lunedì 17 novembre 2008

Wham, bam, thank you CAM


Nel mese di settembre 2007 è stato pubblicato sul British Medical Journal (BMJ) un interessante e, direi anche, divertente articolo dal titolo “Wham, bam, thank you CAM” nel quale D. Kamerow analizza, con un certo sconcerto, la diffusione delle CAM negli Stati Uniti e si domanda il perché di questa diffusione.
Continuando nel percorso già intrapreso su questo stesso blog in relazione all’utilizzo di queste medicine in giro per il mondo, l’autore ci consente di scoprire che più di un terzo degli americani dichiarano di avere fatto ricorso ad una CAM nei precedenti 12 mesi, e che il loro utilizzo è in costante aumento. Le principali CAM utilizzate sono i prodotti naturali (supplementi alimentari, medicine a base di erbe, e così via), meditazione, chiropratica e massaggi. I sintomi più frequentemente trattati con le CAM includono quelli muscoloscheletrici, respiratori e psicologici. Segnala Kamerow come si tratti di un florido business, in quanto gli americani spendono ogni anno in queste terapie almeno $ 50bn (€ 36bn), coperti in buona percentuale dal sistema assicurativo sanitario americano. Ciononostante da un terzo alla metà di quella somma è direttamente a carico dei pazienti, rappresentando più di quanto normalmente gli americani paghino per l’ospedalizzazione.
Nonostante ciò, gli americani sono poco disposti a parlare con i propri medici curanti del loro utilizzo delle CAM. Solo dal 30 al 50% dei pazienti, infatti, ne “confessano” l’utilizzo e chiedono consigli ai propri dottori, ritenendola una notizia per loro poco importante. Gli stessi medici curanti, peraltro, raramente si informano se i propri pazienti ne facciano uso e comunque dichiarano che avrebbero necessità di acquisire maggiori informazioni su questi approcci terapeutici.
Kamerow si domanda come mai a fronte di dati così significativi, e a fronte anche degli studi commissionati dalla US Agency for Healthcare Research and Quality e dal UK’s National Institute for Health and Clinical Excellence (NICE) siano ancora così scarse le informazioni disponibili sulla reale efficacia delle CAM. Parte delle risposte a questo quesito è da ricercarsi nell’elevato numero e nell’eterogeneità delle CAM, oltre che nella carenza di studi condotti con criteri scientificamente rigorosi.
Conclude l’autore: “I critici affermano che le CAM non meritino un posto a tavola – che sufficiente tempo sia passato e siano state effettuate abbastanza ricerche per dimostrare se qualcuno di questi approcci sia reale ed efficace. Loro dicono che il fatto che le indiscutibili descrizioni di successi siano poche indica soltanto che questi trattamenti siano placebo e che i loro effetti siano mascherati come medicina. E se ancora così tanta gente le utilizza e sembra ottenerne benefici, rappresenta una vergogna da rifiutare.
Io penso che un razionale approccio sia, in primo luogo, che il medico chieda ai propri pazienti quale trattamento non-tradizionale stia utilizzando, sia per le patologie di cui il medico sia a conoscenza e stia già trattando sia per altre di cui non abbia notizia. Ciò almeno con lo scopo di discutere e ricercare possibili interazioni avverse. In secondo luogo, i medici dovrebbero esaminare onestamente i trattamenti sintomatici complementari con le CAM – per i dolori cronici, le allergie, ecc. – in modo che le loro basi scientifiche possano essere investigate e comprese dai pazienti e dagli stessi medici, se possibile. In terzo luogo, in caso di trattamenti alternativi per patologie gravi o pericolose per la vita come le neoplasie, i medici dovrebbero accertare le evidenze scientifiche relative ai trattamenti e cercare di comprendere le aspettative dei pazienti”.

G. Di Leone – Medico - Bari

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