domenica 27 ottobre 2013

ALLERGIE AUTUNNALI


Non solo la primavera o l’estate sono foriere di problemi allergici, perché anche in autunno si può osservare una riaccensione di sintomi respiratori dovuti alla presenza di acari e di muffe.

Gli acari della polvere sono minuscoli parassiti, invisibili a occhio nudo, le cui secrezioni, inalate da persone sensibilizzate, sono in grado di provocare disturbi agli occhi, al naso e ai bronchi. Gli acari sono sempre presenti nell’ambiente domestico, dunque sono responsabili di sintomi perenni, ma aumentano nelle stagioni umide così come nei primi periodi di accensione del riscaldamento, perché la presenza di maggiori movimenti convettivi nelle nostre abitazioni comporta un aumento della circolazione della polvere e degli acari in essa contenuti. In questi periodi dunque si può osservare una maggiore comparsa e intensità dei disturbi. E’ dunque di fondamentale importanza cercare di modificare l’ambiente del soggetto allergico a tali parassiti cercando di areare gli ambienti, di evitare di avere nelle camere tendaggi pesanti, mobili imbottiti, tappezzerie, dove gli acari facilmente si annidano in maggior numero e coprire il materasso e il cuscino con fodere antiacaro specifiche. I disturbi che gli allergici ai dermatofagoidi, questo il nome degli acari domestici, possono presentare sono:

-congiuntivite con prurito, rossore, lacrimazione,

-raffreddore con facili salve di stranuti e tendenza ad avere il naso ostruito soprattutto la notte con alternanze di fasi di colamento in genere acquoso o intenso prurito nasale

-tosse e asma.

-eczema con prurito, più di frequente localizzato nelle pieghe dei gomiti, ginocchia, collo, dietro ai padiglioni auricolari.

Inoltre lo stato di continua infiammazione delle mucose respiratorie sostenuto dall’allergia predispone questi soggetti ad ammalare con maggior frequenza presentando faringotonsilliti, rinofaringiti, tracheobronchiti infettive ricorrenti.

domenica 20 ottobre 2013

Antibiotici: inutili e dannosi in infezioni respiratorie comuni


Prescrivere antibiotici per infezioni respiratorie non gravi oltre a essere inutile è anche dannoso, in quanto non porta a guarigione più rapida e può avere effetti avversi, nonché contribuire al fenomeno di resistenza dei patogeni. Sono queste le evidenze riportate da uno studio europeo condotto da Paul Little dell'Università di Southampton e pubblicato sulla rivista The Lancet infectious diseases, in cui gli antibiotici confrontati con un placebo hanno dimostrato pari efficacia nel risolvere i disturbi. Infezioni virali del tratto respiratorio che hanno come sintomi tosse, respirazione difficile, affaticamento e febbre non sono trattabili con gli antibiotici, tuttavia questi farmaci sono spesso prescritti inutilmente: «L'abuso di antibiotici» sottolinea il ricercatore in un'intervista alla Bbc «dovuto principalmente alla prescrizione nelle cure primarie, oltre a essere inutile, può portare allo sviluppo di resistenza. Inoltre, sono farmaci che possono avere effetti collaterali come la diarrea, eruzioni cutanee e vomito».

