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Buon Natale e Felice Anno Nuovo
Arrivederci nel 2014
lunedì 23 dicembre 2013
lunedì 16 dicembre 2013
In aumento le Allergie ai Farmaci
Le reazioni avverse a
farmaci possono coinvolgere 1/10 della popolazione mondiale e interessare fino
al 20% di tutti i pazienti ospedalizzati. Più del 10% di tutte le reazioni
avverse a farmaci sono reazioni di ipersensibilità imprevedibili (DHR – drug
hypersensitivity reactions). è molto comune sia sotto-diagnosticare che
sovra-diagnosticare tali reazioni.
Se ne è parlato durante la giornata conclusiva del Congresso Internazionale Allergologia di Genova (17/11/2013 )
Se ne è parlato durante la giornata conclusiva del Congresso Internazionale Allergologia di Genova (17/11/2013 )
“Highlights in Allergy
and Respiratory Diseases”.
La forma più frequente di DHR riguarda gli antibiotici come penicilline, cefalosporine e sulfamidici, e l'aspirina e gli altri farmaci anti-infiammatori non steroidei. Lo spettro clinico delle DHR coinvolge vari organi, con diverse tempistiche e gravità. Le DHR possono essere gravi, anche pericolose per la
vita, e sono associate a tassi di mortalità
significativi. I farmaci possono essere responsabili fino al 20% dei decessi a
causa di anafilassi. Le procedure diagnostiche per le DHR dovrebbero anche
tentare di identificare i Meccanismi che le causano. La diagnosi è fondamentale
per la gestione e la prevenzione delle DHR. In alcuni casi è necessaria la
selezione di un farmaco alternativo o la desensibilizzazione.La forma più frequente di DHR riguarda gli antibiotici come penicilline, cefalosporine e sulfamidici, e l'aspirina e gli altri farmaci anti-infiammatori non steroidei. Lo spettro clinico delle DHR coinvolge vari organi, con diverse tempistiche e gravità. Le DHR possono essere gravi, anche pericolose per la
Allergie agli antibiotici. Se accade che un paziente nel corso di una terapia antibiotica accusa delle reazioni, è importante distinguerle in due tipologie, quelle immediate e quelle non immediate. Le prime si verificano entro un’ora dall’assunzione dal farmaco, e hanno come espressione clinica più grave lo shock anafilattico, o più frequentemente delle eruzioni cutanee di tipo orticaria. Queste sono di tipo allergico, mediate da anticorpi: più tempo passa, meno è possibile rivelarli, sia sulla cute che sul sangue. Quindi, in caso di reazione, occorre prendere nota del farmaco e poi rivolgersi in centri di riferimento per la diagnosi, entro e non oltre le 2-3 settimane.
lunedì 9 dicembre 2013
TERAPIA OMEOPATICA DELLE ANOMALIE DEL CICLO MESTRUALE
Oltre alla terapia convenzionale
(vedi precedente articolo sulle Anomalie del ciclo mestruale del 13 0ttobre
2013 )esiste la possibilità di intervento con i medicinali omeopatici.
La terapia con FOLLICOLINUM può
essere di supporto per dare regolarità ad un ciclo che non ha
ancora un corretto ritmo. In caso
di amenorrea si può utilizzare alla 5 CH in granuli, 5 granuli la
sera a sere alterne con OVARINUM
5 CH granuli, allo scopo di stimolare l’ attività ormonale ovarica.
Se le mestruazioni compaiono in
maniera irregolare, talvolta anticipate e talvolta ritardanti, utile
assumerlo alla 9 CH in dose globuli, tutta la dose intera il settimo giorno del
ciclo mestruale,
calcolato a partire dal primo
giorno di flusso.
Quando le mestruazioni sono
invece abbondanti e prolungate per eccesso relativo di estrogeni, si
può bilanciare la produzione
ormonale utilizzando FOLLICOLINUM alla
30 CH in granuli quotidiani o settimanali
(in questo caso 10 granuli una
volta la settimana).
E’ però importante associare un
rimedio di terreno, scelto sulla base delle caratteristiche della paziente,
assunto a cadenza settimanale o
quindicinale.
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lunedì 2 dicembre 2013
Sindromi correlate alla Spasmofilia(seconda parte): la Sindrome Premestruale
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Talune
sindromi presentano raggruppamenti sintomatologici che le mettono in correlazione
alla spasmofilia, con la quale condividono anche alcuni aspetti patogenetici e
fisiopatologici. Abbiamo già parlato della disbiosi intestinale , tratteremo ora la
sindrome premestruale, che spesso si manifesta in associazione alla
spasmofilia o si pone in diagnosi
differenziale con essa.
La sindrome premestruale è un’evenienza
piuttosto frequente nella popolazione spasmofilica femminile perché è anch’essa
sostenuta, almeno in parte, dalla carenza di magnesio, ed è corretta, per
quanto concerna la dismenorrea, dall’assunzione di questo ione.
Essa è caratterizzata da
disturbi di carattere psichico, generale e ginecologico. Ecco un elenco dei più
caratteristici:
·
irritabilità psichica
·
variabilità dell’umore e depressione
·
tensione mammaria dolorosa
·
senso di peso alla pelvi
·
ritenzione idrica
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domenica 24 novembre 2013
Sindromi correlate alla Spasmofilia (prima parte) : La Disbiosi Intestinale
Talune
sindromi presentano raggruppamenti sintomatologici che le mettono in
correlazione alla spasmofilia, con la quale condividono anche alcuni aspetti
patogenetici e fisiopatologici. In particolare prenderemo in considerazione la disbiosi intestinale e la sindrome premestruale, che spesso si
manifestano in associazione alla spasmofilia o si pongono come diagnosi
differenziale con essa.
