
In primo luogo mi preme sottolineare come nutro qualche perplessità sull’affermazione che l’omeopatia sia un approccio terapeutico “innocuo”. Come qualsiasi medicinale, anche quello omeopatico (che è dotato di effetto terapeutico) può comportare, se male utilizzato, effetti indesiderati. Se è vero infatti che l’approccio omeopatico può essere ritenuto meno “aggressivo” rispetto ai medicinali di sintesi, è pur vero che vengono descritti in letteratura casi di aggravamenti (non fisiologici) che richiedono particolare attenzione da parte dell’omeopata. Sia sufficiente ricordare, a titolo puramente esemplificativo, il caso dell’aggravamento che può essere determinato da un medicinale fortemente centripeto some Sulfur (anche, se non soprattutto, a diluizioni spinte), in un soggetto particolarmente sensibile.
In secondo luogo, si discute da più parti della possibilità di utilizzare i medicinali omeopatici in associazione con farmaci tradizionali. Al riguardo occorre segnalare come una buona parte del mondo omeopatico più “ortodosso” guarda con molta perplessità a queste eventuali commistioni, ricordando come molti farmaci tradizionali possano avere un effetto antagonizzante rispetto al medicinale omeopatico (ad es. cortisonici o antistaminici) o come possano essere ritenuti alla base di possibili sicotizzazioni (ad es. di nuovo i cortisonici, l’ormonoterapia o la vaccinoterapia). È pur vero che il principale (se non l’unico) obiettivo del medico è sempre quello di ottenere il massimo beneficio possibile per il proprio paziente, e che vincoli di natura etica e deontologica (quando non medico legale) impongono l’utilizzo dei medicinali più efficaci. Ritengo pertanto che nella pratica comune di tutti i medici omeopati (anche dei più ortodossi) sia già contemplata la possibilità di scegliere, a seconda delle differenti situazioni, la migliore terapia da adottare per il proprio paziente: omeopatia pura, esclusivamente terapia tradizionale o varie forme di commistione dei differenti orientamenti, avendo sempre presente l’obiettivo della salute del paziente nell’ottica di un possibile approccio integrato.
G. Di Leone – Medico - Bari
Nessun commento:
Posta un commento