Sulla rivista “Medico e paziente” (5,2008) è stato pubblicato il seguente articolo:
“All’inquinamento atmosferico sono imputabili, con buona probabilità, molti più effetti negativi di quelli già documentati. E’quanto si può ricavare da un recente studio che ha indagato la relazione tra la presenza di PM10 nell’aria e il rischio di trombosi venosa profonda (DVT). La trombosi è una malattia grave, che può essere fatale o lasciare pesanti conseguenze sui soggetti colpiti. Poter conoscere i fattori di rischio per questa patologia assume, dunque, una particolare importanza per la sua prevenzione. Diverse ricerche hanno già sottolineato il legame tra inquinamento atmosferico e maggior rischio di malattie cardiache e ictus, ipotizzando che l’eccessiva coagulabilità del sangue possa essere uno dei meccanismi alla base di tale effetto. Questo studio, condotto da ricercatori della Università di Milano e di quelle di Boston e Chicago, ha evidenziato che la prolungata esposizione all’aria inquinata da PM10 altera il sistema della coagulazione, determinando un aumento del rischio di DVT.
Tra il 1995 e il 2005 sono stati esaminati 870 pazienti lombardi affetti da DVT dell’arto inferiore e 1210 controlli; utilizzando i valori medi degli inquinanti rilevati in aree specifiche dai monitoraggi ambientali, è stata calcolata l’esposizione dei soggetti al PM10 nell’anno precedente la diagnosi o, per i controlli, la data della visita prevista per lo studio. Sia nei casi di DVT che nei controlli, i livelli più elevati di PM10 sono risultati assodati a un tempo di protrombina (PT) più breve; inoltre, si è osservato come ogni aumento di PM10 di 10 μg/m3 d’aria determini un incremento del 70 per cento del rischio di trombosi venosa. L’associazione tra inquinamento e DVT è meno forte nelle donne, in particolare in quelle che usano contraccettivi orali o assumono una tempia ormonale, probabilmente perché tali trattamenti attivano prima e più rapidamente gli stessi meccanismi protrombotici stimolati dall’inquinamento. La gravità degli effetti osservati e la frequenza di elevati livelli d’inquinamento rendono ancora più necessarie misure efficaci per ridurne l’impatto sulla salute.” (Baccarelli A, Martinelli I, Zanobetti A et al., Arch Intern Med 2008; 168: 920-7)
Enrica Campanini, medico
Nessun commento:
Posta un commento