La disbiosi intestinale :
In
condizioni normali l’intestino contiene una flora batterica mista , in
equilibrio, costituita soprattutto da batteri stanziali che prendono il nome di
probiotici. In situazioni
particolari prendono invece il sopravvento forme microbiche aggressive (batteri
patogeni, miceti, soprattutto candida albicans, o parassiti) che determinano
uno stato infiammatorio con alterazione funzionale della mucosa della parete
colica. Nel tempo si verificano dei fenomeni dannosi quali, ad esempio la
fermentazione e la putrefazione, che producono delle sostanze tossiche che
danno origine ad uno stato di tossicosi cronica, causa, a sua volta, di
disfunzioni e patologie caratteristiche.
Possiamo quindi definire la disbiosi intestinale:
“un insieme di sintomi e disturbi funzionali gastroenterici che possono
evolvere in malattie che coinvolgono anche organi o apparati distanti
anatomicamente dal colon, attraverso la semina
microbica linfogena con blocco del sistema immunitario umorale comune (MALT) e
del sistema immunitario secretorio dell’intestino (GALT)”.
La disbiosi rappresenta un
problema sociale e coinvolge all’incirca il 50% dei pazienti che si rivolgono
allo specialista in gastroenterologia.
Questa condizione irritativa
della mucosa intestinale determina anche alterazioni dell’assorbimento dei
micronutrienti contenuti nei cibi, tra i quali anche il magnesio, complicando
la carenza tipica dei soggetti spasmofilici.
La sintomatologia digestiva
caratteristica è costituita da:
·
dolore addominale 98%
·
alvo alternante 73%
·
diarrea 63%
·
stipsi 63%
·
meteorismo 52%
·
muco intestinale 50%
Tra gli svariati sintomi che
caratterizzano la disbiosi ve ne sono alcuni, di carattere generale aspecifico,
che sono sovrapponibili a quelli della spasmofilia. In particolare ricordo:
·
extrasistolia e tachicardia 19%
·
astenia 14%
·
nosofobia 13%
·
lombosciatalgia 11%
·
cefalea 7%
·
disturbi del sonno 2%
Da quanto sopra esposto,
risulta evidente come nel caso di sindrome spasmofilica sia opportuno
verificare le condizioni intestinali del paziente e correggere una eventuale
disbiosi che rappresenta un ulteriore fattore aggravante della sintomatologia.
La terapia della disbiosi
lieve o media si basa sui seguenti capisaldi.
·
ripristino del pH tissutale fisiologico
(correzione dell’acidosi)
·
stimolazione della funzionalità epatobiliare,
con fitoterapici; tra i più usati curcuma, chelidonio, cardo mariano…
·
riequilibrio della flora batteria intestinale
con l’uso di probiotici, (fermenti) che devono essere somministrati in genere
per almeno 1 o 2 mesi.
Edoardo Felisi – Medico
esperto in Omeopatia- Docente di Medicinali Omeopatici e di Probiotici alla Facoltà
di Farmacia dell’Università degli Studi di Pavia
domenica 17 novembre 2013
Terapia della Spasmofilia
La spasmofilia è una sindrome
costituita da quadri clinici complessi e proteiformi, la cui sintomatologia si
presenta in raggruppamenti caratteristici ma diversificati nei vari pazienti. I
vari quadri sintomatologici hanno però un substrato fisiopatologico che
rappresenta un minimo comune denominatore: l’alterazione del metabolismo
ionico, che condiziona fortemente la terapia.
Questa situazione peculiare fa
sì che la terapia è in parte individualizzata ed approntata su misura per ogni
paziente, in relazione alla sua particolare situazione clinica, ma il cardine
fondamentale rimane la correzione della
carenza di magnesio senza la quale viene a mancare il razionale su cui poi
impiantare la terapia individuale.
L’omeopatia offre un buon
numero di medicamenti che possono trovare indicazione nel trattamento della
spasmofilia perché essa presenta una vasta gamma di quadri clinici che ben si
prestano ad una terapia di terreno individualizzata, mirata a risolvere lo
squilibrio psicosomatico che caratterizza il paziente spasmofilico.
Alcuni pazienti, in cui predominano
in modo massivo sintomi psichiatrici, possono presentare l’indicazione della
terapia con psicofarmaci: benzodiazepine, per brevi periodi non superiori alle
tre o quattro settimane, nei casi di intensa ipereccitabilità e antidepressivi
a basso dosaggio nei pazienti in fase depressiva. Occorre valutare con
attenzione l’uso di benzodiazepine, perché da una parte controllano
l’ipereccitabilità ma contemporaneamente minano l’efficacia del paziente che è
costretto a ricorrere ad una stimolazione adrenergica supplementare che crea ,
alla lunga, un circolo vizioso complicato.
Taluni pazienti con importanti
segni cardio-circolatori (tachi-aritmie fastidiose, sindrome di Raynaud)
presentano l’indicazione per l’uso di betabloccanti , nell’attesa che la
correzione del deficit di magnesio migliori il quadro clinico generale. L’uso
di questi farmaci però comporta una breve (da 4 a 8 giorni) fase di astenia
profonda che spesso il paziente non accetta e che lo induce ad interrompere la
terapia.
La fitoterapia offre numerosi
prodotti sintomatici per affrontare le diverse sfumature sintomatologiche della
sindrome spasmofilica. Classico l’uso di alcune piante quali la Valeriana, il
Tiglio, la Passiflora, la Melissa quali presidi terapeutici di prima scelta nei
casi di ansia moderata, oppure la prescrizione di Ginseng o di Eleuterococco
nell’astenia e di Hyperico nelle forme depressive iniziali. Le aritmie
extrasistoliche che spesso accompagnano la sindrome possono essere trattate con
il Biancospino e l’Aescholtzia californica offre un valido aiuto nei casi di
turbe del sono in cui il trattamento con le benzodiazepine non sia indicato.
