domenica 27 febbraio 2011

L’OMEOPATIA IN AIUTO A CHI VUOLE SMETTERE DI FUMARE



Se vuoi smettere di fumare e cerchi un aiuto stai leggendo il post giusto.
Ci sono alcuni rimedi che possono ridurre i sintomi da astinenza da nicotina. Tensione, nervosismo, fame ed il continuo pensiero della sigaretta sono i disturbi più frequenti in chi vuole smettere di fumare.
Tra i rimedi omeopatici più utili nella mia esperienza ricordo:
• Lobelia inflata 5 CH: 4 granuli ogni volta che si percepisce il desiderio di fumare. Aiuta a ridurre la dipendenza da nicotina. Può essere assunto quando ancora si sta fumando e ci si prepara a dare l'addio definitivo alle sigarette
• Caladium 7 CH: utile se si prova un forte desiderio di tabacco, in persone che hanno presentato molti sintomi respiratori fumando (sopratutto asma) o che smettendo hanno iniziato ad avere cefalea (o l'hanno vista peggiorare). 4 granuli 2-3 volte al giorno
• Tabacum 30 CH: facilmente associato a uno dei due precedenti rimedi. 4 granuli 1 volta al giorno
• Asarum Europaeum 30 CH: se chi smette continua a pensare a quando fumava o se accusa sintomi tipo vertigini. 4 granuli 1 volta al giorno
• Nux vomica 30 CH: smettendo di fumare è aumentato l'appetito. Inoltre sono comparse o peggiorate ansia ed insonnia. Molto utile anche per ridurre irritabilità e nervosismo. 4 granuli 1 volta al giorno
• Ignatia 30 CH: aiuta le persone in cui la sigaretta era la distrazione che permetteva di affrontare meglio gli stress quotidiani. 4 granuli al giorno
Questi rimedi non sono la pillola magica, ma possono validamente aiutare chi ha deciso di smettere. Non sono controindicati in gravidanza e possono essere associati ad altre metodiche per rendere più incisiva la loro azione.
Giulio Viganò, medico, pediatra Milano

mercoledì 23 febbraio 2011

Zafferano contro snacking


L’aumento di peso corporeo sino ad un’obesità conclamta, è sostenuto, oltre che dall’abbondanza dei pasti, dalla frequente assunzione di spuntini( snack ): snacking.
Questo è un comportamento alimentare incontrollato che determina negli individui che lo presentano malumore e disistima.
E’ stata condotta una ricerca realizzata da associati a Biomedical and Global Clinical Solutions, Parc Technologique du Canal, 26 rue Hermes, 31520 Ramonville Saint-Agne, Francia basata sull’ipotesi che la supplementazione orale con un estratto di zafferano possa ridurre il numero degli spuntini, diminuire il senso di sazietà con conseguente perdita di peso e miglioramento dell’umore.
Si è trattato di uno studio randomizzato controllato verso placebo, in doppio- cieco. Sono state esaminate 60 donne modestamente sovrappeso che per otto settimane hanno assunto 176,5mg di estratto di zafferano (Satiereal) suddiviso in 2 somministrazioni (n=31) o placebo (n=29). I due gruppi erano omogenei per peso corporeo, età, numero di snack. L’apporto calorico è stato lasciato libero ma attraverso il diario è stato valutato l’andamento dello snacking.
Dopo 8 settimane nel gruppo con assunzione di zafferano si sono notate una significativa riduzione del peso corporeo (p<0.001), una diminuzione nella frequenza dello snacking, mentre dimensione antropometriche e altri parametri vitali sono rimasti invariati.
Non è stato evidenziato alcun ritiro dallo studio: ciò è stato attribuito alla buona tollerabilità del prodotto
Gout B e al. Satiereal, a crocus sativus L extract, reduces snacking and increases satiety in a randomized placebo-control led study of midly overweight,healthy women. Nutr Res 2010,May;30(5):305-13.
Paola Nannei Viganò, pediatra Milano

