Un recente studio pubblicato su Nutrients ha esplorato come specifici nutrienti abbondanti nella dieta mediterranea (MD) influenzino il microbioma intestinale e la gestione delle malattie infiammatorie intestinali (IBD). I ricercatori hanno scoperto che la MD è legata a un minor rischio di malattie croniche come le IBD, e che le proteine vegetali, gli acidi grassi omega-3, i polifenoli, la chitina, il resveratrolo e i frutto-oligosaccaridi (FOS) possono supportare questi benefici. Le malattie infiammatorie croniche intestinali, tra cui la malattia di Crohn e la rettocolite ulcerosa, sono caratterizzate da alterazioni della barriera intestinale e infiammazione cronica, con sintomi come dolore addominale, perdita di peso e diarrea. Il microbiota intestinale, un insieme complesso di microrganismi che colonizzano l’intestino umano, gioca un ruolo chiave nello sviluppo e nella progressione delle IBD. Disbiosi o alterazioni della composizione microbica possono aggravare l’infiammazione intestinale. La dieta rappresenta una promettente strategia per modulare il microbiota intestinale e gestire l’IBD. In particolare, la dieta mediterranea, ricca di olio d’oliva, noci, legumi, cereali integrali, verdure, frutta e povera di grassi animali e cibi processati, è stata associata a una migliore salute intestinale.
Questa dieta promuove batteri intestinali benefici che producono acidi grassi a catena corta (SCFA), che supportano un ambiente intestinale sano.
Gli autori
hanno condotto una ricerca bibliografica su PubMed concentrandosi sui dati preclinici degli
articoli pubblicati dal 2019 al 2024. I carboidrati, in particolare i
prebiotici come inulina, β-glucani e frutto-oligosaccaridi, favoriscono la
crescita di batteri benefici che diminuiscono l’infiammazione come
Bifidobacteria e Lactobacilli. Questi possono ridurre i sintomi dell’IBD
migliorando la permeabilità intestinale e la composizione del microbiota. Composti
come chitosano e polifenoli (ad esempio, dai mirtilli rossi) hanno dimostrato
benefici sulla salute intestinale in modelli animali, ma sono necessari studi
sull’uomo per valutarne la sicurezza e l’efficacia a lungo termine. Le proteine
vegetali presenti nella dieta mediterranea mostrano effetti antinfiammatori,
mentre le proteine animali, soprattutto da carni rosse e processate, possono
aggravare i sintomi dell’IBD. I grassi della MD, prevalentemente insaturi,
come quelli dell’olio d’oliva, hanno effetti protettivi contro l’infiammazione
e i sintomi dell’IBD. Gli acidi grassi omega-3, presenti in pesce e fonti
vegetali, mostrano proprietà antinfiammatorie, sebbene le evidenze siano ancora
inconclusive. Inoltre, il Kefir, un prodotto fermentato, modula il microbiota
intestinale e migliora i sintomi dell’IBD. Alcuni aminoacidi, come il
triptofano, sono correlati alla regolazione della risposta immunitaria,
offrendo spunti promettenti per la gestione dell’IBD. La quercetina,
presente in frutta e verdura come cipolle, bacche e uva, ha effetti protettivi
contro lo stress ossidativo e l'infiammazione. Può promuovere la salute
intestinale aumentando i batteri benefici e migliorando la rigenerazione delle
cellule intestinali.
L'astaxantina, proveniente dai frutti di mare, è un altro potente
antiossidante con proprietà antinfiammatorie, mentre il licopene dei pomodori
aiuta a ridurre l'infiammazione e mantenere l'integrità intestinale.
La curcumina, presente nel curcuma, e il gallato di epigallocatechina (EGCG)
del tè verde mostrano anche promesse nella riduzione
dell'infiammazione e dello stress ossidativo.
La
vitamina D, importante per la salute intestinale, è spesso bassa nei pazienti
con IBD ma può essere assorbita meglio attraverso la dieta mediterranea Sebbene le evidenze cliniche siano
limitate, la dieta mediterranea potrebbe supportare i trattamenti innovativi
come il trapianto di microbiota fecale. Sebbene i singoli composti siano
benefici, la combinazione di nutrienti della MD può agire sinergicamente per
supportare la salute intestinale e ridurre l'infiammazione, specialmente nelle
IBD. Ricerche future dovrebbero concentrarsi su strategie dietetiche
personalizzate, considerando il microbioma, i fattori genetici e lo stile di
vita dei pazienti, per ottimizzare i trattamenti e migliorare la qualità della
vita dei soggetti affetti da IBD.
Tratto da
Nutrizione 33 07/01/2025
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