domenica 30 settembre 2012

Menopausa : come affrontarla …


 

Già nel 2003 le North American Menopausa Society ha proposto le linee guida per la prescrizione della terapia ormonale sostitutiva. La Società Italiana si è allineata nel sottolineare che questa terapia resta indicata per il trattamento dei sintomi severi o di intensità media, associati alla menopausa allo scopo di migliorare la qualità di vita delle donne. Tale trattamento dovrebbe essere proseguito alla dose più bassa possibile e per il tempo più breve necessario a sollevare i sintomi nella singola paziente.

 

Queste indicazioni introducono un concetto di personalizzazione del trattamento: anche utilizzando la terapia ormonale, il medico dovrebbe valutare caso per caso quale via di somministrazione degli ormoni (cerotto, compresse) e quale dose. Deve altresì seguire la paziente nel tempo per decidere quale sia la migliore durata del trattamento.

 

Gli approcci naturali (fitoterapia, omeopatia) perfezionano ancor più l’aspetto soggettivo della terapia, valutando quale dei sintomi che abbiamo elencato tra quelli che la menopausa può causare, disturbino maggiormente la paziente.

 

I prodotti vegetali che possiedono azione simil-estrogenica (l’estrogeno è l’ormone principale prodotto dalle donne) sono molti. Vengono divisi in:

 

-          ISOFLAVONI (legumi, soia, cereali)

-          LIGNANI (birra, luppolo)

-          CUMESTANI (germogli di soia, fagioli, trifoglio, semi di girasole, cavoli di bruxelles)

Approfitto ancora una volta per sottolineare l’importanza di inserire questi cibi nella nostra alimentazione in maniera regolare.

Per assimilarli serve un intestino che lavori bene, pertanto in molti casi è utile assumere VACCINIUM VITIS IDAEAE  MG1DH (GEMMOTERAPICO alla dose di 50 gocce al dì) che è un importante regolatore della funzionalità intestinale (colon irritabile, meteorismo) e facilita l’assorbimento degli altri medicinali attraverso l’intestino. Il vaccinium possiede altresì proprietà antiinfiammatorie sulle vie urinarie ed effetti remineralizzanti, contiene cumestani, è utile anche nella prevenzione di osteoporosi.

 

PIANTE  CONTENENTI FITOESTROGENI

domenica 23 settembre 2012

MENOPAUSA E DIETA


SPUNTI DIETOLOGICI  LIBERAMENTE TRATTI DA:

“Prevenire i tumori mangiando con gusto”, A. Villarini, G. Allegro. Ed. Sperling & Kupfer

 

Questo libro parte da una sperimentazione eseguita presso l’istituto dei tumori di Milano che ha dimostrato come giuste regole alimentari possano diminuire la percentuale di recidive di tumori al seno. L’autore approfondisce quindi generali direttive per una sana alimentazione utili anche nell’ambito della menopausa.

Nella prefazione di questo interessante libro, viene citato un medico ebreo del XII secolo per riflettere sugli eccessi nelle nostre abitudini alimentari: “Nessuno dà al suo cavallo troppo fieno , ogni padrone di un cavallo gliene serve una misura adatta a quanto gli necessita e può digerire, ma egli stesso mangia in eccesso”.

Il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro nel 2007 ha concluso una ampia opera di recensione di tutti gli studi sul rapporto cibo-tumori ed ha stilato una serie di “Regole d’oro”, che sono applicabili con ampio spettro.

-          LIMITARE i cibi con una quantità eccessiva di calorie (troppo ricchi di zuccheri o grassi)

-          EVITARE COMPLETAMENTE LE BEVANDE ZUCCHERATE: infatti esistono numerosi studi che mettono in relazione obesità e il consumo di bibite gasate dolcificate.

-          LIMITARE LE BEVANDE ALCOOLICHE

-           EVITARE LE CARNI CONSERVATE E RIDURRE LE CARNI ROSSE

-          BASARE L’ALIMENTAZIONE soprattutto su cibi di provenienza vegetale non industrialmente raffinati, ampliando le varietà di cereali, legumi, frutta e verdura. Inoltre è altrettanto importante masticare con calma qualsiasi alimento.