Questi non sono che pochi esempi di come il mondo proteiforme e variegato della
fitoterapia rappresenti un utile sussidio per affrontare una patologia così
variabile nelle manifestazioni e nell’evoluzione come la sindrome spasmofilica.
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lunedì 11 novembre 2013
Il magnesio e la sindrome spasmofilica
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Gli studi realizzati negli ultimi decenni hanno
fornito gli elementi per correlarla definitivamente allo stress,
all’ipereccitabilità neuro-muscolare e all’alterazione del metabolismo di
alcuni ioni. Oggi infatti potremmo definirla come:
“una sindrome
caratterizzata essenzialmente da un insieme di sintomi funzionali legati ad
ipereccitabilità neuro-muscolare indotta dalla fatica e dallo stress,
attraverso l’alterazione del metabolismo di alcuni ioni, in particolare del
magnesio”
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lunedì 4 novembre 2013
Sempre più numerosi i bimbi con allergia alle proteine del latte vaccino
Sono circa il 3% i bambini con meno di un anno di vita
e neonati allattati al seno ad essere colpiti da allergia da proteina del latte
vaccino (PLV), ma la percentuale è in crescita. La causa può essere
l'assunzione diretta o il passaggio delle ‘sostanze nocive’ dalla dieta della
mamma al latte. A dirlo sono dati diffusi da Paidòss (l’Osservatorio Nazionale
sulla Salute dell’Infanzia e dell’Adolescenza) in occasione del 2nd
International Conference and Exhibition on Probiotics & Functional Foods,
appena conclusosi ad Orlando (Florida, USA).
Si tratta di allergie spesso sottovalutate o misconosciute per la variabilità della sintomatologia (che può interessare più distretti), o per le manifestazioni assimilabili anche ad altre cause, le allergie da proteine da latte vaccino – le PLV non sottoposte a processo di idrolizzazione, lo ricordiamo, sono contenute non solo nello stesso latte ma anche nel latte artificiale in polvere e in altri prodotti simili – possono avere talvolta esiti anche importanti e pericolosi. Si va dai ricorrenti disturbi gastrointestinali con vomito, rigurgito e dolori addominali, a episodi che coinvolgono le vie aeree con tosse insistente, secrezione nasale e difficoltà respiratorie, fino a reazioni cutanee con eczemi, orticarie, angioedemi (edema delle labbra o delle palpebre) e, nei casi più gravi, arrivare allo shock anafilattico.
Si tratta di allergie spesso sottovalutate o misconosciute per la variabilità della sintomatologia (che può interessare più distretti), o per le manifestazioni assimilabili anche ad altre cause, le allergie da proteine da latte vaccino – le PLV non sottoposte a processo di idrolizzazione, lo ricordiamo, sono contenute non solo nello stesso latte ma anche nel latte artificiale in polvere e in altri prodotti simili – possono avere talvolta esiti anche importanti e pericolosi. Si va dai ricorrenti disturbi gastrointestinali con vomito, rigurgito e dolori addominali, a episodi che coinvolgono le vie aeree con tosse insistente, secrezione nasale e difficoltà respiratorie, fino a reazioni cutanee con eczemi, orticarie, angioedemi (edema delle labbra o delle palpebre) e, nei casi più gravi, arrivare allo shock anafilattico.
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domenica 27 ottobre 2013
ALLERGIE AUTUNNALI
Non solo la primavera o l’estate sono foriere
di problemi allergici, perché anche in autunno si può osservare una
riaccensione di sintomi respiratori dovuti alla presenza di acari e di muffe.
Gli
acari della polvere sono minuscoli parassiti, invisibili a occhio
nudo, le cui secrezioni, inalate da persone sensibilizzate, sono in grado di
provocare disturbi agli occhi, al naso e ai bronchi. Gli acari sono sempre
presenti nell’ambiente domestico, dunque sono responsabili di sintomi perenni, ma
aumentano nelle stagioni umide così come nei primi periodi di accensione del
riscaldamento, perché la presenza di maggiori movimenti convettivi nelle nostre
abitazioni comporta un aumento della circolazione della polvere e degli acari
in essa contenuti. In questi periodi dunque si può osservare una maggiore
comparsa e intensità dei disturbi. E’ dunque di fondamentale importanza cercare
di modificare l’ambiente del soggetto allergico a tali parassiti cercando di
areare gli ambienti, di evitare di avere nelle camere tendaggi pesanti, mobili
imbottiti, tappezzerie, dove gli acari facilmente si annidano in maggior numero
e coprire il materasso e il cuscino con fodere antiacaro specifiche. I disturbi
che gli allergici ai dermatofagoidi, questo il nome degli acari domestici, possono
presentare sono:
-congiuntivite con prurito, rossore,
lacrimazione,
-raffreddore con facili salve di stranuti e
tendenza ad avere il naso ostruito soprattutto la notte con alternanze di fasi
di colamento in genere acquoso o intenso prurito nasale
-tosse e asma.
-eczema con prurito, più di frequente
localizzato nelle pieghe dei gomiti, ginocchia, collo, dietro ai padiglioni
auricolari.
Inoltre lo stato di continua infiammazione
delle mucose respiratorie sostenuto dall’allergia predispone questi soggetti ad
ammalare con maggior frequenza presentando faringotonsilliti, rinofaringiti,
tracheobronchiti infettive ricorrenti.
