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“Amare e proteggere le piante oggi significa soprattutto tutelare il territorio in cui essi vivono, per permettergli di riprodursi e svilupparsi. Secondo la
lista delle
50 piante più a rischio di estinzione nelle isole mediterranee, pubblicata di recente dalla IUCN (
Unione Mondiale della Conservazione), l'Italia rischia di perdere la
Silene vellutata delle Eolie, la
Centaurea gymnocarpa dell'isola di Capraia, nove specie presenti in Sicilia tra cui
l'Abete dei Nebrodi, la Z
elkova sicula, la C
alendula martittima, la V
iola di Ucria, cinque specie presenti in Sardegna, l'A
quilegia barbaricina, l'A
quilegia nuragica,
Lamyropsis microcephala, la P
olygala. L'analisi della IUCN richiama l'attenzione sui danni prodotti dall'agricoltura intensiva, dall'urbanizzazione e dal turismo di massa sugli habitat naturali, ma anche dall'aumento demografico, dal riscaldamento globale e dall'invasione di piante aliene che ha portato all'estinzione o vicino all'estinzione molte specie endemiche. La ricerca presentata dalla IUCN pone l'accento sulla necessità di prediligere la conservazione in situ a programmi di coltivazione e reintroduzione, che spesso sono complicati e dispendiosi. In Italia un esempio di programma di conservazione di una specie vegetale a rischio di estinzione è stato messo in atto dal Ministero dell'Ambiente a tutela delle praterie di
Posidonia, una pianta acquatica endemica del Mediterraneo, che si sviluppa in estese praterie sottomarine, produce ossigeno e sostanze organiche, fornisce riparo a numerose specie acquatiche, attenua l'erosione del mare lungo le coste. La Posidonia è minacciata dalla competizione con alghe invasive alloctone, dalla cementificazione delle coste, dall'aumento dell'inquinamento, dalla pesca "a strascico".”
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quiEnrica Campanini
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