Sul numero di gennaio 2009 di Homeopathy sono stati pubblicati due interessanti lavori sul trattamento omeopatico delle patologie allergiche dell’apparato respiratorio.
Il primo lavoro, dal titolo “Cost–benefit evaluation of homeopathic versus conventional therapy in respiratory diseases”, pubblicato da E. Rossi et al. (qui), parte da uno studio osservazionale retrospettivo condotto su un totale di 105 pazienti seguiti dalla Clinica Omeopatica dell’Ospedale di Campo di Marte a Lucca tra l’ottobre 1998 e il maggio del 2003. È stato valutato il costo del trattamento in un gruppo di pazienti affetti da asma (8 pazienti) e da infezioni respiratorie ricorrenti (16 pazienti) con una lunga storia di terapia convenzionale avviati al trattamento omeopatico, comparandolo con il costo delle cure convenzionali in un gruppo rispettivamente di 16 e 32 pazienti. I dati pubblicati mostrano significative riduzioni del costo delle terapie specifiche per le patologie respiratorie (del 46,3% nel primo anno di trattamento omeopatico e del 47,5% nel secondo). La spesa per i pazienti affetti da asma cronico mostra nel corso del primo anno di osservazione una riduzione del 71,1% nel gruppo trattato omeopaticamente a fronte di un incremento del 12,3% in quello trattato con medicinali convenzionali, e, nel secondo anno, rispettivamente un decremento del 54,4% e un incremento del 45,2%. Per quanto riguarda i pazienti con infezioni ricorrenti delle vie respiratorie, gli autori hanno osservato una riduzione dei costi pari al 35,8% nel corso del primo anno nel gruppo trattato omeopaticamente, a fronte di un incremento del 8,6% nel gruppo controllo, con valori che nel secondo anno di osservazione diventano rispettivamente pari a un decremento del 43,6% e a un incremento del 7,8%. Dal punto di vista delle aspettative, il 44% dei pazienti oggetto di osservazione riferiva di essere alla ricerca di una possibile combinazione del trattamento convenzionale con quello omeopatico, mentre il 12% era sollecitato al trattamento omeopatico dallo scarso successo ottenuto con le terapie convenzionali.
Il secondo lavoro, dal titolo “Evaluation of the quality of life after individualized homeopathic treatment for seasonal allergic rhinitis. A prospective, open, non-comparative study”, pubblicato da M. Goossens et al. (qui), descrive uno studio condotto in Belgio su 46 pazienti avviati al trattamento omeopatico per rinite allergica stagionale. La valutazione della qualità della vita in questi pazienti, in funzione del trattamento in corso, è stata effettuata utilizzando il Rhino-conjunctivitis Quality of Life Questionnaire (RQLQ), validato dalla comunità scientifica, somministrato all’inizio della terapia, dopo tre e dopo quattro settimane. Gli autori segnalano un evidente decremento della sintomatologia rinitica dei pazienti trattati, e un miglioramento della qualità della vita, come dimostrato anche dal RQLQ. Correttamente avvertono però come lo studio pubblicato non rispetti i criteri di un formale Randomized Clinical Trial (RCT) per cui non è possibile trarne conclusioni scientificamente valide sull’effettivo risultato del trattamento omeopatico.
Due considerazioni a margine:
ü È comune esperienza dei medici omeopati il buon risultato atteso in moltissimi casi nel trattamento omeopatico delle patologie allergiche. Questa esperienza rimane però purtroppo relegata nel bagaglio professionale dei singoli medici, non essendo supportata da ricerche che rispettino i comuni canoni di scientificità. Sono note le difficoltà progettuali (individualizzazione della terapia, doppio cieco, ecc.) ed economiche (assenza di finanziamenti dedicati) che sono alla base della mancata pubblicazione di studi scientificamente corretti. Purtroppo il silenzio degli omeopati in questo caso invece che apparire come “Silenzio degli innocenti” potrebbe sembrare a taluni invece configurare uno sdegnoso rifiuto di un confronto con la comunità scientifica e secondo talaltri nascondere una reale assenza di basi concettuali e scientifiche.
ü In un momento in cui la diffusa crisi economica, e, in particolare, le continue difficoltà che la Sanità pubblica sta affrontando, con costanti decurtazioni di fondi e pressioni sulla classe medica per una riduzione della spesa farmaceutica, credo potrebbe essere interessante diffondere la consapevolezza che l’approccio omeopatico oltre ad assicurare un buon successo terapeutico garantisce anche un decremento dei costi.
