Ore 8,00. Sono in macchina nel traffico cittadino e ascolto il radiogiornale di una nota emittente privata a copertura nazionale. Mi colpisce un flash quando lo speaker dice: “Medico omeopata sospende la terapia insulina e la paziente muore”. Lo sviluppo della notizia è molto breve e sintetico e non aggiunge elementi significativi. Rimane il titolo: “MEDICO OMEOPATA SOSPENDE L’INSULINA E LA PAZIENTE MUORE”. Mi fermo e compro il giornale. Emerge qualche ulteriore utile elemento: non si ha certezza che la responsabile di questa insensata sospensione dell’insulina (tale Marjorie Randolph, anziana americana residente a Milano ma con studio anche a Udine) fosse veramente un medico, e comunque nell’ipotesi che la presunta dottoressa avesse tutti i titoli necessari sarà sicuramente compito della magistratura verificare eventuali responsabilità sul piano penale, civile e deontologico. Non scordandomi di rimarcare il dramma vissuto dalla famiglia (e ovviamente dalla diretta interessata) per una giovanissima vita inopinatamente e assurdamente stroncata, riecheggia, fra le tante, una domanda: cosa c'entra l’omeopatia? Qualora le responsabilità fossero realmente accertate, ci troveremmo di fronte a un tragico caso di esercizio abusivo di professione medica o, in alternativa, di malasanità in senso stretto. Che il medico (o presunto tale) fosse “omeopata” incide molto poco nella vicenda. E sottolineo tra l’altro come sembrerebbe che la dottoressa in questione (o presunta tale), nell’interrompere la terapia insulinica abbia prescritto unicamente una terapia a base di vitamine di tipo C ed E ad altissimo dosaggio (omeopatia?).
Come sempre si tende a fare molta confusione sulla cosiddetta “medicina alternativa” e sull’omeopatia in generale, e si va alla ricerca del titolo scandalistico dimenticandosi della vera essenza dei fatti, o “ignorando” ciò di cui si parla.
Confesso di essermi leggermente rasserenato solo dopo avere letto il commento del presidente dell’Ordine dei Medici di Udine, Luigi Conte, pubblicato il 14 maggio su Repubblica: "Se si dovesse accertare che si tratta di un medico, dovrà rispondere in sede civile, penale e deontologico di una mancanza gravissima per la quale saranno adottati provvedimenti severissimi. Nessun medico omeopata si assumerebbe la responsabilità di sottrarre un paziente a un trattamento sperimentato e indispensabile come l'insulina, per sostituirla con una terapia vitaminica".
G. Di Leone
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