domenica 17 aprile 2016

Panoramica delle strategie per il controllo dell’ipercolesterolemia con alimenti funzionali ed integratori alimentari (prima parte)


Nel precedente articolo di fine gennaio abbiamo analizzato il colesterolo nei suoi aspetti positivi e negativi, scoprendo che è una molecola indispensabile alla vita degli esseri umani, ma che rappresenta un importante fattore di rischio cardiovascolare quando è presente nel sangue in quantità eccessiva, soprattutto quando è legato a proteine a bassa densità (colesterolo LDL). In questo caso, infatti, ha una spiccata tendenza a depositarsi sulle pareti dei vasi arteriosi, fino ad occluderli con la compartecipazione delle piastrine.
Per capire il meccanismo d’azione degli alimenti funzionali e degli integratori che vengono utilizzati per il controllo dell’ipercolesterolemia, è necessario conoscere il circolo entero-epatico del colesterolo.
Questa importante sostanza viene introdotta con la dieta, in misura del 30 % circa del totale circolante nel sangue, mentre il restante 70% è sintetizzato nel fegato e riversato nella bile (sotto forma di acidi biliari), che a sua volta viene escreta nel duodeno.
A livello dell’intestino tenue il 50% del colesterolo, sia di origine alimentare sia prodotto dal fegato, è riassorbito e riportato, attraverso la circolazione venosa portale, di nuovo al fegato dove è utilizzato, come abbiamo già visto, in diverse funzioni metaboliche.
Sono quindi diversi i punti di attacco delle strategie per la gestione dell’ipercolesterolemia che rappresenta oggi giorno uno dei più importanti fattori di rischio cardio-vascolare.

Approcci terapeutici per l’ipercolesterolemia
I cardini della gestione dell’ipercolesterolemia poggiano su questi quattro elementi fondamentali:

·         Cambiamenti dello stile di vita
§  Miglioramento dell’attività fisica
§  Ottimizzazione dell’alimentazione
·         Alimenti funzionali
·         Integratori alimentari
·         Farmaci specifici


Cambiamenti dello stile di vita
La modificazione degli stili di vita scorretti resta il primo strumento per il controllo dell’ipercolesterolemia. Ogni individuo deve condurre una vita sana praticando attività fisica di tipo aerobico (camminata veloce, corsa, nuoto, bicicletta, sci di fondo…) il più frequentemente possibile compatibilmente con i propri impegni professionali e famigliari.
L’alimentazione corretta rappresenta un altro elemento fondamentale dal momento in cui il 30% del colesterolo circolante è di origine alimentare.
Possiamo riassumere sinteticamente alcune buone regole:
·         Controllare il peso con regolarità;
·         Mangiare in modo vario ed equilibrato;
·         Ridurre gli zuccheri semplici;
·         Aumentare il consumo di carboidrati complessi privilegiando alimenti ricchi di fibre, vitamine e sali minerali;
·         Limitare il consumo di grassi animali, acidi grassi saturi (carni e formaggi) ed aumentare il consumo di acidi grassi polinsaturi (oli vegetali, pesce) e non eccedere nel consumo di sale;
·         Non esagerare con i prodotti da forno
·         Bere molta acqua e moderare il consumo di bevande alcoliche.

Gli alimenti funzionali
Con questo termine vengono indicati i cibi ricchi o artificialmente arricchiti di sostanze naturali vegetali con dimostrate proprietà salutistiche con azione ipocolesterolemizzante ben documentata, come, ad esempio, gli alimenti contenenti fibre, fitosteroli, omega-3, proteine della soia… Ne sono un classico esempio gli yogurt arricchiti con fitosteroli e con probiotici.
Rappresentano una buona opportunità per i soggetti con ipercolesterolemia lieve per i quali una terapia farmacologica di sintesi o con integratori sarebbe eccessiva.

