giovedì 29 dicembre 2022

BUONE FESTE !

   LA REDAZIONE  DEL BLOG AUGURA  AI SUOI  LETTORI 

    BUONE   FESTE   E    FELICE    ANNO   NUOVO 



domenica 18 dicembre 2022

ARTRITE REUMATOIDE E MALATTIE AUTOIMMUNI : PREVENZIONE E IPOTESI DI TERAPIA

 


Lo studio condotto dalla dott.ssa Tajik et al. identifica l'alterazione della barriera epiteliale intestinale come un evento principale che precede l'esordio dell'Artite Reumatoide. La zonulina (proteina che agisce sulle giunzioni tra gli enterociti regolando la permeabilità intestinale) è un fattore centrale in questo processo poiché riduce l’espressione delle proteine TJ intestinali, induce l'infiammazione della mucosa mediata dai linfociti T e controlla la trasmigrazione delle cellule immunitarie dall'intestino alle articolazioni.

Il prof Philippe Saas commenta con interesse lo studio sottolineando quanto l'integrità della barriera intestinale sia un punto di controllo per la transizione dall'autoimmunità asintomatica alla malattia infiammatoria. La composizione alterata del microbiota intestinale, denominata “disbiosi”, è associata a malattie autoimmuni tra cui l’artrite reumatoide.   L’artrite reumatoide (AR) è una patologia autoimmune cronica disabilitante, caratterizzata da sinovite delle piccole e grandi articolazioni che si manifesta con tumefazione, rigidità, dolore e progressiva distruzione articolare.

sabato 19 novembre 2022

Gli integratori multivitaminici possono rallentare il declino cognitivo

 


 L'integrazione giornaliera di multivitaminici-minerali ha migliorato la cognizione globale e la memoria episodica negli anziani. A indicarlo sono i risultati di un ampio studio guidato dall'Università Wake Forest, in Carolina del Nord, e pubblicato su Alzheimer's & Dementia, rivista dell'Alzheimer's Association. Alzheimer e demenza colpiscono oltre 46 milioni di persone nel mondo ed è un numero destinato a crescere, per questo, scrivono gli autori dello studio, "è urgente identificare strategie efficaci per preservare la funzione cognitiva e mitigare il pesante carico sociale associato". Gli integratori alimentari sono pubblicizzati per la protezione cognitiva, ma le prove a sostegno sono contrastanti. Per questo, lo studio Cosmos-Mind ha valutato 2.262 partecipanti, con età media di 73 anni, sullo stato cognitivo, la capacità di ricordare parole, storie, intervalli numerici e la fluidità verbale. Ad alcuni anziani sono stati somministrati quotidianamente per tre anni flavonoidi estratti dal cacao, a un secondo gruppo integratori di vitamine e sali minerali, mentre un terzo ha costituito il gruppo di controllo, ricevendo placebo.

L'estratto di cacao non ha avuto effetto positivo mentre l'integrazione giornaliera di multivitaminici, rispetto al placebo, ha determinato un beneficio statisticamente significativo sulla cognizione, la memoria e la funzione esecutiva.

martedì 1 novembre 2022

LA VITAMINA D PROTEGGE DALLE INFEZIONI

 

La vitamina D è un importante regolatore dell'equilibrio del calcio. Inoltre, ha importanti effetti sul sistema immunitario, inducendo direttamente peptidi antimicrobici sulle superfici mucose e modulando la funzione dei linfociti T.  Studi osservazionali dell'era pre-pandemica hanno riscontrato un'associazione tra bassi livelli di vitamina D e un aumentato rischio di infezioni delle vie respiratorie.  I risultati di studi randomizzati controllati sono stati contrastanti, ma due grandi meta-analisi hanno trovato alcune prove di un effetto protettivo dell'integrazione di vitamina D contro le infezioni del tratto respiratorio, in particolare negli individui carenti di vitamina D.  La vitamina D può aiutare a proteggere dal covid-19? A livello meccanicistico, la vitamina D aumenta le difese antivirali contro altri virus respiratori, come il virus dell'influenza A e il rinovirus.  I dati provenienti da studi osservazionali suggeriscono che bassi livelli di 25-idrossivitamina D (25(OH)D) possono essere un fattore di rischio per covid-19 grave.  Tuttavia, questa associazione potrebbe essere dovuta a causalità inversa o confondimento  : sia il covid-19 che la carenza di vitamina D sono associati indipendentemente con obesità, vecchiaia (>65 anni) e sesso maschile, per esempio. Due nuovi studi randomizzati collegati aggiungono prove tanto necessarie a questa importante domanda.