domenica 20 febbraio 2011

Togliere tonsille regala chili in piu' ai bimbi


Roma, 2 feb. (Adnkronos Salute) - Bimbi troppo grassi per colpa del bisturi. La tonsillectomia è una delle operazioni più comuni fra i bambini, ma secondo uno studio dell'American Academy of Otolaryngology i genitori dei piccoli pazienti dovrebbero tenere d'occhio la bilancia: dopo questo intervento, infatti, i ragazzini sono a maggior rischio di sovrappeso. E lo stesso accade dopo la rimozione delle adenoidi.Lo studio, pubblicato su 'Otolaryngology - Head and Neck Surgery' ha esaminato una serie di ricerche condotte su un totale di 795 bambini e ragazzi da 0 a 18 anni, tutti normopeso o al massimo in sovrappeso, che si erano sottoposti a uno dei due interventi. Nel 47,7% dei casi a spingere al ricorso al bisturi erano problemi respiratori durante il sonno. Ebbene, secondo il primo 'braccio' dell'analisi, gli studi condotti su 127 bimbi hanno mostrato un aumento dell'indice di massa corporea del 5,5-8,2%. Altri tre studi, su 419 baby-pazienti, hanno rilevato un aumento di peso in oltre il 46% dei pazienti, mentre nell'ultimo 'braccio' della ricerca tre studi su 249 pazienti hanno mostrato che il 50-75% dei piccoli era ingrassato dopo l'adenoidectomia. Ogni ricerca, avvertono gli studiosi, era disegnata con differenti definizioni di sovrappeso. Ma il fenomeno è emerso chiaramente. Secondo Anita Jeyakumar, uno degli autori del lavoro, "possono essere diversi i meccanismi che portano i piccoli a ingrassare dopo l'operazione". In ogni caso, sulla base dei risultati ottenuti, i medici raccomandano ai colleghi di mettere in guardia i genitori dei loro piccoli pazienti. Sarebbe bene, dunque, non tralasciare le indicazioni per una dieta e uno stile di vita salutari, monitorando la crescita dei bambini dopo la chirurgia, per evitare che arrivino a pesare troppo.

"Quotivadis"
3febbraio 2010
Elena Bosi, pediatra Milano

martedì 15 febbraio 2011

Uno studio recente sull’olio di eucalipto


L’uso dell’olio di eucalipto ha una lunga tradizione per cui il suo utilizzo possiede un buon profilo di sicurezza.
Alcuni AA :Sadlon AE, Lamson DW, recentemente, hanno chiarito i processi biochimici che stanno alla base delle azioni dell’olio di eucalipto. Esso infatti e il suo componente principale ( 1,8-cineolo) esercitano effetti antimicrobici contro molti batteri ( fra cui Staph.aureus meticillino-resistente-MRSA ), virus, funghi ( Candida ). Sono state evidenziate anche attività immunostimolante, antiinfiammatoria, antiossidante, effetti analgesici e spasmolitici. Se usato per via inalatoria oppure orale, può determinare una serie di benefici riguardo ai problemi respiratori: bronchiti, asma, sinusiti, broncopneumopatia cronica ostruttiva ( BPCO ).
Gli AA della revisione puntualizzano che, sebbene esistano altri oli vegetali microbiologicamente più attivi, l’olio di eucalipto può essere considerato una valida alternativa ai prodotti farmaceutici, per la sicurezza dei suoi dosaggi moderati e per il suo ampio spettro di azione. L’olio di eucalipto è in grado inoltre di contrastare la mielotossicità di un chemioterapico, ma è ancora allo studio se questa sua caratteristica non annulli o riduca l’azione chemioterapica voluta.
Con questo lavoro gli AA ci forniscono una visione completa del potenziale terapeutico dell’olio di eucalipto.
Sadlon AE, Lamson DW Immune-Modifying and antimicrobial effects of eucalyptus oil and simple inhalation devices. Altern Med Rev 2010, Mar; 15(1): 33-47.
Paola Nannei Vigano’, pediatra Milano

domenica 13 febbraio 2011

Lo studio, sonnambuli per colpa del Dna


Roma, 8 feb. (Adnkronos Salute) - Scoperta nel Dna un'alterazione responsabile del sonnambulismo. Studiando diverse generazioni di una famiglia affetta da anni da questo problema, il team della Washington University School of Medicine (Usa) diretto da Christina Gurnett è risalito a un errore genetico localizzato su una sezione del cromosoma 20.Basta essere portatori di una sola copia del 'pezzetto' di Dna difettoso, per ritrovarsi a camminare nel sonno, spiegano gli esperti su 'Neurology'. Il team spera di riuscire a 'fotografare' tutti i geni coinvolti, per trovare una terapia che aiuti il 10% dei bambini colpiti da questo problema (che tocca anche un adulto su 50). Spesso il sonnambulismo si manifesta in modo benigno e si risolve con la crescita, ma alcuni casi estremi possono essere molto gravi e pericolosi, specie quando la condizione persiste nell'età adulta. I sonnambuli possono arrivare a compiere azioni complesse, come alzarsi dal letto, trovare le chiavi dell'auto, aprire la porta e mettersi alla guida. E normalmente al mattino dopo non si ricordano nulla. Per questo studio il team ha esaminato una famiglia di sonnambuli, in cui una bimba di 12 anni presentava il problema in modo particolarmente intenso: la piccola Hannah regolarmente finiva per uscire di casa in piena notte. Studiando quattro generazioni di familiari della bambina, i ricercatori hanno scoperto che 9 membri su 22 erano sonnambuli. Con vari gradi di difficoltà. Da uno zio che arrivava a indossare otto paia di calzini a notte, ad altri parenti che negli anni si sono involontariamente feriti o fratturati le dita dei piedi nelle loro scorribande notturne. Analizzando campioni di saliva di tutta la famiglia, il team ha localizzato il problema nel cromosoma 20, scoprendo che il tratto alterato 'nel mirino' passa con grande facilità di generazione in generazione. A questo punto il team punta a individuare il gene o i geni colpevoli. Per aprire la strada alla speranza di una terapia.
"Quotivadis" info@univadis.it 9/2/2010
Elena Bosi, pediatra Milano

