lunedì 3 ottobre 2011

Omeopatia:   aspetti generali

L’omeopatia è un metodo clinico-terapeutico che utilizza  a dosi infinitesimali sostanze capaci di produrre nell’uomo sano manifestazioni simili ai sintomi presentati dall’individuo malato.
Essa si basa quindi su alcuni concetti fondamentali:

1) principio di similitudine: la sostanza che causa una serie di particolari sintomi in un soggetto sano aiuterà a guarire le malattie caratterizzate dalla stessa serie di sintomi – il simile cura il simile;

2) diluizioni basse o infinitesimali: sono la conseguenza logica del principio di similitudine. Dal momento che vengono spesso utilizzate sostanze tossiche, è necessario somministrare una dose, opportunamente diluita, in grado di stimolare la capacità di difesa dell’organismo, senza aggravarne i sintomi;

3) dinamizzazione: è un procedimento fondamentale nella produzione dei rimedi omeopatici. Essa consiste nell’imprimere al flacone un certo numero di scosse energiche (succussioni) ripetute ad ogni passaggio del processo di diluizione. Tale procedimento,secondo Hahnemann, è necessario per sviluppare le forze dinamiche latenti nella materia. Infatti le sostanze opportunamente diluite e adeguatamente prescritte non producono una guarigione rapida e durevole dei sintomi pari a quelle sottoposte a dinamizzazione. Attualmente sono in corso studi per approfondire questo concetto;


4) patogenesi: insieme dei sintomi e dei segni provocati dalla somministrazione di una sostanza in una buona percentuale di soggetti sani, di età e sesso differenti;

5) modalità: si intende il miglioramento o il peggioramento di un sintomo o della malattia nel suo insieme causato dalle più diverse circostanze: meteorologiche (pioggia, vento ecc), psicologiche ecc;

6) osservazione del malato nel suo insieme:si basa sulla valutazione globale del quadro clinico e sull’individualizzazione del trattamento. Tale atteggiamento sarà poi quello da seguire nell’approccio del malato cronico.

Nelle patologie acute il  malato presenta in genere pochi sintomi che non variano molto da un individuo all’altro. L’applicazione del principio di similitudine risulta quindi semplificato e il numero dei rimedi fra cui scegliere è ridotto.

Paola Nannei Viganò, pediatra Milano

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