sabato 8 ottobre 2022

Svezia : basta ai vaccini anti-Covid agli adolescenti

 


La Svezia ha detto basta ai vaccini anti-Covid per gli adolescenti. Scrive il quotidiano France Soir che l'autorità sanitaria svedese ha annunciato lo scorso venerdì 30 settembre, che non raccomanderà più la vaccinazione contro il Covid-19 per gli adolescenti dai 12 ai 17 anni che “si trovino in stato di buona salute”, a causa di un rilevato "rischio molto basso" di sviluppare una forma grave di malattia a questa età. Il provvedimento entrerà in vigore dalla fine di questo mese di ottobre, lunedì 31.“La decisione implica che dal 1° novembre la raccomandazione – e quindi la proposta di vaccinazione– si applicherà solo ai minori nei gruppi a rischio Covid-19”, indica l’Agenzia di sanità pubblica dopo che all'inizio di settembre il Regno Unito ha revocato la stessa raccomandazione ma per i bambini sotto gli 11 anni in stato di buona salute. L’Agenzia svedese sottolinea che "nel complesso, troviamo che il bisogno di cure legate al Covid-19 è stato basso tra i bambini e i giovani durante la pandemia, e che è anche diminuito dalla comparsa della variante Omicron", mentre per gli over 18, la raccomandazione resta quella di tre dosi. Nel paese nordico, la quarta dose è raccomandata sopra i 65 anni d’età. Il quotidiano fa notare che a differenza della maggior parte degli altri paesi in Europa, “la Svezia ha rifiutato di mettere in atto restrizioni sanitarie come il lockdown” in quanto dati scientifici certi e diversi studi “hanno dimostrato che la nazione scandinava avrebbe subito meno danni dal virus e dalle restrizioni rispetto ai Paesi che hanno implementato tali misure”. Il 13 settembre sono state tuttavia dapprima le autorità sanitarie danesi a non raccomandare più la vaccinazione anti-Covid per le persone di età inferiore ai 50 anni. Una decisione, quest’ultima, che si applica anche i richiami sui vaccini.

Tratto da Agi   7/10/2022

domenica 25 settembre 2022

NEI CAVOLI E BROCCOLI PROPRIETA’ FLUIDIFICANTI IL SANGUE

 


Sono tra i cibi più impopolari nei menu familiari e meno graditi dai bambini, (purtroppo) - broccoli, cavoli, cavolfiori e cavoletti di Bruxelles - ma le loro proprietà salutari sono fuori questione.     Ora una nuova ricerca dell'Heart Research Institute e dell'University of Sydney indica che le loro sostanze chimiche naturali possano dissolvere gli emboli e trattare i pazienti affetti da ictus, oltre a migliorare l'efficacia dei farmaci fluidificanti. Le sperimentazioni pre-cliniche finora condotte usando modelli animali mostrano che il loro uso nel combattere gli ictus potrebbe essere ampliato individuando le molecole che mitigano il rischio di infarto. Il responsabile del progetto Xuyu Liu dell'University of Sydney, specializzato nello sviluppo di farmaci a piccole molecole, scrive sul sito dell'ateneo che una dieta accresciuta di broccoli e cavoletti di Bruxelles, in particolare, può raddoppiare la probabilità di sbloccare le arterie e potenzialmente di evitare gli ictus. "La ricerca segna la prima volta in cui si esamina come alimentarsi  con questi cibi modifica  il sistema di circolazione del sangue.

