Diversi studi clinici indicano che il consumo di caffé non solo non aumenta il rischio cardiovascolare, ma al contrario può avere effetti favorevoli come la riduzione degli eventi e la prevenzione del diabete. Ad esempio, nello studio NHANES (National Health and Nutrition Examination Survey) è stata osservata una riduzione significativa della mortalità cardiovascolare negli anziani normotesi che bevevano caffè. Meno chiara è la Correlazione tra consumo di caffé e Ictus, soprattutto nella popolazione femminile per la quale non sono disponibili studi clinici specifici. In questo studio prospettico, in più di 83000 donne inizialmente sane partecipanti al Nurses' Health Study e seguite per 24 anni è stata valutata la Correlazione tra il consumo di caffè e l' Incidenza di Ictus, del quale sono stati registrati 2280 casi (1224 di origine ischemica). Il Rischio relativo era significativamente ridotto già con un consumo di 2 o 3 tazze di caffè al giorno (RR 0,81, p=0,003) e la riduzione di eventi è risultata particolarmente marcata nei non fumatori o negli ex-fumatori (RR 0,57 per 4 tazze al giorno). Al contrario non è stato osservato nessun beneficio nei fumatori. Altre bevande contenenti Caffeina non hanno evidenziato effetti né negativi né protettivi. Un effetto protettivo, seppur in misura ridotta, è stato osservato anche per il consumo di caffé decaffeinato. Nel complesso questi risultati dimostrano che il consumo di caffé non aumenta il rischio di Ictus nelle donne e provvede un seppur limitato beneficio (NFI).
Enrica Campanini, medico, Firenze
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