Nell’alimentazione, seguendo le regole qui sopra, è importante variare. Bisogna mangiare diversi cereale ogni giorno e preferire i prodotti della terra della stagione in corso.

domenica 16 settembre 2012

OSTEOPOROSI


Definizione

L'osteoporosi è una patologia seria, in genere un po’ sottovalutata, determinata da un progressivo processo di demineralizzazione della struttura scheletrica.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità la definisce  come” una malattia caratterizzata da ridotta densità della massa ossea e alterazione microstrutturale del tessuto osseo, responsabili di una incrementata fragilità dello stesso e di un conseguente aumento del rischio di fratture”.
Esistono differenti classificazioni dell’osteoporosi, quella di maggior utilità pratica la distingue in:

·         osteoporosi primaria , che non è associata a malattia particolari e può essere considerata quasi parafisiologica. A sua volta può suddividersi in osteoporosi primaria post-menopausale (o di tipo I), osteoporosi primaria senile (o involutiva o di tipo II)

·         osteoporosi secondaria che si associa a malattie (ad esempioiperparatiroidismo, ipertiroidismo, diabete) o a trattamenti farmacologici (lunghe terapie cortisoniche) che ne causano la comparsa.

Infatti un processo di rarefazione ossea inevitabilmente si accompagna all'invecchiamento e molti individui, superati i 45-50 anni, mostrano un certo grado di osteoporosi. Le donne vengono colpite più precocemente, forse a causa degli squilibri ormonali che accompagnano la menopausa.

Fattori favorenti sono le scorrette abitudini di vita quali il tabagismo, l’alcolismo e la sedentarietà.

 

Le cause

Le principali cause dell'osteoporosi sono le perdite di calcio e di sali minerali e l’alterazione della matrice che fa da collante delle diverse componenti minerali.

È opportuno fare una premessa su come funziona il tessuto osseo. Esso è oggetto, durante la vita, di un continuo rimodellamento, cioè il tessuto osseo è una struttura soggetta a processi continui di distruzione-formazione prodotti da due tipi di cellule: gli osteoclasti, che distruggono l’osso ormai invecchiato, e gli osteoblasti, che ricostruiscono quello nuovo.

Questo processo è ciclico. In situazione di normalità, nei soggetti giovani prevale la formazione di materiale osseo, nell'adulto, fino ai 40-45 anni, i fenomeni distruttivi e ricostruttivi si bilanciano ; dopo i 45 anni circa, i processi distruttivi prevalgono su quelli ricostruttivi e ciò dà inizio alla demineralizzazione ossea.
 
Sintomatologia ed epidemiologia

L'osteoporosi è una malattia che non manifesta sintomi per lunghi periodi di tempo; alcuni individui, pur essendone affetti dall’età matura non manifestano alcun disturbo. Quando, però, la diminuzione della densità ossea è molto marcata si può manifestare una sintomatologia dolorosa diffusa e persistente e possono comparire deformità ossee.

Proprio per la mancanza di sintomi per lungo tempo, la diagnosi e la terapia vengono differite fino a quando non si manifesta la complicanza più classica: la frattura ossea.

Le parti più coinvolte dal processo osteoporotico possono inoltre andare incontro a fratture, sia spontanee sia causate da traumi anche lievi. Le localizzazioni più frequenti delle fratture correlate all’osteoporosi sono: la colonna vertebrale, il collo del femore e il polso.

Alcuni dati epidemiologici:La prevalenza di questa patologia nella popolazione femminile italiana è tra il 20 e il 30 %, quindi circa 1 donna ogni 4. Il 15% dei maschi italiani, di età superiore ai 60 anni, sono osteoporotici. Nella popolazione femminile italiana, a 40 anni, 1 soggetto ogni 10 presenta osteoporosi, a 60 anni, 1 soggetto ogni 3 e, a 70 anni, 1 soggetto ogni 2.

Questi dati mostrano la grande rilevanza sociale di questa patologia.

lunedì 10 settembre 2012

MENOPAUSA


 

 

 

 

MENOPAUSA: la menopausa consiste nella cessazione, per un tempo superiore all’anno, dei flussi mestruali. Ciò è legato all’esaurimento del patrimonio di cellule uovo che le ovaie formano durante lo sviluppo embrionale, e che la donna consuma durante il periodo fertile. Al contrario il maschio produce spermatozoi durante tutto l’arco della vita.

L’età media dell’ultima mestruazione si situa intorno ai 51 anni.

 

MENOPAUSA PRECOCE: la menopausa precoce si verifica quando i cicli mestruali cessano prima dei 45 anni. Questa è una patologia e va pertanto curata come tale.

 

CLIMATERIO: (dal greco climateri, che significa scalino) il climaterio è il periodo di transizione tra il periodo fertile e la menopausa. Può durare alcuni anni ed è caratterizzato da irregolarità sia nel ritmo che nelle caratteristiche dei flussi mestruali. Siccome in questa fase i valori degli ormoni misurati nel sangue  sono variabili quasi di giorno in giorno, risultano inutili alla diagnosi che si deve basare sulla sola sintomatologia. E’ quindi importante abituarsi a tenere un diario delle  mestruazioni, registrando di giorno in giorno le modalità con cui il flusso si presenta ( ad es: A per abbondante, N per normale, S per scarso), eventuali disturbi associati alla mestruazione ( dolore, gonfiore, tensione mammaria…) . Questo è infatti l’unico modo per avere notizie non solo sul ritmo, ma anche sulla durata e sulle caratteristiche del ciclo.