giovedì 8 settembre 2022

IL CONSUMO DI CIBI ULTRA PROCESSATI AUMENTA LA MORTALITA’


L’etichetta nutrizionale non basta, è il grado di lavorazione industriale quello più importante nell’evidenziare il maggiore rischio. Gli alimenti non sono caratterizzati solo dalla loro composizione e qualità nutrizionale, ma anche dal grado di lavorazione a cui sono sottoposti. E proprio quest’ultimo elemento è cruciale per conoscere il reale effetto del cibo sulla salute, e la sua indicazione sulle etichette aiuterebbe i consumatori a scegliere con maggiore consapevolezza. Molte le insidie nascoste nei cibi anche in prodotti apparentemente insospettabili, come fette biscottate, alcuni cereali per la colazione, cracker e yogurt alla frutta.

martedì 9 agosto 2022

BUONE VACANZE !


     






 ARRIVEDERCI  A SETTEMBRE 

mercoledì 6 luglio 2022

Le evidenze sull’efficacia del Vaccino Covid nella popolazione pediatrica sono limitate

 


E' il primo studio di coorte sottoposto a una rigorosa valutazione critica da parte della comunità scientifica (peer review), che ha controllato le differenze tra i due gruppi di studio rispetto a numerose variabili.
Un studio appena 
pubblicato su  The New England Journal of Medicine  condotto nella più grande organizzazione sanitaria israeliana, il  Clalit Health Services , in collaborazione con ricercatori dell'Università di Padova, dell'Università di Harvard e dell'University College London dimostra come il vaccino anti-covid Pfizer offre una moderata protezione contro la variante omicron nei bambini della fascia di età tra i 5 e gli 11 anni. Si tratta del primo studio di coorte sottoposto a una rigorosa valutazione critica da parte della comunità scientifica (peer review), che ha controllato le differenze tra i due gruppi fattori di studio rispetto a numerose variabili, compressi demografici, numero di malattie soggette e individuale percezione dello stato di malattia . I  risultati sono stati discussi nei giorni scorsi da ricercatori provenienti da più di 30 istituzioni scientifichein vari Paesi del mondo, compreso Israele, Haiti, Stati Uniti, Sudafrica e Thailandia, nell'ambito dell'Assemblea Generale del progetto VERDI che si è tenuta a Padova al Museo di Storia della Medicina.

venerdì 17 giugno 2022

In previsione….In autunno un test ci dirà se dobbiamo fare un nuovo vaccino anti-Covid

 


Un test rapido del sangue può misurare l’entità e la durata dell’immunità di una persona al virus Sars-CoV-2. I risultati, oltre a consentire di monitorare l’immunità della popolazione e l’efficacia degli attuali vaccini, può aiutare a progettare nuove strategie di ri-vaccinazione. Specialmente per soggetti fragili immunocompromessi. Il test, sviluppato dai ricercatori del Mount Sinai di New York, richiede meno di 24 ore e può essere utilizzato ampiamente nella popolazione. L’esame misura l’attivazione delle cellule T, che fanno parte della nostra risposta immunitaria adattativa all’infezione o alla vaccinazione da Sars-CoV-2 e ci aiutano a proteggere dalle forme gravi della malattia o dalla morte.

Il test misura l’attivazione delle cellule T nelle persone guarite e/o vaccinate

martedì 31 maggio 2022

Siamo di fronte a un’emergenza salute mentale: gli effetti della pandemia su bambini e ragazzi