domenica 13 ottobre 2013

ADOLESCENZA E CICLO MESTRUALE


Per ciclo mestruale si intende l’intervallo di tempo che corre tra l’inizio di un flusso mestruale e quello successivo. Circa a metà di questo intervallo di tempo si verifica il fenomeno dell’ovulazione, ossia il rilascio della cellula uovo che verrà poi captata dalle tube dove potrà essere fecondata. La fase del ciclo mestruale che precede l’ovulazione si chiama follicolare perchè durante questa fase avviene nell’ ovaio  la maturazione dei follicoli, piccole “cisti” contenenti una cellula uovo, contornata da cellule follicolari, che producono estrogeni. Solo una di queste cisti raggiungerà la maturazione completa ed una dimesione di un paio di centimetri circa e sarà lei ad “ ovulare”. Dopo l’ ovulazione invece il follicolo rotto si trasforma in corpo luteo (dalla parola latina che significa giallo perchè questo è il colore che ha) che rilascia progesterone e regredisce in 12/14 giorni se non avviene la fecondazione. Gli ormoni prodotti dall’ovaio, principalmente estrogeni e progesterone stimolano la crescita dell’endometrio, la mucosa uterina che si prepara ad accogliere l’embrione che vi giunge dopo sei giorni dalla fecondazione. Se questa non avviene, la mucosa uterina si sfalda, dando origine alla mestruazione. La conseguenza di una corretta ciclicità della produzione ormonale ovarica è la regolarità in termini di ritmo e caratteristiche del ciclo mestruale. ll ciclo ovarico è sotto il controllo dell’ipofisi, una ghiandola situata alla base del cranio, mediante il rilascio delle gonadotropine FSH (ormone follicolostimolante) e LH (ormone luteinizzante) che stimola l’ovulazione e la formazione del corpo luteo. L’ipofisi è a sua volta regolata  dall’ipotalamo che risponde  alla quantità di ormoni circolanti e alle informazioni che giungono dal sistema nervoso centrale.

IL MENARCA

Per menarca si intende la prima mestruazione nella vita di una donna, che compare solitamente ad una età variabile tra gli 11 ed i 15 anni, circa due anni dopo l’inizio dello sviluppo mammario, quando il seno è discretamente, anche se non completamente, sviluppato.
La sua epoca di comparsa è condizionata da molti fattori:

domenica 6 ottobre 2013

L’ANGOLO DELLO PNEUMOCOCCO. OVVERO:”PERSEVERARE DIABOLICUM”.


Numerosi studi, più volte già richiamati sulla Pagina gialla, hanno dimostrato che, a seguito dell’introduzione del vaccino antipneumococcico coniugato eptavalente (PCV-7), si è assistito in varie parti del mondo all’emergere di nuovi ceppi patogeni (secondo il ben noto fenomeno del “rimpiazzo”) e ad un significativo aumento di polmoniti complicate (polmonite necrotizzante, enpiema) a questi correlate. Uno studio condotto in 17 Centri pediatrici di patologia respiratoria del Regno Unito tra il settembre 2006 ed il marzo 2011 ha dimostrato un aumento di dieci volte dei casi di enpiema dovuti al sierotipo 19° (praticamente mai in causa prima dell’inizio della vaccinazione PVC-7) e ha confermato la maggiore gravità di questi casi rispetto a quelli dovuti ad altri sierotipi (maggior frequenza di complicanze come l’ascesso, la fistola, il pneumotorace, associazione più frequente con la sindrome uremico-emolitica, età media inferiore, necessità di tempi di degenza significativamente più lunghi) (Thomas MF, et al. Arch Dis Child 2012; 97:1070-2).

         Fin qua niente di nuovo, direte, rispetto a quanto sapevamo già. Anche perché un bello studio pubblicato su Pediatria Preventiva e Sociale (Pasinato A, et al. 2012;3:15-21) ha di recente documentato che il fenomeno del rimpiazzo con i sierotipi 5 e 19° non contenuti nel vaccino riguarda ormai quasi la metà dei bambini italiani, sano o malati che siano. Quello che un po’ meraviglia (o forse no) è la leggerezza con cui si è data risposta a questo problema. Si è cioè semplicemente pensato di sostituire il vaccino PCV-7 con un vaccino a più ampio spettro (PCV-13) contenente  i ceppi emergenti. Ingenuità? Malafede (delle ditte che guidano la nostra mente  e la nostra mano)? Scarsa attenzione? Scegliete voi. Sta di fatto che questa strategia sta già dando i suoi scontati frutti …