venerdì 24 dicembre 2010

BUON NATALE E FELICE 2011


La Redazione del Blog Amicomeopatia augura ai suoi lettori Buon Natale e Felice Anno Nuovo, le pubblicazioni riprenderanno dopo il 10 Gennaio 2011

mercoledì 22 dicembre 2010

MUCOLITICI : CONTROINDICATI NEI BAMBINI SOTTO I DUE ANNI


L’ufficio di Farmacovigilanza dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) ha condotto uno studio sugli effetti collaterali dei farmaci mucolitici, utilizzati anche senza prescrizione medica per la tosse .
Un’analisi dei dati francesi di farmacovigilanza infatti, ha messo in evidenza un aumento dei casi di ostruzione respiratoria e peggioramento di patologie bronchiali nei bambini di età inferiore ai 2 anni trattati con mucolitici. Tale effetto si verifica poiché la capacità di drenaggio del muco bronchiale è limitata in questa fascia di età a causa delle caratteristiche fisiologiche delle vie respiratorie . Le reazioni avverse segnalate sono state: aumento della tosse, aumento delle secrezioni bronchiali e difficoltà respiratorie che hanno richiesto, in alcuni casi, l’ ospedalizzazione.
Per tale motivo e per l’assenza di dati pediatrici di efficacia nelle patologie bronchiali acute, la Francia ne ha controindicato l’uso al di sotto dei due anni di età.
L’AIFA dopo aver revisionato i dati di sicurezza dei mucolitici disponibili sul territorio nazionali, a fronte di scarsi dati a supporto dell’ efficacia ha deciso di vietare l’uso dei mucolitici per uso rettale e orale nei bambini sotto i due anni.
Tratto da Nota informativa AIFA novembre 2010
Elena Bosi, pediatra Milano

domenica 19 dicembre 2010

La donna senza paure: le manca un’area del cervello che accende i timori



Questa notizia, strabiliante, riporta il caso di una donna che vive, da sempre, senza alcuna paura ne’ ansia, poiché le manca un’area cerebrale detta “amigdala” nella quale vengono individuate ed elaborate le nostre paure.
Nello studio , effettuato da Justin Feinstein dell'università dell'Iowa , comparso sulle pagine di 'Current Biology' sono state registrate le reazioni di S.M. davanti a una serie di situazioni che, solitamente, incutono terrore. Tra le altre cose, hanno portato la donna nella casa 'stregata' ritenuta la più spaventosa al mondo, l'hanno lasciata in un negozio di ragni e serpenti (animali che lei disdegna, ma che ha tuttavia accarezzato), l'hanno osservata mentre era intenta a guardare una serie agghiacciante di film dell'orrore. Per tre mesi l'hanno seguita passo passo, monitorando le emozioni che provava nel corso della giornata e che venivano da lei fedelmente trascritte su un diario elettronico. Ebbene, in tutte le circostanze, anche quelle più terrificanti, la 44enne non ha provato alcuna paura. "Del resto, nel corso della sua vita - spiega ancora Feinstein - S.M. si è imbattuta in parecchi eventi traumatici che hanno minacciato la sua stessa esistenza, ma non ne ha mai avuto il ben che minimo timore". Il suo caso, a detta del ricercatore, potrebbe aprire nuovi spiragli alla cura del disturbo post-traumatico da stress.
"Lo scorso anno - racconta - ho avuto in cura molti reduci di ritorno dall'Iraq o dall'Afghanistan affetti da questo problema. Le loro vite sono letteralmente segnate dalla paura, al punto che spesso non riescono neanche a mettere il naso fuori di casa perché temono e vedono timori dappertutto. Gli eventi traumatici non lasciano impronte emozionali, invece, sul cervello di S.M. Il suo caso, dunque, potrebbe aiutarci a trovare dei trattamenti che spengano selettivamente le aree cerebrali che generano paura al punto da precluderci la possibilità di vivere la nostra quotidianità".
Roma, 16 dic. (Adnkronos Salute)
Elena Bosi, pediatra
Milano

lunedì 13 dicembre 2010

Raccomandazioni del Working Group pediatrico dell’AIFA sui farmaci antinfiammatori nei bambini