I problemi del neurosviluppo e della salute mentale di bambini e ragazzi manifestatisi durante la pandemia rischiano di
diventare cronici e diffondersi su larga scala”. È l'allarme che lancia l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza,  Carla Garlatti , in occasione della pubblicazione dello studio  Pandemia, neurosviluppo e salute mentale di bambini e ragazzi  generati dall'Agia con l'Istituto superiore di sanità e con la collaborazione del Ministero dell'istruzione. Per realizzare la ricerca – la prima scientifica a valenza nazionale – sono stati ascoltati oltre 90 esperti tra neuropsichiatri infantili, pediatri, assistenti sociali, psicologi, pedagogisti e docenti.
I professionisti interpellati hanno riferito disturbo del comportamento alimentare, ideazione suicidaria (tentato suicidio e suicidio), autolesionismo, alterazioni del ritmo sonno-veglia e ritiro sociale. In ambito educativo, poi, sono stati riscontrati disturbi dell'apprendimento, dell'attenzione e del linguaggio, disturbi della condotta e della regolazione cognitiva ed emotiva, oltre a paura del contagio, stato di frustrazione e incertezza rispetto al futuro, generando insicurezza e casi di abbandono scolastico.

venerdì 13 maggio 2022

LE TERAPIE ANTIBIOTICHE NEI BAMBINI RIDUCONO L ‘EFFICACIA DEI VACCINI

 


La produzione cala del 6-20% a ogni ciclo di antibiotici.
I bambini che hanno ricevuto trattamenti con antibiotici hanno
una risposta peggiore ai vaccini dell'infanzia, secondo uno studio condotto da ricercatori del Rochester General Hospital Research Institute e pubblicato rivista Pediatrics . La ricerca ha coinvolto 560 bambini tra i sei mesi due anni vaccinati tra il 20 ei due anni vaccinati tra il 20 ei 06 e ha confrontato i livelli di destinazione tra quelli che avevano ricevuto almeno una prescrizione di quelli previsti al tempo della prescrizione e che non avevano mai assunto farmaci antibatterici . "Quello che abbiamo visto è che l'esposizione agli antibiotici sembra avere un effetto negativo sui livelli di sviluppati in risposta al vaccino", spiega il coordinatore della ricerca Michael Pichichero. "Inoltre, l'effetto cumulativo: perciò a ogni ciclo di antibiotici si osserva una riduzione nei livelli di riduzione di una piccola quota del 6-10% prima del booster. Dopo il booster, l'effetto cumulativo è invece più grande e la riduzione degli antibiotici è del 10-20% per ogni ciclo di antibiotici". 

mercoledì 27 aprile 2022

LATTE DI CAPRA: PERCHE’ E’UTILE?

 


Da alcuni anni sono sempre più numerose le persone che utilizzano latte di capra , mentre è in calo il consumo di latte vaccino.
Una
  moda o una dotazione indispensabile alla luce delle patologie emergenti come allergie, ipersensibilità alimentari o altro ?

In questo articolo cercheremo di descrivere le caratteristiche e le indicazioni anche alla luce dei dati scientifici presenti.

Il latte di capra sembra innanzitutto un prodotto sano e sostenibile per l'ambiente infatti le capre ai meno spazio utilizza, meno risorse e meno trattamenti rispetto. Inoltre i caseifici meno si affidano a trattamenti a base di ormoni per aumentare la produzione, inoltre la composizione di questo latte varia a seconda della dieta, della razza, dell'ambiente, della salute dell'animale e della stagione in cui viene prodotto(una differenza del latte vaccino che è stabile). Il contenuto proteico medio del latte di capra può essere più alto di quello del latte vaccino (ma può comunque variare ampiamente). C'è comunque una netta somiglianza (85-95%) tra la composizione aminoacidica delle sei principali proteine ​​del latte vaccino e del latte di capra (quindi chi è veramente allergico alle proteine ​​del latte di mucca lo è anche al latte di capra) .

Per quanto riguarda i lipidi del latte di capra essi sono presenti sotto forma di globuli di grasso più piccoli dei globuli del latte vaccino, questo lo rende più  digeribile rispetto al latte di mucca , in quanto è maggiore la superficie esposta all'azione degli enzimi digestivo. La crema di latte di capra è ricca di acidi grassi a catena media e corta, importanti per le funzioni immunitarie e metaboliche.

