine, rivista dell'American College of Physicians I cortisonici sono potenti antinfiammatori che hanno cambiato radicalmente la storia clinica di alcune patologie.  Vengono usati per problemi dermatologici, polmonari, oftalmici, gastrointestinali e si sono rivelati efficaci anche per il trattamento dell'artrite reumatoide se aggiunti a farmaci modificanti la malattia. Mentre il rischio di infezione ad alte dosi è ben stabilito, il rischio con la terapia con a basso dosaggio è meno chiaro. Eppure, fino al 60% dei pazienti reumatici continua a prenderne a lungo termine, specialmente a piccole dosi. Per capirne le conseguenze, i ricercatori dell'Università della Pennsylvania, negli Stati Uniti, hanno utilizzato i dati di oltre 200.000 pazienti con artrite reumatoide che ricevevano glucorticoidi e li hanno confrontati con quelli di pazienti che non ne ricevevano. Hanno scoperto che i pazienti, fortunatamente non moltissimi, che ne assumevano dosi più elevate (oltre 10 mg al giorno) avevano più del doppio del rischio di infezioni gravi rispetto a chi non assumeva glucocorticoidi.