La Corte di Cassazione, quarta sezione penale, ha pronunciato una interessante sentenza (n. 27936 del 08/07/2008) che chiarisce la condotta che deve tenere il medico quando "suggerisce" al paziente di effettuare visite o accertamenti presso una determinata struttura. Secondo la Suprema Corte, la condotta del medico specialista di una struttura pubblica, il quale per conseguire un vantaggio patrimoniale, in violazione del dovere di astensione, indirizzi un paziente verso il laboratorio di cui egli sia socio, per l'espletamento di un esame che si sarebbe potuto eseguire anche presso una struttura pubblica della stessa città, integra il delitto di abuso di ufficio. Il medico si era difeso sostenendo che il presidio ospedaliero ove egli operava non disponeva della strumentazione specifica per svolgere l'esame e che quindi il suo "suggerimento" non doveva essere considerato illecito, ma i giudici hanno rilevato che il medesimo identico esame ben poteva essere espletato nei contigui presidi ospedalieri della stessa ASL, ben noti al sanitario, e raggiungibili senza particolari disagi dai pazienti, attesa la prossimità territoriale, per cui la condotta del medico è stata ritenuta meritevole di condanna.
Massimo Tilli, medico, Firenze
Nessun commento:
Posta un commento