A proposito degli zuccheri, il principale è il lattosio, il principale quale favorisce l'assorbimento intestinale di calcio, magnesio e fosforo e l'utilizzo di vitamina D .   Il contenuto di lattosio nel latte di capra è comunque inferiore dello 0,2-0,5 per cento rispetto al latte vaccino, ma oltre al lattosio il latte di capra contiene oligosaccaridi, glicopeptidi, glicoproteine ​​e zuccheri nucleotidici in maggiore quantità rispetto al latte vaccino , mostrando un profilo oligosaccaridico (con attività prebiotica) similitudine a quello del latte materno.

mercoledì 20 aprile 2022

Perché vaccinare i pazienti già affetti da Covid è stato un errore

 


Riporto lettera inviata a Quotidiano Sanità.it del 11 Aprile 2022 :

“Gentile direttore ,
alla luce dei dati ormai consolidati della letteratura dopo due anni di pandemia, credo sia  utile fare qualche riflessione sulla strategia adottata   per non continuare a commettere errori.

Gli ultimi New England Journal of Medicine hanno pubblicato una serie di lavori su vaccinazione e reinfezioni e su vaccinazione ed immunita' naturale.

In periodi non sospetti prima dell'inizio della campagna vaccinale, su  questo quotidiano , il sottoscritto sosteneva di non vaccinare i covid, e soprattutto di verificare nel personale sanitario la presenza di anticorpi.

1. Vaccinare i guariti da covid è stato un errore, non c'era nessuna evidenza medica e trattare allo stesso modo un paziente che ha avuto la malattia ed uno che non ha avuto la malattia è stata la prima volta in medicina .

2. Non permettere di dosare gli anticorpi , per fare una strategia mirata di tipo vaccinale è stato un errore, sia perche' potevamo risparmiare dosi sia perche' evitavamo di fare star male i nostri pazienti “primum non nocere”

3. Una quota di pazienti vaccinati, è ed è stata ricoverata in medicina Interna con patologie gravi e con polipatologie  . I vaccinati deceduti avevano un tasso di anticorpi  di 65, mentre i vaccinati guariti di oltre 830. Se questi pazienti fossero  stati intercettati prima con il dosaggio anticorpi la  strategia con antivirali ed anticorpi  monoclonali avrebbero  potuto salvare la vita


4. Infatti di contro anche in questa quarta ondata non abbiamo ricoverati che hanno fatto il covid precedentemente.

5. Ieri in una bellissima analisi del  dottor Donzelli su questo quotidiano , dimostra in maniera inoppugnabile che i tassi di reinfezione in chi ha avuto il covid sono bassi, l'avevamo dimostrato su Jama 2021, come la reinfezione ad un anno era solo dello 0.07% .

6. In pazienti con infezione da Covid 19 che hanno eseguito due dosi di vaccino abbiamo un NNT 1/767, come riportato dal Dr. Donzelli. Questo vuol dire che dobbiamo trattare 767 pazienti per risparmiare una infezione in un paziente, che come abbiamo visto non si ammalano più e non vengono più ricoverati. Anche rispetto ai vaccinati con tre dosi.

In qualsiasi studio per qualsiasi farmaco un NNT di questo tipo non sarebbe mai previsto, in quanto costo efficacia e costo efficienza non utile, questa è medicina basata sulle evidenze.

Pensiamo che sia venuto il momento  di cambiare le disposizioni governative in relazione alle vaccinazioni nei pazienti che hanno avuto covid 19, di far di nuovo diventare il problema vaccinazioni un problema medico clinico non normativo ed impositivo. Come è immaginabile che un medico specialista immunologo, infettivologo, internista sia stato esentato ed impossibilitato a decidere se vaccinare o meno una persona che ha patologie immunitarie gravi, che prende farmaci particolari, che ha allergie . I centri vaccinali ed i medici di base spesso non hanno avuto le competenze per decidere, creando disagio e danni spesso anche psicologici di abbandono per pazienti fragili, che devono essere prese a carico e non trattati secondo la normativa.

