mercoledì 27 aprile 2022

LATTE DI CAPRA: PERCHE’ E’UTILE?

 


Da alcuni anni sono sempre più numerose le persone che utilizzano latte di capra , mentre è in calo il consumo di latte vaccino.
Una
  moda o una dotazione indispensabile alla luce delle patologie emergenti come allergie, ipersensibilità alimentari o altro ?

In questo articolo cercheremo di descrivere le caratteristiche e le indicazioni anche alla luce dei dati scientifici presenti.

Il latte di capra sembra innanzitutto un prodotto sano e sostenibile per l'ambiente infatti le capre ai meno spazio utilizza, meno risorse e meno trattamenti rispetto. Inoltre i caseifici meno si affidano a trattamenti a base di ormoni per aumentare la produzione, inoltre la composizione di questo latte varia a seconda della dieta, della razza, dell'ambiente, della salute dell'animale e della stagione in cui viene prodotto(una differenza del latte vaccino che è stabile). Il contenuto proteico medio del latte di capra può essere più alto di quello del latte vaccino (ma può comunque variare ampiamente). C'è comunque una netta somiglianza (85-95%) tra la composizione aminoacidica delle sei principali proteine ​​del latte vaccino e del latte di capra (quindi chi è veramente allergico alle proteine ​​del latte di mucca lo è anche al latte di capra) .

Per quanto riguarda i lipidi del latte di capra essi sono presenti sotto forma di globuli di grasso più piccoli dei globuli del latte vaccino, questo lo rende più  digeribile rispetto al latte di mucca , in quanto è maggiore la superficie esposta all'azione degli enzimi digestivo. La crema di latte di capra è ricca di acidi grassi a catena media e corta, importanti per le funzioni immunitarie e metaboliche.

A proposito degli zuccheri, il principale è il lattosio, il principale quale favorisce l'assorbimento intestinale di calcio, magnesio e fosforo e l'utilizzo di vitamina D .   Il contenuto di lattosio nel latte di capra è comunque inferiore dello 0,2-0,5 per cento rispetto al latte vaccino, ma oltre al lattosio il latte di capra contiene oligosaccaridi, glicopeptidi, glicoproteine ​​e zuccheri nucleotidici in maggiore quantità rispetto al latte vaccino , mostrando un profilo oligosaccaridico (con attività prebiotica) similitudine a quello del latte materno.

mercoledì 20 aprile 2022

Perché vaccinare i pazienti già affetti da Covid è stato un errore

 


Riporto lettera inviata a Quotidiano Sanità.it del 11 Aprile 2022 :

“Gentile direttore ,
alla luce dei dati ormai consolidati della letteratura dopo due anni di pandemia, credo sia  utile fare qualche riflessione sulla strategia adottata   per non continuare a commettere errori.

Gli ultimi New England Journal of Medicine hanno pubblicato una serie di lavori su vaccinazione e reinfezioni e su vaccinazione ed immunita' naturale.

In periodi non sospetti prima dell'inizio della campagna vaccinale, su  questo quotidiano , il sottoscritto sosteneva di non vaccinare i covid, e soprattutto di verificare nel personale sanitario la presenza di anticorpi.

1. Vaccinare i guariti da covid è stato un errore, non c'era nessuna evidenza medica e trattare allo stesso modo un paziente che ha avuto la malattia ed uno che non ha avuto la malattia è stata la prima volta in medicina .

