Roma, 7 giu. (Adnkronos salute) - Rughe nemiche delle donne, e non solo della pelle. Secondo uno studio condotto dai ricercatori della Yale School of Medicine, infatti, questi segni non rivelano solo l'età, ma permetterebbero anche di predire il rischio di fratture ossee più avanti negli anni, almeno nelle donne. Stando al team di Lubna Pal, che ha presentato la sua ricerca al meeting dell'Endocrine Society a Boston, proprio la profondità e la distribuzione delle rughe, insieme alla qualità generale della pelle, possono predire il futuro della densità minerale ossea delle donne, almeno di quelle in menopausa precoce.
"Pelle e ossa condividono blocchi proteici, e l'invecchiamento è accompagnato da modificazioni della cute e dal deterioramento delle ossa, in termini di quantità e qualità", dice Pal. Partendo dall'ipotesi dell'esistenza di un legame tra epidermide e ossa, il suo team ha studiato un sottogruppo di donne in menopausa precoce, entro tre anni dall'ultimo ciclo mestruale. I ricercatori hanno valutato grinze e rughe in 11 aree 'chiave', localizzate tra viso e collo, nelle 114 donne coinvolte, valutando anche la rigidità della pelle di fronte e guance con un dispositivo chiamato durometro. Inoltre è stata monitorata la densità minerale ossea di tutte le 'cavie umane'. "Abbiamo scoperto che un peggioramento delle rughe è correlato a una minore densità ossea tra le partecipanti", nota Pal. "Insomma, peggiori sono le rughe, minore è la densità ossea, e questa relazione è indipendente dall'età e da altri fattori noti per influenzare la massa ossea". Mentre se la pelle è più compatta ed elastica, la densità ossea è migliore. Dunque, secondo i ricercatori, "l'aspetto e le proprietà fisiche della cute possono riflettere la qualità dello scheletro. Un elemento che può aiutare i medici a identificare le donne a rischio frattura dopo la menopausa in un batter d'occhio, e senza dover per forza ricorrere a costosi test", concludono gli studiosi.
Quotivadis Univadis mercoledì 8 giugno ’11
Elena Bosi, Pediatra Milano
"Pelle e ossa condividono blocchi proteici, e l'invecchiamento è accompagnato da modificazioni della cute e dal deterioramento delle ossa, in termini di quantità e qualità", dice Pal. Partendo dall'ipotesi dell'esistenza di un legame tra epidermide e ossa, il suo team ha studiato un sottogruppo di donne in menopausa precoce, entro tre anni dall'ultimo ciclo mestruale. I ricercatori hanno valutato grinze e rughe in 11 aree 'chiave', localizzate tra viso e collo, nelle 114 donne coinvolte, valutando anche la rigidità della pelle di fronte e guance con un dispositivo chiamato durometro. Inoltre è stata monitorata la densità minerale ossea di tutte le 'cavie umane'. "Abbiamo scoperto che un peggioramento delle rughe è correlato a una minore densità ossea tra le partecipanti", nota Pal. "Insomma, peggiori sono le rughe, minore è la densità ossea, e questa relazione è indipendente dall'età e da altri fattori noti per influenzare la massa ossea". Mentre se la pelle è più compatta ed elastica, la densità ossea è migliore. Dunque, secondo i ricercatori, "l'aspetto e le proprietà fisiche della cute possono riflettere la qualità dello scheletro. Un elemento che può aiutare i medici a identificare le donne a rischio frattura dopo la menopausa in un batter d'occhio, e senza dover per forza ricorrere a costosi test", concludono gli studiosi.
Quotivadis Univadis mercoledì 8 giugno ’11
Elena Bosi, Pediatra Milano
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