La quarta dose, siamo sicuri che prima di farla, non vadano tutte fatti i dosaggi degli anticorpi, serve  davvero, la letteratura è scarsa e poi siamo sicuri che un vaccino contro un ceppo di due anni fa sia ancora utile alla  luce di  tutte le varianti?

Penso sia arrivato il momento di una riflessione sia sulla strategia medica che normativa politica, per affrontare il problema con metodologia scientifica.

Antonino Mazzone
Direttore Dipartimento di Area Medica ASST Ovest Milanese
Vice Presidente FISM

 

Tratto da Quotidiano .it 11 aprile 2022

 

mercoledì 6 aprile 2022

L’ AZIENDA PFIZER NON DEVE CONSIGLIARE QUARTA DOSE DI VACCINO

 


"E' fuori luogo che l'amministratore delegato di
un'azienda dica quello che si deve fare" "Lo dico oggi per Pfizer, ma è lo stesso discorso già fatto per Moderna: è gravissimo che i Ceo di grandi aziende farmaceutiche parlino, come esperti , della necessità di una quarta dose di vaccino anti-Covid . E' fuori luogo che l'amministratore delegato di un'azienda dica quello che si deve fare". Così all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, commenta quando detto da Albert Bourla, Ceo di Pfizer, in un'intervista alla Cbs, secondo cui "in questo momento, per quello che abbiamo visto, una quarta dose è necessaria". Il coronavirus, intanto, "rialza la testa, dobbiamo abituarci all'altalena del numero dei contagi, che si alzano e si abbassano. In questo momento però dobbiamo vedere i numeri della malattia grave, che sono bassi, e sapere che una quota significativa dei ricoveri in ospedali non è per Covid, ma per altro e poi si scopre la positività ", evidenzia ancora all'Adnkronos. E in Cina alcune tornano in lockdown. E' un segnale di preoccupazione anche per l'Occidente? "Lì la situazione è difficile ma il nuovo lockdown sancisce definitamente il fallimento della strategia "zero Covid"- avverte Bassetti

domenica 13 marzo 2022

QUANDO ANDARE IN PRONTO SOCCORSO PEDIATRICO?


Ogni anno circa 5 milioni di bambini vengono visitati nei Pronto soccorso italiani. Solo nel 10% dei casi si tratta di codici gialli e rossi, ovvero quelli che identificano i casi di reale emergenza e urgenza, mente i codici verdi (le urgenze considerate minori) rappresentano invece il 60-70% degli accessi. "Tra questi ultimi circa la metà può essere considerato un accesso appropriato per la necessità di escludere gravi complicanze e/o evoluzioni della malattia, mentre la restante metà di questi accessi è inappropriato e può creare disservizi che possono ostacolare l’assistenza a chi ne ha veramente bisogno", spiega Antonio Urbino, presidente della Società italiana di emergenza e urgenza pediatrica (Simeup).

Se è vero che tutti sanno cos’è un pronto soccorso, Simeup ricorda anche ciò che non è un pronto soccorso, per scoraggiarne un utilizzo improprio . "Innanzitutto non va confuso con un ambulatorio pediatrico - spiega Urbino - e non sostituisce il pediatra di famiglia che sarebbe bene consultare, se possibile e almeno telefonicamente, prima di recarsi in pronto soccorso. Non è nemmeno un ambulatorio poli-specialistico infatti le visite specialistiche urgenti richieste dal medico curante vanno comunque prenotate al Centro unico prenotazioni (Cup) e di norma non hanno luogo in pronto soccorso, che non è la struttura preposta per approfondire aspetti clinici non urgenti o cronici". Dalla Simeup arrivano anche alcuni suggerimenti utili in situazioni frequenti che possono invece richiedere una visita in pronto soccorso.