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domenica 20 ottobre 2013
Antibiotici: inutili e dannosi in infezioni respiratorie comuni
Prescrivere
antibiotici per infezioni respiratorie non gravi oltre a essere inutile è anche
dannoso, in quanto non porta a guarigione più rapida e può avere effetti
avversi, nonché contribuire al fenomeno di resistenza dei patogeni. Sono queste
le evidenze riportate da uno studio europeo condotto da Paul Little
dell'Università di Southampton e pubblicato sulla rivista The Lancet infectious
diseases, in cui gli antibiotici confrontati con un placebo hanno dimostrato
pari efficacia nel risolvere i disturbi. Infezioni virali del tratto
respiratorio che hanno come sintomi tosse, respirazione difficile,
affaticamento e febbre non sono trattabili con gli antibiotici, tuttavia questi
farmaci sono spesso prescritti inutilmente: «L'abuso di antibiotici» sottolinea
il ricercatore in un'intervista alla Bbc «dovuto principalmente alla
prescrizione nelle cure primarie, oltre a essere inutile, può portare allo
sviluppo di resistenza. Inoltre, sono farmaci che possono avere effetti
collaterali come la diarrea, eruzioni cutanee e vomito».
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domenica 13 ottobre 2013
ADOLESCENZA E CICLO MESTRUALE
Per ciclo mestruale si intende l’intervallo di tempo che
corre tra l’inizio di un flusso mestruale e quello successivo. Circa a metà di questo intervallo di tempo si
verifica il fenomeno dell’ovulazione, ossia il rilascio della cellula uovo che verrà poi captata dalle tube
dove potrà essere fecondata. La fase del ciclo mestruale che precede l’ovulazione si
chiama follicolare perchè durante questa fase avviene nell’ ovaio la
maturazione dei follicoli, piccole “cisti” contenenti una cellula uovo,
contornata da cellule follicolari, che producono estrogeni. Solo una di queste
cisti raggiungerà la maturazione completa ed una dimesione di un paio di
centimetri circa e sarà lei ad “ ovulare”. Dopo l’ ovulazione invece il follicolo rotto si trasforma in
corpo luteo (dalla parola latina che significa giallo perchè questo è il colore
che ha) che rilascia progesterone e regredisce in 12/14 giorni se non avviene
la fecondazione. Gli ormoni prodotti dall’ovaio, principalmente estrogeni e
progesterone stimolano la crescita dell’endometrio, la mucosa uterina che si
prepara ad accogliere l’embrione che vi giunge dopo sei giorni dalla fecondazione. Se questa non avviene, la mucosa uterina
si sfalda, dando origine alla mestruazione. La conseguenza di una corretta ciclicità della produzione
ormonale ovarica è la regolarità in termini di ritmo e caratteristiche del
ciclo mestruale. ll ciclo ovarico è sotto il controllo dell’ipofisi, una ghiandola
situata alla base del cranio, mediante il rilascio delle gonadotropine FSH (ormone follicolostimolante) e LH
(ormone luteinizzante) che stimola l’ovulazione e la formazione del corpo luteo. L’ipofisi è a sua volta regolata dall’ipotalamo che risponde alla quantità di ormoni circolanti e alle informazioni che giungono dal sistema nervoso centrale.
IL MENARCA
Per menarca si intende la prima mestruazione nella vita di
una donna, che compare solitamente ad una età variabile tra gli 11 ed i 15
anni, circa due anni dopo l’inizio dello sviluppo mammario, quando il seno è
discretamente, anche se non completamente, sviluppato.
La sua epoca di comparsa è condizionata da molti fattori:
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domenica 6 ottobre 2013
L’ANGOLO DELLO PNEUMOCOCCO. OVVERO:”PERSEVERARE DIABOLICUM”.
Numerosi
studi, più volte già richiamati sulla Pagina gialla, hanno dimostrato che, a
seguito dell’introduzione del vaccino antipneumococcico coniugato eptavalente
(PCV-7), si è assistito in varie parti del mondo all’emergere di nuovi ceppi
patogeni (secondo il ben noto fenomeno del “rimpiazzo”) e ad un significativo
aumento di polmoniti complicate (polmonite necrotizzante, enpiema) a questi correlate.
Uno studio condotto in 17 Centri pediatrici di patologia respiratoria del Regno
Unito tra il settembre 2006 ed il marzo 2011 ha dimostrato un aumento di dieci
volte dei casi di enpiema dovuti al sierotipo 19° (praticamente mai in causa
prima dell’inizio della vaccinazione PVC-7) e ha confermato la maggiore gravità
di questi casi rispetto a quelli dovuti ad altri sierotipi (maggior frequenza
di complicanze come l’ascesso, la fistola, il pneumotorace, associazione più
frequente con la sindrome uremico-emolitica, età media inferiore, necessità di
tempi di degenza significativamente più lunghi) (Thomas MF, et al. Arch Dis
Child 2012; 97:1070-2).
Fin qua niente di nuovo, direte, rispetto a quanto sapevamo
già. Anche perché un bello studio pubblicato su Pediatria Preventiva e Sociale
(Pasinato A, et al. 2012;3:15-21) ha di recente documentato che il fenomeno del
rimpiazzo con i sierotipi 5 e 19° non contenuti nel vaccino riguarda ormai
quasi la metà dei bambini italiani, sano o malati che siano. Quello che un po’
meraviglia (o forse no) è la leggerezza con cui si è data risposta a questo
problema. Si è cioè semplicemente pensato di sostituire il vaccino PCV-7 con un
vaccino a più ampio spettro (PCV-13) contenente
i ceppi emergenti. Ingenuità? Malafede (delle ditte che guidano la
nostra mente e la nostra mano)? Scarsa
attenzione? Scegliete voi. Sta di fatto che questa strategia sta già dando i
suoi scontati frutti …
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domenica 29 settembre 2013
Prevenzione per le malattie invernali: fitogemmoterapia
Esistono diversi metodi per la prevenzione delle malattie
invernali ed ognuno di essi possiede peculiarità diverse. Quando si tratta di
età pediatrica o di individui che presentano malattie invernali recidivanti,
frequenti o di discreta entità, è consigliabile che l’indicazione sia data da
un medico esperto nel settore in modo che possa stabilire se è utile applicare
l’omeopatia, la fitogemmoterapia, l’oligoterapia ecc o abbinare e completare le
diverse metodiche in base alla sintomatologia clinica descritta.
