L'Italia ha raggiunto il primato di Paese europeo dove si prescrivono più antibiotici, «dopo che la Francia, precedente detentrice del record, ha abbassato del 20% negli ultimi tre anni il numero di ricette, attraverso campagne di informazione ai cittadini e ai medici». Il quadro della situazione è stato presentato da Nicola Magrini del Centro per la valutazione dell'efficacia dell'assistenza sanitaria (Ceveas) delll'Ausl di Modena, intervenendo al convegno per la presentazione del rapporto Osmed 2009 sulla prescrizione farmaceutica in Italia. «Anche l'Italia, da circa un anno - ha aggiunto l'esperto - si è dotata di politiche adatte a contrastare un fenomeno, quello della prescrizione eccessiva di antibiotici, noto ormai da decenni e caratterizzato anche da un'ampia variabilità regionale: in Calabria e in Sicilia, i territori meno virtuosi in questo senso, si arriva a prescrivere una quantità di medicinali doppia o addirittura tripla rispetto alla provincia di Bolzano. Questo significa che, in contesti molto diversi fra loro, è differente anche la prescrizione e soprattutto la richiesta di antibiotici, a causa di motivi culturali». Secondo Magrini, fra le altre cause c'è anche «la pressione commerciale della industrie farmaceutiche, che logicamente cercano di vendere i loro prodotti. Nella nostra Regione, però, la prescrizione di antibiotici per i bambini ha smesso di aumentare: un elemento positivo che indica un cambiamento graduale e che può far ben sperare per il futuro». «In Italia - ha aggiunto Pietro Folino Gallo, dell'ufficio coordinamento Osmed dell'Agenzia italiana del farmaco - il 50% dei bambini ha ricevuto almeno un antibiotico. Un uso più razionale di questi medicinali potrebbe far risparmiare 300 mln di euro, con un impatto positivo su tutta la salute pubblica».
"DoctorNews"
12 luglio 2010 - Anno 8, Numero 127
Elena Bosi, pediatra Milano
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