1)Febbre

Necessario  in caso di febbre nel lattante con età inferiore a tre mesi se non è stato possibile farlo visitare al curante. Nei bambini più grandi se la febbre è elevata, persistente, risponde poco alla terapia antipiretica e si associa a stato di sofferenza e condizioni generali compromesse. O infine se in presenza di febbre il bambino presenta crisi convulsive soprattutto se di età inferiore ad un anno.

martedì 22 febbraio 2022

DOPO INFEZIONE COVID 19 BASTA UNA SOLA DOSE DI VACCINO

 


Per chi ha avuto il Covid-19 vero e proprio basterebbe una sola dose del vaccino della Pfizer per raggiungere una protezione equivalente a quella data dalle due dosi piene che vengono somministrate alla popolazione generale. E' la conclusione di uno studio israeliano riportato dai media Usa sulla cosiddetta "immunita' ibrida". La ricerca ha osservato che non c'era differenza nella protezione contro il Sars-cov2 accordata da due dosi o da una sola dose di Pfizer in chi era gia' stato ammalato di covid.  Secondo l'autore principale dello studio, Ronen Arbel, del Clalit Health Services, il vaccino fornisce un ulteriore livello di protezione negli ex malati e allunga la durata dell' immunità, ma "se qualcuno ha già avuto l' infezione, è come se avesse avuto una prima dose di vaccino.

mercoledì 9 febbraio 2022

SOCIETA’ ITALIANA DI PEDIATRIA : dopo un mese dal Covid una visita ai bimbi

 

 


Visitare tutti i bambini e gli adolescenti con una diagnosi sospetta o provata di Covid dopo 4 settimane dalla fase acuta dell'infezione per verificare la presenza di possibili sintomi di long Covid.
E programmare, in ogni caso, anche in assenza di questi sintomi, un ulteriore controllo dopo 3 mesi dalla diagnosi di infezione da SARS-CoV-2 per confermare che sia tutto normale o affrontare i problemi emergenti
, attraverso una valutazione approfondita degli stessi. Sono le principali raccomandazioni della Società Italiana di Pediatria rivolte ai pediatri di famiglia e ai genitori per monitorare e gestire i possibili casi di Covid a lungo termine tra i bambini e gli adolescenti. Le raccomandazioni sono contenute in un Documento di Consenso redatto dalla SIP, su proposta del suo Tavolo Tecnico Malattie Infettive e Vaccinazioni e della Società Italiana di Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI), in collaborazione con la Società Italiana di Malattie Infettive Pediatriche (SITIP), la Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica (SIAIP), la Società Italiana di Emergenza e Urgenza Pediatrica (SIMEUP) e la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS).. “La reale diffusione del long Covid tra bambini e adolescenti non è determinata , varia dal 4 al 60 per cento a seconda degli studi, peraltro molto eterogenei. Negli Stati Uniti sono stati diagnosticati oltre 6 milioni di casi di long Covid in bambini e adolescenti (al 10 ottobre 2021) pari al 16% di tutti i casi di long Covid segnalati nell'intera popolazione”

mercoledì 26 gennaio 2022

CORBEVAX : VACCINO ANTI-COVID PER IL MONDO SENZA BREVETTI

 


Mentre il mondo aspetta il mese di marzo con ansia, data in cui la farmaceutica Pfizer ha promesso di rilasciare un  vaccino “tagliato” su Omcron , una notizia potenzialmente essenziale  è passata sotto silenzio. A Houston una microbiologa italo-honduregna , Maria Elena Bottazzi, co-direttrice del Centro per lo sviluppo dei vaccini del Texas Children's Hospital e Baylor College of Medicine, ha contribuito a creare “il vaccino anti-Covid per il mondo”. Si tratta di Corbevax un vaccino sviluppato con tecniche “tradizionali”, simile a quello che utilizziamo contro l'epatite B, che  arriva senza brevetti e un costo estremamente ridotto . Pensato per fornire un aiuto concreto ai Paesi che in questo momento dipendono interamente  dalla “beneficienza” dell'Occidente, che molto spesso fa arrivare troppo prossimi alla scadenza. Perché dunque così poca pubblicità a questo vaccino, e possiamo aspettarci di vederlo in Italia? Lo abbiamo chiesto al dottor Vittorio Agnoletto, medico e docente a contratto di Globalizzazione e Politiche della Salute Università di Milano, coordinatore della campagna europea “ No profit on pandemic ”. Corbevax sta  aspettando l'ok definitivo dall'Organizzazione mondiale della Sanità, ma si sono già presi accordi per la produzione in India, Indonesia, Sudafrica e Botswana. Senza brevetti il ​​costo di produzione è inferiore ai due dollari e alla portata di tutti . Corbevax è pensato per i paesi più poveri, ma da noi potrebbe arrivare? «La dottoressa Bottazzi ha confermato – spiega Agnoletto – che loro presenteranno i documenti ad EMA e FDA, ma abbiamo un problema: la necessità di avere un partner in Europa e USA che produca questo vaccino. Loro dicono che sia efficace su tutte le varianti e nelle settimane che avranno risultati anche su Omicron. Perché non ci sono aziende che corrono in cerca di una partnership? La risposta è che non c'è interesse per il business .