In questo ambito ci occuperemo di fitogemmoterapia,
esaminando le diverse caratteristiche delle piante più utili in campo di
prevenzione invernale. E’ necessario tenere presente che il periodo minimo di
terapia deve essere di 3-4 mesi utilizzando 3 settimane al mese. Al termine
sarà necessaria una rivalutazione per proseguire con la
prevenzione almeno sino a tutto febbraio – marzo. In età pediatrica sotto i 2
anni è bene non usare per lungo tempo la fitogemmoterapia a contenuto alcoolico anche se modesto,
eventualmente, sempre su consiglio medico, potranno essere utilizzate altre
formulazioni. Riguardo alla posologia ci si attiene alle regole generali, senza
superare le 40 gocce x 2 volte al dì(anche
oltre i 40 kg di peso).
Gemmoterapia :
Abies pectinata MG1DH = abete bianco fam Pinaceae.
Ottenuto dalla macerazione delle gemme fresche si è dimostrato,
sperimentalmente, utile nel favorire la fissazione del calcio nelle ossa, l’accrescimento
staturo-ponderale, l’eritropeiesi.. E’ indicato in età pediatrica per l’azione
di sostegno a carico delle vie aeree superiori.
Alnus glutinosa MG1DH = Ontano nero fam Betulaceae.
E’ un importante medicamento a netta azione antiinfiammatoria con tropismo
elettivo sui vasi arteriosi dell’encefalo. Agisce inoltre nelle sindromi
infiammatorie delle mucose anche in fase suppurativa per cui è consigliabile in
tutte le forme recidivanti mucoso-catarrali e mucoso-suppurative ( sinusiti,
tonsilliti, tracheobronchiti ecc).
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domenica 22 settembre 2013
Papilloma e vaccinazione, perché dico no
Riportiamo
un articolo, comparso nel 2008, dove si facevamo alcune importanti
considerazioni sul vaccino contro il Papilloma.
L’articolo è scritto dal prof Giuseppe Remuzzi (Istituto
di Ricerche Farmacologiche Mario Negri) che notoriamente non condivide l’approccio
all’ omeopatia e/o altre medicine complementari
.
(10 febbraio 2008) - Corriere della Sera L' intervento / 1 La profilassi
sulle dodicenni lombarde contro il virus
“Da marzo in
Lombardia si vaccineranno le dodicenni per prevenire il tumore della cervice
uterina, quello dovuto al virus del papilloma (HPV). «Dovrei vaccinare mia
figlia? Non ha certo rapporti sessuali a dodici anni, perché dovrebbe contrarre
l' infezione?». «La mia ne ha undici, perché non vaccinare anche lei?». «Ho due
figlie, una di sedici anni ed una di diciannove, per loro non è prevista la
vaccinazione. Perché? Rischiano di meno delle dodicenni? Cosa devo fare?
Comperarmi il vaccino? O è già troppo tardi?» «Ho chiesto al mio ginecologo,
lui è contrario». Discorsi di mamme. Campati per aria? Non tanto. Vediamo
perché. 1) Il vaccino è efficace e non pare abbia effetti collaterali
importanti, ma di virus del papilloma ce n' è almeno cento tipi diversi. Certi
non si associano al rischio di tumori, altri sì. I vaccini che si fanno adesso
proteggono contro due tipi di HPV, il 16 e il 18, che si stima siano
responsabili di poco più dei due terzi dei casi di tumore della cervice,
perlomeno in Europa. 2)Le dodicenni di adesso saranno esposte al rischio di
infezione tra cinque anni. Il tumore qualcuna di loro ce l' avrà tra venti,
trenta o quaranta anni. Intanto per vaccinarle spenderemo 100 milioni di euro
all' anno, forse di più, ma il pap test lo si dovrà continuare a fare perché la
copertura con i vaccini di adesso è parziale. Insomma si spende tantissimo e
non si risparmia niente. 3)Se mai, se proprio vogliamo spendere tutti quei
soldi, andrebbero vaccinate le ragazze di diciassette - diciotto anni. A quell'
età più del novanta percento delle ragazze non hanno ancora contratto l'
infezione. Si infetteranno fra i 20 e i 25 anni (è l' età in cui si cambia
spesso partner). Dopo infettarsi è più difficile perché diminuisce il numero
dei partners e forse anche per un fenomeno che i medici chiamano di immunità
crociata. 4)Sono in fase di sperimentazione altri vaccini diretti contro otto
tipi di virus, copriranno il novantacinque percento dei casi di tumore. Allora
sì che si potrà diminuire il numero di pap test. Quando si dice che il vaccino
è efficace, cosa s' intende? Che induce produzione di anticorpi e che questi
anticorpi si trovano nel sangue di chi ha fatto il vaccino dopo trenta e anche
dopo quaranta mesi. Basterà per proteggere dal tumore? E' verosimile. Per
adesso gli studi disponibili dimostrano che in chi ha fatto il vaccino non si
hanno lesioni pre-cancerose per almeno tre anni. Quello del collo dell' utero
però è un cancro che si sviluppa lentamente. L' infezione nella maggior parte
delle donne non dà sintomi ed è transitoria, se persiste può diventare cancro,
ma servono vent' anni, qualche volta trenta, e non succede sempre. Intanto uno
strumento efficace vero per prevenire il tumore della cervice uterina c' è già,
è il pap test. Ma allora
perché spendere tanti soldi in un vaccino la cui efficacia non è ancora davvero
dimostrata senza prima avere organizzato una buona campagna di prevenzione?
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lunedì 16 settembre 2013
Griffonia simplicifolia
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I
suoi semi contengono 5-idrossitriptofano (5-HTP), un aminoacido essenziale
precursore endogeno della serotonina e le proprietà della pianta sono legate
alla sua capacità di indurre una maggior sintesi di questo neurotrasmettitore
da parte dell’organismo. Ricordo che la serotonina è a sua volta un precursore
della melatonina, la cui concentrazione è determinante per la fisiologia del
sonno e per la regolazione del ciclo sonno veglia.
