Rutten Al. Et al.
Commissie methode en validering VHAN( Dutch association of homeopathic physicians –The Netherlands-)
Pubblicato su :Homepathy: the journal of the faculthy of homeopathy
Riportato su PUBMED 2008-JAN-
I criteri per l’inserimento dei medicinali nelle rubriche repertoriali sono poco chiari ed in parte scorretti . Un nuovo repertorio dovrebbe essere basato su criteri chiari ed obiettivi. Una valutazione retrospettiva e prospettica dei medicinali e dei sintomi effettuata dalla “Dutch Committee for Methods and Validation” fornisce un’indicazione sulla validità dei repertori esistenti.
La fiducia nell’esperienza di un esperto è la causa di parte delle lacune dei repertori. Tale esperienza è fortemente influenzata dal caso. Altre cause sono la valutazione assoluta, piuttosto che relativa, dei sintomi e la mancanza di un confronto tra popolazione curata con il medicinale e la restante popolazione. In molti casi è necessaria una migliore definizione dei sintomi. Un protocollo chiaro ed una ricerca prospettica potrebbero permettere di superare molte delle deficienze del repertorio. La statistica fornisce criteri più oggettivi, ma non è stato ancora raggiunto un consenso su come trattare i probabili risultati delle nostre valutazioni.
Questo abstract, di un lavoro scritto da omeopati di lingua olandese, facenti parte di una commissione costituita allo scopo di valutare la validità dei repertori già esistenti, è stato pubblicato su PUBMED nel gennaio 2008. L’articolo non è molto chiaro, ma mi è sembrato interessante proporlo alla vostra attenzione per poter stimolare un dibattito sul nostro blog riguardo l’utilizzo dei repertori e l’affidabilità dei sintomi. Il testo integrale, purtroppo non è accessibile, cosa abbastanza abituale per i lavori pubblicati su riviste omeopatiche e riportate con abstract su PUBMED ( fatto riprovevole giacchè quello che si produce in campo omeopatico dovrebbe essere messo a disposizione almeno di tutti gli addetti ai lavori). La commissione è abbastanza critica sui repertori e ne dà un giudizio complessivamente negativo. La mia considerazione, da omeopata che ha una frequentazione molto limitata dei repertori avendo una formazione pluralista, è che la critica dei repertori è fine a se stessa in quanto essi rispecchiano, in maniera più o meno ordinata, quello che viene riportato sulle materie mediche. Perciò non pensate che quando si scrive di “poca chiarezza, obiettività, di mancanza di confronto, migliore definizione dei sintomi”, non si fa altro che dubitare di quelle materie mediche di cui i repertori sono l’espressione? Ma altri interrogativi vorrei proporvi: quale significato dare da un punto di vista omeopatico al concetto di affidabilità dei sintomi? La distinzione in sintomi tossicologici, patogenetici e clinici può avere un collegamento con l’affidabilità? Vi sono materie mediche che distinguono i sintomi in tossicologici, patogenetici e clinici? Vi è una relazione tra il grado dei sintomi repertoriali e affidabilità?
Mario Dileo
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