domenica 8 marzo 2015

La via dell’abbraccio: i nostri bambini in età scolare.

Cari lettori, come procede il viaggio? Siamo solo all'inizio, direte voi, come dovrebbe andare? Ma l'inizio è importante, molto importante. Nella tappa precedente abbiamo guardato da vicino il nostro cucciolo in fasce e il suo naturale bisogno di tenerezza: il bambino non ha solo bisogno di vedere soddisfatti i suoi bisogni fisiologici, ha soprattutto bisogno del nostro calore, dei nostri abbracci che lo contengono e della nostra presenza che dà sicurezza e senso alle cose. Ha bisogno di tenerezza: un surplus di amore che solo noi genitori possiamo dare. Non di preoccupazione, nè di perfezione, nè di tecnicismi da professionisti delleducazione.

Lasciamo ora il nostro cucciolo tra le braccia della sua mamma e del suo papà, per passare a guardare il bambino in età scolare. E qui le cose cambiano. I nostri cuccioli diventano degli scolaretti. Me li vedo lì, tutti in fila, con il loro zainetto sulle spalle, pronti a voler imparare tutto.
Si, perché una delle caratteristiche di questa età è proprio la voglia di scuola. Che detta così sembra un'assurdità, a vedere molti dei nostri figli che a tutto pensano tranne che alla scuola! Ma è proprio così: in questa età si sviluppa, e deve svilupparsi, quella parte della mente che è ragionamento, logica, apprendimento, regole. Il bambino deve imparare. Tutto. A leggere e scrivere, a fare i conti, la storia, la geografia, lo sport, le regole della convivenza civile, le regole dei giochi, a vestirsi e a lavarsi da solo. È questo un impegno enorme per loro ma anche per i genitori. Quanto tempo passato a fare i compiti, a ripassare le tabelline, a spiegare come ci si comporta in questo o in quest'altro luogo. Il bambino ha bisogno dei "grandi". Ancor meglio se i grandi sono proprio mamma e papà. Il nostro scolaretto è tutto sommato ancora un bambino, non dimentichiamolo! Noi adulti, e la nostra società, tendiamo a voler rendere i nostri bambini autonomi, responsabili, capaci di fare da sè fin da subito, appena tolto il ciuccio. Li trattiamo alla pari. Ma questo non fa bene ai nostri bambini. Loro hanno bisogno di sentire la netta differenza tra i due mondi, hanno bisogno di sapere che ci sono i "grandi" a proteggerli, a dare tutte le risposte che loro non conoscono, ad insegnare loro a vivere nel mondo, a dare regole. Vi sembrerà strano, ma anche i vostri figli, che tutto sembrano volere tranne che regole, invece ne hanno un disperato bisogno. E hanno bisogno che ci siate voi a farle rispettare. In questa fase della loro vita -senza dimenticarci mai delle coccole, dei baci, delle lotte sul tappeto, dei momenti passati insieme a giocare a far finta di essere principesse e cavalieri- ci rendiamo conto che quello che abbiamo chiamato "abbraccio" (cioè contenimento amorevole) passa anche attraverso il dare e far rispettare le regole, il chiarire bene che noi siamo i grandi e loro i piccoli, che noi sappiamo e loro no, che noi abbiamo il coraggio di fare scelte e loro devono ancora fare tanta strada. Mai questo deve trasformarsi in prevaricazione o sottomissione dei piccoli. Mai. Ma neanche dobbiamo metterli al nostro livello. Si sentirebbero spaesati e perduti, in un mondo che non è il loro, con responsabilità che non possono assumersi, con risposte che non saprebbero dare: non faremmo il loro bene. Certo, dobbiamo chiedergli di diventare responsabili, devono capire che ci sono cose giuste e cose sbagliate, che ci sono momenti e luoghi per ogni cosa. Ma non dimentichiamo che non possono ancora fare da soli: sono piccoli e, per essere tali, hanno bisogno dei grandi. Di voi, mamma e papà. Non perfetti, ma adulti.

Dott.Marco Bernardi
Psicologo 
Milano

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