domenica 20 giugno 2010

Studio italiano, cresce fra giovani 'febbre' da Internet




Roma, 11 giu. (Adnkronos Salute) - Cresce tra i ragazzi un disturbo dei nostri tempi: la dipendenza da Internet, uno strumento prezioso che può trasformarsi in un 'nemico' per la nostra salute. Una ricerca senese, effettuata dalla Psichiatria Universitaria del policlinico Santa Maria alle Scotte, ha infatti dimostrato che il disturbo è in forte aumento, soprattutto tra i giovanissimi. "Su 402 studenti di Siena, di età compresa tra 14 e 18 anni - spiega Andrea Fagiolini, direttore della struttura senese - abbiamo osservato che più di 20 ragazzi presentano le caratteristiche tipiche del disturbo e, una percentuale non trascurabile dei rimanenti manifesta comportamenti potenzialmente a rischio". Diverse le caratteristiche di questa forma di dipendenza da chat e social network: "Accesso ad internet sempre più frequente, aumento del tempo passato sul web e relativi disagi nell'ambito relazionale e familiare per la mancanza di tempo da dedicare ad altro", afferma Fagiolini. E ancora. "Perdita del sonno, stanchezza eccessiva che si ripercuote su studio e lavoro, alterazioni dell'umore", aggiunge l'esperto. Il disturbo è ancora poco conosciuto ma la comunità scientifica sta concentrando i suoi studi sul fenomeno. "Vogliamo attivare a Siena - sottolinea Fagiolini - veri e propri percorsi di disintossicazione nei quali si riorganizzi la giornata tipo dell'internet-addicted". "Uno dei pilastri del nostro intervento - spiega l'esperto - sarà un percorso psicoterapico ma il programma prevederà anche una serie di altre attività aggiuntive che mirino a tenere queste persone lontano dal computer per periodi sempre più lunghi e a far riscoprire loro che i piaceri, i rapporti e i compiti della vita reale. Rapporti più faticosi e meno immediati di quelli della vita virtuale, ma non per questo meno belli, duraturi e gratificanti".Internet ha cambiato e sta cambiando anche il modo di comunicare.
Tratto da "Quotivadis" info@univadis.it
Lunedì 14 giugno 2010

Elena Bosi, pediatra Milano

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