L’estratto
della pianta trova quindi indicazione, ormai confermata da numerosi lavori
clinici, nelle forme depressive di grado lieve in particolare se associate a
significativi livelli di ansia (come adattogeno) e nei disturbi del sonno
spesso associati alle alterazioni del tono dell’umore e al livello di stress.
L’aumento
della disponibilità del 5-HTP ha dato ottimi risultati anche nel controllo
della cosiddetta “fame nervosa”, frequentemente correlata all’ansia e alla
depressione. Anche in questo caso, il responsabile dell’effetto inibitore sulla
fame sarebbe la serotonina.
I disturbi dell’umore, l’insonnia e i disturbi della
sfera alimentare possono essere prodotti da un deficit della trasmissione degli
impulsi nervosi a livello delle sinapsi dei neuroni. Questo deficit è spesso
correlato alla carenza di serotonina, quindi l’integrazione con Griffonia,
ricca di 5-http, favorisce la produzione endogena di questo neurotrasmettitore,
ripristinando una condizione di normalità.
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domenica 8 settembre 2013
SETTIMANA DELLA CHIROPRATICA
AL VIA LA
SETTIMANA DELLA CHIROPRATICA
CHECK-UP GRATUITI IN TUTTA ITALIA
Per salvare dallo stress la colonna
vertebrale e la salute
Dal
14 al 19 ottobre, in concomitanza con il World Spine Day del 16 ottobre, giorno
dedicato in tutto il mondo alla salute della colonna vertebrale, prende il via
in tutta Italia, la settimana della chiropratica.
In
occasione di questo evento, promosso dall’Associazione Italiana Chiropratici,
oltre 200 dottori in chiropratica aprono i loro studi per un check-up gratuito
della colonna vertebrale. Per trovare lo studio
chiropratico della propria città dove prenotarsi basta telefonare, già dai
primi di ottobre, al numero verde AIC
800017806 dal lunedì al venerdì in
orario 9-12,30 e 14,30-17,30.
L’iniziativa si propone di far conoscere
la chiropratica e i suoi benefici sulla salute visto che in Italia si registra
ancora una carenza d’informazione circa le indicazioni terapeutiche e l’esercizio di questa disciplina. Molti pensano,
infatti, che la chiropratica sia in grado solo di alleviare e prevenire il mal
di schiena. Invece il dottore in chiropratica si occupa soprattutto della
salute di tutto l’organismo. E a tal fine si propone di mantenere la colonna
vertebrale sana, cioè in grado di svolgere i complessi compiti biomeccanici
necessari per la nostra vita quotidiana. Come viene perseguito questo obiettivo?
“Principalmente individuando, eliminando o riducendo l’instaurarsi di
sublussazioni vertebrali che, anche in assenza di sintomi particolari, possono
compromettere le normali trasmissioni del sistema nervoso con effetti negativi
in varie parti del corpo e di riflesso sulla salute”, risponde John Williams,
presidente dell’Associazione Italiana Chiropratici. Il dottore in chiropratica non usa farmaci, né interventi invasivi, ma ricorre a tecniche manuali scelte in base ai parametri del
caso e secondo una diagnosi olistica che tiene conto dello stile di vita, del
tipo di lavoro svolto, dell’alimentazione e di eventuali stress strutturali,
psicologici e chimici: tutti fattori che influiscono sul nostro stato di
salute. “E’ importante sottolineare che il dottore in chiropratica non si ferma
al sintomo e non si limita a rimuovere le sublussazioni”, precisa John Williams, “perché fa parte dei suoi compiti valutarne
le cause mediante una visita clinica accurata che include tra l’altro un esame
posturale, l’analisi di radiografie e di esami clinici e un colloquio personale
con domande mirate su stile di vita, tipo di lavoro svolto ecc”. Questa visita
approfondita è necessaria per capire se le cause dei disturbi (e delle
sublussazioni) sono di tipo strutturale (cioè provocate da traumi fisici recenti
o lontani nel tempo, da problemi di disequilibrio dovuti a volte a una malocclusione
dentale, o persino a problemi uditivi o visivi) oppure di tipo chimico, (alimentazione
scorretta, fumo, abuso di bevande alcoliche, esposizione eccessiva all’inquinamento),
o se dipendono anche da uno stress emotivo. “Lo stress in sé può avere una
valenza positiva, perché fornisce l’energia per superare prove e difficoltà. E’
il suo eccesso, provocato dal sovrapporsi di eventi negativi su diversi fronti che,
invece, mette a rischio la salute, definita dall’Organizzazione Mondiale della
Sanità come uno stato
di completo benessere fisico, psichico e sociale e non come semplice assenza di
malattia”,
avverte John Williams.
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sabato 27 luglio 2013
Il secondo cervello: una scoperta sorprendente?
Per quanto possa sembrare
incredibile il nostro intestino contiene una struttura nervosa del tutto
autonoma seppur strettamente connessa con il cervello contenuto nella scatola
cranica.
Questa struttura, definita
recentemente secondo cervello, è costituita da un intreccio di numerosi neuroni
che sono posizionati nella mucosa e nella tunica muscolare intestinale. Essi
sono in grado di produrre gli stessi neuromediatori dei neuroni cerebrali e
contengono sulla loro superficie gli stessi recettori delle cellule del
cervello. Questa particolare similarità permette un continuo scambio di
informazioni e una spiccata sinergia tra i due cervelli.
