
Per chi volesse approfondire l’argomento si suggerisce la lettura del libro “Communication in Plants– Neural aspects of plant life” (Baluska, Mancuso e Volkmann, ed.Springer 2006)
USO DELLE MEDICINE COMPLEMENTARI ED ALTERNATIVE (CAM) NEI BAMBINI CON DIABETE MELLITO TIPO 1: PREVALENZA, MODALITA’ D’USO E COSTI.
Dannemann k. et al…
Ospedale per bambini e adolescenti dell’università di Lipsia –Germania-
PRESUPPOSTI: L’uso di medicine complementari ed alternative (CAM) è andato aumentando negli adulti e nei bambini. Gli studi sulle CAM nel diabete hanno riguardato essenzialmente la popolazione adulta, mentre nei bambini con diabete di tipo 1 l’uso delle CAM non è stato ben studiato.
OBIETTIVI: Questo studio evidenzia la prevalenza, le motivazioni dei genitori, l’efficacia rilevata, i costi e l’informazione sull’uso delle CAM. Inoltre sono state indagate le variabili associate all’uso delle CAM relativamente al soggetto prescrittore (care-giver).
METODI: Un questionario anonimo da compilarsi autonomamente è stato somministrato ai genitori dei bambini affetti da diabete tipo1 in 4 centri di cura per il diabete pediatrico in Germania ( Lipsia, Berlino, Stoccarda, Bonn.)
RISULTATI: 228 (65,9%) su 346 famiglie hanno completato l’indagine. L’età media dei pazienti diabetici era 11,9 +/- 3,8 anni . 42 (18,4%) hanno utilizzato una o più tipi di CAM; le più frequenti sono state l’omeopatia (14,5%), vitamine e minerali (13,7%), modificazioni dietetiche (12,9%), aloe vera (7,3%), cinnamono (5,6%). Gli utenti di CAM avevano un reddito familiare significativamente più alto ed un grado di istruzione elevata (P<0,05)>
CONCLUSIONI: L’uso delle CAM nei bambini con diabete di tipo1 è meno comune di quello documentato per gli adulti. I genitori che fanno uso delle CAM non mettono in discussione la necessità dell’uso dell’insulina. Laddove le CAM vengono utilizzate, il miglioramento dello stato di salute e della qualità di vita sono le motivazioni più importanti per l’uso di queste terapie.
Mario Dileo.
Le statistiche di molti studi americani dimostrano che nel prossimo decennio l'autismo e i disturbi pervasivi dello sviluppo diventeranno un'emergenza sociale ed economica di prim’ordine. Circa l'80% delle persone con questo disturbo presenta anche una condizione di ritardo mentale, e almeno il 50% non sviluppa alcuna forma di linguaggio. Spesso sono correlate altre patologie, come l'epilessia. Il problema riguarda da vicino anche l'Italia, basti pensare che solo a Roma e provincia è stimata la presenza di circa 8.400 piccoli con autismo”
La malattia ,di cui non si conosce l’origine è caratterizzata da un progressivo isolamento del bambino fino ad una totale perdita di contatto con la realtà.
Sappiamo però che questo problema era molto raro prima degli anni 80,ed è stato messo, da alcuni ricercatori, in relazione con alcune pratiche vaccinali ,in particolare il vaccino antimorbillo (soprattutto se associato a vaccino antiparotite e antirosolia.(Madsen K.M.:New Engl J Med 2002; Goldman G.S.: J.Am.Phys.Surg.2004).
E’ molto probabile che in realtà la malattia sia di origine multifattoriale ed il vaccino possa essere uno dei fattori scatenanti .(in Italia il vaccino antimorbillo parotite rosolia è consigliato a tutti i bambini di 12-13 mesi, anche nella stessa seduta della vaccinazione esavalente, e dopo cinque anni, in occasione del richiamo del vaccino trivalente difterite-tetano-pertosse).
Elena Bosi
Il problema medico legale del consenso informato per quanto riguarda la pratica delle medicine non convenzionali è molto sentito dalla classe medica e di impatto mediatico rilevante.Secondo gli esperti di medicina legale, bioetica, deontologia ecc. anche per il medico che pratica l’omeopatia o altra medicina non convenzionale tutto quanto attiene al consenso informato è da ricondurre alla generalità dell’atto medico. Credo possa giovare richiamare l’attenzione su alcune considerazioni e segnalare quanto approfondito dalla U.O. Medicina Legale della ASL 10 di Firenze (Direttore Dott.ssa Lucia Malavolti) e poi sintetizzato in “pillole di medicina legale” consultabili sul sito della ASL 10 Firenze.
Al medico omeopata quasi sempre si rivolge chi ha già scelto una metodica terapeutica alternativa quindi sulla natura non convenzionale dell’intervento c’è già un consenso implicito. Nella comune pratica clinica il consenso può essere ritenuto implicito. La pratica omeopatica non rientra fra quegli interventi comportanti rischio o che richiedano espressamente per legge un consenso informato esplicito e documentato. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge (art 32 della Costituzione)
Il consenso
Per consenso si intende l’adesione volontaria dell’ammalato alle cure proposte previa informazione circa i costi e i benefici del trattamento sanitario.
Il consenso per essere valido deve essere:
- Personale
- Esplicito
- Specifico
- Consapevole
Il consenso può essere revocato in qualsiasi momento. Il consenso al trattamento sanitario è subordinato all’informazione da parte del medico (Consenso informato).
L’informazione deve essere:
- Veritiera
- Completa
- Compresa
Si deve informare in merito a:
1. Le condizioni cliniche e la necessità del trattamento
2. La tipologia del trattamento
3. Gli scopi e le modalità d’esecuzione del trattamento
4. Le possibilità di successo e d’insuccesso
5. I rischi e le complicazioni generiche e specifiche del trattamento
6. Le possibili alternative all’intervento proposto
7. I rischi effettivi che il paziente corre qualora non si sottoponga al trattamento
8. La possibilità che si renda necessario apportare modifiche al tipo di trattamento concordato, per il presentarsi di condizioni patologiche o di situazioni inaspettate, durante o dopo l’intervento
Il medico deve far comprendere al paziente quelle scelte che possono maggiormente far coincidere le sue propensioni con la concreta possibilità di curarsi, poiché il dovere morale del medico di curare coincide col rispetto della persona.
Le domande del paziente alle quali il medico deve rispondere sono:
- In che cosa consiste il trattamento che sto per ricevere?
- Quali benefici mi apporterà e con quali rischi?
- Quali conseguenze avrà per la qualità della mia vita?
- Esistono trattamenti alternativi?
Il rapporto medico paziente è fondato:
1. sul principio di beneficialità a favore del paziente, dell’atto medico ispirato da scienza e coscienza
2. sulla volontà non delegabile del paziente che, adeguatamente informato, deve poter decidere
sugli atti diagnostici e terapeutici da eseguire sul proprio corpo
Massimo Tilli