lunedì 1 giugno 2015

Ibuprofene. Ema: confermate indicazioni della farmacovigilanza: ad alte dosi un piccolo aumento del rischio cardiovascolare

L’ibuprofene è un antidolorifico e anti-infiammatorio che serve a trattare dolore, febbre e infiammazione. La sua azione consiste nel bloccare un enzima chiamato ciclo-ossigenasi, che produce sostanze – prostaglandine – coinvolte nel dolore e nell’infiammazione. La dose consueta per adulti e bambini al di sopra dei 12 anni varia da 200 a 400 milligrammi presi in maniera ripetuta, tre o quattro volte al giorno. In generale, i FANS appartengono ad un gruppo di farmaci associati ad un piccolo aumento del rischio di eventi tromboembolici arteriosi (coaguli di sangue nelle arterie), soprattutto se assunti ad alte dosi e in pazienti con condizioni cardiache o circolatorie alla base di problemi importanti oppure con determinati fattori di rischio cardiovascolare.
Oltre a ciò vanno considerati, tra gli effetti collaterali , anche se rari, gastrite emorragica e insufficienza renale.
E’ comprensibile, quindi , come l’uso di tali farmaci nel bambino vada riservato a situazioni delicate ovvero la sedazione di un dolore importante o una febbre molto elevata che comporti rischio di convulsione.
Purtroppo tali farmaci sono entrati nell’uso routinario in pediatria dove vengono prescritti largamente ( e ingiustamente secondo la sottoscritta) per banali fenomeni infiammatori delle prime vie respiratorie o per tutte le forme febbrili.
La loro grande diffusione è motivata anche dalla rapidità con cui la febbre scende e ciò, per alcuni genitori pochi informati, equivale alla guarigione, in realtà solo apparente..

Ciò non bastasse Il Gruppo di coordinamento per il mutuo riconoscimento e le procedure decentrate - Umano (CMDh) dell'Agenzia europea dei medicnali ha approvato l’aggiornamento del parere relativo all’ibuprofene. L’aggiornamento consiste nell’aggiunta dell’informazione in base alla quale alte dosi di questo farmaco, uguali o maggiori di 2.400 mg al giorno, comportano un piccolo aumento del rischio di problemi cardiovascolari (tra questi problemi ci sono infarto ed ictus).
La conferma di tale risultato scientifico era stata 
diffusa circa un mese e mezzo fa, quando il Comitato Prac (farmacovigilanza) dell’Ema aveva raccomandato di aggiornare le informazioni sull’utilizzo di ibuprofene e ‘rimandava la palla’ al CMDh. Oggi, dunque, questa raccomandazione è stata approvata dal CMDh, un Organo che assume un ruolo regolatorio in materia di farmaci e rappresenta tutti gli Stati Membri dell’Unione Europea,  l’Islanda, il Liechtenstein e la Norvegia.
La revisione chiarisce che il rischio legato all’assunzione di alte dosi di ibuprofene è simile a quello che si presenta in caso di altri farmaci anti-infiammatori non steroidei (SAIDs), inclusi i COX-2 inibitori e il diclofenac. Ad un dosaggio di ibuprofene pari a circa 1.200 mg al giorno, la quantità più elevata che usualmente viene somministrata, non si è registrato nessun aumento del rischio cardiovascolare.
Potrà bastare questa ultima segnalazione ad evitare che l’Ibuprofene (Nurofen) venga prescritto a tutti i bambini per la febbre o l’infiammazione delle prime vie respiratorie ?

Tratto da Quotidiano Sanita.it  25 maggio 2015
Dott. Elena Bosi, Specialista in pediatria
Esperta in Omeopatia e Medicine Complementari, Milano




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