In questa fase si riduce la fecondità: la probabilità di concepire si calcola intorno al 10% tra i 41 e 45 anni, scende al 2-3% dai 46 ai 49 ed è praticamente nulla intorno ai 50 anni. 

 

La progressiva carenza degli ormoni femminili può determinare alcuni disturbi fisici che variano come caratteristiche ed intensità da una donna all’altra. Ciò dipende in parte dalle personali peculiarità fisiche e mentali, in parte dallo stile di vita e dalla capacità di adattamento ai cambiamenti corporei (evocatori di invecchiamento) e situazionali ( crescita dei figli, morte dei genitori…).

giovedì 6 settembre 2012

CEFALEA E TERAPIA OMEOPATICA


Cefalee è il nome collettivo di un ampio raggruppamento di sindromi dolorose del capo, di frequentissima osservazione.

L'interpretazione della fisiopatologia delle cefalee è stato ed è tuttora un campo assai stimolante per gli studiosi, ed anche assai controverso:

moltissime  ipotesi sulle cause delle cefalee sono state costruite, ognuna portatrice di un po' di  “verità” … ma nessuna esplicativa completamente.

Attualmente si ritiene che le cause delle cefalee siano eterogenee e che le strutture cefaliche coinvolte siano moltissime .

 

Sul piano clinico si considerano le cefalee come un disturbo della capacità di adattamento.

 

Da una parte i tratti predisponenti, il “terreno”:
la soglia del dolore,il livello di vigilanza,il tono dell'umore,la reattività autonomica, neuroendocrina e circolatoria.

Dall'altra gli eventi scatenanti, i “triggers”:  situazioni relazionali, eventi climatici, eventi fisiologici, fattori alimentari e “stressors” in generale.

 

Il terreno reagisce ai triggers: ma la sua suscettibilità varia secondo ritmi circadiani, circamensili e anche in modo aritmico o legato a fattori non comprensibili.

I triggers si presentano anch'essi a volte in modo ritmico, a volte in modo casuale.

 

Se il terreno non riesce ad adattarsi al trigger, a neutralizzarne l'impatto, si ha l'accesso doloroso.

 

Le cefalee sono quindi considerabili come malattie croniche a manifestazione accessuale.

 

 

La terapia omeopatica può ben intervenire a modificare la reattività del terreno della persona ottenendo buoni risultati, e questo certamente richiede un approccio tipicamente mirato alla totalità dei sintomi e centrato sulla reattività del paziente, quindi l'intervento di un medico esperto in omeopatia.

 

E' invece un area dove gli interventi sintomatici danno soddisfazioni incostanti:

 è difficile trattare il dolore cefalico in atto con rimedi omeopatici , anche per la difficoltà di ottenere dettagli sintomatici da una persona che ha un dolore acuto e che lei sola può descriverci...

I buoni risultati si ottengono più spesso studiando il tipo di dolore e le sue caratteristiche quando l'episodio si è concluso , preparandosi per il successivo.

 

Vale comunque la pena di segnalare almeno alcuni medicamenti sintomatici:

 

Apis mellifica: dolore ad insorgenza rapida, migliorato da applicazioni fredde.

Belladonna: dolore pulsante, con testa calda, viso arrossato, bocca secca; luce , rumore, movimento aggravano il dolore, che migliora col riposo in luogo tranquillo e applicazioni fredde.

Glonoinum: cefalea simile alla precedente, in particolare se causata da colpo di calore o di sole.

Nux vomica: cefalea a seguito di abuso di alcolici o di abbuffate.

 

Il seguente gruppetto è invece da segnalare nelle situazioni di cefalea connesse a tensioni muscolari nella zona cervico-nucale, più o meno evidenti che siano:

 

Arnica : cefalee post-traumatiche in generale : trauma cervicale, microtraumatismo posturale etc.

Natrum sulfuricum: post-trauma cranico.

Actaea racemosa: cefalea con rigidità nucale, aggravata dal freddo e durante il ciclo mestruale.

Bryonia: cefalea con vertigini aggravate al minimo movimento.

 

Una cefalea di recente insorgenza nella storia di un paziente che non ne ha mai sofferto non va mai trascurata dal punto di vista dell'inquadramento diagnostico, specie se persistente o recidivante sul breve periodo.

 

Dott.Paolo Belli Milano