Analogamente, l’americano Journal of alternative and complementary medicine ha pubblicato nel Giugno 2008 un articolo a firma di Milgrom LR., dal titolo “Homeopathy and the new fundamentalism: a critique of the critics” (abstract al seguente link). L’autore individua in una sorta di neo-fondamentalismo scientifico una delle cause degli attacchi a cui è continuamente soggetta l’omeopatia. Lo strumento è la negazione dell’evidenza dell’efficacia di qualsiasi approccio terapeutico (ivi compresa l’omeopatia, nonostante il suo utilizzo da oltre 200 anni e il continuo successo su milioni di pazienti) che non possa costantemente essere “provato” utilizzando il “doppio-cieco” e gli studi controllati e randomizzati.
La questione che si pone è in sostanza sempre la stessa. La comunità scientifica si è autonomamente costruita standard di valutazione di qualità e di affidabilità degli studi scientifici. Questi criteri si sono resi indispensabili per assicurare un livello medio di affidabilità dei molteplici studi pubblicati in letteratura. Evitando le note considerazioni sull’assenza di libertà ideologica di molti di questi autori (la cui produttività in termini di ricerche è talvolta influenzata da interessi di tipo commerciale imposti dai finanziatori degli studi), si rende pur sempre necessario rammentare che gli standard di riferimento sono stati “costruiti” in funzione di una corrente di pensiero dominante. Pur avendo assicurato fino ad ora l’ottimo sviluppo complessivo delle conoscenze scientifiche, non bisogna scordarsi che, alla pari di quanto già avvenuto in occasione di altre linee di ricerca (vedi ad es. la teoria quantistica) può rendersi necessario aprire i rigidi criteri di “scientificità delle ricerche” ad ulteriori ipotesi.
Senza questa apertura difficilmente potrà esser colmato il divario metodologico tra l’approccio omeopatico e la scienza modernamente intesa.
Giorgio Di Leone – Medico - Bari
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