Nell’ambito delle attività di monitoraggio delle segnalazioni di reazioni avverse ai farmaci da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco(AIFA), è stato riscontrato recentemente un progressivo incremento del numero di reazioni a farmaci antinfiammatori non steroidei(FANS)in età pediatrica, in particolare nei riguardi di ketoprofene e ibuprofene.
L’aumento si è verificato a partire dal 2006, con un picco nel 2009, probabilmente in corrispondenza al periodo pandemico influenzale.
Le reazioni avverse si sono verificate più frequentemente a carico della pelle, sull’apparato gastrointestinale dove sono aumentate le manifestazioni emorragiche e a livello renale, anche se più raramente.
Gli effetti collaterali si sono verificati anche per trattamenti di breve durata, ma soprattutto quando i farmaci antinfiammatori venivano alternati al paracetamolo, oppure venivano somministrati in condizioni di disidratazione conseguente a febbre alta o a episodi di vomito/diarrea.
Poiché non esiste alcuno studio che abbia dimostrato l’efficacia dei farmaci antinfiammatori(Ketoprofene e ibuprofene) nell’abbreviare la durata dei sintomi in corso di infezioni delle vie respiratorie il Working Group pediatrico dell’AIFA ne sconsiglia fortemente l’uso in queste specifiche condizioni.
Tratto da Raccomandazioni WGP sull’uso di FANS nei bambini-Novembre 2010
Elena Bosi, pediatra Milano

venerdì 10 dicembre 2010

Medicina tradizionale 'doc', Oms annuncia database e standard


Milano, 7 dic. (Adnkronos Salute) - Agopuntura ed erbe medicinali sì, ma doc, 'certificate' dall'Organizzazione mondiale della sanità. L'Oms progetta di mettere a punto, per la prima volta, una classificazione internazionale sulla medicina tradizionale. Un maxi database interattivo online delle pratiche diagnostiche e terapeutiche basate sull'evidenza scientifica, per tutelare il massiccio esercito di cittadini che in tutto il mondo si rivolgono ai rimedi 'alternativi'. L'obiettivo finale è definire degli standard per la valutazione oggettiva dei potenziali benefici, spiega una nota dell'agenzia ginevrina."Assistiamo a una diffusione crescente del ricorso alla medicina tradizionale", sottolinea Marie-Paule Kieny, dirigente Oms per il settore Innovazione, informazione, evidenza e ricerca. "Per molte persone, specialmente nelle aree Ovest Pacifico, Sud-Est asiatico, Africa e America Latina - osserva l'esperta - la medicina tradizionale rappresenta la prima fonte di assistenza sanitaria". Ma più in generale, aggiunge, anche "nel resto del mondo, specie in Europa e Nord America, sta aumentando il ricorso a erbe medicinali, agopuntura e altre pratiche della medicina tradizionale". A tutt'oggi, però, manca in questo settore una 'summa' globale. "Diversi Paesi hanno creato standard di classificazione nazionali - precisa Kieny - ma non esiste ancora una piattaforma internazionale che possa permettere l'armonizzazione di tutti i dati clinici, epidemiologici e statistici". Una lacuna che ora l'Oms vuole colmare, "per consentire a clinici, ricercatori e autorità un monitoraggio complessivo su sicurezza, efficacia, utilizzo, spesa e nuovi trend" in sanità. Attraverso il mega database su Internet, ogni utente potrà documentare termini e nozioni in materia di medicina tradizionale. L'opera di classificazione si focalizzerà inizialmente sulle pratiche provenienti da Cina, Giappone e Corea del Sud.
"Quotivadis" info@univadis.it 8 dicembre 2010

Elena Bosi, pediatra Milano

lunedì 6 dicembre 2010

Leggere fa bene al cervello.


Si dice spesso che leggere migliori la nostra funzione cerebrale, ma si tratta di fantasie o affermazioni scientifiche?Un equipe di neuro scienziati provenienti da Belgio,Brasile,Francia e Portogallo sotto la direzione del neuro scienziato cognitivo Stanislas Dehaene dell’Institut National de la Santè et de la Recherche Medicale (INSERM) di Gif-sur-Yvette, in Francia, si è prefissa di dare una risposta che ha pubblicato recentemente sulla rivista Science. Dallo studio è emerso che le persone che hanno imparato a leggere manifestano reazioni più incisive alla parola scritta in diverse regioni del cervello, preposte ad elaborare ciò che vediamo. Inoltre nei soggetti alfabetizzati(ma non in quelli analfabeti)le parole scritte hanno innescato l’attività cerebrale nelle regioni del lobo temporale sinistro che reagiscono alla lingua parlata. Questo suggerisce che la lettura usa circuiti neurali che si sono evoluti per supportare la lingua parlata, una forma della comunicazione umana molto più antica della lettura. La lettura, infatti è un fenomeno relativamente recente nella storia umana(5000 anni circa). Le modalità con cui la lettura migliora le risposte cerebrali sono almeno tre: promuovere l’organizzazione delle corteccia visiva(la parte che riceve ed elabora gli impulsi dei nervi ottici),stimolare l’emisfero cerebrale sinistro e affinare l’elaborazione della lingua parlata migliorando una regione fonologica(il planum temporale).
Tratto da Cordis Europa Notiziario 26/11/2010
Elena Bosi, pediatra Milano