giovedì 8 maggio 2008

Energia pulita e antiossidanti dai fondi del caffè

Un procedimento innovativo, messo a punto da Roberto Lavecchia e Antonio Zuorro del Dipartimento di Ingegneria Chimica dell'Università di Roma La Sapienza, apre nuove prospettive per lo sfruttamento in senso ecologico dei residui di caffè, un rifiuto organico ad alto impatto ambientale prodotto nelle case e dalle industrie. La valorizzazione di questi sottoprodotti ne potrebbe permettere un impiego favorevole all'ambiente ed economicamente vantaggioso.
I due ricercatori della Sapienza sono riusciti infatti a recuperare oltre il 95 per cento dei polifenoli presenti nella sostanza esausta. Il residuo solido che rimane dopo l’estrazione dei polifenoli si è rivelato inoltre un ottimo materiale per la rimozione dei metalli pesanti, utilizzabile per esempio per depurare acque contaminate da piombo, cadmio o da altre specie metalliche nocive. In alternativa, tenuto conto che il potere calorifico dei residui di estrazione del caffè è molto alto, addirittura superiore a quello del legno di migliore qualità, questo potrebbe essere sfruttato sotto forma di pellets o bricchette per alimentare stufe, caldaie o caminetti. Qui è possibile leggere l’articolo.
Enrica Campanini

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