lunedì 7 febbraio 2011

La prescrizione in omeopatia


C’è un termine, per definire le medicine non convenzionali, che mi irrita molto ossia “ medicine dolci “. Con questa etichetta omeopatia e c. vengono relegate fra quelle tecniche terapeutiche di cui tutti parlano, sanno e di conseguenza esse vengono private della loro dignità di medicina vera e propria.
Attualmente sento spesso dire:” io mi curo con l’omeopatia” poi in realtà viene somministrato di tutto eccetto che medicine omeopatiche vere e proprie.
Non è mia intenzione fare ora una piccola lezione di omeopatia ma vorrei semplicemente dare alcuni suggerimenti sull’interpretazione corretta di una prescrizione omeopatica e sull’importanza della diluizione stabilita da un medico esperto.
Le medicine omeopatiche sono prescritte affiancate da una diluizione che viene espressa con alcune sigle: DH=decimali, CH=centesimali, K=korsacoviane
Puntualizzerò solo alcuni concetti sulle centesimali tenendo presente che poi possono essere estesi anche alle decimali e korsacoviane. Se sulla prescrizione è segnato sostx 15CH: 5 granuli per 2 vv/dì e il paziente riesce a trovare solo una diluizione 7CH, non deve assolutamente pensare:”E’ più bassa la diluizione quindi raddoppio il numero dei granuli” perché il suo medico,con quella prescrizione, intendeva ottenere una particolare azione da parte della sostanza scelta. E’ quindi consigliabile chiedere al curante se è possibile seguire la terapia un po’ modificata oppure è preferibile ordinare quanto richiesto.
Quindi non si deve assolutamente credere che diluizioni diverse si possano poi equiparare ad altre variando il numero dei granuli o delle gocce. Inoltre alcune sostanze, che agiscono sulle secrezioni o intervengono sull’attività delle ghiandole endocrine, in base alla diluizione possono avere azioni opposte di stimolo o di blocco.
Questa mia riflessione è dovuta soprattutto al fatto che spesso vedo trattare l’omeopatia con estrema leggerezza quando invece si tratta di una medicina vera e propria. Essa se usata con competenza può giovare molto, ma può anche produrre effetti non desiderati se praticata da persone non esperte o come un “facile ed innocuo fai da te “.

Paola Nannei Viganò, pediatra Milano

mercoledì 2 febbraio 2011

Uso del Paracetamolo e rischio di asma : era una bufala?


Recenti studi, in particolare lo studio multicentrico dell’ISAAC (Beasley R et al. Lancet 2008;372: 1039-48),hanno suggerito che l’utilizzo del paracetamolo(Tachipirina) nelle prime epoche della vita sia associato a un aumento del rischio di asma e di allergie nel bambino di sei –sette anni.
Questa ipotesi è giustificabile anche sul piano biologico per il fatto che il paracetamolo può aumentare la flogosi respiratoria attraverso il consumo di glutatione e il peggioramento dello stress ossidativo.
Lo studio ISAAC ha comunque le debolezze di ogni studio retrospettivo, infatti non prende in considerazione il fatto che il paracetamolo (usato per abbassare la febbre) è spesso utilizzato durante le infezioni respiratorie che possono di per sé essere associate a un rischio di asma e ,in particolare , non valuta se esiste una relazione dose –effetto tra esposizione al paracetamolo e asma.
In uno studio prospettico australiano (Lowe a J et al. BMJ 2010;341:c4616)in cui 652 bambini sono stati seguiti dalla nascita fino ai sette anni e le cui famiglie sono state intervistate 18 volte nei primi 2 anni di vita del bambino relativamente all’utilizzo di paracetamolo, viene negato che l’utilizzo di questo farmaco antifebbre nei primi due anni di vita costituisca un rischio di sviluppo di asma e malattie allergiche . Infatti l’aumento assoluto del rischio di asma che appare dall’analisi dei dati grezzi scompare quando il risultato viene aggiustato tenendo conto della frequenza delle infezioni respiratorie.
L’utilizzo del paracetamolo al di fuori delle infezioni respiratorie non appare correlato al rischio di asma, pertanto non appare giustificata la sua sostituzione con altri farmaci antifebbre più tossici (es.Ibuprofene ).
Tratto da Medico e Bambino 9/2010
Elena Bosi, pediatra Milano