L’intestino è quindi il solo
organo a possedere un sistema nervoso intrinseco in grado di rielaborare i
riflessi in completa assenza di input dal cervello o dal midollo spinale. Il
sistema nervoso enterico è un residuo che abbiamo ereditato e conservato dal
nostro passato evolutivo perché rappresenta una struttura caratteristica di
molte forme di vita con una organizzazione biologica nettamente meno complessa
di quella della specie umana.
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domenica 21 luglio 2013
Argilla: una cura per le ferite?
L’argilla , come molti altri rimedi naturali è un
prodotto molto complesso , le cui
proprietà non dipendono da un solo
elemento, ma dall’interazione delle varie sostanze di cui è composto, che ne moltiplicano l’efficacia.
Nel 1928, il prof. Laborde, docente alla Facoltà di Farmacia
di Strasburgo, dichiarò: «La terra curativa, presa regolarmente o
periodicamente, è il dono che purifica, vivifica, compensa e risana, proprietà
essenziali della natura. È un potente dinamogeno che ristabilisce un equilibrio
stabile risvegliando l’attività delle ghiandole».
Attualmente i suoi benefici sono stati quasi dimenticati, tuttavia chi la utilizza regolarmente conosce la sua affidabilità e maneggevolezza.
Attualmente i suoi benefici sono stati quasi dimenticati, tuttavia chi la utilizza regolarmente conosce la sua affidabilità e maneggevolezza.
Le sue proprietà sono
Antisettiche e
battericide:
è in grado di contrastare l’attività dei batteri creando un
ambiente ostile alla loro crescita senza recare danno all’organismo, favorendo
la riparazione dei tessuti.
Favorisce l’eliminazione dei parassiti intestinali aiutando
a ripristinare l’equilibrio della flora microbica intestinale.
Adsorbente:
il suo potere assorbente può variare dal 20 sino al 50% del
suo peso. L’argilla è in grado di assorbire enormi quantità di liquidi, ma
anche di gas, proprietà che viene sfruttata in molte applicazioni curative,
soprattutto in caso di problematiche intestinali (eccesso di gas intestinali) o
dermatologiche(eruzioni cutanee, acne).ù
Cicatrizzante:
le sue qualità basiche (pH quasi neutro) esercitano un
‘azione catalizzatrice(stimolano alcuni processi enzimatici) favorendo la rigenerazione della pelle .
Ciò è utile nelle ferite esterne (anche impetiginizzate ) e nelle ulcere
cutanee
Come preparare l’argilla per uso esterno
:
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sabato 13 luglio 2013
Bimbi carenti di vitamina D più a rischio di allergie ai cibi
L'insufficienza di vitamina D nella prima infanzia
aggrava il rischio di sviluppare allergie a determinati cibi, un fenomeno in
preoccupante crescita nei paesi avanzati. Una ricerca su 5.000 bambini di un
anno, condotta in Australia dal Murdoch children's research institute di
Melbourne, indica che i bambini con carenza di vitamina D hanno un rischio tre
volte maggiore di sviluppare un'allergia alimentare, rispetto ai bambini i cui
livelli della vitamina sono adeguati. Per contro, i bambini allergici ai cibi
hanno una probabilità fino a 10 volte maggiore di avere bassi livelli della
vitamina. «Questo studio offre la prima evidenza diretta che la sufficienza di
vitamina D può essere un importante fattore protettivo per l'allergia a cibi
nel primo anno di vita», scrive l'immunologa pediatrica Katie Allen sul
sito web dell'Istituto. «Questo aggiunge sostegno alla pratica di correggere
tempestivamente per via medica i bassi livelli di vitamina D».
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domenica 7 luglio 2013
Svezzamento : seconda parte
SECONDA PAPPA
La seconda pappa verrà preparata esattamente come
la prima, sostituendo la carne con formaggio fresco: ricotta,
caprino o 2 cucchiai di yogurt non
acido.
La tempistica per l'introduzione di altri alimenti,
valida solo se non esistono allergie
familiari, sarà la seguente:
VII mese:
pastina, semolino, frumento, azuki, lenticchie rosse decorticate (sono proteine
e vanno date al posto della carne o del formaggio), pappa tipo pancotto (150 ml di brodo vegetale, 1 fetta biscottata spappolata o
pane raffermo, 1 cucchiaino d’olio e uno di parmigiano), banana, farine
con glutine (multicerali, farro...)
VIII mese: polenta (più parmigiano e qualche
cucchiaio di latte), legumi vari ( fagioli, ceci, ecc.) passati (non frullati).
Dopo l'ottavo mese la carne può essere fresca (50 – 70 gr. di prodotto crudo),
bianca cotta al vapore passata al tritacarne: tacchino, pollo, coniglio,
agnello
IX mese: pesce (platessa, branzino, orata,
sogliola), patate
X-XI mese: tuorlo d’uovo: 1 cucchiaino ogni 3
giorni sino al tuorlo intero, prosciutto cotto senza conservanti, 1 – 2
cucchiai di spremuta di mandarino
XII mese: latte vaccino, uovo intero, altri
legumi, pomodoro (prima cotto poi fresco),albume
Alcuni consigli per chi
vuole seguire uno svezzamento
vegetariano:
lunedì 1 luglio 2013
Svezzamento
Per svezzamento, detto anche divezzamento, si
intende il passaggio da un'alimentazione esclusivamente lattea del bambino ad
una mista.
Se ci si prende la briga di analizzare le
abitudini dei diversi paesi si capirà immediatamente che uno schema standard
non esiste. Infatti a seconda della sua nazionalità il bambino seguirà un diverso tipo
di svezzamento con una differente tempistica nell'introduzione degli alimenti.
Inoltre ogni bimbo ha i suoi tempi e le sue preferenze. Anche questo influenzerà
le modalità con cui viene svezzato.
Alcuni punti in comune vanno però salvaguardati.
