Enrica Campanini, medico, Firenze
mercoledì 10 marzo 2010
Olio di argan
Argania spinosa (L.) Skeels. è un albero tipico del Marocco, diffuso tra Essauria ed Agadir: pianta antichissima rappresenta un importante baluardo contro la desertificazione del territorio. Dai semi contenuti nei frutti (noci) si estrae l’olio (olio di argan) che conosce da sempre un uso alimentare come condimento sul pane, come ingrediente per pietanze tipiche marocchine, ecc. e un uso cosmetico come idratante ed elasticizzante per la pelle e come ristrutturante per i capelli. Recenti studi hanno evidenziato l’azione di prevenzione del rischio cardiovascolare e proprietà antiossidanti. L’attività di estrazione e di lavorazione dell’olio e modalità di impiego sono retaggio della cultura berbera, tramandata da generazioni in linea femminile. La fama dell’olio di argan si deve a Zoubida Charrouf docente di chimica alla Facoltà di Scienze di Rabat che a partire dal 1995 ha contribuito a promuovere la costituzione di cooperative di donne impegnate in progetti di sviluppo e di lavorazione delle noci di argan, lanciando in tal modo, oltre alla ricerca scientifica a livello universitario, la produzione e la commercializzazione sostenibile di questo olio. I risultati ottenuti sono stati tali da far ottenere, a livello internazionale, il Premio Slow Food 2001. Le cooperative, inoltre, hanno contribuito a promuovere la condizione economica e sociale della donna rurale e hanno favorito il processo di alfabetizzazione. La diffusione della coltivazione della pianta (ogni donna ha l’impegno di piantare almeno 10 alberi all’anno) riveste un impatto ambientale/ecologico notevole. Grazie a tale pratica viene, infatti, frenato il processo di desertificazione a cui la coltivazione della pianta si oppone. Argania spinosa è stata dichiarata dall’UNESCO, per la sua utilità e per il serio rischio di estinzione, specie protetta.
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