giovedì 25 novembre 2010
L'esito delle diete dimagranti dipende anche dal sonno
Dormire poche ore per notte può vanificare gli sforzi fatti per dimagrire attraverso una dieta a basso apporto di energia. È questo il dato che emerge da una ricerca coordinata da Arlet V. Nedeltcheva, dell'università di Chicago (Illinois). L'indagine ha coinvolto dieci adulti in sovrappeso (3 donne e 7 uomini), non fumatori, con età media di 41 anni e indice di massa corporea medio di 27,4 kg/m2. Sottoposti per 14 giorni a un regime dietetico caratterizzato da un modesto introito calorico, ai soggetti inseriti nello studio è stato concesso un riposo di 8,5 o 5,5 ore per notte. In seguito è stata valutata, come prima misurazione, la perdita di massa grassa e massa magra; sono poi stati considerati i cambiamenti relativi a uso dei substrati, dispendio energetico, fame e concentrazioni degli ormoni metabolici nell'arco delle 24 ore. Dai risultati emerge che la riduzione delle ore di sonno diminuisce la proporzione di massa grassa persa del 55% (0,6 kg con 5,5 ore di riposo notturno invece di 1,4 kg con 8,5 ore di sonno) e aumenta la perdita di massa magra del 60% (2,4 rispetto a 1,5 kg). Questi elementi si accompagnano al riscontro di marcatori di aumentato adattamento neuroendocrino alla restrizione calorica, aumento della fame e spostamento relativo nell'uso dei substrati verso una minore ossidazione del grasso. A fronte di una riduzione dell'apporto energetico derivante da una dieta, concludono gli autori, il numero di ore dormite gioca un ruolo di primaria importanza nella riduzione del peso corporeo. Se il sonno è insufficiente, sia l'efficacia della dieta che la riduzione dei rischi metabolici correlati possono venire compromessi. Considerata la brevità dello studio e l'esiguità del campione esaminato, sono necessari ulteriori studi per validare quanto emerso da questo lavoro.
Ann Intern Med, 2010; 153(7):435-41
Elena Bosi, pediatra Milano
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