Se la mamma sta allattando proficuamente è bene posticipare l'introduzione delle prime
pappe a dopo il sesto mese di vita. Questo termine può
essere anticipato, sempre consultandosi con il proprio Pediatra, qualora il
bimbo non cresca adeguatamente o si abbiano difficoltà nell'allattamento. E'
sempre sconsigliabile iniziare prima del IV mese.
Lo scopo principale dello svezzamento è duplice:
facilitare l'assunzione di sostanze nutritive adeguate all'età del bambino ed
abituarlo ad assumere il cibo attraverso il cucchiaino.
Ogni mamma che inizia a svezzare il proprio
piccolo si chiede se e quando iniziare. A questa domanda non esiste una
risposta univoca. E' necessario osservare come cresce il bambino, valutare con
attenzione le resistenze che oppone alle prime pappe e seguire quello che è più
adatto ad una sua armoniosa crescita psicofisica. Non tutti i lattanti sono
pronti a 4-6 mesi a staccarsi dal seno materno per passare alle pappe. Se si
notano troppe difficoltà può essere utile fermarsi, riprendere l'alimentazione
lattea esclusiva riprovando più in là. La vera regola è non avere fretta. Ci
sono bambini che faranno grossi sorrisi mangiando la prima pappa, altri invece
inizieranno a “sputacchiarla” ovunque piangendo irritati. Non insistete.
Solitamente consiglio di iniziare a dare i primi
cibi solidi partendo dalla frutta: mele o pera grattugiata, biologica. Qualche
cucchiaino all'inizio è sufficiente, giusto per far abituare il piccolo ad un
gusto ed una consistenza diversa. Date sempre frutta “vera”, possibilmente
biologica, evitate le composte e gli omogenizzati che abitueranno il vostro
bimbo a gusti troppo dolci. Gradualmente aumenterete le dosi sino a raggiungere
la quantità di mezza pera o mezza mela.
Quando il bambino si è abituato ad assumere la
frutta con il cucchiaino si può pensare di
iniziare con le prime pappe. Di solito
ci vogliono 15-20 giorni.
Per le pappe si inizia con un brodo di verdure
(180-200 ml) a cui pian piano vengono aggiunte altre sostanze: farine di
cereali per addensare le pappe, olio extravergine di oliva ed infine le
proteine.
domenica 23 giugno 2013
Omeopatia nell’ Eritema solare
La luce del sole è la causa più ovvia di benessere e l’amore per la luce è insito
nella natura umana. Questa innata
propensione per il sole determina conseguenze benefiche di riscaldamento
dell’organismo e di sintesi della vitamina D, ma l’esposizione della cute alla
luce del sole può portare conseguenze patologiche. E’ noto che l’ eccessiva esposizione
della cute ai raggi solari è in grado di provocare una riduzione delle risposte
immunitarie il che potrebbe svolgere un ruolo importante nella patogenesi di
alcuni tumori cutanei.
. In generale la capacità individuale di tollerare la luce
solare è inversamente proporzionale alla pigmentazione melaninica che funge
come filtro a densità neutra con un
ampio spettro di assorbimento nell’ambito delle radiazioni ultraviolette dello
spettro solare.
La melanina viene accumulata nei melanosomi trasferiti
quindi ai cheratociti dove esplicano la loro azione fotoprotettiva. Proprio in
base alla tolleramza all’esposizione solare la popolazione è stata suddivisa in
sei tipi cutanei che vanno dal tipo1 ( costanti ustioni solari, assenza di
abbronzatura ) al tipo 6 ( assenza di ustioni solari, abbronzatura costante ).
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domenica 16 giugno 2013
Carcinosinum
E un nosode preparato essenzialmente da tessuto mammario neoplastico
e con esso si sono ottenuti i migliori risultati perché la patogenesi clinica
descritta da Foubister e il proving effettuato da Templeton furono realizzati
utilizzando tale estratto (sono stati impiegati anche estratti di carcinoma
gastrico, intestinale, polmonare e vescicale.)
Nel 95% dei casi esso
viene prescritto soprattutto sulla base dei sintomi mentali e generali.
Corrispondenze eziologiche: Carcinosinum trova il suo impiego nel soggetto che ha
subito gravi traumi infantili (
rimproveri continui, violenze, aspettative elevate, responsabilizzazione
eccessiva, perdita di persone care ) che lo hanno così pesantemente
condizionato da bloccarlo a livello emotivo e sul piano della comunicazione.
Sia nella sua storia personale sia in quella familiare si
ritrovano numerose patologie lesionali, diabete, tubercolosi, mononucleosi,
psicosi ecc.
Carcinosinum è un rimedio polimiasmatico che comprende
un’ampia gamma di manifestazioni da quelle psoriche di tipo disattentivo a
quelle luesiniche di tipo delinquenziale. Infatti sue caratteristiche sono la presenza di molti sintomi che non corrispondono ad un
solo medicinale, il costante cambiamento dei sintomi e la frequente sostituzione
con un sintomo opposto ( aggravamento-miglioramento al mare ).
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lunedì 10 giugno 2013
Bambini e ADHD
Negli
ultimi anni sempre più spesso si sente parlare di ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione ed Iperattività = Attention Deficit and
Hyperactivity Disorder) . Con questa sigla si indica un insieme di sintomi che
possono presentarsi in età pediatrica caratterizzati da difficoltà nel
mantenere l’attenzione, nel controllare l’impulsività e nel regolare il proprio
comportamento.
I sintomi più comuni, non necessariamente tutti presenti
nel medesimo soggetto, sono:
•
continua tendenza a
fantasticare
•
non ascoltare
•
essere facilmente
distratti nei compiti o nel gioco
•
dimenticare le cose
•
essere in costante
movimento o non riuscire a stare seduti
•
contorcersi in
continuazione
•
parlare troppo
•
non essere in grado
di giocare tranquillamente
•
agire e parlare
senza pensare
•
avere difficoltà ad
attendere il proprio turno
•
interrompere
continuamente gli altri
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