2. Non permettere di dosare gli anticorpi , per fare una strategia mirata di tipo vaccinale è stato un errore, sia perche' potevamo risparmiare dosi sia perche' evitavamo di fare star male i nostri pazienti “primum non nocere”

3. Una quota di pazienti vaccinati, è ed è stata ricoverata in medicina Interna con patologie gravi e con polipatologie  . I vaccinati deceduti avevano un tasso di anticorpi  di 65, mentre i vaccinati guariti di oltre 830. Se questi pazienti fossero  stati intercettati prima con il dosaggio anticorpi la  strategia con antivirali ed anticorpi  monoclonali avrebbero  potuto salvare la vita


4. Infatti di contro anche in questa quarta ondata non abbiamo ricoverati che hanno fatto il covid precedentemente.

5. Ieri in una bellissima analisi del  dottor Donzelli su questo quotidiano , dimostra in maniera inoppugnabile che i tassi di reinfezione in chi ha avuto il covid sono bassi, l'avevamo dimostrato su Jama 2021, come la reinfezione ad un anno era solo dello 0.07% .

6. In pazienti con infezione da Covid 19 che hanno eseguito due dosi di vaccino abbiamo un NNT 1/767, come riportato dal Dr. Donzelli. Questo vuol dire che dobbiamo trattare 767 pazienti per risparmiare una infezione in un paziente, che come abbiamo visto non si ammalano più e non vengono più ricoverati. Anche rispetto ai vaccinati con tre dosi.

In qualsiasi studio per qualsiasi farmaco un NNT di questo tipo non sarebbe mai previsto, in quanto costo efficacia e costo efficienza non utile, questa è medicina basata sulle evidenze.

Pensiamo che sia venuto il momento  di cambiare le disposizioni governative in relazione alle vaccinazioni nei pazienti che hanno avuto covid 19, di far di nuovo diventare il problema vaccinazioni un problema medico clinico non normativo ed impositivo. Come è immaginabile che un medico specialista immunologo, infettivologo, internista sia stato esentato ed impossibilitato a decidere se vaccinare o meno una persona che ha patologie immunitarie gravi, che prende farmaci particolari, che ha allergie . I centri vaccinali ed i medici di base spesso non hanno avuto le competenze per decidere, creando disagio e danni spesso anche psicologici di abbandono per pazienti fragili, che devono essere prese a carico e non trattati secondo la normativa.

La quarta dose, siamo sicuri che prima di farla, non vadano tutte fatti i dosaggi degli anticorpi, serve  davvero, la letteratura è scarsa e poi siamo sicuri che un vaccino contro un ceppo di due anni fa sia ancora utile alla  luce di  tutte le varianti?

Penso sia arrivato il momento di una riflessione sia sulla strategia medica che normativa politica, per affrontare il problema con metodologia scientifica.

Antonino Mazzone
Direttore Dipartimento di Area Medica ASST Ovest Milanese
Vice Presidente FISM

 

Tratto da Quotidiano .it 11 aprile 2022

 

mercoledì 6 aprile 2022

L’ AZIENDA PFIZER NON DEVE CONSIGLIARE QUARTA DOSE DI VACCINO

 


"E' fuori luogo che l'amministratore delegato di
un'azienda dica quello che si deve fare" "Lo dico oggi per Pfizer, ma è lo stesso discorso già fatto per Moderna: è gravissimo che i Ceo di grandi aziende farmaceutiche parlino, come esperti , della necessità di una quarta dose di vaccino anti-Covid . E' fuori luogo che l'amministratore delegato di un'azienda dica quello che si deve fare". Così all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, commenta quando detto da Albert Bourla, Ceo di Pfizer, in un'intervista alla Cbs, secondo cui "in questo momento, per quello che abbiamo visto, una quarta dose è necessaria". Il coronavirus, intanto, "rialza la testa, dobbiamo abituarci all'altalena del numero dei contagi, che si alzano e si abbassano. In questo momento però dobbiamo vedere i numeri della malattia grave, che sono bassi, e sapere che una quota significativa dei ricoveri in ospedali non è per Covid, ma per altro e poi si scopre la positività ", evidenzia ancora all'Adnkronos. E in Cina alcune tornano in lockdown. E' un segnale di preoccupazione anche per l'Occidente? "Lì la situazione è difficile ma il nuovo lockdown sancisce definitamente il fallimento della strategia "zero Covid"- avverte Bassetti