G. Di Leone – Medico - Bari
Il primo lavoro, dal titolo “Cost–benefit evaluation of homeopathic versus conventional therapy in respiratory diseases”, pubblicato da E. Rossi et al. (qui), parte da uno studio osservazionale retrospettivo condotto su un totale di 105 pazienti seguiti dalla Clinica Omeopatica dell’Ospedale di Campo di Marte a Lucca tra l’ottobre 1998 e il maggio del 2003. È stato valutato il costo del trattamento in un gruppo di pazienti affetti da asma (8 pazienti) e da infezioni respiratorie ricorrenti (16 pazienti) con una lunga storia di terapia convenzionale avviati al trattamento omeopatico, comparandolo con il costo delle cure convenzionali in un gruppo rispettivamente di 16 e 32 pazienti. I dati pubblicati mostrano significative riduzioni del costo delle terapie specifiche per le patologie respiratorie (del 46,3% nel primo anno di trattamento omeopatico e del 47,5% nel secondo). La spesa per i pazienti affetti da asma cronico mostra nel corso del primo anno di osservazione una riduzione del 71,1% nel gruppo trattato omeopaticamente a fronte di un incremento del 12,3% in quello trattato con medicinali convenzionali, e, nel secondo anno, rispettivamente un decremento del 54,4% e un incremento del 45,2%. Per quanto riguarda i pazienti con infezioni ricorrenti delle vie respiratorie, gli autori hanno osservato una riduzione dei costi pari al 35,8% nel corso del primo anno nel gruppo trattato omeopaticamente, a fronte di un incremento del 8,6% nel gruppo controllo, con valori che nel secondo anno di osservazione diventano rispettivamente pari a un decremento del 43,6% e a un incremento del 7,8%. Dal punto di vista delle aspettative, il 44% dei pazienti oggetto di osservazione riferiva di essere alla ricerca di una possibile combinazione del trattamento convenzionale con quello omeopatico, mentre il 12% era sollecitato al trattamento omeopatico dallo scarso successo ottenuto con le terapie convenzionali.
Il secondo lavoro, dal titolo “Evaluation of the quality of life after individualized homeopathic treatment for seasonal allergic rhinitis. A prospective, open, non-comparative study”, pubblicato da M. Goossens et al. (qui), descrive uno studio condotto in Belgio su 46 pazienti avviati al trattamento omeopatico per rinite allergica stagionale. La valutazione della qualità della vita in questi pazienti, in funzione del trattamento in corso, è stata effettuata utilizzando il Rhino-conjunctivitis Quality of Life Questionnaire (RQLQ), validato dalla comunità scientifica, somministrato all’inizio della terapia, dopo tre e dopo quattro settimane. Gli autori segnalano un evidente decremento della sintomatologia rinitica dei pazienti trattati, e un miglioramento della qualità della vita, come dimostrato anche dal RQLQ. Correttamente avvertono però come lo studio pubblicato non rispetti i criteri di un formale Randomized Clinical Trial (RCT) per cui non è possibile trarne conclusioni scientificamente valide sull’effettivo risultato del trattamento omeopatico.
Due considerazioni a margine:
ü È comune esperienza dei medici omeopati il buon risultato atteso in moltissimi casi nel trattamento omeopatico delle patologie allergiche. Questa esperienza rimane però purtroppo relegata nel bagaglio professionale dei singoli medici, non essendo supportata da ricerche che rispettino i comuni canoni di scientificità. Sono note le difficoltà progettuali (individualizzazione della terapia, doppio cieco, ecc.) ed economiche (assenza di finanziamenti dedicati) che sono alla base della mancata pubblicazione di studi scientificamente corretti. Purtroppo il silenzio degli omeopati in questo caso invece che apparire come “Silenzio degli innocenti” potrebbe sembrare a taluni invece configurare uno sdegnoso rifiuto di un confronto con la comunità scientifica e secondo talaltri nascondere una reale assenza di basi concettuali e scientifiche.
ü In un momento in cui la diffusa crisi economica, e, in particolare, le continue difficoltà che la Sanità pubblica sta affrontando, con costanti decurtazioni di fondi e pressioni sulla classe medica per una riduzione della spesa farmaceutica, credo potrebbe essere interessante diffondere la consapevolezza che l’approccio omeopatico oltre ad assicurare un buon successo terapeutico garantisce anche un decremento dei costi.
G. Di Leone – Medico - Bari
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