Sono in costante aumento i casi di autismo nel mondo: oggi infatti un bambino su 160 soffre di Disturbo generalizzato dello sviluppo con una incidenza maggiore in Giappone. Ma il problema fa sentire il suo peso anche in Italia, tanto che molte famiglie colpite dalla malattia finiscono col disgregarsi. Questo il quadro, tutt'altro che roseo, delineato a Roma durante la presentazione del progetto 'Aut non out - Ci sono anch'io', voluto dall'associazione 'Habitat per l'autismo' in collaborazione con il Comune di Roma.
Le statistiche di molti studi americani dimostrano che nel prossimo decennio l'autismo e i disturbi pervasivi dello sviluppo diventeranno un'emergenza sociale ed economica di prim’ordine. Circa l'80% delle persone con questo disturbo presenta anche una condizione di ritardo mentale, e almeno il 50% non sviluppa alcuna forma di linguaggio. Spesso sono correlate altre patologie, come l'epilessia. Il problema riguarda da vicino anche l'Italia, basti pensare che solo a Roma e provincia è stimata la presenza di circa 8.400 piccoli con autismo”
La malattia ,di cui non si conosce l’origine è caratterizzata da un progressivo isolamento del bambino fino ad una totale perdita di contatto con la realtà.
Sappiamo però che questo problema era molto raro prima degli anni 80,ed è stato messo, da alcuni ricercatori, in relazione con alcune pratiche vaccinali ,in particolare il vaccino antimorbillo (soprattutto se associato a vaccino antiparotite e antirosolia.(Madsen K.M.:New Engl J Med 2002; Goldman G.S.: J.Am.Phys.Surg.2004).
E’ molto probabile che in realtà la malattia sia di origine multifattoriale ed il vaccino possa essere uno dei fattori scatenanti .(in Italia il vaccino antimorbillo parotite rosolia è consigliato a tutti i bambini di 12-13 mesi, anche nella stessa seduta della vaccinazione esavalente, e dopo cinque anni, in occasione del richiamo del vaccino trivalente difterite-tetano-pertosse).
Elena Bosi
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