Gli integratori alimentari
Negli ultimi anni è aumentato enormemente l’interesse verso gli integratori alimentari che hanno conquistato aree sempre più estese anche nel settore della prevenzione del rischio cardio-vascolare. Si intendono per «integratori alimentari» i prodotti alimentari destinati ad integrare la comune dieta e che costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive.
Il primo integratore alimentare che è stato utilizzato nella gestione dell’ipercolesterolemia è la soia, che contiene diverse sostanze che svolgono questa azione, quali fosfolipidi come la lecitina,
proteine ed isoflavoni come la genicisteina, la daidzeina e gliciteina.
Anche i lupini, legumi ad alto contenuto di omega 3 e omega 6, sono stati studiati con interessanti risultati per il controllo del colesterolo.
Ecco un elenco di tutte le sostanze, di origine naturale, che sono state fino ad ora studiate e commercializzate per il controllo dell’ipercolesterolemia:
ü  Riso rosso fermentato/Monacolina K
ü  Berberina
ü  Acidi grassi omega-3 e -6
ü  Fitosteroli
ü  Coenzima Q10
ü  Acido carnosico
ü  Astaxantina
ü  Fibre viscose
ü  Policosanoli
ü  Gugulipide
ü  Chitosano
 Le più utilizzate nelle miscele di integratori alimentari sono state la monacolina K, la berberina, gli acidi grassi poli-insaturi (Omega 3 e Omega 6), i fitosteroli, i policosanoli e l’astaxantina.
I fitosteroli (triterpenoidi lipofilici) hanno note proprietà di riduzione del colesterolo; agiscono bloccando, in parte, l’assorbimento del colesterolo nell’intestino. Gli steroli vegetali hanno una struttura molto simile a quella del colesterolo e si trovano in natura, in piccole quantità, in molti frutti, verdure, noci, semi, legumi, oli vegetali e altre fonti vegetali. Sono componenti essenziali delle membrane cellulari dei vegetali e sono ampiamente disponibili in una varietà di integratori per il controllo del colesterolo.
Negli ultimi anni, però, il mercato degli integratori alimentari prodotti per la correzione della dislipidemia è stato dominato soprattutto da tre tipi di sostanze: acidi grassi poli-insaturi, riso rosso fermentato dal lievito monascus purpureus e il coenzima Q10. 
Gli omega 3 (EPA e DHA) sono ricavati soprattutto da olio di pesce (pesce azzurro, salmone rosso). L’integrazione con 2-3 grammi al giorno di olio di pesce, ricco di acidi grassi omega3 a catena lunga, determina una riduzione, soprattutto di trigliceridi, del 25-30%. L’acido alfa-linolenico è un altro omega 3, estratto invece da vegetali (olio di semi, alcune verdure, kiwi…), che riduce, seppur in minor misura, il colesterolo LDL e i trigliceridi.
Fino ad ora gli acidi grassi mono e poli-insaturi sono stati utilizzati prevalentemente per il controllo dei trigliceridi.
Negli ultimi anni vi è stata una grande diffusione sul mercato di integratori alimentari per il controllo dell’ipercolesterolemia che contengono il riso rosso fermentato. Il quale non è altro che riso comune da cucina (Oryza sativa) fermentato ad opera di un particolare lievito, chiamato Monascus purpureus o lievito rosso. Questo riso, che deve il suo nome alla caratteristica colorazione, rappresenta un componente tradizionale della fitoterapia cinese ma è diventato molto popolare anche in occidente da quando viene sfruttata la sua interessante azione ipolipidemizzante.
Il riso fermentato da Monascus purpureus è titolato in Monacolina K, che è il più conosciuto fra i principi attivi contenuti nel prodotto. La titolazione di un prodotto fitoterapico o di un integratore alimentare è una garanzia per il consumatore/paziente che la qualità del prodotto sia elevata.
La monacolina K è una statina vegetale, quindi non di sintesi, con una struttura chimica simile alla lovastatina, che riduce la sintesi epatica del colesterolo inibendo l’enzima idrossi-metil-glutaril CoA reduttasi, come le statine di sintesi.
Inizialmente, gli integratori per il controllo dell’ipercolesterolemia contenevano 3 mg di monacolina K per dose giornaliera. Successivamente questa dose è stata aumentata fino a 10 mg, perché l’EFSA (European Food Safety Authority) ha stabilito che questa è la dose giornaliera necessaria per poter vantare un claim salutistico sul colesterolo, cioè per poter scrivere in etichetta che il prodotto riduce i livelli di colesterolo. L
L'azione ipolipemizzante del riso rosso fermentato non è completamente spiegata dalla sola monacolina, deriva probabilmente dalla sinergia con altre sostanze (steroli, acidi grassi, oligoelementi, ecc.) contenuti nel fito-complesso.
L’azione ipolipemizzante della Monacolina è stata studiata con numerosi lavori scientifici, uno tra i primi è stato quello pubblicato da Herber e altri sull’American Journal of Clinical Nutrition, nel 1999, in cui è stato dimostrato come 9,6 mg di Monacolina al giorno riducevano il colesterolo totale del 16%, il colesterolo LDL del 22%, mentre non era significativa la riduzione dei trigliceridi
(-7.5%).
ll Coenzima Q10, conosciuto anche come ubiquinone , è contenuto nei mitocondri di tutte le cellule, da questa ubiquità ne deriva il nome; esso è un elemento fondamentale per il corretto funzionamento di questa piccolo organo intracellulare che costituisce una vera e propria centrale energetica.  Il Coenzima Q10 è essenziale per mantenere una buona efficienza fisica favorendo la produzione di energia e svolgendo un’importantissima funzione anti-ossidante.
L'invecchiamento, alcune malattie croniche, come l’insufficienza cardiaca, il morbo di Parkinson, la distrofia muscolare, il diabete,  il cancro, l’ AIDS, e la terapia con statine riducono la concentrazione intracellulare di Coenzima Q10.
Questa molecola ha acquisito negli ultimi anni un ruolo rilevante nell’area dell'integrazione nutrizionale, soprattutto nella prevenzione delle malattie cardiache, dei danni da ipertensione arteriosa e nella prevenzione delle malattie del tessuto nervose su base degenerativa.
La sua intensa azione antiossidante lo rende molto efficace nel controllare la perossidazione dei lipidi della membrana delle cellule e delle particelle di colesterolo LDL, riducendo la loro capacità di produrre placche aterogene nelle arterie. Questo, associato all’azione protettiva a livello epatico e muscolare nei confronti dei danni da statine a medio e alto dosaggio, fa del coenzima Q10 un importante e frequente componente degli integratori alimentari che riducono la colesterolemia.
Il suo dosaggio può variare da 20 a 100 mg al giorno.
(Segue nel prossimo articolo: Il ruolo dei probiotici)


Dott. Edoardo Felisi
Specialista in malattie dell’apparato respiratorio
Docente al Master “Prodotti Nutraceutici: progettazione, sviluppo formulativo, controllo e commercializzazione” del Dipartimento di Scienze del Farmaco – Università degli Studi di Pavia



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