mercoledì 19 gennaio 2022

NUOVI TEST PER MISURARE IL LIVELLO DEGLI ANTICORPI DA MALATTIA COVID 19

 


In arrivo nuovi test, in farmacia ma anche fai-da-te, per misurare il livello degli anticorpi dopo essersi ammalati di Covid, oppure dopo aver fatto il vaccino in attesa di una nuova dose o ancora, come purtroppo accade sempre più spesso a causa della velocità con cui si trasmette la variante Omicron, se si viene contagiati dal virus SarsCoV2 subito prima del vaccino, mentre si è in attesa della seconda dose o della terza.

In proposito esistono le regole fissate del ministero della Salute indicano che in caso di malattia la prima dose di vaccino vada fatta entro un anno con una dose booster almeno dopo 120 giorni, se invece ci si vaccina dopo un anno dalla malattia è necessaria anche una seconda dose a 21-28 giorni, seguita dal booster dopo almeno 120; se invece si contrae l'infezione dopo la prima dose, se non sono ancora passati 14 giorni si prevede una dose booster dopo almeno 120 giorno, oltre 14 giorni la seconda dose va fatta entro sei mesi e la terza dopo almeno 120 giorni; se poi l'infezione avviene dopo la seconda dose, la terza va fatta dopo almeno 120 giorni.

venerdì 7 gennaio 2022

ISRAELE : CON OMICRON POSSIBILE IMMUNITA' DI GREGGE


 I casi raddoppieranno, già nel prossimo futuro avremo decine di migliaia di contagi al giorno. Questo l'avvertimento giunto dal premier Naftali Bennett, nella seduta settimanale del consiglio dei ministri. Un'ondata di infezioni da Omicron potrebbe portare Israele a raggiungere l'immunità di gregge, ha detto domenica il principale funzionario sanitario del Paese, il direttore generale del ministero della salute, Nachman Ash. "Il costo sarà di molte infezioni", ha detto Ash a 103FMRadio. "I numeri dovranno essere molto alti per raggiungere l'immunità del gregge. Questo è possibile, ma non vogliamo raggiungerlo tramite infezioni, vogliamo che accada anche a  seguito della vaccinazione di molte persone", ha affermato. Mentre, dunque, Israele potrebbe arrivare all'immunità di gregge, gli inglesi tornano a scuola con la mascherina: l'anno inizia con nuove misure per tenere a bada il Covid e nuove scoperte sulla pandemia di coronavirus. Diversi studi britannici sostengono per esempio che la variante Omicron provochi una malattia dai sintomi più lievi perché colpisce la gola e non i polmoni. E questo secondo gli scienziati potrebbe spiegare perché questa variante del Covid sembra essere più contagiosa ma meno mortale rispetto agli altri ceppi del virus. Sei studi citati dal Guardian, quattro dei quali pubblicati alla vigilia di Natale, hanno evidenziato che Omicron non danneggia i polmoni come Delta e altre precedenti varianti. Gli studi devono ancora essere sottoposti a revisione paritaria.